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« inserito:: Ottobre 10, 2022, 11:45:05 am » |
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L'Italia dovrebbe diventare il primo paese fondatore dell'Unione europea a essere guidato da un leader di estrema destra, dopo che Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni è diventato il primo partito nelle elezioni di ieri, trascinando alla vittoria la coalizione di destra con la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi. L'esito del voto in Italia conferma la rinascita dell'estrema destra in Europa, dopo il secondo posto ottenuto dai Democratici Svedesi appena due settimane fa in Svezia. Il fatto che un partito con origini neofasciste diventi azionista di maggioranza del prossimo esecutivo nel terzo paese più grande dell'Ue - nella terza economia della zona euro - costituisce un sisma nel quadro politico europeo. Solo due stati membri - Polonia e Ungheria - sono guidati da leader marcatamente nazionalisti e di estrema destra. Eppure a Bruxelles e nelle altre capitali europee lo choc è relativo. Il risultato di Fratelli d'Italia era già stato anticipato dai sondaggi e non costituisce una sorpresa. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha già detto di essere pronta a “lavorare” con un governo Meloni. Le elezioni del 4 marzo 2018 avevano prodotto un risultato considerato peggiore da Bruxelles: il primo governo tutto populista della storia dell'Ue, con la coalizione tra la Lega e il Movimento 5 Stelle.
Il Foglio ripubblica la visione dell'Europa secondo Giorgia Meloni, che la leader di Fratelli d'Italia aveva proposto lo scorso aprile: un modello confederale, che non travalichi i limiti delle sue competenze, senza avere paura della deterrenza militare. A parte un “la pacchia è finita”, durante la campagna elettorale Meloni ha evitato di attaccare direttamente l'Ue. Anche all'ultimo giorno, quando alcune dichiarazioni di von der Leyen sugli “strumenti” da usare se in Italia le cose andranno verso “una direzione difficile” sullo stato di diritto avevano spinto una parte del centrodestra ad accusare la presidente della Commissione di ingerenza. Sul Foglio abbiamo spiegato il significato delle parole di von der Leyen: nessuna ingerenza, ma il semplice richiamo alle regole e alle procedure per i paesi che violano i principi fondamentali. Del resto, lo scenario di un'Italia che si trasforma in una democrazia illiberale a causa di un governo Meloni non è quello privilegiato dall'Ue. La leader di Fratelli d'Italia ha abbandonato le posizioni più estreme sull'uscita dall'euro. La Commissione si sta preparando a cooperare attivamente con un governo di destra guidato da Meloni, anche se è consapevole di possibili scontri in alcuni settori specifici.
“Ci saranno turbolenze, ma non un terremoto” è la frase che abbiamo sentito più pronunciare alla Commissione e al Consiglio dalle fonti che abbiamo interrogato sulla prospettiva di un governo Meloni. Sulla priorità attuale dell'Ue - la guerra in Ucraina - la leader di Fratelli d'Italia ha appoggiato la linea di Mario Draghi delle sanzioni contro la Russia e delle forniture di armi a Kyiv. Sulla situazione dei conti pubblici italiani, Bruxelles ha preso nota della volontà di Meloni di essere responsabile ed evitare ulteriori scostamenti di bilancio. Sulla richiesta di modifica del Pnrr, c'è la possibilità di trovare un compromesso per correzioni minime e di aggiungere un nuovo capitolo dedicato all'energia quando i governi approveranno il piano RePowerEu. L'Ue si attende potenziali scontri su altri temi, come il trattamento di rifugiati e migranti, i diritti degli omosessuali e delle donne e il nazionalismo economico. “La speranza è che Meloni abbia imparato la lezione del 2018: i populisti che vogliono spaccare tutto nell'Ue, alla fine spaccano tutto nel loro paese”, ci ha detto un diplomatico europeo.
L'ingresso di Meloni dentro al Consiglio europeo è comunque destinato a modificare gli equilibri interni politici all'Ue, ancor più se la Svezia avrà il conservatore Ulf Kristersson come primo ministro. Il Partito popolare europeo tornerebbe la prima forza dentro il Consiglio europeo con 8 capi di stato e di governo. I liberali di Renew hanno ancora 7 leader, appena davanti ai Socialisti & Democratici con 6. Il fronte sovranista si allargherebbe: Meloni sarebbe il terzo capo di governo del partito dei Conservatori e riformatori europei (Ecr) dopo il polacco Mateusz Morawiecki e il ceco Petr Fiala. Oltre a loro c'è Viktor Orbán, il premier ungherese, che formalmente siede tra gli indipendenti dopo la sua uscita dal Ppe. Il cambio di rotta dell'Italia è destinato a incidere soprattutto su specifici dossier d'attualità per il Consiglio dell'Ue: il Patto su migrazione e asilo, la possibilità di sospendere i fondi all'Ungheria per le violazioni dello stato di diritto o il lancio di una convenzione per modificare i trattati. Uno degli interrogativi a Bruxelles è quale posizione adotterà il nuovo governo sulla crisi dei prezzi dell'energia. L'Ue spera che Meloni scelga personalità europeiste per i posti di ministro delle Finanze e ministro degli Esteri.
Più che dalla vittoria di Meloni, l'Ue sarà scossa dalla perdita di Mario Draghi. Dal suo arrivo a Palazzo Chigi nel febbraio del 2021, Draghi è stato un protagonista assoluto della politica europea, modificando i rapporti di forza interni ai ventisette e dando un contributo decisivo su diverse scelte. Draghi ha convinto la Commissione ad adottare un approccio più duro sui vaccini, fino a spingersi ai limiti del protezionismo. E' stato in prima linea per chiedere la riforma del mercato dell'energia, sin dai primi segnali dello scorso anno di un aumento considerevole dei prezzi del gas. Sulla guerra in Ucraina ha lasciato nell'ombra gli esitanti Emmanuel Macron e Olaf Scholz, inventandosi il congelamento delle riserve della Russia e sostenendo da subito l'adesione di Kyiv all'Ue. Gran parte dei dibattiti che ci saranno nei prossimi mesi - compreso un nuovo strumento come Sure per gestire l'impatto economico della guerra - portano il marchio di Draghi. Per 17 mesi l'Italia è tornata a essere uno dei principali protagonisti in positivo dell'Ue, come non lo era mai stata negli ultimi 20 anni. Senza Draghi, l'Ue sarà più povera in termini di leadership e più incerta sulla strada da percorrere in tempi difficili.
Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 26 settembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
I prossimi sette giorni
Verso il settimo pacchetto di sanzioni contro la Russia - Dopo il discorso con cui Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione e minacciato l'uso dell'arma nucleare, l'Unione europea intende rispondere con un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha spiegato che le prossime misure restrittive dovrebbero colpire il settore tecnologico civile. Secondo le nostre fonti, l'Ue dovrebbe bloccare le esportazioni di prodotti chimici, macchinari e acciaio per un valore complessivo di 12 miliardi. La lista nera dell'Ue dovrebbe essere ampliata per includere i funzionari che hanno organizzato i referendum falsa nei territori occupati dell'Ucraina. Per contro, il nuovo pacchetto non dovrebbe includere i meccanismi per imporre un tetto al prezzo del petrolio, come previsto dall'accordo raggiunto al G7. Il lavoro sui dettagli tecnici per implementare il “price cap” globale sul greggio non è ancora terminato.
La minaccia Orbán sulle sanzioni - Il settimo pacchetto di misure restrittive dell'Ue contro la Russia potrebbe essere preso in ostaggio da Viktor Orbán, dopo che il premier ungherese ha annunciato una consultazione popolare sulle sanzioni. In una riunione interna al suo partito, Orbán ha detto di voler mettere il veto al rinnovo delle misure restrittive alla fine dell'anno. A Bruxelles molti si interrogano sulle reali intenzioni dell'uomo forte di Budapest. Secondo alcune fonti, Orbán starebbe cercando di ricattare l'Ue sulle sanzioni contro la Russia per ottenere il via libera al piano ungherese di Recovery. La Commissione sta facendo pressioni su Budapest per inserire una riforma del sistema giudiziario tra i target e le milestone del Pnrr ungherese.
Venerdì il via libera al tetto sui ricavi delle energie inframarginali - I ministri dell'Energia dell'Ue venerdì dovrebbero dare il via libera al pacchetto energia proposto dalla Commissione per ridurre la domanda di elettricità, ridurre i ricavi delle tecnologie inframarginali e tassare gli extra profitti delle società di idrocarburi. Alla riunione del Coreper di mercoledì è stato registrato un “generale consenso” tra i ventisette stati membri, ci ha detto un diplomatico. Sono stati necessari alcuni aggiustamenti per andare incontro alle esigenze di alcuni paesi. Un gruppo di stati membri ha chiesto di limitare l'obbligo di riduzione dei consumi di elettricità nelle ore di punta. Il provvedimento più importante riguarda i limiti per i ricavi delle tecnologie per produrre elettricità diverse dal gas. Nei fatti è la premessa del disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell'elettricità, anche se il meccanismo di formazione del prezzo previsto dal mercato europeo dell'energia per ora non viene toccato.
Mercoledì un altro pacchetto energia - Prima del Consiglio straordinario energia di venerdì, la Commissione mercoledì dovrebbe presentare una nuova comunicazione sul settore energetico per mettere nero su bianco quali saranno i prossimi passi. La comunicazione dovrebbe essere incentrata sulla sicurezza degli approvvigionamenti, la riduzione della domanda di gas, il sostegno al mercato interno e gli obiettivi climatici. Secondo Bloomberg, una delle principali novità sarà la digitalizzazione della rete elettrica dell'Ue, con un investimento da 565 miliardi di euro in infrastrutture (entro la fine del decennio) per realizzare gli obiettivi climatici e porre fine alla dipendenza dalla Russia. Il grande interrogativo riguarda il tetto sul prezzo del gas. Gli stati membri sono ancora divisi sul “price cap”. La Commissione continua a ritenere che sia possibile imporre un tetto solo al gas importato dalla Russia. Nel frattempo, sta negoziando con la Norvegia per ottenere prezzi scontati rispetto a quelli attuali. Il tema sarà probabilmente affrontato dai capi di stato e di governo nel Consiglio europeo informale del 7 ottobre a Praga.
Durante il weekend
I 27 si spaccano sull'accoglienza dei disertori russi - Dopo l'annuncio della mobilitazione parziale da parte di Vladimir Putin, gli stati membri dell'Ue si sono divisi sulla possibilità di aprire ai russi che fuggono dal rischio di coscrizione obbligatoria. “I disertori minacciati di una grave repressione possono di norma ottenere protezione internazionale in Germania", ha detto il ministro dell'Interno tedesco, Nancy Faeser. “Chiunque odi i metodi di Putin e ami la democrazia liberale è il benvenuto in Germania", ha spiegato il ministro della Giustizia, Marco Buschmann. Ma i paesi Baltici sono contrari. “A molti dei russi che ora fuggono dalla Russia per la mobilitazione andavano bene i massacri degli ucraini”, ha detto il ministro degli Esteri lettone, Edgars Rinkevics: “Non è giusto considerarli come obiettori di coscienza. Ci sono rischi di sicurezza considerevoli a farli entrare e un sacco di paesi fuori dall'Ue dove andare”. "I russi devono restare e combattere. Contro Putin", ha detto il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis. Nel frattempo, la Finlandia ha deciso di vietare l'entrata dei cittadini russi con visto turistico, dopo aver registrato un raddoppio degli ingressi negli ultimi giorni. Tornando dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il presidente del Consiglio, Charles Michel, ha detto a Politico.eu di essere favorevole "in principio" ad aprire le porte ai russi che fuggono dalla "folle decisione del Cremlino di lanciare questa guerra in Ucraina". Il tema sarà affrontato oggi in una riunione dell'organismo di Risposta politica integrata alle crisi, a cui parteciperanno gli ambasciatori dei ventisette e il commissario Janez Lenarcic.
L'Irlanda si unisce al campo dei falchi sulle sanzioni - La Polonia, i paesi Baltici e l'Irlanda venerdì hanno presentato un documento di nove pagine con un'ampia serie di sanzioni da includere nel settimo pacchetto contro la Russia. Il gruppo dei falchi vuole prendere di mira il nucleare, i diamanti e le tecnologie informatiche. Inoltre, i cinque paesi vogliono escludere Gazprombank dal sistema di pagamenti internazionali Swift e vietare di fornire qualsiasi tipo di servizio assicurativo al governo, alle agenzie e alle società russe. Il gruppo di falchi, tuttavia, rischia di rimanere deluso: secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto, dopo le consultazioni nel fine settimana con gli stati membri, la Commissione non sembra pronta ad accettare tutte le sue richieste.
La minaccia nucleare di Putin diventa seria - Gli Stati Uniti ieri hanno annunciato che risponderanno "in modo deciso" se la Russia userà l'arma nucleare nella sua guerra in Ucraina, con "conseguenze catastrofiche" per Mosca. "Se la Russia supera questa linea, ci saranno conseguenze catastrofiche per la Russia. Gli Stati Uniti risponderanno in modo deciso, ha detto il consigliere alla Sicurezza nazionale, Jake Sullivan. Anche gli stati membri dell'Ue stanno discutendo su come rispondere alla minaccia nucleare di Putin. Lo scenario immaginato dalla diplomazia occidentale è l'utilizzo di un'arma tattica nucleare se l'Ucraina continuerà la sua offensiva dopo i referendum farsa per annettersi le zone occupate nell'est e nel sud del paese. "Senza voler essere allarmisti, è importante leggere il messaggio nucleare in congiunzione con i referendum di questi giorni, in particolare l'area di Kherson", ci ha detto un alto funzionario dell'Ue, sottolineando che si tratta di "uno sviluppo molto preoccupante". Dopo i referendum farsa e l'annessione, Putin "considererà ogni attacco sui territori occupati come un attacco diretto alla Russia". Sul Foglio Giulia Pompili spiega che Putin insiste sulla minaccia nucleare per un calcolo politico.
Sanzioni dell'Ue contro l'Iran dopo la morte di Mahsa Amini? - L'Ue valuterà "tutte le opzioni a sua disposizione" per rispondere all'uccisione di Mahsa Amini e alla repressione violenta delle manifestazioni da parte dell'Iran, ha detto ieri l'Alto rappresentante, Josep Borrell, in una dichiarazione a nome dei ventisette. Sanzioni in vista per la Repubblica islamica? Non ci siamo ancora. Ma il comunicato di Borrell segna un indurimento dei toni, nonostante l'Alto rappresentante sia impegnato anche nella delicata trattativa con l'Iran sul nucleare. "La risposta delle forze di sicurezza e polizia iraniane alle manifestazioni è stata sproporzionata e ha provocato la perdita di vite umane, nonché un ampio numero di feriti", ha detto Borell: Per l'Ue e i suoi stati membri, l'uso diffuso e sproporzionato della forza contro manifestanti nonviolenti è ingiustificato e inaccettabile". L'Alto rappresentante ha chiesto di porre fine "immediatamente" alla repressione e il rilascio di "tutti i manifestanti nonviolenti", oltre a un'inchiesta sulla morte di Mahsa Amini. Sul Foglio Tatiana Boutourline spiega il peso del coraggio in Iran e la nostra imperdonabile rassegnazione.
La scorsa settimana
L'Ue soddisfatta della missione di arruolamento a New York - Charles Michel e Ursula von der Leyen sono rientrati da New York relativamente soddisfatti per aver realizzato, almeno in parte, l'obiettivo che si erano dati: arruolare il maggior numero di paesi neutrali (o simpatetici con Mosca) nel campo dei sostenitori dell'Ucraina. In un editoriale Il Foglio spiega che le parole di Cina, India e Turchia alle Nazioni unite lasciano intravedere una possibile svolta. Ma serve andare avanti nell'isolamento internazionale di Vladimir Putin.
Le corsie di solidarietà dell'Ue per il grano ucraino funzionano - Mentre era in corso l'Assemblea generale dell'Onu, la Commissione ha pubblicato alcuni dati per dimostrare come l'Ue stia allentando la morsa della crisi alimentare grazie alle sue corsie di solidarietà per far uscire il grano dall'Ucraina. Dal mese di aprile, malgrado il blocco del Mar Nero fino ad agosto, sono state esportate più di 10 milioni di tonnellate di generi alimentari dall'Ucraina attraverso le vie terrestri e fluviali create dall'Ue. Nel solo mese di agosto, sono uscite 2,6 milioni di tonnellate, più della metà di aprile. Dopo l'accordo tra Russia, Ucraina e Turchia per sbloccare sul Mar Nero, altre 3 milioni di tonnellate sono uscite dai porti ucraini. L'Ue tuttavia è preoccupata: il presidente russo, Vladimir Putin, ha minacciato di non rinnovare l'accordo che scade a fine novembre. “E' fondamentale mantenere aperte tutte le strade alternative”, ci ha detto un funzionario dell'Ue.
Gli stati membri non vogliono una riforma dei trattati (e nemmeno dell'unanimità) - Nel Consiglio Affari generali di martedì c'è stata la prima seria discussione sulla possibilità di convocare una convenzione per la riforma dei trattati, come chiesto dal Parlamento europeo sull'onda della Conferenza sul futuro dell'Europa. La risposta è sostanzialmente “no”, anche se i ministri per gli Affari europei hanno lasciato ai capi di stato e di governo il compito di rispondere formalmente alla richiesta del Parlamento (probabilmente nel Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre). Non c'è nemmeno voglia di usare la “clausola passerella” che consentirebbe di abolire l'unanimità in alcuni settori della politica estera e della fiscalità. La presidenza ceca del Consiglio dell'Ue ha detto che non sarà possibile discuterne prima del prossimo anno.
Turchia e Regno Unito invitati alla Comunità politica europea - Giovedì il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha inviato a 44 paesi la lettera di invito alla prima riunione della Comunità politica europea che si terrà a Praga il 6 ottobre. Oltre ai 27 stati membri dell'Ue, l'elenco include Turchia e Regno Unito, due paesi con cui i rapporti sono particolarmente complessi. L'estensione geografica della Comunità politica europea è molto ampia. Gli altri inviati sono Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia, Svizzera e Ucraina. La Comunità politica europea, nata da una proposta di Emmanuel Macron, dovrebbe costituire una piattaforma per il coordinamento politico per i paesi europei in tutto il continente e mira a promuovere il dialogo politico e la cooperazione per affrontare questioni di interesse comune. Il primo incontro dei leader il 6 ottobre inizierà con una sessione plenaria di apertura dalle 13.00 alle 14.00. I leader saranno quindi invitati a partecipare a tavole rotonde sui temi della pace e sicurezza, dell'energia e clima, della situazione economica e della migrazione e mobilità. La sessione plenaria di chiusura si svolgerà durante la cena dalle 19.30 alle 21.30.
Breton e Vestager si difendono dall'accusa di dirigismo - Lunedì 19 settembre la Commissione ha presentato il nuovo strumento per le emergenze nel mercato unico che dovrebbe salvaguardare la libera circolazione di beni, servizi e persone (e la disponibilità di beni e servizi essenziali) in caso di future crisi. L'obiettivo è avere un quadro di gestione delle crisi equilibrato per individuare le diverse minacce per il mercato unico e assicurare il buon funzionamento di quest'ultimo. Attraverso lo strumento, la Commissione dovrebbe poter monitorare il mercato unico, individuare i diversi livelli di rischio e coordinare una risposta adeguata in diverse fasi (pianificazione di emergenza, modalità di vigilanza e modalità di emergenza). In caso di crisi con un ampio impatto sul mercato unico, l'Ue entrerà in modalità di emergenza, con la possibilità per la Commissione di raccomandare agli stati membri di garantire la disponibilità di beni essenziali o la riconversione delle linee di produzione. In circostanze eccezionali, la Commissione potrebbe inviare agli operatori economici richieste di informazioni mirate che possono diventare vincolanti, o chiedere loro di accettare ordinativi classificati come prioritari per i prodotti di rilevanza per la crisi. Di fronte alle critiche del settore privato per un approccio considerato eccessivamente dirigista, i commissari Margrethe Vestager e Thierry Breton sono stati costretti a difendersi. Lo strumento "è tutto tranne economica pianificata. E' per far funzionare il mercato", ha detto Vestager. "Entriamo in un'era di permacrisi (crisi permanente, ndr)", si è giustificato Breton.
La fiducia dei consumatori al livello più basso di sempre - A causa della guerra in Ucraina, del pericolo recessione e del rischio di un inverno al freddo, la fiducia dei consumatori a settembre ha toccato il livello più basso di sempre nella zona euro. Secondo la stima flash della Commissione, l'indice della fiducia dei consumatori ha perso 3,8 punti nella zona euro e 3,5 punti nell'Ue, per scendere a quota -28,8 e -29,9. La recessione nella zona euro è considerata sempre più come inevitabile. Ma la Banca centrale europea non è intenzionata a cambiare rotta. "Una recessione avrebbe un effetto frenante sull'inflazione", ma “il punto di partenza dei tassi di interesse è molto basso, quindi è chiaro che dobbiamo continuare ad alzarli", ha detto Isabel Schnabel, membro del board della Bce.
EuroNomine - La scorsa settimana i membri della Corte dei conti europea hanno eletto presidente Tony Murphy, per un mandato rinnovabile di tre anni. Di nazionalità irlandese, Tony Murphy assumerà ufficialmente il nuovo incarico il 1° ottobre 2022, subentrando al tedesco Klaus-Heiner Lehne. Il presidente della Corte dei conti svolge un ruolo di primus inter pares per un periodo di tre anni, rinnovabile, ed è responsabile della strategia dell’istituzione, della pianificazione e della gestione della performance, della comunicazione e dei rapporti con i media, delle questioni giuridiche, nonché dell’audit interno e rappresenta l’istituzione nelle relazioni esterne.
EuroNomine 2 - La scorsa settimana anche il Tribunale dell'Unione europea ha rinnovato i suoi vertici. L'olandese Marc van der Woude è stato rieletto presidente, mentre il cipriota Savvas Papasavvas è stato rieletto vicepresidente. Il giudice italiano Ornella Porchia figura tra i neoeletti presidenti di sezione. Gli altri presidenti di sezione del Tribunale dell'Ue sono Dean Spielmann, Anna Marcoulli, Fredrik Schalin, Ricardo da Silva Passos, Jesper Svenningsen, Maria José Costeira, Krystyna Kowalik-Bańczyk, Alexander Kornezov, Laurent Truchot.
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