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Autore Discussione: "QUEL GRANDE VELO DI IPOCRISIA" Sergio Moroni ne è testimone da 30 anni  (Letto 1223 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Settembre 15, 2022, 11:47:15 pm »

Sergio Moroni, il nostro Giacomo Matteotti
30 anni orsono il gesto di denuncia della violenza antidemocratica e antisociale
 
"QUEL GRANDE VELO DI IPOCRISIA"
Sergio Moroni ne è testimone da 30 anni
 Due interventi di grande importanza ripresi dalla Critica Sociale per la morte di Sergio Moroni, il 2 settembre 1992. Gianni Baget Bozzo sull'Avanti! del 5 settembre, nel terzo giorno dopo la morte, e dello storico bresciano Roberto Chiarini. Di seguito la lettera che il deputato ("Un martire che andrà ricordato come Matteotti", mi disse Bettino Craxi ad Hammamet) inviò al Parlamento italiano per tramite dell'allora Presidente della Camera, Giorgio Napolitano. Un testo pubblicato più volte che oggi torna come profezia attuale nella crisi del sistema politico che con l'intrecci politico giudiziario - anche internazionale - di Mani Pulite provoco una "rivoluzione" tutt'ora promessa e incompiuta tutt'ora (una "falsa rivoluzione") che ha provocato la mortificazione economica e politica del Paese, la povertà sociale, il disordine istituzionale, l'irrilevanza nei rapporti internazionali.
A Moroni, nella decisione di "non voler più vivere in questa situazione" - come confidò ai familiari - tutto questo era di una nitida chiarezza, come solo chi lascia questo mondo può vedere con disincanto.
S.car.

LETTERA DI SERGIO MORONI A GIORGIO NAPOLITANO - 1992
Egregio Signor Presidente, ho deciso di indirizzare a Lei alcune brevi considerazioni prima di lasciare il mio seggio in Parlamento compiendo l’atto conclusivo di porre fine alla mia vita. È   indubbio che stiamo vivendo mesi che segneranno un cambiamento radicale sul modo di essere nel nostro paese, della sua democrazia, delle istituzioni che ne sono l’espressione. Al centro sta la crisi dei partiti (di tutti i partiti) che devono modificare sostanza e natura del loro ruolo. Eppure, non è giusto che ciò   avvenga attraverso un processo sommario e violento, per cui la ruota della fortuna assegna a singoli il compito delle “decimazioni” in uso presso alcuni eserciti, e per alcuni versi mi pare di ritrovarvi dei collegamenti. Né   mi è   estranea la convinzione che forze oscure coltivano disegni che nulla hanno a che fare con il rinnovamento e la “pulizia”. Un grande velo di ipocrisia (condivisa da tutti) ha coperto per lunghi anni i modi di vita dei partiti e i loro sistemi di finanziamento. C’è una cultura tutta italiana nel definire regole e leggi che si sa non potranno essere rispettate, muovendo dalla tacita intesa che insieme si definiranno solidarietà   nel costruire le procedure e i comportamenti che violano queste regole. Mi rendo conto che spesso non è facile la distinzione tra quanti hanno accettato di adeguarsi a procedure legalmente scorrette in una logica di partito e quanti invece ne hanno fatto strumento di interessi personali. Rimane comunque la necessità di distinguere, ancora prima sul piano morale che su quello legale. Né   mi pare giusto che una vicenda tanto importante e delicata si consumi quotidianamente sulla base di cronache giornalistiche e televisive, a cui è   consentito di distruggere immagine e dignità   personale di uomini solo riportando dichiarazioni e affermazioni di altri. Mi rendo conto che esiste un diritto d’informazione, ma esistono anche i diritti delle persone e delle loro famiglie. A ciò si aggiunge la propensione allo sciacallaggio di soggetti politici che, ricercando un utile meschino, dimenticano di essere stati per molti versi protagonisti di un sistema rispetto al quale oggi si ergono a censori. Non credo che questo nostro Paese costruirà il futuro che si merita coltivando un clima da “pogrom” nei confronti della classe politica, i cui limiti sono noti, ma che pure ha fatto dell’Italia uno dei Paesi più   liberi dove i cittadini hanno potuto non solo esprimere le proprie idee, ma operare per realizzare positivamente le proprie capacità   e competenze. Io ho iniziato giovanissimo, a solo 17 anni, la mia militanza politica nel Psi. Ricordo ancora con passione tante battaglie politiche e ideali, ma ho commesso un errore accettando il “sistema”, ritenendo che ricevere contributi e sostegni per il partito si giustificasse in un contesto dove questo era prassi comune, ne mi è mai accaduto di chiedere e tanto meno pretendere. Mai e poi mai ho pattuito tangenti, né   ho operato direttamente o indirettamente perché procedure amministrative seguissero percorsi impropri e scorretti, che risultassero in contraddizione di “ladro” oggi così diffusa. Non lo accetto, nella serena coscienza di non aver mai personalmente approfittato di una lira. Ma quando la parola è flebile, non resta che il gesto. Mi auguro solo che questo possa contribuire a una riflessione più   seria e giusta, a scelte e decisioni di una democrazia matura che deve tutelarsi. Mi auguro soprattutto che possa servire a evitare che altri nelle mie stesse condizioni abbiano a patire le sofferenze morali che ho vissuto in queste settimane, a evitare processi sommari (in piazza o in televisione) che trasformano un’informazione di garanzia in una preventiva sentenza di condanna.
Con stima. Sergio Moroni

LA LETTERA È STATA LETTA IN AULA MA NON È AGLI ATTI PARLAMENTARI

da - https://share.webme.it/index.php/s/wdmOpYEkpDobfWD?vftid=238b8723e2ea0c298a5a32a643cebe55&vfuh=02e4cf07ee6b7081bd9cae0e1bf6af7c
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