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Autore Discussione: Pietro ICHINO - PER CAPIRE MEGLIO COME SI COSTRUISCE LA PACE  (Letto 2653 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Novembre 18, 2022, 10:43:28 pm »

Martinelli

I giovani soldati morti in Vietnam crearono uno sdegno profondo negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo. Furono il simbolo della contestazione del 68. Canzoni, libri, film. poesie, etc, che avevano come oggetto o soggetto la guerra del Vietnam è impossibile elencarne il numero. Se sono stati avversati ferocemente L. Johnson e anche Presidenti degli Stati Uniti venuti dopo di lui, possibile che, soprattutto a "sinistra", non si riesca a dire mezza parola critica contro un Lavrov, contro un Medvedev, contro gli attuali politici russi che, oltretutto, di "sinistra" non hanno niente, assolutamente niente di comparabile idealmente. Possibile che non si voglia dire "a sinistra" di giovani della periferia orientale della Russia: della Buriazia o della Jacuzia (come i negri dei ghetti nelle periferie delle città americane, o del Sud schiavista) mandati a morire come carne da macello per le ragioni di una guerra a loro sconosciuti? O si tratta di falsa coscienza o c'è sotto qualcosa......!

Commenti
Gianni Gavioli
A mio parere c'è sotto un odio atavico, accecante e irragionevole, verso ciò che si richiama agli Usa, in particolare il loro anticomunismo.
La clausura mentale sul nemico da battere, tipico del fanatismo ideologico, impedisce lucidità di analisi anche critiche.
Questa vera e proprio anomalia sociale porta alla ricerca e mantenimento dello scontro-sempre, spesso immotivato e improduttivo per la società in cui si vive.
Il comunismo o morte é il cancro che ha tormentato il nostro dopoguerra, stimolando il desiderio di morte sino all'autodistruzione generata dal terrorismo di sinistra.
Alienazione allo stato puro, disumanizzazione del Socialismo possibile.
ggiannig

Rispondi
Andrea Martinelli
Gianni Gavioli condivido tutto ciò che è scritto. Ma quanto l'antiamericanismo di certi individui è suffragato dai loro comportamenti quotidiani? Ad esempio: il babbo o il nonno, diciamo notoriamente "antiamericano", che si autocompiace fuori dal bar perché la figlia o la nipote soggiorna in America dove segue lo stage in "marketing" dopo aver acquisito la laurea (mi sembra) in Economia all'Università di Pisa, quanto è coerente? Riguardo ad un simile comportamento andare a vedere che cosa c'è sotto è difficile da stabilire, magari andrebbe meglio conosciuta l'attività professionale del suddetto babbo o nonno. Sulla falsa coscienza non credo ci siano dubbi. Mi scuso per il mio prosaicismo.



Rispondi
Gianni Gavioli
Andrea Martinelli, io penso che l'anticomunismo Usa sia radicato nella popolazione (magari lo fossero antinazismo e l'antirazzismo dal versante opposto).
L'antiamericanismo italiano è italiano, intendo quello di chi sputa nel piatto in cui ha mangiato o mangia tutt'ora.
Quello ideologico è diverso e ovvio: se ami il comunismo devi odiare gli anticomunisti, soprattutto se sono forti.
ggiannig

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Andrea Martinelli
Gianni Gavioli concordo totalmente sull'antiamericanismo italiano, quelli in sostanza che sputano sul piatto dove hanno mangiato o mangiano. Non sono comunque un filoamericano "sfegatato" come ce n'erano tanti tanto tempo fa, anzi. Ma neppure concordo … Altro...

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Gianni Gavioli
Andrea Martinelli, il fegato è un organo delicato, "sfegatarsi" per qualcosa o qualcuno, meglio evitarlo.
Coloro che hanno frequentato la scuola della strada e delle aziende da giovani come operai lo sanno molto bene, soprattutto se hanno buoni esempi … Altro...

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Andrea Martinelli
Gianni Gavioli Uso una terminologia toscomaremmana dove gli attributi di "sfegatato" ma anche "spaccato" indicano un sostenitore, un tifoso appassionato di una parte politica, ma anche sportiva.

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« Risposta #1 inserito:: Novembre 22, 2022, 04:27:34 pm »

    LA CASA NELLA PINETA

    PER CAPIRE MEGLIO COME SI COSTRUISCE LA PACE

“Bene che gli ucraini ricevano le armi di cui necessitano per respingere l’invasore, basta che sul pacco il nome del mittente non sia il mio” – La sola garanzia della pace è il modello liberal-democratico della società aperta
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 575, 7 novembre 2022 – In argomento v. anche Il bivio del voto sulle sanzioni all’Ungheria.
Da un sondaggio dell’Università di Siena emerge che la stragrande maggioranza degli italiani ritiene che la responsabilità della guerra sia dell’invasore russo e si sente solidale con gli ucraini, riconoscendo loro il pieno diritto di difendersi. Emerge però che una maggioranza quasi altrettanto netta sia contraria a che l’Italia fornisca armi agli ucraini; però questa maggioranza diventa minoranza se a consegnare le armi è la UE, e si assottiglia ancora di più per se a farlo è la Nato: istituzioni sovranazionali entrambe delle quali l’Italia è membro fondatore. In altre parole: bene che gli ucraini abbiano le armi di cui necessitano per respingere l’invasore, “basta che sul pacco il nome del mittente non sia il mio”.
Il risultato di questo sondaggio non soltanto mette in evidenza le contraddizioni della nostra opinione pubblica, che sono peraltro le stesse di tanta parte dell’opinione pubblica europeo-continentale, ma aiuta anche a spiegare molte cose riguardo ai rapporti dell’Italia e della UE con gli USA e la Gran Bretagna. A spiegare, in particolare, perché l’Europa continentale, a differenza degli USA e della Gran Bretagna, ha preferito chiudere gli occhi per un intero quindicennio sulla progettazione, concreta preparazione e progressiva attuazione da parte di Vladimir Putin del piano di “riconquista” dell’Ucraina, oltre che di una decina di altri Paesi confinanti con la Russia.
Sono usciti proprio in questi giorni due libri illuminanti: uno di Vittorio Emanuele Parsi (Il posto della guerra e il costo della libertà, Bompiani, pp. 216,  € 17: la citazione in apertura di questo articolo è tratta dalle pp. 201-202) e uno di Alessandro Maran (Nello specchio dell’Ucraina, Nuova dimensione,  pp. 154, € 16) che spiegano con una chiarezza straordinaria non solo che cosa realmente è accaduto tra Russia e Ucraina nell’ultimo quindicennio, ma anche come è potuto accadere che l’Europa si sia lasciata cogliere totalmente di sorpresa dall’aggressione avviata il 24 febbraio. E aiuta tutti noi a capire perché oggi, come già nel 1938-40, il solo modo serio di costruire e difendere la pace sia costruire e difendere il modello liberal-democratico della società aperta a cui con tutte le loro forze gli ucraini tendono e che Vladimir Putin aborre.

da - https://www.pietroichino.it/?p=61978
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« Risposta #2 inserito:: Novembre 22, 2022, 04:34:01 pm »

23.09.2022 - N. 572 - Edizione speciale per le elezioni del 25 settembre

PERCHÉ PUTIN PUNTA SU GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI
Se nelle prossime settimane il Consiglio degli Stati UE facesse mancare la maggioranza qualificata sulla proposta della Commissione di sanzione nei confronti dell'Ungheria, potrebbe essere l'inizio della fine della UE. E una vittoria strategica per Putin di enorme valore. Leggi una breve citazione dal settimanale tedesco Der Spiegel di questa settimana.

COME VOTERÒ DOMENICA E PERCHÉ
Mi chiedono: "Se tu non fossi legato al Pd dalla disciplina di voto, come voteresti?". Rispondo: voterei lo stesso Pd alla Camera e (soprattutto) al Senato. Perché il Pd non è solo la garanzia più forte del ruolo di protagonista dell'Italia nel processo di integrazione UE, ma anche, in questa congiuntura, il partito più capace di contendere alla destra euroscettica decine di seggi uninominali decisivi. Leggi la mia risposta a un amico lettore che voterà invece per il Terzo Polo (scelta che ha, ovviamente, tutto il mio rispetto).

LA QUESTIONE SCOTTANTE DI CUI NON SI DISCUTE
Fino a che punto siamo disposti a fare sacrifici per opporci all’aggressione russa contro l’Ucraina? Su questa scelta si è aperta una faglia che divide i sostenitori di ciascuno degli schieramenti politici maggiori; ma nessun partito è disposto a parlare di sacrifici in campagna elettorale. È online il fondo pubblicato domenica sulla Gazzetta di Parma.

LA GUERRRIGLIA CONTRO IL RIGASSIFICATORE DI PIOMBINO
Abbiamo un bisogno urgente e vitale di nuove fonti di approvvigionamento di gas; ma la Soprintendenza solleva obiezione circa l'intonazione del colore della nave addetta alla trasformazione del gas liquido con il paesaggio. Leggi la lettera di un lettore di Grosseto (e la mia risposta) ...

È UN BEL REBUS! - 14. UOMINI E CAPORALI: QUANDO LA CHIAVE È IL COMANDO
Accade sovente che il soggetto della proposizione e/o i complementi in prima lettura siano rappresentati dai soli rispettivi grafemi, mentre il passaggio decisivo per la soluzione è solo l'individuazione dell'azione, quindi del verbo che la esprime. È online anche su questo sito - come sul sito dell'Associazione rebussistica italiana - la quattordicesima lezione del corso. Ivi il link che consente di risalire a ciascuna delle precedenti.

Se vuoi scrivermi utilizza l'indirizzo ichino@pietroichino.it. Grazie!
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« Risposta #3 inserito:: Gennaio 12, 2023, 03:28:34 pm »

I trumpiani hanno fatto davvero per primi le cose in grande e in mondovisione (come diciamo noi boomer per intendere che un evento è mostrato in diretta in tutti i paesi), ma anche i 5 stelle nostrani con l’occupazione del tetto del parlamento e i “siete circondati” dettero qualche prova, e ora ci sono i bolsonaristi, con la loro aggressione un po’ al rallentatore e perfino scortata dalla polizia alla piazza intestata, programmaticamente, alla divisione dei poteri (una specie di piazza Montesquieu).
Però urge qualche nuova categorizzazione. Perché questi attacchi hanno caratteristiche diverse da ciò che si vede in una rivoluzione, in un golpe, in un’insurrezione. In questi giorni, di impiccagioni e violenza di regime, sono anche terribilmente stridenti con le proteste giovanili, veramente e coraggiosamente rivolte contro un potere oppressivo, che si vedono in Iran. La massa populista attacca le istituzioni, confusamente, in quanto tali. Sì, è chiaro che queste cose succedono quando a perdere è un populista di destra, come Donald Trump o Jair Bolsonaro, ma i comportamenti citati dei 5 stelle italiani indicano che non esiste solo quello schema.
In ogni caso l’attacco è violento, sì, ma non al punto di far davvero temere un rovesciamento forzoso dell’ordine democratico. È più una faccenda dimostrativa, uno sfogo populista con cui si mostra la vulnerabilità delle istituzioni per indicarne anche la debolezza, è un vaffa day con cui si dice a chi ha vinto le elezioni che quella presidenza e quel parlamento e quel sistema istituzionale a tutela dello stato di diritto sono case di carta e che il popolo populista può umiliarle quando vuole, così per levarsi lo sfizio.
C’è qualcosa del fascismo prima maniera, con la sua irrisione dell'Italietta, del sistema democratico e dello stato di diritto. È un gesto futurista, un lancio di volantini. È una buffonata violenta, fatta anche per mettere un po’ di paura mentre ci si dichiara, vittimisticamente, beffati dal var elettorale o da qualche altro meccanismo del deep state. E finisce tutto con qualche arresto e tanti selfie. Per Anne Applebaum si è assistito al rito contagioso dell’antidemocrazia.
Inquadrando così le cose è comprensibile che il governo italiano, probabilmente sentendosi sollevato, scelga come indirizzo della sua solidarietà le “istituzioni brasiliane” e non direttamente il governo di Lula da Silva. E sono comprensibili anche un po’ di ricordi proposti a Matteo Salvini.
 
LE TRE "COSE" PRINCIPALI

Fatto #1
L’Iran, appunto, e le proteste di strada vere, non dimostrative né populisticamente orientate a ridicolizzare le istituzioni. Oggi ne parlava sul Foglio Giuliano Ferrara, chiamando in causa anche l’indifferenza vaticana. E le parole di Francesco con cui oggi ha finalmente citato l’Iran sembrano più un generico appello contro la pena di morte che una critica sistematica di un regime inumano e repressivo, come se, poi, la questione fosse la scelta della pena per quei giovani e non l’assoluta ingiustizia del loro arresto e dei loro diritti umani e politici conculcati. La mobilitazione prosegue e con straordinario coraggio

Fatto #2
Avrà meno pubblico del mondiale qatariota ma il primo torneo di calcio internazionale che si tiene in Iraq dopo decenni ha altrettanta importanza politica

Fatto #3
Il Foglio, sezione maieutica, con un buon Luigi Di Maio storico/analitico

Oggi in pillole

•   Vuole cambiare tutto, vuole riscrivere tutto, ma poi riafferma l’impegno del governo sul Pnrr (meno male)
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