Arlecchino
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« Risposta #5 inserito:: Ottobre 06, 2022, 09:35:27 pm » |
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Jack Daniel · Sono passati due giorni nei quali lo sport è stato individuare i colpevoli del disastro elettorale del 25 settembre. Il Pd? Letta? O forse il terzo polo? O non sarà stato Conte? E gli astensionisti? Oppure: la stampa, i media, Draghi, gli Usa e l'Europa? Ma se la "colpa" fosse degli italiani? Ma se poi scoprissimo, con 30 anni di ritardo che sì, in effetti, in Italia c'è una robustissima componente di destra? Non sarebbe, in realtà, una scoperta da premio Nobel, perché è da quando Berlusconi si presentò sulla scena, appunto 30 anni fa, che la destra, variamente intesa, prende stabilmente il 40% e più alle elezioni. Non sempre nella stessa configurazione, perché per lungo tempo è stata Forza Italia la dominante, poi sostituita dalla Lega di Salvini e ora dai FdI di Meloni. Ma i voti sempre quelli sono, da 30 anni. E i sistemi elettorali che facilitano coalizioni hanno reso abbastanza interscambiabile il voto, all'interno della destra, perché è successo che molte volte un elettore Lega abbia votato, nel suo collegio, un candidato Forza Italia. Non è quindi particolarmente strambo il fatto che quell'elettorato sia passato da FI a Lega a FdI. Eppure molti non sembrano accettare questo dato di fatto e se la destra vince devono dare la colpa a qualcuno, seppur qualcun altro. Quasi vi sia, da parte di molti, l'assunto che votare destra sia cosa contro natura, laonde per cui, se i voti a destra vi sono, è perché altri, con i loro errori, li hanno quasi determinati. Può essere, ma non sarebbe più facile rispolverare il vecchio rasoio e dire che se in Italia la maggioranza relativa vota destra è perché, guarda un po', è di destra? Perché allora è di destra, cosa vuol dire essere destra? Qui si tratterebbe di aprire una discussione ben più attrezzata e molto meno superficiale, ma credo che non sia estraneo all'essere destra l'atavico italico particulare. Noi abbiamo delle leggi, abbiamo una dimensione pubblica, ma ciò che conta, e conta di più, è la dimensione privata. Non è estraneo al nostro particulare il fatto che abbiamo il record di case di proprietà, dell'evasione fiscale e degli abusi edilizi, così come una struttura sociale che fa molto perno sulla famiglia, ancorché la famiglia tradizionale si sia un po' acciaccata nel corso del tempo. Abbiamo norme, leggi generali, ma, prima di queste, e soprattutto, ci siamo noi e la nostra famiglia; e il nostro particulare interesse ha la priorità su tutto, che siano leggi o norme. La sinistra viene spesso quindi vista come un intruso, qualcuno che si installa in casa mia a dettar legge. Alzando le tasse, persino sulla mia casa, imponendo norme giudicate assurde (le famose zucchine - di mare, peraltro - derise da Meloni) provenienti da Bruxelles, limitazioni inconcepibili al mio uso di combustibile o cibo, sino ad arrivare ai migranti, ospiti non invitati che si presentano qui da me. E chi li ha chiamati? Il tutto condito da un insano senso di nostalgia per il non vissuto che porta a considerare il passato bello e buono, anche se tale non fu mai. Questa mentalità è molto comune, e inclina a destra. Vuole meno tasse, meno regole per sé e più per gli altri, considera sacro il proprio spazio e una minaccia tutto ciò che, in nome di un interesse comune, può portare a limitazioni. E' un'insofferenza antica alle regole comuni, quelle che pretenderebbero di limitare le mie regole. Se voglio costruire una dependance abusiva della mia casa, sul mio terreno, chi sei tu che vieni a dirmi che non posso farlo? Un'insofferenza che chiunque può constatare passeggiando un po', e calcolando mentalmente il numero delle infrazioni al codice della strada a cui assiste. Non stupisce quindi che vengano premiati coloro che promettono la rottamazione delle cartelle esattoriali, che fanno intuire che avrebbero un occhio di riguardo nei confronti dell'evasione fiscale (di necessità! ma sempre di necessità!), che mai tasserebbero la casa, che mai metterebbero le mani in tasca, che sempre andrebbero a parlare con "i signori" di Bruxelles sbattendo i pugni sul tavolo, che chiuderebbero i porti e istituirebbero blocchi navali. E'tutto un "ti proteggo io da quegli invadenti di sinistra". Se quindi vince la destra, facciamocene una ragione, è perché la maggioranza relativa degli italiani è di destra. Vero: maggioranza relativa, non assoluta. Ma il problema è che non sempre basta non essere di destra per essere uniti: se non si è nero, non è detto che si debba per forza essere bianchi, c'è tutto uno spettro in mezzo. Non è quindi così ovvio e scontato che l'intero spettro cromatico si coalizzi contro la destra. Anzi, è un'anomalia. A volte è successo, ma abbiamo avuto governi molto disomogenei e litigiosi. A volte, come domenica, si va separati, e allora il risultato è scritto in partenza. Ma il problema, se vivi in un paese con una mentalità come la nostra, prima ancora che politico, è culturale. Perché tu puoi sentirti furbo a privilegiare l'interesse tuo scapito di quello generale, ma poi il conto ti ritorna, sotto forma di conti pubblici scassati (anche per l'evasione fiscale), di un ambiente che si dissesta ad ogni temporale (anche per colpa dell'abusivismo), di un'amministrazione pubblica che non funziona (per forza: la vuoi lassista, perché non vuoi che nessuno ti controlli, e pretendi che, quando ti serve, sia svizzera?). Culturale, perché si tratta di far capire che a perseguire il particulare a scapito del generale non solo finisce che ci rimettono gli altri, ma ci rimetti pure tu. La destra nostrana, sin dalla comparsa di Berlusconi sulla scena, uno che ha fatto del suo particulare non solo la sua ragion di vita, ma anche un partito politico, si è trovata ad incarnare quel sentimento qui così diffuso. L'ha incarnato, l'ha alimentato e l'ha reso egemone (povero Gramsci) e maggioranza. Non è di destra chi infrange le regole generali in nome delle sue proprie, è stato Berlusconi (e i suoi epigoni) che ha dato una caratterizzazione politica a questo atteggiamento, proprio perché sapeva quanto qui fosse diffuso. La vittoria della destra, temo fortemente, ha cause profonde, non è colpa di questo o quello. Magari, basterebbe cambiare il segretario di un partito. La causa temo sia semplice: la destra vince, perché in Italia la destra è maggioranza.
da – FB del 27 09 2022
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