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Autore Discussione: Olivastro: scopriamo la pianta selvatica dell’olivo. Anche detto ulivo selvatico  (Letto 2244 volte)
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« inserito:: Ottobre 03, 2022, 02:50:54 pm »

Olivastro: scopriamo la pianta selvatica dell’olivo
Anche detto ulivo selvatico, cresce nella macchia mediterranea


ScriBio20 novembre 2021

Olivastro è un termine che sentiamo nel linguaggio comune per indicare una persona di un colorito un pò scuro, tipicamente meridionale, quel tono di pelle che facilmente si abbronza e resiste al sole. Ma olivastro è prima di tutto un arbusto selvatico della stessa famiglia dei preziosi ulivi. Fa parte della macchia mediterranea, dove cresce con facilità grazie al clima mite, e viene spesso coltivato a solo scopo ornamentale nei giardini pubblici e privati perché è resistente e di facile manutenzione. L’olivastro è anche una pianta idonea alla coltivazione a bonsai.
Olivastro: scopriamo la pianta selvatica dell’olivo
Non solo arbusto selvatico, dai frutti dell’olivastro si può estrarre un olio simile all’Evo, dalle ottime proprietà organolettiche, dal sapore un po’ forte ma che bene si presta alla cucina italiana.

Scopriamo quali sono le caratteristiche botaniche di questa pianta, come si coltiva e a cosa serve l’olivastro.

Contenuti
    1 Olivastro cosa è
    2 Descrizione della pianta
    3 Dove cresce l’olivastro?
    4 Guida alla coltivazione dell’olivastro
        4.1 Habitat
        4.2 Moltiplicazione
        4.3 Quando annaffiare
        4.4 Potatura
    5 Olivastro bonsai
    6 Olivastro: cosa teme
    7 Olivastro: origini e utilizzo
    8 Caratteristiche nutrizionali dell’olio di olivastro
        8.1 I benefici
    9 Olio di olivastro in cucina
    10 Legno dall’albero di olivastro


Olivastro cosa è

Olivastro è un olivo selvatico appartenente alla famiglia delle Oleaceae del genere delle Olea europaea sylvestris, un albero simile all’ulivo. Tipico arbusto della macchia mediterranea, è anche chiamato olivo selvatico.
L’olivo selvatico è molto diffuso nelle nostre regioni del Sud con particolare diffusione in Sardegna. Questo arbusto è comunque molto legato alla tradizione e storia delle popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Si tratta di una pianta spesso presente nei giardini in aree temperate e miti dove cresce senza troppa manutenzione, resiste tutto l’inverno ed è bella dal punto di vista ornamentale. Adatto anche per creare siepi.
Questo olivo selvatico, così come altri ulivi, si presta benissimo all’arte del bonsai, con il suo tronco ricurvo e le foglioline verde salvia, ha un portamento eretto e fascino incontrastato.
Il legno che si ricava da questa pianta è un legno compatto, durevole che molto viene apprezzato nel settore falegnameria per la realizzazione in particolare di oggetti di artigianato.

Descrizione della pianta
L’olivastro cresce come pianta spontanea nelle boscaglie della macchia mediterranea, insieme ad altri arbusti tipici come il ginepro, il leccio o l’elicriso.
È una pianta a lenta crescita e molto longeva che, nel suo habitat naturale, arriva a vivere anche 2000 anni. L’olivastro è molto importante anche perché è un albero dalla notevole capacità pollinifera che sostiene dunque la vita di api e insetti.

Vediamo come appare questo albero:
    la sua altezza media è intorno ai 5-6 metri, il suo portamento eretto
    il tronco è contorto e spesso cavo
    la corteccia è di color grigio-cinerino: liscia nelle piante giovani e sempre più rugose nelle piante adulte
    le foglie sono colore verde salvia
    i fiori sono bianchi e molto numerosi: la pianta fiorisce dal mese di maggio fino agli inizi di giugno e i fiori sbocciano sui rami dell’anno precedente
    i frutti sono delle drupe ovali di colore verde che poi diventano scuri. Maturano tra fine novembre e inizio febbraio ma restano sulla pianta anche fino a tutto maggio
I frutti, le olive, vengono utilizzate per produrre un tipo di olio biologico che viene utilizzato nella produzione di olio alimentare.

Olivastro
L’olivastro si differenzia dall’olivo per molteplici aspetti: ha foglie più piccole, minore sviluppo, frutti più piccoli e minore resa in olio.

Dove cresce l’olivastro?
L’olivastro è un albero tipico della macchia mediterranea che cresce bene nelle boscaglie costiere ad un altitudine compresa tra gli 0 e 800 metri sul livello del mare.
In Italia si trova facilmente lungo le coste del Sud  e nelle isole in particolare modo in Sardegna.

Guida alla coltivazione dell’olivastro
L’olivastro può essere coltivato nel giardino di casa o in area verde pubblica con facilità senza particolare attenzione e cura.
Si possono realizzare anche delle siepi divisorie piantando questi alberi vicini.
Si può inoltre piantare anche in terreni declivi e nelle scarpate perché il suo apparato radicale vanta la capacità di consolidare i terreni franosi e cedevoli.

Habitat
L’olivo selvatico è un arbusto che bene si adatta al clima del Mediterraneo: non teme il vento anche salmastro, non teme la siccità e il caldo però soffre al freddo soprattutto se la temperatura scende sotto lo zero.
Il clima perfetto per una crescita rigogliosa dell’olivastro è intorno ai 22-25 gradi
Il terreno ideale è uno qualsiasi della costa ma che sia abbastanza ampio da permetterne lo sviluppo radicale.

Moltiplicazione
L’olivastro si riproduce in natura attraverso i suoi semi. Per la riproduzione controllata si consiglia di utilizzare la tecnica per talea.

La riproduzione per talea si può eseguire in due periodi dell’anno:
   da giugno ad agosto
    tra novembre e dicembre
Per questa tecnica si prelevano talee dai rami apicali ricoperti di foglie.
Le talee vengono poi poste in un terriccio di buona qualità con base in perlite e possibilmente addizionato di  ormone radicante per talee

    Il terreno dove si posiziona la talea deve essere sempre ben umido, ma attenzione al marciume radicale.
    La talea va tenuta ad una temperatura di 22-25 gradi C, senza irraggiamento solare diretto, in posizione riparata.
    Se viene eseguita in inverno meglio predisporre una piccola serra.

La talea viene tenuta nel vaso per circa un anno. Quindi si può provvedere alla messa in dimora nel giardino o anche in un vaso molto grande: va ricordato infatti che questo arbusto ha forti e lunghe radici.
Quando annaffiare

L’olivastro è abituato in natura a periodi di siccità quindi è una pianta resistente che riesce a stare anche per lunghi periodi senza acqua.

Nel caso di coltivazione in giardino si consiglia di trattarla come una pianta da frutto e quindi annaffiarla ogni volta che il terreno è secco.

In questo modo  l’olivastro crescerà più sano e più velocemente.
Potatura

L’olivastro non ha bisogno di potature frequenti come l’ulivo. Necessaria però ai fini estetici.
Olivastro bonsai

L’olivastro è bellissimo coltivato seguendo l’arte bonsai perché il risultato è ammirevole e inoltre si presta bene a questo tipo di coltivazione perché è un albero resistente.

Per coltivare a bonsai l’olivo selvatico si consiglia di procedere come segue:

    in primavera recuperare le talee che sono attecchite e trasferirle nei vasi adatti ai bonsai
    ricoprire di terriccio apposito
    lasciarlo radicare nel vaso bonsai per circa un anno
    dalla primavera successiva iniziare le potature tipiche dell’arte del bonsai

Olivastro: cosa teme

Tra le malattie più comuni di cui può soffrire un olivastro, che sono tutte malattie comuni anche all’ulivo:
    la lebbra dell’olivo
    la piombatura o cercosporiosi
    il cosiddetto occhio del pavone

Mentre tra i parassiti:
    la coccciniglia
    il cotonello
    la margaronia
    il punteruolo

Olivastro: origini e utilizzo
Questa pianta selvatica era diffusa già tra i popoli Greci e Romani che utilizzavano le sue olive per produrre un olio che aveva per lo più scopi medicinali o religiosi.
Oggi questa pianta è utilizzata soprattutto in Sardegna dove vengono prodotti degli eccellenti olii di olivastro, dalle ottime proprietà organolettiche.
L’olivastro svolge inoltre una importante ruolo di ‘colonizzatrice nelle formazioni forestali della macchia mediterranea’. Ciò vuol dire che è un albero contribuisce a ricostruire rapidamente la copertura vegetale originaria, fattore molto importante ad esempio nel Sud Italia dove incendi boschivi tendono a far sparire intere aree a macchia mediterranea.
Ai fini forestali l’olivastro è utilizzato nelle opere di rimboschimento.

Caratteristiche nutrizionali dell’olio di olivastro
L’olio prodotto per scopo alimentare dalle olive selvatiche è molto simile per caratteristiche e proprietà all’olio extravergine di oliva.
Si tratta infatti di un olio ricco di:
    grassi monoinsaturi, che hanno effetti protettivi sulle arterie.
    steroli vegetali (in particolare il β-sitosterolo) che riducono l’assimilazione di colesterolo
    polifenoli, che proteggono le cellule e le LDL dai radicali liberi preservando da rischio di infarto o ictus
    vitamina E, dalle proprietà antiossidanti
Sono i polifenoli a conferire all’olio di olivastro il sapore un po’ amarognolo e pungente


I benefici
L’olio di olivastro, come altri oli di oliva, all’interno di una dieta equilibrata e di uno stile di vita sano, può
    favorire il mantenimento di arterie integre e funzionali
    favorire un adeguato apporto di sangue al cuore e al cervello
    normalizzare i livelli di colesterolo e altri grassi nel sangue

Olio di olivastro in cucina
L’olio di olivastro è perfetto in cucina per condire insalate e verdure a crudo. Il suo sapore è deciso e a crudo può fare la differenza su un piatto.
Utilizzare per uso alimentare 3- 5 cucchiai di olio al giorno è un ottimo aiuto per le arterie, cuore e cervello grazia all’azione antiossidante naturale.
In cucina se ne consiglia l’uso anche per friggere.

Legno dall’albero di olivastro
Il legno ricavato dalla pianta di olivastro è un ottimo legno usato soprattutto nell’artigianato per creare oggetti e anche per realizzare le sculture.
Si presta all’impiego in falegnameria perché è un legno che resiste bene agli incendi, è compatto e duro.
Legno resistente spesso utilizzato anche per listoni per la pavimentazione.


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Siciliana di nascita (1970) e milanese di adozione dal 1988. Ha svolto tanti lavori e per ognuno di essi ha dato il meglio con passione e voglia di imparare. Fino al 2011: licenziata, separata, due figli. Anno della svolta: seguire la sua attitudine, la scrittura. Inizia per caso a lavorare come free lance per una casa editrice milanese specializzata in riviste tecniche. Scrive di edilizia e architettura per Imprese Edili e viene attirata dal mondo della bioedilizia e dell’architettura sostenibile (collabora anche con architetturaecosostenibile.it). Arriva la digitalizzazione, le riviste sono quasi totalmente online: si specializza e anche oggi continua a tenersi aggiornata, non smettendo mai di ascoltare, guardare e imparare.

da - https://www.tuttogreen.it/olivastro-pianta-selvatica-dellolivo/
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 24, 2023, 06:27:25 pm »

Olivastro: scopriamo la pianta selvatica dell’olivo
Anche detto ulivo selvatico, cresce nella macchia mediterranea
ScriBio20 Novembre 20210 8.344

Olivastro è un termine che sentiamo nel linguaggio comune per indicare una persona di un colorito un pò scuro, tipicamente meridionale, quel tono di pelle che facilmente si abbronza e resiste al sole. Ma olivastro è prima di tutto un arbusto selvatico della stessa famiglia dei preziosi ulivi. Fa parte della macchia mediterranea, dove cresce con facilità grazie al clima mite, e viene spesso coltivato a solo scopo ornamentale nei giardini pubblici e privati perché è resistente e di facile manutenzione. L’olivastro è anche una pianta idonea alla coltivazione a bonsai.
Olivastro: scopriamo la pianta selvatica dell’olivo
Non solo arbusto selvatico, dai frutti dell’olivastro si può estrarre un olio simile all’Evo, dalle ottime proprietà organolettiche, dal sapore un pò forte ma che bene si presta alla cucina italiana.
Scopriamo quali sono le caratteristiche botaniche di questa pianta, come si coltiva e a cosa serve l’olivastro.

Contenuti
1 Olivastro cosa è
2 Descrizione della pianta
3 Dove cresce l’olivastro?
4 Guida alla coltivazione dell’olivastro
4.1 Habitat
4.2 Moltiplicazione
4.3 Quando annaffiare
4.4 Potatura
5 Olivastro bonsai
6 Olivastro: cosa teme
7 Olivastro: origini e utilizzo
8 Caratteristiche nutrizionali dell’olio di olivastro
8.1 I benefici
9 Olio di olivastro in cucina
10 Legno dall’albero di olivastro



Olivastro cosa è
Olivastro è un olivo selvatico appartenente alla famiglia delle Oleaceae del genere delle Olea europaea sylvestris, un albero simile all’ulivo. Tipico arbusto della macchia mediterranea, è anche chiamato olivo selvatico.
L’olivo selvatico è molto diffuso nelle nostre regioni del Sud con particolare diffusione in Sardegna. Questo arbusto è comunque molto legato alla tradizione e storia delle popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Si tratta di una pianta spesso presente nei giardini in aree temperate e miti dove cresce senza troppa manutenzione, resiste tutto l’inverno ed è bella dal punto di vista ornamentale. Adatto anche per creare siepi.
Questo olivo selvatico, così come altri ulivi, si presta benissimo all’arte del bonsai, con il suo tronco ricurvo e le foglioline verde salvia, ha un portamento eretto e fascino incontrastato.
Il legno che si ricava da questa pianta è un legno compatto, durevole che molto viene apprezzato nel settore falegnameria per la realizzazione in particolare di oggetti di artigianato.

Descrizione della pianta
L’olivastro cresce come pianta spontanea nelle boscaglie della macchia mediterranea, insieme ad altri arbusti tipici come il ginepro, il leccio o l’elicriso.
E’ una pianta a lenta crescita e molto longeva che, nel suo habitat naturale, arriva a vivere anche 2000 anni. L’olivastro è molto importante anche perché è un albero dalla notevole capacità pollinifera che sostiene dunque la vita di api e insetti.
Vediamo come appare questo albero:
la sua altezza media è intorno ai 5-6 metri, il suo portamento eretto
il tronco è contorto e spesso cavo
la corteccia è di color grigio-cinerino: liscia nelle piante giovani e sempre più rugose nelle piante adulte
le foglie sono colore verde salvia
i fiori sono bianchi e molto numerosi: la pianta fiorisce dal mese di maggio fino agli inizi di giugno e i fiori sbocciano sui rami dell’anno precedente
i frutti sono delle drupe ovali di colore verde che poi diventano scuri. Maturano tra fine novembre e inizio febbraio ma restano sulla pianta anche fino a tutto maggio
I frutti, le olive, vengono utilizzate per produrre un tipo di olio biologico che viene utilizzato nella produzione di olio alimentare.



Olivastro
L’olivastro si differenzia dall’olivo per molteplici aspetti: ha foglie più piccole, minore sviluppo, frutti più piccoli e minore resa in olio.
Dove cresce l’olivastro?
L’olivastro è un albero tipico della macchia mediterranea che cresce bene nelle boscaglie costiere ad un altitudine compresa tra gli 0 e 800 metri sul livello del mare.
In Italia si trova facilmente lungo le coste del Sud e nelle isole in particolare modo in Sardegna.

Guida alla coltivazione dell’olivastro
L’olivastro può essere coltivato nel giardino di casa o in area verde pubblica con facilità senza particolare attenzione e cura.
Si possono realizzare anche delle siepi divisorie piantando questi alberi vicini.
Si può inoltre piantare anche in terreni declivi e nelle scarpate perché il suo apparato radicale vanta la capacità di consolidare i terreni franosi e cedevoli.

Habitat
L’olivo selvatico è un arbusto che bene si adatta al clima del Mediterraneo: non teme il vento anche salmastro, non teme la siccità e il caldo però soffre al freddo soprattutto se la temperatura scende sotto lo zero.
Il clima perfetto per una crescita rigogliosa dell’olivastro è intorno ai 22-25 gradi
Il terreno ideale è uno qualsiasi della costa ma che sia abbastanza ampio da permetterne lo sviluppo radicale.
Moltiplicazione
L’olivastro si riproduce in natura attraverso i suoi semi. Per la riproduzione controllata si consiglia di utilizzare la tecnica per talea.
a riproduzione per talea si può eseguire in due periodi dell’anno:
da giugno ad agosto
tra novembre e dicembre
Per questa tecnica si prelevano talee dai rami apicali ricoperti di foglie.
Le talee vengono poi porre in un terriccio di buona qualità con base in perlite e possibilmente addizionato di ormone radicante per talee
Il terreno dove si posiziona la talea deve essere sempre ben umido, ma attenzione al marciume radicale.
La talea va tenuta ad una temperatura di 22-25 gradi C, senza irraggiamento solare diretto, in posizione riparata.

Se viene eseguita in inverno meglio predisporre una piccola serra.
La talea viene tenuta nel vaso per circa un anno. Quindi si può provvedere alla messa in dimora nel giardino o anche in un vaso molto grande: va ricordato infatti che questo arbusto ha forti e lunghe radici.

Quando annaffiare
L’olivastro è abituato in natura a periodi di siccità, quindi, è una pianta resistente che riesce a stare anche per lunghi periodi senza acqua.
Nel caso di coltivazione in giardino si consiglia di trattarla come una pianta da frutto e quindi annaffiarla ogni volta che il terreno è secco.
In questo modo  l’olivastro crescerà più sano e più velocemente.

Potatura
L’olivastro non ha bisogno di potature frequenti come l’ulivo. Necessaria però ai fini estetici.
Olivastro bonsai
L’olivastro è bellissimo coltivato seguendo l’arte bonsai perché il risultato è ammirevole e inoltre si presta bene a questo tipo di coltivazione perché è un albero resistente.
Per coltivare a bonsai l’olivo selvatico si consiglia di procedere come segue:
in primavera recuperare le talee che sono attecchite e trasferirle nei vasi adatti ai bonsai
ricoprire di terriccio apposito
lasciarlo radicare nel vaso bonsai per circa un anno
dalla primavera successiva iniziare le potature tipiche dell’arte del bonsai
Olivastro: cosa teme
Tra le malattie più comuni di cui può soffrire un olivastro, che sono tutte malattie comuni anche all’ulivo:
la lebbra dell’olivo
la piombatura o cercosporiosi
il cosiddetto occhio del pavone
Mentre tra i parassiti:
la coccciniglia
il cotonello
la margaronia
il punteruolo


Olivastro: origini e utilizzo
Questa pianta selvatica era diffusa già tra i popoli Greci e Romani che utilizzavano le suo olive per produrre un olio che aveva per lo più scopi medicinali o religiosi.
Oggi questa pianta è utilizzata soprattutto in Sardegna dove vengono prodotti degli eccellenti olii di olivastro, dalle ottime proprietà organolettiche.
L’olivastro svolge inoltre una importante ruolo di ‘colonizzatrice nelle formazioni forestali della macchia mediterranea’. Ciò vuol dire che è un albero contribuisce a ricostruire rapidamente la copertura vegetale originaria, fattore molto importante ad esempio nel Sud Italia dove incendi boschivi tendono a far sparire intere aree a macchia mediterranea.
Ai fini forestali l’olivastro è utilizzato nelle opere di rimboschimento.

Caratteristiche nutrizionali dell’olio di olivastro
L’olio prodotto per scopo alimentare dalle olive selvatiche è molto simile per caratteristiche e proprietà all’olio extravergine di oliva.

Si tratta infatti di un olio ricco di:
grassi monoinsaturi, che hanno effetti protettivi sulle arterie.
steroli vegetali (in particolare il β-sitosterolo) che riducono l’assimilazione di colesterolo
polifenoli, che proteggono le cellule e le LDL dai radicali liberi preservando da rischio di infarto o ictus
vitamina E, dalle proprietà antiossidanti
Sono i polifenoli a conferire all’olio di olivastro il sapore un po’ amarognolo e pungente
I benefici
L’olio di olivastro, come altri oli di oliva, all’interno di una dieta equilibrata e di uno stile di vita sano, può
favorire il mantenimento di arterie integre e funzionali
favorire un adeguato apporto di sangue al cuore e al cervello
normalizzare i livelli di colesterolo e altri grassi nel sangue
Olio di olivastro in cucina
L’olio di olivastro è perfetto in cucina per condire insalate e verdure a crudo. Il suo sapore è deciso e a crudo può fare la differenza su un piatto.
Utilizzare per uso alimentare 3- 5 cucchiai di olio al giorno è un ottimo aiuto per le arterie, cuore e cervello grazia all’azione antiossidante naturale.
In cucina se ne consiglia l’uso anche per friggere.



Legno dall’albero di olivastro
Il legno ricavato dalla pianta di olivastro è un ottimo legno usato soprattutto nell’artigianato per creare oggetti e anche per realizzare le sculture.
Si presta all’impiego in falegnameria perché è un legno che resiste bene agli incendi, è compatto e duro.
Legno resistente spesso utilizzato anche per listoni per la pavimentazione.

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