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Autore Discussione: SIAMO PROPRIO SICURI CHE LA RUSSIA SIA UNA SUPERPOTENZA?  (Letto 639 volte)
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« inserito:: Settembre 16, 2022, 11:25:19 pm »

Salvatore Messina

Ivana Paisi

SIAMO PROPRIO SICURI CHE LA RUSSIA SIA UNA SUPERPOTENZA?
Sono passati 30 anni dalla fine dell'URSS ma è come se questo tempo, sia in Russia che in Italia, non fosse trascorso. Se non per tutti, almeno per molti.
La Russia di Putin ha resuscitato il vecchio panslavismo e le mai sopite velleità imperiali che risalgono addirittura al XVI secolo con il mito della 'Terza Roma' (“Due Rome sono cadute, la terza è in piedi e una quarta non vi sarà” - da un’epistola del monaco Filofej. Roma - Costantinopoli -Mosca). Questo mito nei secoli si coagula attorno ad un centro catalizzante e assoluto, all’ortodossia religiosa, al convincimento che ai russi spetti la missione di portare la civiltà: l’invito del monaco ortodosso al Gran Principe di Mosca a che combattesse l’eresia; l’autarchia zarista, promanazione diretta della volontà di Dio; l’utopia millenaristica comunista che avrebbe sconfitto il potere del privilegio e del denaro e che a cominciare dalla Russia, avrebbe convertito il mondo alla verità scientifica del marxismo-leninismo. Per giungere fino a oggi, alla ben più rozza declinazione putiniana che - pur ispirandosi anche al pensiero formulato negli ultimi lustri delle loro vite da figure nobilissime come Dostoevskij e Solženicyn - approda alle farneticazioni di pseudo filosofi alla Ivan Ilyin fino alla 'Quarta teoria politica' di Dugin.

Ma torniamo all'oggi.
Quando la Germania di Hitler volle farsi impero era la seconda economia al mondo. Gli USA (che molti definiscono 'impero' - ma qui bisognerebbe aprire una grande parentesi) sono da decenni la prima economia. La Cina è oggi la seconda potenza economica e, con i suoi 1.400.000.000 di abitanti e la sua strabiliante crescita, si candida ad essere la prima potenza del pianeta.

E la Russia?
A questo punto è indispensabile ricordare alcuni numeri che avevo riportato in post precedenti. I numeri sono 'noiosi’, ma se non si conoscono rischiamo di non capire nulla.
- ITALIA: 301.000 kmq.
- RUSSIA: 17.130.000 kmq.
- ITALIA: 60.000.000 (scarsi) di abitanti.
- RUSSIA: 144.100.000 abitanti (2020).
- ITALIA: PIL 1.653,577 miliardi di euro (2020). L'Italia nel '21 è cresciuta circa del 6%.
- RUSSIA: PIL 1.292,000 miliardi di euro (2020) - 1.356,000 (2021).
- ITALIA: PIL pro capite in $: 31.376 (2020).
- RUSSIA: PIL pro capite in $: 10.127 (2020).
- ITALIA: spesa militare su PIL: 1.3% (2014). Spesa prevista per il 2022: 25,935 miliardi di $.
- RUSSIA: spesa militare su PIL (dichiarata): 3.5% (2014). Nel biennio 2020/2022 la spesa prevista toccherà i 48 miliardi di $.
- USA: (dati dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), aprile 2021) spesa militare su PIL: 3.7%, pari a 778 miliardi di $. Solo in spese militari gli USA investono ben oltre la metà dell'intero PIL russo.

Ancora:
il PIL della Russia è 1/21 di quello dei Paesi del G7, 1/11 di quello degli USA, 1/10 di quello dell'UE, 1/7 di quello della Cina, meno della metà di quello della sola Germania e poco più di 4/5 di quello italiano (dati FMI). I Paesi aderenti al BRICS (Cina, India, Russia, Brasile, Sud Africa) hanno complessivamente un PIL di pochissimo superiore a quello dell'EU e inferiore a quello statunitense. Il PIL della Cina è, da solo, oltre i 2/3 di quello di tutti e cinque.
Bene. Di questi 1300/1400 miliardi di $, in Russia una buona parte è appannaggio dello stesso Putin e di un folto gruppo di oligarchi ingordi e di dubbie origini e moralità. Inoltre, le spese militari (sottostimate) si mangiano una buona fetta del PIL. Al popolo rimane ben poco. Gli stipendi sono di qualche centinaio di $; le condizioni di vita della gente, fuori da Mosca e San Pietroburgo, se non sono da terzo mondo poco ci manca. I russi sono depressi, frustrati, invidiosi. Passano da euforie e velleità imperiali di antica memoria (ecco le ragioni del riapparire del mito della potenza sovietica, della Grande Guerra Patriottica e di Stalin che fu il massimo artefice di quella 'potenza'), alla frustrazione, a stati depressivi che spesso annegano nella vodka. L'invidia per l'odiato e agognato ricco Occidente regna sovrana. Putin tutto ciò lo ha ben compreso e allora ha sbandierato davanti a queste masse deprivate il grande riscatto, la mitica vocazione della Russia a redimere il mondo. I tantissimi orfani dell'impero sovietico - le generazioni più anziane - per la gran parte sono con lui. Per i giovani - almeno per una consistente fetta di loro - le cose dovrebbero essere di un poco o di un tanto diverse. Non dobbiamo e possiamo dimenticare che i russi non conoscono cosa significhi' democrazia' e cosa si intenda per diritti civili: gli anni di pseudo-democrazia si contano sulle dita di una mano a fronte di secoli di autocratico assolutismo zarista, di 75 anni di totalitarismo comunista e infine dei venti e passa anni di nazional socialismo putiniano.
E allora Putin dopo la Cecenia, la Georgia, la Bielorussia (semplifico), occupa la Crimea, manda gli 'omini verdi' in Donbas e poi a febbraio invade l'Ucraina, puntando direttamente su Kyiv.





A oltre 6 mesi dall'inizio dell'invasione, siamo al disastro.
- Per l'Ucraina, che viene bombardata, distrutta in molte parti del suo territorio, stuprata (le sue donne, i suoi bambini, il suo diritto a esistere come Repubblica indipendente). I russi tentano di attuare una vera e propria pulizia etnica. Però l'Ucraina resiste. Non solo resiste ma contrattacca, e i suoi 44.000.000 di abitanti (oltre ai circa 10.000.000 che vivono all'estero) hanno in testa tutto, meno che cedere alle prepotenze russe. Oggi l'Ucraina è Nazione, il suo popolo forma una comunità che si riconosce nel suo Presidente e che si sente unita e solidale.
- E' un disastro per la Russia, che si è impantanata in un conflitto che non riesce a vincere, che si è isolata da quella parte del pianeta che conta e che è ricca. E che vede profilarsi, se non domani a breve, una devastante crisi economica che potrebbe far esplodere la più grande nazione al mondo oppure - ed è la cosa più probabile, a meno che l'attuale dirigenza non venga sostituita da leader più ragionevoli - potrebbe farla divorare pezzo a pezzo dalla vera potenza autocratica emergente: la Cina.
Da quel 1991 che vide il crollo del comunismo sovietico, per molti russi le lancette dell'orologio hanno cominciato a scorrere all'incontrario: sognano di tornare a quando si sentivano potenti, rispettati e temuti.
Potenti rispettati e temuti, ma oggi come allora, straccioni e disperati.
C'è solo una cosa che in Russia funziona: gli organi repressivi con la capacità di silenziare con la violenza e il terrore ogni forma di dissenso.
C'è solo una cosa che i russi (come i loro predecessori sovietici) sanno fare molto bene: diffondere fake, distorcere abilmente la realtà, mestare nel torbido, assoldare schiere di propagandisti in patria e all'estero (Ante Ciliga, ' Il Paese della grande menzogna').
Conclusione: la Russia sarà anche una superpotenza nucleare, ma per tutto il resto è una ‘potenza’ con le pezze ai piedi. E anche il suo (una volta) decantato esercito si è ridotto a rubare lavatrici e persino bidet. Non prima di chiedere cosa fosse quello strano oggetto (testimoniatomi da fonte diretta).
Ed ora veniamo all'Italia.
Qui vorrei farla breve limitandomi a una sola notazione. Anche da noi, per moltissimi sembra che questi ultimi 30 anni non siano trascorsi. E' vero, sono pochi gli italiani che hanno approfondito e si sono occupati con attenzione di ciò che è successo dopo la fine dell'URSS (e anche prima di questa fine. Basti pensare quanto pochi siano quelli che sanno cosa fu l'Holodomor e quanto fosse mostruosamente esteso l'arcipelago GULAG). Quando mi provo a descrivere la Russia come uno Stato straccione e depresso, sono tanti quelli che mi guardano sgranando gli occhi e mi ripetono che trattasi pur sempre di una superpotenza dotata di uno spaventoso arsenale nucleare e di immense risorse naturali, e quindi, secondo loro, degna di venir trattata non solo con rispetto, ma anche esaudita nelle sue 'legittime' velleità imperiali. Non sono mica tutti nostalgici o vetero-comunisti quelli per i quali il tempo sembra essersi fermato. Non sanno, ad es. che l'URSS non crollò per una strana congiunzione astrale, bensì perché ormai da decenni si dibatteva (come la Russia di oggi) in una drammatica crisi economica e sociale che la portò ad implodere. Oltretutto in TV e nei media si mostrano immagini di supermercati pieni di merci, ristoranti affollati e poi - si dice - il rublo non è (ancora) crollato. Questa è tutta roba girata nelle due o tre grandi città-vetrina, dove gli standard di vita, per alcuni ma non per tutti, sono quasi europei. Filmati diffusi ad arte e fatti rimbalzare sui social da troll vari (leggasi, a questo proposito, Marta Ottaviani, 'Brigate Russe'). Basterebbe documentarsi e vedere cos'è la Russia fuori da questi centri, sapere della spaventosa quota di russi che ancora non ha l'acqua in casa, del tasso di alcolismo, della vita media che per gli uomini è di 65 anni, per le donne di 77 e per la popolazione in generale di 68.
Ma per questi nostri connazionali la Russia era una superpotenza, rimane una superpotenza, sarà una superpotenza.
Tutto è relativo, e lo scorrere del tempo sembrerebbe essere l'elemento più relativo di tutti.
(memo coazio)

da fb del 4 settembre 2022


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