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« Risposta #2 inserito:: Giugno 25, 2022, 12:24:43 pm » |
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Roberto Cocchis onoesdpStrfh l010638c87f6gf3ch2140hh368i13 ·
Abraham Lincoln, che non era solo un uomo di grande talento ma anche un uomo di grande buonsenso, diceva che se avesse avuto a disposizione otto ore per tagliare un albero, ne avrebbe impiegate almeno sei per affilare l'ascia. È una regola di vita che, per quanto possibile, cerco di seguire anch'io. Sfortunatamente, troppe volte ci ritroviamo costretti a tagliare alberi usando asce affilate frettolosamente da altri, ma questo è un altro discorso.
Oggi Lincoln viene esibito come un santino a chiunque vada in USA da visitatore ma, quando morì, gli storici sono concordi nell'affermare che era l'uomo più odiato della nazione. Sembra ormai assodato definitivamente che la mancanza di misure protettive nei suoi riguardi, che aiutò notevolmente John W. Booth a ucciderlo, non fosse affatto casuale. Si è fatta addirittura l'ipotesi che, se non fosse stato ucciso da Booth, Lincoln sarebbe morto per cause naturali prima della scadenza del mandato presidenziale perché, a forza di essere attaccato da tutte le parti, aveva cominciato da qualche tempo a manifestare pesanti disturbi psicosomatici da stress.
Da ieri l'America ha fatto un bel passo indietro nell'ambito della civiltà occidentale, che sicuramente non sarà la migliore civiltà possibile ma, finora, resta quella che è riuscita a far vivere meglio il più elevato numero di persone. Magari più per demerito delle altre che per meriti propri, ma c'è riuscita. Chi è preoccupato per il destino di questa civiltà, me compreso, si sente triste e avvilito, mentre gli antiamericani per principio esultano. Non importano le conseguenze, basta che Satana Yankee abbia mostrato il suo vero volto.
A me gli antiamericani per principio sembrano la versione patologica di quelli che pretendono di prendere posizione contro Putin eliminando gli autori russi dai cataloghi e dai programmi di letteratura. Patologica perché non hanno nemmeno avuto la pazienza di aspettare una guerra di aggressione che ci riguarda da vicino (mi sembra superfluo notare che, se il conflitto russo-ucraino non avesse delle pesanti ricadute dirette sulla nostra economia e sulla nostra vita quotidiana, la gran parte dei nostri connazionali neanche si accorgerebbe che è in corso) ma hanno sempre assunto le loro posizioni preventivamente, attaccandosi a tutto ciò che era disponibile per giustificarsi.
Ora, non devo certo essere io a ricordare che la storia degli USA è segnata da parecchie avvenimenti quanto meno deplorevoli, quando non addirittura da episodi francamente abominevoli. Che, però, se si va a vedere a fondo, raramente sono diversi da quelli che, negli stessi periodi, succedevano in altre parti del mondo. Anche vicino a noi o direttamente da noi. Ma perché, quando si toccano certi temi, se ne parla sempre in riferimento agli USA? Perché gli USA se la tirano ad esportatori di democrazia e diritti? Forse. Ma più probabilmente credo che dipenda dal dettaglio per cui i fatti americani sono generalmente meglio conosciuti degli altri. Perché se ne è potuto parlare di più. Perché ci sono stati meno depistaggi. Perché c'è stato meno negazionismo. Per l'impegno di qualcuno a tirarli comunque fuori. Qualcuno che generalmente è stato un altro americano.
Da questo punto di vista, soprattutto in Italia, abbiamo ancora moltissimo da imparare. Abbiamo subito molte influenze culturali americane, ma non questa. Quindi dire "gli americani" come se ci si riferisse ai membri di una bocciofila (in mezzo ai quali, peraltro, potremmo comunque trovare idee e posizioni molto diverse) è solo un indice di ristrettezza mentale. Tra l'altro, del genere tipicamente piccolo-borghese, anche se di solito si concentra in mezzo a soggetti che, a sentirli, passano tutta la vita a combattere la società borghese. Il problema riguarda non "gli americani" ma "certi americani". E, come loro, parecchi altri "certi" simili a loro. Certi italiani, per esempio. Pochi, ma rumorosi, come l'imbarazzante Pillon, dal quale perfino Salvini ha preso le distanze, nella consapevolezza (ovvia) che un soggetto simile possiede una grande capacità di smuovere l'elettorato indeciso, ma solo per votare chiunque tranne te o i tuoi alleati, solo per potersi schierare in qualsiasi modo contro di te.
Perché una cosa è certa. Il fatto che i privilegi dell’occidentale (sarebbero diritti, ma dobbiamo trattarli da privilegi perché altrove vengono per lo più negati) siano sempre più messi in discussione ha smesso da tempo di lasciare indifferenti. Le grandi idee e le nobili ideologie non ci hanno mai smossi più di tanto, ma quando il numero di situazioni della nostra vita in cui si pretende di imporci qualcosa contro la nostra volontà comincia a diventare asfissiante, diventa inevitabile reagire. Molti a questo punto citerebbero quali esempio di sopruso gli obblighi sanitari per il contenimento del Covid, e lo faccio anch'io. Con la differenza che, ci piacessero o no, quelli erano stati elaborati dalla comunità scientifica; quindi, avevano un senso cui ognuno di noi poteva arrivare, se si sforzava di ragionare senza pregiudizi. E soprattutto erano sicuramente transitori, legati all'emergenza. Qui invece si parla di soprusi permanenti che sarebbero giustificati solo dalla superstizione o dal fanatismo religioso (ammesso che le due cose si possano distinguere).
Infatti, personalmente, sono convinto che l'anno prossimo la battaglia per le politiche si giocherà molto anche su questi temi, che la gente comune può comprendere molto più facilmente di quelli economici. E non mi sorprendersi se a giocarla fossero combinazioni politiche molto diverse da quelle cui siamo abituati: proprio perché estremisti e fanatici, per quanto utili a intercettare un voto molto minoritario che si riconosce in loro, non saranno comodi da esibire in pubblico.
Da Fb del 25 giugno 2022
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