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Autore Discussione: UNA FAMIGLIA SU 2 VIVE CON MENO DI 1.900 EURO  (Letto 2993 volte)
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« inserito:: Gennaio 10, 2008, 07:28:06 pm »

2008-01-10 12:33

DIETA MEDITERRANEA, CROLLANO I CONSUMI


 ROMA - La dieta mediterranea non è più di casa in Italia. Nei piatti ci sono sempre meno pane, pasta, frutta, verdure e vino. La causa di questo cambiamento nei consumi alimentari è da imputare soprattutto ai vertiginosi rincari che hanno reso, nel corso del 2007, più 'povere' le tavole degli italiani. Sta di fatto che proprio nel corso dell'anno appena finito gli acquisti domestici delle famiglie sono scesi, in quantità, dell'1,8% rispetto al 2006.

A metterlo in luce è un'indagine condotta dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che, attraverso l'elaborazione di una serie di dati statistici, sottolinea i forti mutamenti che ha subito negli ultimi dodici mesi la spesa alimentare, caratterizzata pesantemente dagli aumenti dei prezzi, soprattutto nell'ultimo semestre dell'anno.

L'indagine evidenzia che nel 2007 proprio i 'prodotti principe' della dieta mediterranea hanno avuto un vero e proprio tracollo. I consumi di pane hanno infatti avuto un calo del 7,3%, quelli di pasta del 4,5%, di frutta del 2,8%, di verdure del 3,2%, di vino dell'8,4%. Ma il calo ha contagiato anche altre 'voci' della nostra alimentazione: le carni bovine sono diminuite del 3,8%, quelle suine del 4,7%, il latte del 2,3%, i formaggi dello 0,6%, l'olio di semi del 6%.

Pochi gli alimenti che hanno avuto una controtendenza positiva e riguardano la carne di pollo (+6,8%), le uova (+5,5%), lo yogurt (+4%), l'olio extravergine d'oliva (+1,5%). Su tale mutamento, secondo l'indagine della Cia, ha dunque inciso in maniera determinante l'impennata dei prezzi, alimentata da manovre speculative e da rincari selvaggi e ingiustificati. Gli aumenti record di pane (+12,3%), pasta (+8,4%), latte (+7,6%), frutta (+5,6%) e verdure (+6,8%) hanno avuto un effetto negativo nella spesa alimentare degli italiani che, tuttavia, risulta ancora al secondo posto (18,8%) su quella totale, preceduta solo dall'abitazione (circa 26%).

La spesa alimentare degli italiani riguarda per il 23,4% carne, salumi e uova; per il 18,2% latte e derivati; per il 16,8% ortofrutta; per il 14,8% derivati dei cereali; per l'8,9% i prodotti ittici; per il 5,7% le bevande analcoliche; per il 5,5% le bevande alcoliche; per il 3,9% olio e grassi; per il 2,8% zucchero, sale, caffè, the. Nell'analisi effettuata dalla Cia si evidenzia che durante il 2007 ogni italiano ha consumato 123 chili di cereali e suoi derivati (pasta, pane, prodotti della prima colazione), poco più di 190 chili di ortaggi e verdure, 130 chili di frutta e bevuto intorno ai 48 litri di vino.

A proposito di pasta, la Cia rileva che, nell'anno passato, il consumo nazionale è stato di circa 1,6 milioni di tonnellate (con una quota pro-capite di 28 chili) per un valore di oltre 2 miliardi di euro. La produzione nel settore è risultata di oltre 3 milioni di tonnellate, per un valore di circa 3,5 miliardi di euro. L'export ha assorbito circa il 46% del totale produttivo con 1,4 milioni di tonnellate, per un valore di oltre 1,1 milioni di euro.

Ecco una tabella che mostra, in percentuale, l'andamento dei consumi dei 'prodotti principe' della dieta mediterranea nel 2007 rispetto al 2006:
------------------------------------
PRODOTTO                       VAR.%
------------------------------------
Pane                           -7,3%
Pasta                          -4,5%
Frutta                         -2,8%
Verdure                        -3,2%
Vino                           -8,4%
Olio extravergine d'oliva      +1,5%
 
---------------

da ansa.it
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Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Gennaio 17, 2008, 04:24:43 pm »

2008-01-17 11:52

UNA FAMIGLIA SU 2 VIVE CON MENO DI 1.900 EURO


 ROMA - Il 50% delle famiglie italiane vive con meno di 1.900 euro al mese, per l'esattezza con meno di 1.872 euro. E' quanto rileva l'Istat nell'indagine sui redditi e le condizioni di vita in Italia (2005-2006). Leggermente più alto è invece il reddito medio: 2.311 euro al mese, ma la maggioranza delle famiglie risulta avere un reddito inferiore a questa media. L'Istituto di statistica segnala che la situazione è complessivamente stazionaria rispetto alla stessa indagine sui redditi realizzata l'anno precedente.

IL 14,6% FAMIGLIE NON ARRIVA A FINE MESE
Il 14,6% delle famiglie italiane dichiara di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. Lo rileva l'Istat nell'indagine sulla distribuzione del reddito e sulle condizioni di vita in Italia (2005-2006). Una spesa imprevista, poi, per molti scombina ogni budget familiare: il 28,4% delle famiglie dichiara infatti di non essere in grado di fare fronte a una spesa imprevista di 600 euro. In almeno una occasione nel 2006 - riferisce l'Istat - il 9,3% delle famiglie si è trovato in arretrato con le bollette; il 4,2% non ha avuto i soldi per comprare il cibo necessario; il 10,4% per pagare le spese mediche; il 16,8% per comprare vestiti necessari e il 10,4% per riscaldare adeguatamente l'abitazione.

TRA PIU' POVERE FAMIGLIE NUMEROSE E DEL SUD
Famiglie numerose (con 3 o più minori), nuclei monoparentali con figli a carico, anziani soli: sono queste le tipologie di famiglie più in difficoltà in Italia. Lo rileva l'indagine dell'Istat sui redditi. Territorialmente nessuna sorpresa: le famiglie dell'Italia meridionale e insulare hanno un reddito disponibile inferiore del 30% rispetto a quelle del nord (al primo posto Trento e Bolzano, all'ultimo la Sicilia). Per quanto riguarda invece le famiglie numerose, le condizioni risultano addirittura peggiorate dal 2005 al 2006: in particolare per le famiglie con tre o più minori il 23,8% nel 2006, rispetto al 20,8% nel 2005, ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà a fine mese. Il 38% di questi nuclei non può affrontare spese inattese (contro il 31,6% nel 2005).

IN ITALIA FORTE DISUGUAGLIANZA,DI PIU' AL SUD
La distribuzione dei redditi tra le famiglie italiane "é fortemente asimmetrica". Lo rileva l'Istat aggiungendo che c'é "un livello di diseguaglianza di entità non trascurabile". In Europa l'Italia è tra le posizioni peggiori, esclusi i nuovi Stati membri, insieme a Grecia e Portogallo. La diseguaglianza tra i redditi delle famiglie aumenta proprio nelle aree del Paese dove si registra una minore disponibilità di reddito: al primo posto si trova la Calabria, seguita da Sicilia e Campania. Livelli di diseguaglianza molto meno marcati si osservano invece - riferisce l'Istat - a Trento, in Valle d'Aosta e in Friuli Venezia Giulia. 

da ansa.it
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