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Autore Discussione: La Sardegna non è questa e ci sarebbe davvero bisogno di affermare, con ...  (Letto 1218 volte)
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« inserito:: Settembre 24, 2022, 09:12:28 pm »


Danilo Lampis
 
Dura 90 secondi il nuovo spot turistico della Regione Sardegna. 90 secondi di fantasy che denigrano la nostra identità culturale a macchietta per un turista che non ha alcun interesse a scoprire l’isola e chi la vive. Per l’ennesima volta, viene offerto un minestrone senza contenuti, con Mamuthones sott’acqua e Giganti di Mont'e Prama che li sollevano in aria, che non racconta nulla di ciò che siamo, confermando bensì un’immagine pittoresca, folklorica e astorica affiancata alla bellezza delle nostre coste.

Della nostra storia, cultura e lingua, dei nostri beni ambientali e paesaggistici, della ricchezza dei saperi e del saper fare artigianali e culinari non emerge nulla. Checché ne dicano gli assessori Chessa e Zedda, non emerge nulla della nostra identità e delle nostre ricchezze. E questo è un danno per la maggioranza dei sardi, a partire dagli attori turistici che si spendono già per destagionalizzare e diversificare un’offerta dominata da un’industria turistica prevalentemente costiera, dove il grosso degli introiti non resta qui e non genera benessere diffuso tutto l'anno.

La giunta regionale ha scelto di rispondere nuovamente agli interessi di chi riempie gli hotel fronte mare e fa lavorare i giovani e le giovani sardi/e con salari da fame e orari assurdi. Con 100 mila euro per la produzione e 2,4 milioni di euro per la diffusione, con questo video ha scelto di confermare un’idea di isola a uso e consumo di un turismo di massa insostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, svilente dal punto di vista storico, culturale ed economico. Un turismo coloniale, che sfrutta l’isola lasciando ai sardi le briciole e il ruolo di comparsa in qualche carnevale estivo.

La Sardegna non è questa e ci sarebbe davvero bisogno di affermare, con maggiore forza, un modello di turismo legato a ciò che siamo stati, a ciò che siamo ora e a ciò che produciamo quotidianamente. Un modello generativo, in grado di valorizzare economia, storia, cultura e territorio, opposto a quello attuale che su diversi fronti li indebolisce per affermarsi come monocoltura di una Sardegna sempre più impoverita.


da fb del 20 settembre 2022
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