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Autore Discussione: Jack Daniel Che poi, forse, la questione non è così tanto esoterica e complessa  (Letto 4457 volte)
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« inserito:: Maggio 15, 2022, 02:25:30 pm »

Jack Daniel

Che poi, forse, la questione non è così tanto esoterica e complessa.

Nell'antica Roma gli schiavi erano considerati degli oggetti, degli strumenti di lavoro, naturalmente privi di ogni diritto civile e (spesso) anche umano. Non avevano volontà propria, l'unica volontà che contasse era quella del loro padrone. Se si ribellavano, le pene erano severissime e assai sovente non erano, visto il carattere di oggetto che avevano, carattere personale. Se in una casa avveniva un delitto commesso da uno schiavo, si punivano tutti gli schiavi di quella casa, una corresponabilità generale che poteva portare, e spesso portava, alla condanna a morte per tutti.
Questa ed altre sono le ragioni per cui abbiamo sempre fatto il tifo per Spartaco, perché vedevamo in lui l'oggetto che lotta per diventare padrone di sé e della sua vita, perché è umanamente ingiusto, e lo sentiamo tale, che possa esistere un essere umano, per legge privato di volontà, che debba sottostare ad un padrone e alle sue volontà.

Se però il discorso lo estendiamo ai popoli, tutto quanto sopra pare che spesso si chiami geopolitica, è una delle cose che ho appreso in questi due mesi e mezzo.
E' ovvio, per taluni, che alcuni popoli siano naturalmente oggetti, strumenti senza volontà, quando il soggetto padrone è un potente e minaccioso vicino. E' ovvio, per taluni, che i finlandesi non possano decidere se entrare nella NATO o no, visto che il vicino russo, l'unico soggetto che per costoro conti, così come a Roma contava solo il padrone, non è affatto contento. Ed è quindi lesa maestà, se non ribellione aperta, quella degli ucraini che combattono per affermare il loro diritto a essere soggetti contro la volontà del padrone. Non si ribellino, non oppongano resistenza, chinino il capo da bravi sottomessi, sennò finiscono crocefissi sulla via Appia come i seguaci di Spartaco. E meno che mai sperino di vincere: come osano?

Capisco che in certi casi la legge della storia passi per queste dinamiche, purtroppo. Ciò che però non riesco proprio a capire è come si faccia non ad accettarle, magari obtorto collo, ma a considerarle giuste.
E' questo che non mi torna. Perché è due mesi e mezzo che siamo circondati da gente che non solo ribadisce l'idea secondo la quale esistono popoli soggetti e popoli oggetti, ma ne è intimamente persuasa tanto da considerarla così giusta da condannare chi osa ribellarsi. Ne è così convinta da scambiare per buono e legittimo diritto la pulsione padronale a sottomettere i vicini. E ne è così compenetrata che chiunque osi infrangere o mettere in discussione questa pulsione viene automaticamente accusato di voler portare guerra e minaccia.
Ah, il tutto ovviamente in nome del bene supremo della pace, ci mancherebbe.

da Fb del 13 maggio 2022
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 17, 2022, 12:57:14 pm »

Cosa ci fa la nave spia russa davanti alla Sicilia? Quali pericoli per il nostro Paese

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
07:51 (5 ore fa)
a me

https://www.forzeitaliane.it/Cosa-ci-fa-nave-spia-russa-davanti-alla-Sicilia-Quali-pericoli-per-nostro-Paese
 
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« Risposta #2 inserito:: Maggio 31, 2022, 11:46:02 pm »

IL POTERE SEGRETO
PERCHE' VOGLIONO DISTRUGGERE JULIAN ASSANGE E WIKILEAKS

MAURIZI STEFANIA


DETTAGLI
Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:
CHIARELETTERE
Pubblicazione: 08/2021


Nella cella di una delle più famigerate prigioni di massima sicurezza del Regno Unito, un uomo lotta contro alcune delle più potenti istituzioni della Terra che da oltre un decennio lo vogliono distruggere.

Non è un criminale, è un giornalista. Si chiama Julian Assange e ha fondato WikiLeaks, un'organizzazione che ha profondamente cambiato il modo di fare informazione nel XXI secolo, sfruttando le risorse della rete e violando in maniera sistematica il segreto di Stato quando questo viene usato non per proteggere la sicurezza e l'incolumità dei cittadini ma per nascondere crimini e garantire l'impunità ai potenti. Non poteva farla franca, doveva essere punito e soprattutto andava fermato.

Infatti, da oltre dieci anni vive prigioniero, prima ai domiciliari, poi nella stanza di un'ambasciata, infine in galera. È possibile che a un certo punto venga liberato, oppure rimarrà in prigione in attesa di una sentenza di estradizione negli Stati Uniti e poi finirà sepolto per sempre in un carcere americano. Con lui rischiano tutti i giornalisti della sua organizzazione. L'obiettivo è distruggerli e farlo in modo plateale.

Stefania Maurizi è l'unica giornalista che ha lavorato fin dall'inizio, per il suo giornale, su tutti i documenti segreti di WikiLeaks, a stretto contatto con Julian Assange, incontrandolo molte volte. Ha contribuito in maniera decisiva alla ricerca della verità, citando in giudizio quattro governi - gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Svezia e l'Australia - per accedere ai documenti del caso.
Gli abusi e le irregolarità emersi da questo lavoro d'inchiesta sono entrati nella battaglia legale tuttora in corso per la liberazione del fondatore di WikiLeaks. In queste pagine ripercorre tutta la vicenda, con documenti inediti...

Prefazione di Ken Loach.

Da - https://www.hoepli.it/GestioneCookie.aspx
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