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Autore Discussione: Il Coreper I si occupa dei dossier più settoriali. Il Coreper II di quelli più p  (Letto 2980 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Luglio 26, 2022, 11:15:53 pm »

E anche la seconda stagione è finita. Questo è l'ultimo numero di Europa Ore 7 prima di una pausa estiva. Le istituzioni dell'Unione europea sono già quasi tutte in vacanza. Il Parlamento europeo da una settimana. La Commissione si è riunita mercoledì e la prossima riunione del collegio è prevista solo per il 7 settembre. Il Consiglio dell'Ue avrà un ultimo incontro straordinario il 26 luglio, quando i ministri dell'Energia discuteranno della proposta della Commissione sul razionamento del gas. Gli unici che non potranno andare in vacanza sono gli ambasciatori dei ventisette stati membri, che formano il Coreper. E' il Comitato dei rappresentanti permanenti ed è l'organismo forse meno conosciuto dell'Ue. Ma nel corso di questi ultimi anni, soprattutto durante e dopo la pandemia, è diventato anche il più potente in quello che è uno spostamento degli equilibri di potere tra le istituzioni comunitarie. Toccherà a lui affrontare le emergenze che rischiano di esplodere nelle prossime settimane. Perché se l'Ue va in vacanza, le crisi restano. Le due principali, in questo momento, sono la guerra della Russia contro l'Ucraina e la minaccia del taglio delle forniture di gas all'Europa. Ma ogni estate riserva le sue sorprese, con la necessità di convocare d'urgenza il Coreper.

In realtà il Coreper sono due, ciascuno con un rappresentante permanente per ogni stato membro. Il Coreper I si occupa dei dossier più settoriali. Il Coreper II di quelli più politici. C'è anche il Cops: il Comitato politico e di sicurezza. Anche lì c'è un ambasciatore per ogni stato membro. Si occupa di politica estera, difesa e sicurezza. Ci dicono che il Cops si sente messo in disparte dal Coreper II. Dalle quote sui migranti alle sanzioni contro la Russia, passando per le direttive e i regolamenti più controversi, tutto quel che conta davvero passa dal Coreper II. La scorsa estate era stato il precipitoso ritiro degli Stati Uniti e dei loro alleati dall'Afghanistan a richiamare gli ambasciatori a Bruxelles dalle loro vacanze. A febbraio i rappresentanti permanenti hanno lavorato quasi ininterrottamente per sei giorni per adottare i pacchetti di sanzioni contro la Russia e organizzare l'accoglienza dei rifugiati che scappavano dalla guerra in Ucraina.

Il Coreper II un tempo si riuniva solo una volta a settimana con modi molto diplomatici. Nel corso degli anni ha assunto un ruolo più centrale, man mano che i temi europei sono diventati più politici e sensibili per i governi nazionali. E' stata la pandemia del 2020 a consacrare il Coreper come il cuore pulsante dell'Ue. Nel momento in cui le altre istituzioni si mettevano in lockdown, compresi i gruppi di lavoro del Consiglio, gli ambasciatori hanno deciso di continuare a riunirsi per coordinare la risposta dell'Ue al Covid-19. Nonostante le restrizioni, il Coreper si è sempre incontrato di persona. E' lì dentro, molto più che alla Commissione, che si sono prese le decisioni più importanti. Ed è così ancora oggi.

Dalla pandemia il Coreper ha assunto “il carattere di esecutivo europeo”, ci ha detto uno dei suoi membri. “La Commissione ha un ruolo di consulenza tecnica e coordinamento. Ma è al Coreper che vengono prese le decisioni”. Spesso, prima che la Commissione presenti le sue proposte più importanti, gli ambasciatori vengono consultati uno a uno dal capo-gabinetto di Ursula von der Leyen nei cosiddetti “confessionali”. Se la proposta non piace, è al Coreper che si conducono i negoziati. Solo quando un'intesa è in vista il dossier passa ai ministri dei ventisette nelle sessioni ordinarie del Consiglio dell'Ue. Se non ci sono problemi significativi, la proposta viene semplicemente approvata per procedura scritta.

 A volte i dibattiti tra gli ambasciatori sono tesi e duri. Spesso è dal Coreper che ci arrivano i resoconti più gustosi. La Commissione (e ancora più con von der Leyen) da anni ha smesso di spiegare nei dettagli le proposte che presenta o le procedure che apre. La Commissione ormai si limita alla politica dell'annuncio per paura della sua stessa ombra e della reazione degli stati membri, sempre pronti ad accusare la Commissione di ingerenze ingiustificate. Il Parlamento europeo non si è ancora ripreso dalla mancanza di influenza durante la pandemia. Almeno tre dossier degli scorsi mesi – Fit for 55, la tassonomia e la convocazione di una Convenzione per riformare i trattati – hanno dimostrato che il coraggio dei deputati europei è molto limitato. Non resta che il Coreper, augurando ai suoi ambasciatori di non dover rientrare di corsa a Bruxelles in agosto. Significherebbe un'estate più tranquilla per tutta l'Ue.


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 22 luglio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
La Bce alza i tassi e stringe lo scudo anti-spread - La Banca centrale europea ieri ha deciso di alzare i tassi di interesse dello 0,5 per cento per cercare di frenare l'inflazione, mettendo definitivamente fine a un decennio di politica monetaria ultra accomodante. Il Consiglio direttivo “ha ritenuto opportuno adottare un primo intervento più ampio nella normalizzazione dei tassi di riferimento rispetto a quanto segnalato nella riunione precedente”, ha spiegato la Bce: “Anticipare a oggi l’uscita dai tassi di interesse negativi consente al Consiglio direttivo di passare a un approccio in cui le decisioni sui tassi vengono prese volta per volta”. La porta è aperta ad altri rialzi di mezzo punto. Per contenere il rischio di un aumento dello spread, il Consiglio direttivo ha lanciato anche il nuovo strumento anti-frammentazione che si chiamerà Transmission Protection Instrument (Tpi) e servirà a “contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area dell’euro”. La Bce ha spiegato che “la portata degli acquisti del Tpi dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria”. Elemento importante: “Gli acquisti non sono soggetti a restrizioni ex ante”. Tradotto, l'azione della Bce è teoricamente illimitata.

La condizionalità dello scudo anti-spread costruita su misura dell'Italia - Teoricamente illimitata, perché il Consiglio direttivo ha posto tutta una serie di condizioni (almeno quattro) che i paesi beneficiari del Tpi dovranno rispettare per lanciare acquisti del loro debito sovrano. La crisi politica in Italia e la caduta del governo di Mario Draghi hanno fatto pendere l'ago della bilancia verso i falchi. I criteri di eleggibilità sono quattro. Il primo è il rispetto delle regole di bilancio dell'Ue: non essere oggetto di una procedura per deficit eccessivo (o aver fatto una correzione fiscale adeguata). Il secondo è l'assenza di squilibri macroeconomici gravi. Il terzo è la sostenibilità del debito sulla base delle analisi non solo della Commissione, ma anche del Meccanismo europeo di stabilità e del Fondo Monetario Internazionale. Il quarto è il rispetto dei piani nazionali di ripresa e resilienza e delle raccomandazioni fiscali contenute nel semestre europeo. Di fatto la Bce conserva un ampio margine di discrezionalità. Ma di fatto ciascuno di questi criteri permetterebbe in futuro di escludere l'Italia dal Tpi se ci fosse un governo determinato a violare gli impegni con l'Ue e le regole europee.

I timori per il Pnrr italiano nel dopo Draghi - Dentro la Commissione abbiamo registrato un certo allarme per gli effetti della caduta del governo Draghi sul Pnrr dell'Italia. “Il prossimo esborso del Recovery fund potrebbe slittare di alcuni mesi”, ci ha detto una fonte. “L'Italia stava andando molto bene, ma ora ci sarà molta attenzione sul rispetto di target e milestone”, ci ha spiegato un funzionario. Sul Foglio spieghiamo i tre scenari sul Pnrr del dopo Draghi: il normale, il cattivo e il catastrofico. Quest'ultimo include una richiesta della Commissione di avere indietro i 25 miliardi del prefinanziamento versati nel settembre del 2021 all'Italia.

Weber già in campagna elettorale in Italia - Dentro il Ppe c'è stupore e malumore per l'improvvisa crisi di governo in Italia, a cui ha contribuito anche Forza Italia con la decisione di non votare la fiducia a Draghi. Ma fedele alla politica di proteggere a ogni costo i compagni di partito, il presidente del Ppe, Manfred Weber, si è già lanciato in campagna elettorale. Con un tweet, prima ha assolto Forza Italia dimenticando una parte importante dei fatti accaduti mercoledì. "Grazie Mario Draghi. Dopo che i 5 stelle hanno votato contro il governo è stato impossibile continuare con loro", ha scritto Weber. Poi ha chiuso gli occhi sul pericolo sovranista di un governo di destra con Fratelli d'Italia e la Lega come principali azionisti. "Ora spetta agli elettori decidere il prima possibile. L'Europa ha bisogno di un governo di centrodestra stabile a Roma. Forza Italia sarà pro-europeo e il Ppe sarà al suo fianco!", ha spiegato Weber. Una fonte ci ha suggerito uno scenario: l'obiettivo di Weber potrebbe essere di favorire un ingresso della Lega nel Ppe, magari attraverso una lista unica con Forza Italia alle prossime elezioni. Sul Foglio Daniel Mosseri spiega che, in realtà, per gli eurodeputati del Ppe (soprattutto i frugali tedeschi e austriaci) la fine di Draghi è una perdita grave.

La rivolta dei Pigs sulla solidarietà del gas alla Germania - La proposta della Commissione di tagliare il consumo di gas del 15 per cento in vista del prossimo inverno, compresa la possibilità di imporre un razionamento obbligatorio, ha ricevuto critiche molto dure da parte dei Pigs. Chi sono i Pigs? I paesi accusati di aver vissuto al di sopra dei loro mezzi durante la crisi dell'euro del 2010-12: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Questi stessi paesi si sono detti contrari alla proposta della Commissione di riduzione della domanda di gas per essere solidali con la Germania. Anche la Polonia è scettica. Gli ambasciatori del Coreper sono al lavoro. Il compromesso potrebbe essere di togliere alla Commissione il potere che chiede di imporre razionamenti obbligatori. Sarà uno dei temi da seguire la prossima settimana. Nel frattempo, ieri Gazprom ha ricominciato a pompare gas attraverso Nord Stream 1. In un editoriale Il Foglio spiega che, nonostante il ritorno delle forniture, la chiusura dei rubinetti resta la principale leva politica di Mosca contro l'Europa.

La Turchia annuncia un accordo sul grano ucraino - La Turchia ha annunciato un accordo tra Ucraina e Russia per esportare circa 22 milioni di tonnellate di grano dal Mar Nero, che era rimasto bloccato a causa della guerra lanciata da Vladimir Putin. Il portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan ha spiegato che l'intesa è "fondamentale per la sicurezza globale". L'accordo dovrebbe essere firmato oggi a Istanbul in presenza dello stesso Erdogan e del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega che, accordo o no, questa sarà una brutta annata per il grano dell'Ucraina.

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