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Autore Discussione: ... sono un boomer, in età non lontana dalla pensione.  (Letto 578 volte)
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« inserito:: Dicembre 19, 2022, 10:10:21 pm »

Jack Daniel

Dice Giorgetti, commentando il parziale adeguamento delle pensioni all'inflazione, che quella del Governo è una "manovra coraggiosissima, che in passato nessuno ha fatto: ha preso risorse dalla previdenza e le ha messe sulla famiglia, sui figli, perché senza figli non ci sarà riforma delle pensioni che sia sostenibile". Lasciando perdere il fatto che questa manovra contiene molte altre misure assai criticabili, molte delle quali un disastroso incentivo all'evasione, sull'argomento pensioni purtroppo centra una mezza verità e, sempre purtroppo, sostiene una cosa che a mio parere la sinistra avrebbe dovuto dire da un pezzo.
Ma andiamo per ordine.

Primo punto: come noto, viviamo in un sistema pensionistico a ripartizione, vale a dire che le pensioni oggi le pagano i lavoratori in servizio. Un lavoratore guadagna 1.000? Il datore di lavoro toglie circa 240 e li passa all'INPS. Il lavoratore ha quindi 760. Da questi, l'INPS toglie altri 90 (circa) e quindi, di fatto, al lavoratore entrano in tasca 670. Netti? No, certo: su questi 670 poi ci paga le tasse, a partire dall'IRPEF, ma questo è un altro discorso. I 330 presi dai 1.000 del lavoratore entrano nell'INPS e ne escono immediatamente per finire nei conti dei pensionati italiani. Quindi: ripartizione nel senso che i lavoratori in servizio pagano i lavoratori in pensione. Lasciate perdere retributivo e contributivo, quelli sono metodi di calcolo, non pagamenti. Vale a dire: contributivo e retributivo servono per determinare l'ammontare della pensione, non chi la paga. Non è affatto vero, per esempio, che col contributivo l'INPS metta in cassaforte i soldi di un lavoratore per darglieli a pensione raggiunta: quei soldi comunque pagano le pensioni di chi ne fruisce oggi, non di chi ne fruirà domani o tra 20 anni.

Secondo punto. Ogni indagine statistica (per esempio: https://tinyurl.com/mr3zh2e2 ) ci dice che le fasce d'età più anziane hanno incrementato la loro quota di ricchezza e che si è progressivamente attuato, negli ultimi decenni, uno spostamento di ricchezza dai più giovani ai più anziani. Altri dati, qui (https://tinyurl.com/yhbu56uu), in particolare il grafico in ultima pagina che ci mostra come, in 10 anni, siano diminuiti gli indicatori di povertà per gli ultra 65enni e siano aumentati per i minori di 40 anni.

Terzo punto. Piramide demografica. Lo sappiamo tutti, anche se tutti facciamo finta di dimenticarlo: l'Italia sta invecchiando sempre di più. Per avere un'idea: si calcola che nel 2040 ci saranno 4,4 milioni di persone tra i 70 e i 74 anni contro 2,4 milioni tra i 20 e i 24. Nel 1970, sempre per avere un'idea, avevamo, al contrario, 1,6 milioni tra 70 e 74 contro 4 milioni tra 20 e 24 (https://tinyurl.com/uamjbtwe ). Corollario: la spesa pensionistica aumenterà, e graverà sulle spalle di pochi giovani che vedranno il loro reddito sempre più diminuire per permettere di pagarla. Basta? No, manco per idea. Perché all'aumentare dell'età della popolazione aumenta pure la spesa sanitaria (per ragioni sin troppo ovvie), quindi quei giovani, che magari scoppieranno di salute, si vedranno decurtare risorse non solo per i contributi INPS, ma pure per le tasse sul reddito, visto che aumenterà (almeno) la spesa sanitaria. A cui poi bisognerà aggiungere quella per assistenza, nonché tutte le altre connesse.

Quarto punto: l'immigrazione ci salverà. Forse, ma non nei prossimi anni o decenni. Perché il problema non è avere tante persone giovani, ma avere tante persone giovani che svolgano lavori buoni, cioè che producano reddito adeguato. L'immigrato che arriva oggi, e che magari non sa una parola di italiano, difficilmente sarà in condizione di avere un reddito tale da poter effettuare, sul suo reddito, un prelievo fiscale e contributivo che possa raddrizzare, nei prossimi anni o decenni, i conti.

Questo perché difficilmente un immigrato arrivato oggi ha, o avrà nei prossimi anni, un reddito pari a quello che aveva un neopensionato quando lavorava. I suoi figli sì, probabilmente, ed è per questo che lo ius scholae va riaffermato costi quel che costi e l'immigrazione considerata una risorsa; ma questi figli, che magari nasceranno qui, o magari oggi sono bambini, nel 2040 non saranno ancora in età di lavoro. L'immigrazione, insomma, forse raddrizzerà l'Italia dopo il 2050, ma difficilmente prima.

La conclusione è che, anche se tutti dicono (senza dimostrarlo) di no, oggi siamo nel pieno di un conflitto generazionale, con gli anziani che tolgono risorse ai giovani, sottraggono loro reddito a proprio vantaggio e prefigurano ai meno giovani (anche adulti 40enni o 50enni) un futuro da anziani di sicuro meno roseo del loro. In poche parole, oggi il conflitto generazionale è causa di incremento delle diseguaglianze.
Ciò che mi fa girare le scatole è che discorsi del genere, a sinistra, siano considerati un tabù indicibile. Le ragioni in parte si comprendono: i sindacati sono organizzazioni di pensionati e pensionandi che amano parlare di interessi generali salvo che ciò non comporti un qualche svantaggio per loro. A sinistra, i votanti anzianotti sono tanti (tra gli over 65 il PD è il partito di maggioranza relativa: https://tinyurl.com/3n3eybkr ) per cui è ovvio che non si vada a pestare i piedi nel proprio bacino elettorale e di consenso. Ma, a parer mio, questo è un tema che la sinistra avrebbe dovuto sollevare da lustri, perché da lustri si sa come finirà.

Che quindi si tolgano risorse agli anziani, e che queste vengano destinate ai più giovani, lo considero inevitabile e, tutto sommato, persino giusto, almeno come principio. Non è affatto corretto il modo in cui ciò avviene, perché si procede con tagli lineari alle pensioni senza considerare quelle che corrispondono a contributi versati e quelle che non lo sono. Ma ciò che questo Governo ha fatto, meglio esserne consapevoli, sarà un precedente che verrà seguito nei prossimi anni da chiunque. E la ragione è drammaticamente semplice: siamo in traiettoria completamente divergente e insostenibile. Non si può pensare di continuare a operare travasi di risorse dai giovani agli anziani quando questi saranno, nei prossimi anni, la maggioranza o quasi della popolazione. Semplicemente: non ci sarà più nulla da travasare, anche perché molti giovani, provvisti di ottime qualificazioni lavorative e capaci, in prospettiva, di generare molto reddito, fiutando la mala parata, stanno già scappando all'estero.
Come ciò avverrà, come cioè avverrà una redistribuzione delle risorse dagli anziani ai più giovani, l'abbiamo davanti agli occhi. In presenza di inflazione, per esempio al 10%, un adeguamento al costo della vita del 7% implica una riduzione delle pensioni, in termini reali, del 3%. Se l'inflazione non tornerà ad essere nulla o quasi, e se, come immagino, gli adeguamenti continueranno ad essere parziali da una certa somma in poi, in qualche anno la spesa pensionistica potrebbe ridursi di svariati punti percentuali.
In tutto ciò, fa un po' ridere leggere di programmi politici e rivendicazioni, di destra (vedi Salvini) e sinistra (vedi, appunto, sindacati), che propongono l'abbassamento dell'età pensionabile innalzata a suo tempo dalla perfida Fornero. Secondo voi l'ha fatto perché malvagia di suo, o perché è stata una delle poche persone che abbia avuto il fegato di dire agli italiani come stavano le cose, e cioè che il Re è nudo?

Quinto punto: sono un boomer, in età non lontana dalla pensione. Tutto quanto detto va contro i miei interessi, ma essere di sinistra, per me, significherebbe anche ammettere che, di fronte agli interessi generali, quelli particolari, anche se sono i propri, possano subire limitazioni. Come quelle che (purtroppo) toccheranno a me, e a quelli della mia generazione, nei prossimi lustri.


Commenti:

Emanuela Meg Galanti
Accipicchia, ho letto fino in fondo per vedere se dicevi la tua prima cosa di sinistra. Ma non l'hai detta. Ti genufletti per dire una cosa ovvia, che qualche sacrificio servirebbe.

Rispondi
Jack Daniel
Emanuela Meg Galanti Dimmi, sono curioso. Cosa avrei dovuto dire di sinistra? Inventarmi dati diversi? Dire che le cose non stanno così come descritte?
Dimmi, sono curioso.
Sembra a me che sia invece molto di sinistra far presente che nella nostra società si sta perpetuando una gigantesca ingiustizia. Tu pensi di no? Tu ritieni che l'ingiustizia vada mantenuta?

Rispondi
Emanuela Meg Galanti
Jack Daniel no, no. È che ti vedrei bene a leggere Sarte e Camus. E poi dire qualcosa sul rischio esistenziale di dire qualcosa di autentico, non comprovato dalle statistiche. Qualcosa di sofferto. E invece ci confessi di essere un baby boomer e di voler dire qualcosa contro i tuoi interessi. Un conformismo esasperante.

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Jack Daniel
Emanuela Meg Galanti Ma vedi che buffo: io uso dati e statistiche proprio per dire qualcosa di autentico e reale, proprio per non perdermi in illazioni che, magari, non hanno nulla a che fare con la realtà.
Buffo: per essere autentici bisogna dimenticare i dati, cioè la realtà.

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Emanuela Meg Galanti
Jack Daniel ma no, no. Non dimenticarli. Lasciarli sullo sfondo per dire qualcosa di tuo e di sofferto. La logica binaria che usi io la capisco, perché la ho usata fino alla nausea. Ma poi ho detto basta. Dico solo cose che non siano già ovvie. Non ovvie alla maggioranza, perlomeno.

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Jack Daniel
Emanuela Meg Galanti Temo che le cose che ho scritto non siano affatto ovvie, almeno a sinistra.
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Emanuela Meg Galanti
Jack Daniel corto circuito, perché non so se la gente di sinistra ti legge (ancora), certamente io non la rappresento. E comunque ora stanno tutti cercando Landini, mica te.


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Jack Daniel
Emanuela Meg Galanti Che cerchino Landini e non me mi sembra ovvio, visto che non sono nessuno.
Ma non sono convinto che seguendo Landini andrà lontano. Anzi.

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Enrico Mulè
Emanuela Meg Galanti mi hai incuriosito, ci dici una cosa che non sia già ovvia, qualcosa di sofferto??? Citando

da FB del6 dicembre 2022
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