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Autore Discussione: Che sia stata la campagna elettorale più brutta di sempre lo si dice a ogni ...  (Letto 2973 volte)
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« inserito:: Agosto 29, 2022, 05:40:39 pm »

Anna Luridiana

Ciao a tutti sono Anna Luridiana (nome "ufficiale" Anna Maria Luridiana) e sono candidata al Senato con Unione Popolare nel collegio Plurinominale della Lombardia P01 che comprende Varese, Como e Monza e sempre al Senato nel collegio Uninominale U01 di Varese.
Ho scelto di candidarmi con Unione Popolare perché oggi è l'unica forza politica veramente di sinistra, alla sinistra di quella che è un'accozzaglia elettoralistica come il PD e chiunque lo appoggi. Vi rimando alla pagina di Unione Popolare per leggere il nostro programma nei dettagli.
Se volete saperne di più su di me leggete di seguito.
Il mio nome nel 2012 è diventato Anna Maria, da quando cioè si è reso obbligatorio l'uso del secondo nome nel Codice Fiscale.

Sono nata a Milano il 28 gennaio 1963
E dal 1985 risiedo a Sesto San Giovanni.
Ho studiato al liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano, zona San Siro.
Le prime simpatie per la sinistra extraparlamentare mi portano, nel 1976, ad avvicinarmi ad Avanguardia Operaia, dove la militanza si limita alla partecipazione ai cortei sotto lo striscione dell’organizzazione.
Nel 1977 entro in Democrazia Proletaria, Federazione di Milano.
L’attività principale della militanza riguarda l’organizzazione studentesca, la distribuzione e la vendita del Quotidiano dei Lavoratori (organo di DP), la controinformazione e la divulgazione politica fra gli studenti, fino all’organizzazione delle occupazioni dell’Istituto e della partecipazione dello spezzone del Vittorio Veneto ai cortei.
Allo stesso tempo svolgo militanza antifascista nel quartiere San Siro, dove la presenza dell’estrema destra è piuttosto attiva .
La militanza attiva e la formazione politica da parte dell’organizzazione proseguono fino al 1981, anno in cui lascio l’Italia per farvi ritorno nel 1985.
Mi trasferisco infatti in Grecia, dapprima a Salonicco e in seguito nella cittadina di Veria, dove il GIE (un consorzio di aziende italiane che lavora all’estero e di cui fanno parte l’Ansaldo e la Sicom) sta costruendo due centrali idroelettriche. Assunta nel 1982, lascio l’impiego nel 1985 a lavori terminati.
Viste le difficoltà a trovare un altro impiego decido per il ritorno in Italia.
E’ in quest’anno (1985) che cambio la mia residenza da Milano a Sesto san Giovanni (MI), dove proseguo la militanza in Democrazia Proletaria di Sesto fino al 1990. L’atto più significativo della militanza in DP di Sesto si concretizza nel presidio davanti alla Breda nel novembre del 1976 per impedire l’uscita di una turbina destinata a un paese dittatoriale; presidio durato 37 giorni.

Nel 1989 comincio l’attività di giornalista non professionista collaborando continuativamente con Radio Popolare di Milano (fino al 1992), e occasionalmente con il quotidiano L’Unità, redazione di Milano, e giornali di zona.
Dal 1991 al 2001 sono tesserata di Rifondazione Comunista di Sesto san Giovanni.
Nel 1995 divento mamma di un bambino che alleverò da sola.
Dal 1996 lavoro per la ABB, in una sede distaccata, come segretaria. Nel 1998 vengo assunta dalla ABB SAE SADELMI di Piazzale Lodi a Milano.
Dal 1998 al 2001 sono nel Consiglio di Fabbrica come rappresentante della FIOM.
Licenziata nel 2001 come “ripicca” per essere in Consiglio di Fabbrica, inizio a svolgere lavori temporanei e/o a ritenuta d’acconto.
A causa delle precarie condizioni di salute, nel 2009 ottengo l’invalidità civile pari all’80% e incontro sempre più difficoltà ad inserirmi nel mondo lavorativo.

Dopo una lunga serie di lavori ancora precari e a volte in nero, smetto ogni attività lavorativa per l’aggravarsi delle condizioni di salute, nel 2015.
I temi a me più cari sono i diritti delle persone, di tutte le persone, il rispetto in toto della nostra Costituzione, compreso naturalmente l'articolo 11, la salvaguardia dei più deboli (persone in povertà, persone disabili, diritti dei detenuti e di tutte le frange fragili della popolazione).
Non dimentico mai che vengo da una storia di antifascismo militante e questo rimane uno dei capisaldi della mia vita, in ogni momento.
Ripudio la guerra anche perché le prime vittime della guerra sono i civili. E i civili non si devono toccare mai (come ci ha sempre ricordato l'indimenticabile Gino Strada).

Attualmente sono tesserata di Potere al Popolo.
Anna Maria Luridiana

da Fb 28 agosto 2022 (amici in FB schierati)
« Ultima modifica: Novembre 07, 2022, 09:21:48 pm da Admin » Registrato

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« Risposta #1 inserito:: Settembre 19, 2022, 09:20:45 pm »

Gianni Gavioli ha condiviso un link.
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Ma se non é degna di stima una parte, non piccola, dei candidati a queste elezioni,
... un cittadino sano di mente e lucido nel riflettere sulla NOSTRA realtà, inquinata dallo straniero, perché dovrebbe andare a votare??

Avevamo DRAGHI come riferimento molto stimato, a livello internazionale, ma la fetenzia partitica ha fatto in modo sì "schifasse di noi".

Senza la prospettiva di Draghi a capo di un Governo del Presidente, subito dopo il 26 settembre, io NON VOTO per PROTESTA.
ggiannig

io su fb del18 settembre 2022
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« Risposta #2 inserito:: Settembre 24, 2022, 09:26:43 pm »

Il Post <mail@ilpost.it> Annulla iscrizione

20:55 (27 minuti fa)
a me


Che sia stata la campagna elettorale più brutta di sempre lo si dice a ogni campagna elettorale, almeno da un po’ di tempo a questa parte, no? È realistico pensare che lo si dirà di nuovo alla prossima, e con questo provare qualche sollievo rispetto a questa: che ha un pregio, in questi giorni. È finita.

A concorrere a questa valutazione negativa ci sono in effetti alcuni fattori: la debole qualità del dibattito e dei contenuti, la scarsa attenzione a temi globali e nazionali davvero importanti e complessi a favore di polemiche spesso capricciose e infantili, l’impegno dedicato a screditare gli avversari più di frequente che a promuovere se stessi, l’impressione che l’elettorato sia percepito – a torto o a ragione: nessuna delle due sarebbe una buona notizia – come orientato da dinamiche e considerazioni superficiali, egoiste e immature a loro volta, la narrazione mediatica che – a torto o a ragione, poco conta – ha tolto valore e senso al procedimento democratico e alla riservatezza del voto insistendo sulla scontatezza del risultato più che su ogni altra cosa.

Il Post ha cercato – e continuerà a farlo nelle prossime giornate campali e in quelle che verranno – di fare la sola cosa utile per arginare queste derive che considera disgraziate e per aggregare più persone possibili intorno a un modello diverso: dare informazioni accurate e chiare, spiegare, permettere di andare a votare senza scivolare nell’imbuto degli approcci elencati sopra, aggrappandosi alle pareti di un giudizio sulle cose e sulle prospettive, basato su un’idea di paese migliore e più sereno e non su egoismi sventati e ignoranza identitaria. Non abbiamo indicato più chiaramente quali partiti possano dare garanzie di rappresentare questa alternativa perché non li abbiamo trovati, ma questo non significa che non ci siano sulle schede nomi di persone serie e di buone intenzioni che ancora credono in un’idea letteralmente progressista del futuro, e non solo difensiva o combattiva, o peggio ancora retrograda. Quelle persone ci sono, se ci si informa e si applicano criteri ragionevoli: se si vota pensando a tutti e non solo a se stessi, considerando il voto uno strumento prezioso verso un’idea di futuro comune e non un modo di essere contenti o depressi a casa propria, come dopo la fine di una partita in tv.

Ma la cosa più promettente che abbiamo cercato di fare – tutti quanti – è di aggregare, rassicurandoci gli uni e le une con gli altri e le altre, chi questa idea del futuro e del paese possibile la condivida e la arricchisca, tra mille sfumature e visioni accessorie: quelle si conciliano, se siamo d’accordo sul metodo e sulla direzione. Verranno tempi migliori, e verranno per merito delle persone di buona volontà che si saranno informate bene e avranno provato a capire meglio le cose, e saranno tempi migliori anche per tutti gli altri: quello che chiamiamo, appunto, un paese. “Grande” non sappiamo, ma forse non ha importanza: più unito, più aperto, più solidale e giusto, più fiero dei progressi civili, culturali e scientifici della sua modernità e desideroso di aggiungerne, che nostalgico delle inciviltà del suo passato e più chiuso. Più fiducioso che spaventato. Ce ne sono tante, di persone di buona volontà, tra chi va a votare; e ce ne sono anche tra i candidati e le candidate: informarsi meglio, informare meglio, conoscere, serve ad aumentare le possibilità che si incontrino. Domani, e tutti i giorni che verranno.

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