LA-U dell'OLIVO
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Autore Discussione: Medvenev minaccia di aizzarci contro i ProPutin Europei e altri infiltrati.  (Letto 7257 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Marzo 20, 2022, 04:21:20 pm »

Matteo Renzi News

COSA HA GUADAGNATO PUTIN?

Non sappiamo come si sia informato Putin, né se abbia capito quello che gli dicevano, ammesso che i suoi, preoccupati di non contraddirlo, gli abbiano detto la verità.
Fatto sta che, qualunque fosse il suo obbiettivo, il minimo che si possa dire è che non c’è proporzione tra il tanto che ha già perso e quello che potrebbe guadagnare, ammesso che ci riesca.
Potrebbe guadagnare la conquista militare di un territorio che, comunque, non riuscirebbe ad occupare in permanenza. La resistenza di un popolo intero lo impantanerebbe drammaticamente, dissanguandolo a livello economico e isolandolo ancora di più. Nel mondo e anche a casa sua.

Fino a che o non venga cacciato a furor di popolo, o non si trovi un Chruscev che risolva il caso come fece Nikita con Laurenti Beria, un colpo in fronte durante una riunione al vertice tra compagni.
Questo per quanto riguarda il guadagno. La perdita è invece più ingente.

1. Ha scoperto, e anche il mondo lo ha fatto, che l’Ucraina indipendente esiste e che ha un popolo che non ci sta a fare la colonia della Russia e combatte strenuamente, unito al suo governo che da questa lotta popolare ha la maggiore conferma di legittimità;
2. è riuscito a compattare l’UE, che ha provato per anni a minare dall’interno prezzolando i suoi “amici” sovranisti e fascisti, facendole assumere decisioni che accelereranno la sua indipendenza energetica dalla Russia e accelereranno l’istituzione di una difesa comune;
3. ha ridato un ruolo alla Nato, che languiva da anni, tanto che Macron - solo poche settimane prima dell’aggressione Russa - l’aveva definita “un cadavere”. Al momento la Nato ha trasferito al confine orientale uomini e mezzi che non c’erano prima. Questo la dice lunga sulla falsità della minaccia dell’occidente alla sicurezza della Russia. Si discute come inserire nel dispositivo Nato la futura forza di difesa della UE, anziché le forze separate dei singoli paesi aderenti;
4. si è procurato il massimo dell’isolamento politico ed economico da parte del 90% del mondo, più ancora della Germania nazista, che lo costringe già ora a fare la parte della belva in gabbia. Con spazi economici sempre più ristretti che lo separeranno sempre più dalla vita dei propri cittadini e gli impediranno di sviluppare la sua potenza militare;
5. si guadagnerà il titolo di criminale di guerra da parte del Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, che già è all’opera per raccogliere testimonianze dirette in Ucraina. Può anche dire di infischiarsene, ma questo impedirà al 99% dei paesi del mondo di avere rapporti con lui, passibile di arresto, e col suo governo. Col timbro ufficiale del diritto Internazionale;
6. soprattutto ha veduto smentita la sua pretesa di superiorità ideologica rispetto all’occidente che si aspettava fosse diviso e capitolasse nella difesa dei propri valori che non fossero solo economici. Voleva rappresentarsi come il condottiero della morale tradizionalista, per noi oscurantista, da imporre ad un occidente degenerato e decadente. La sua versione di un mondo libero come un mollusco, da trafiggere facilmente come una lama nel burro, incapace di resistere per motivi etici ai riflessi economici collaterali alle sanzioni è stata smentita. Questa è la sconfitta ideologico – politica più pesante;
7. appoggiarsi alla Cina è il rischio più grande che corre. La Cina è pragmatica, il suo capitalismo arrembante non ammette un condizionamento ideologico al suo sviluppo che non sia quello dettato dal proprio interesse di espansione economica.

La “perfidia” mandarina arriva al punto di incoraggiare Putin ad andare a sbattere, certa di poterlo fermare oltre certi limiti (no nucleare), per raccoglierne i cocci e metterlo in una bacheca. Dovremo trattare con la Cina il nuovo assetto della sicurezza mondiale, ma la Cina è più stabile nei rapporti internazionali e quando lotta contro la tigre occidentale lascia sempre la porta aperta. Potrebbe servire alla tigre, ma anche a lei.
La Cina non è stupida come Putin, che arreca un danno agli altri senza riceverne alcun vantaggio.

CONCLUSIONE: Putin sta smottando, più si fa minaccioso e più dà segni di debolezza. Si tratta di resistere ancora poche settimane senza farsi prendere la mano da atti che diano a Putin un pretesto per allargare il conflitto.
È triste dover puntare soprattutto sulla Resistenza del popolo e del governo ucraino, ma purtroppo quella è la condizione principale per costringere Putin a trattare. D’altro canto, l’appoggio responsabile dell’occidente all’Ucraina, che i pacifisti dovrebbero riconoscere onestamente, sta dando agli ucraini e all’Europa i frutti sperati. Resistere e ancora resistere.

Umberto Mosso

Da fb del 20 marzo 2022
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 20, 2022, 08:28:51 pm »

Gianni Gavioli ha condiviso un link.
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Esperto del gruppo in Virtual Reality
  
L'IMMaginazione dovrà essere una delle caratteristiche basilari del nostro COnoscere, per arrivare a REalizzare la consapevolezza della realtà da cambiare!

I nostri responsabili politici, civili e militari europei, hanno "immaginato" che Putin messo in difficoltà, dalle sue stesse azioni sbagliate e tragicamente distruttive, possa usare l'arma atomica?

Dato che non l’userà contro l'Ucraina ma verso l'Europa, hanno un piano di risposta mirato e ben concepito?

La possibile protezione della popolazione è già stata immaginata e preparata?

Io su FB (il monitore IMMCORE)
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« Risposta #2 inserito:: Marzo 22, 2022, 04:54:12 pm »

Machiavelli, ne il Frate - fa raccontare così ad un personaggio per aver scordato una chiave importante:

“Che faceste? La maggior castroneria del mondo”.

È la prima registrazione di questa parola (castroneria) nella letteratura italiana.
Da: unaparolaalgiorno.it

C’è un personaggio che sta massacrando un popolo, per rubarle una Nazione!

Questa frase se la porterà appresso fin che campa, poi sui libri di scuola russi. 
Almeno si spera, … per la loro dignità ritrovata.
ciaooo


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« Risposta #3 inserito:: Aprile 15, 2022, 04:08:24 pm »

Userà l’arma atomica? Dipende se sono le Tattiche o le Strategiche.
E la Nato che ci deve PROTEGGERE ne ha di tutti e due i tipi.

Quelle Tattiche uccidono meno e in zone più circoscritte.
Ma soprattutto non fatevi intrappolare dai proPutin nazionali, i generali russi e la popolazione russa sono al corrente del fatto che se Putin spara la Nato risponde immediatamente sulle loro teste.

Arriveremo alla Pace anche per questa considerazione!

Ma l’Ucraina non deve esagerare con un protagonismo esagerato, che può sfasciare l’Europa.
Hanno già avuto troppi morti da addebitare a Putin.
Gli Ucraini non si facciano carico loro di altri morti europei.

Basta!

Vadano a trattare con meno alterigia e senza maramaldeggiare, per vendetta, un Putin già ferito!
È pericoloso per tutti! Noi non odiamo i Russi!

ggiannig
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« Risposta #4 inserito:: Aprile 18, 2022, 04:29:05 pm »


Gli anti-antiputinisti all’estero ci fanno capire meglio chi sono gli anti-antiputinisti italiani.
In Francia c’è un nome di rilievo dal punto di vista del consenso come Marine Le Pen (poi perfino lei ravvedutasi).

Mentre qui sono tanti, ma sono scartine.

Ha senso la definizione di anti-antiputinisti perché sono portatori non di una visione o di una opzione politica ma solo di un modo tattico per tentare di bloccare la scelta morale e logica a favore della resistenza all’invasione russa. Non hanno ideologia, tra loro c’è la deriva sovranista della destra, ci sono i riflessi del né né di sinistra con radici negli anni Cinquanta, c’è il qualunquismo moderno e c’è il populismo modernissimo, c’è la ricerca di visibilità televisiva e c’è, ovviamente, un bel po’ di opportunismo e di affarismo da Hotel Metropol. Si capisce che nessuna delle motivazioni elencate è figlia di ideologie e che invece, tutte, sono reazioni, chiusure nel proprio interesse, fughe.

Ah, per dire ci sono altri casi mondiali di terribile violenza genocida e di cancellazione dei diritti e della libertà di un popolo e che a denunciarli troviamo nuovamente il principale paese di quello che chiamiamo schieramento occidentale.
----------------------
LE TRE "COSE" PRINCIPALI
Fatto #1
Questo sembrerebbe un annuncio in grado di cambiare le sorti della guerra in Ucraina. Conta molto la lunga e assortita lista di paesi, colpisce l’assenza dell’Italia, ancor più perché è presente invece la Germania.

La chiamata alla Cina del ministro degli Esteri ucraino
Fatto #2
Guerra psicologica e propaganda, primo esempio: la Russia vuole staccarsi dai rapporti diplomatici con gli Stati Uniti.

Poi, insomma, è tutto meno drastico.
E il secondo esempio riguarda il prezzo del petrolio, perché far immaginare aumenti spaventosi serve a seminare dubbi e paura, ma si trascura di dire che i sistemi produttivi e le famiglie hanno la capacità di reagire agli choc e riorganizzarsi, mentre l’industria petrolifera russa andrebbe completamente e definitivamente a terra.
Secondo il Financial Times, con sforzi e sacrifici, si può interrompere il flusso di petrolio dalla Russia e comunque la dipendenza è reciproca. La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock dice che, se potesse, fermerebbe subito l’importazione di petrolio dalla Russia. È un’affermazione comunque forte, anche se constata l’impossibilità immediata

Fatto #3
L’acqua sprecata nelle infrastrutture idriche nazionali, tutte pubbliche, ricordiamolo.
Oggi in pillole
Meglio lasciar parlare chi è direttamente travolto dai fatti e fare in modo che la propria popolarità diventi uno strumento per diffondere la loro voce. È stata la scelta, saggia, di David Beckham
Massimo Giletti, che non è Beckham, invece, la fa più complicata e va lui a Odessa a fare l’ucraino. Ma la realtà, quando è così forte, supera anche la predisposizione allo sceneggiato in forma di talk e si impone da sé, Giletti o non Giletti
Boris Romantschenko è sopravvissuto a quattro campi di concentramento nazisti tedeschi: Buchenwald, Peenemünde, Dora e Bergen Belsen. Ora è stato ucciso da un proiettile che ha colpito la sua casa a Kharkiv, in Ucraina. Aveva 96 anni.
Un piccolo ripasso sul prezzo dei carburanti è sempre utile
E gli effetti su prezzi e disponibilità di prodotti agricoli, non sono quelli immediati, frutto solo di micro-manovre speculative, a contare, ma sono quelli che deriveranno dalla mancanza del raccolto in ampie zone dell’Ucraina e della Russia perché non si stanno curando i campi
La super barca che o è di Putin o è di nessuno (senza padrone/armatore sarebbe una specie di vascello fantasma, a disposizione del primo che ne rivendica la proprietà).
Esagerati, non compratelo, neanche se foste i proprietari misteriosi dello yacht di cui sopra.
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« Risposta #5 inserito:: Aprile 21, 2022, 03:01:27 pm »


 
Domenica il secondo turno delle elezioni presidenziali sarà un referendum tra due visioni della Francia, dell'Europa, del mondo, dell'economia e della civilizzazione, dopo il dibattito televisivo di ieri tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Non c'è stato un chiaro vincitore nelle due ore e quarantasei minuti di confronto trasmesso quasi a rete unificate. Macron ha usato la forza dei dati e dei numeri per rispondere a Le Pen, contestando falsità e menzogne e cercando di mostrare le molteplici incoerenze della candidata del Rassemblement National. Le Pen non è caduta nello stesso errore di cinque anni fa, quando aveva mostrato il suo vero volto ai francesi, quello di una leader di estrema destra pronta a uscire dall'Ue e dalla zona euro. Fino all'ultimo, con un appello al “buonsenso” usato da altri populisti in giro per il mondo, ha cercato di dimostrarsi più moderata. Ma il dibattito ha mostrato le profonde divisioni tra i due candidati all'Eliseo. Come ha spiegato Macron nel suo intervento conclusivo: “Questa elezione è un referendum per o contro l'Ue, un referendum sul legame con la Germania, un referendum sulla protezione del clima, un referendum sulla laicità e la fraternità nella Repubblica (...) e dunque un referendum su quello che siamo profondamente, da dove veniamo e quello dovremo fare”. E' un referendum i cui risultati saranno decisivi non solo per la Francia, ma per tutta l'Ue.

La guerra di Vladimir Putin in Ucraina e la politica europea hanno avuto uno spazio relativamente ampio nel faccia a faccia tra Macron e Le Pen. Dopo il potere d'acquisto (su cui Macron si è difeso meglio delle attese, grazie alla forza dei numeri), la politica internazionale è stato il secondo tema del dibattito. E' anche il momento in cui Le Pen è stata messa più in difficoltà. La candidata del Rassemblement National è stata costretta a tirare fuori un suo vecchio tweet del 2014 per cercare di nascondere la sua vicinanza a Putin e dimostrare il suo sostegno all'Ucraina. Ma l'affondo di Macron è stato imparabile. “Lei è stata una dei primi responsabili politici europei dal 2014 a riconoscere il risultato dell'annessione della Crimea”, ha detto il presidente uscente: “Le ricordo che nel diritto internazionale raramente, dalla seconda guerra mondiale, dei territori che sono annessi con la forza”. Macron poi ha chiesto: “Perché lo ha fatto? Lo dico con gravità questa sera, perché per il nostro paese è una cattiva notizia: perché lei è dipendente dal potere russo e dipendente da Putin”. Macron ha ricordato il prestito accordato da una banca russa a Le Pen nel 2015, che non è ancora stato rimborsato.

Lo scontro sul prestito della banca russa ha lasciato in secondo piano le questioni legate alla guerra di Putin. Il dibattito sull'Ue è entrato un po' più nei dettagli. Le Pen ha negato di voler uscire dall'Ue e confermato il suo progetto di voler “far modificare in profondità (l'Ue) per effettivamente far emergere un'alleanza europea delle nazioni”. La sua frase più efficace per l'elettorato euroscettico: “Non c'è sovranità europea, perché non c'è popolo europeo”. Macron ha risposto con un'espressione che ha costretto migliaia di telespettatori a cercare il significato della parola “ripoliner”. “Il suo progetto consiste a uscire dall'Ue. Lei mente sulla merce (che vende). L'Europa è una comproprietà, e non si può decidere da soli di ridipingere (ripoliner, ndr) la facciata”, ha detto Macron.

L'altro momento forte del dibattito ha riguardato la proposta di Le Pen di vietare il velo in pubblico. Macron ha accusato la candidata del Rassemblement National di violare i principi della Costituzione e lo spirito universalista e illuminista della Francia. “Il principio di uguaglianza fa sì che Le Pen vieterà tutti i simboli religiosi nello spazio pubblico, e non semplicemente il velo”, ha detto Macron. “Non ha letto la mia legge”, ha risposto Le Pen. “No, ho letto la Costituzione francese e mi scuserà per questo, ma le leggi che adotterà se eletta dovranno rispettare la Costituzione”, ha ribattuto Macron, accusando Le Pen di voler provocare una "guerra civile".

"Due Francie faccia a faccia", è il titolo della prima pagina di oggi del Figaro: "Il dibattito tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen mette in luce le nuove fratture sociologiche e geografiche che dividono il paese". Più netto il titolo in copertina su Liberation, dove campa una foto di Le Pen: "Non ancora al livello". Secondo Libe, Le Pen è stata "approssimativa su numerosi tempi", mentre Macron si è dimostrato "spesso arrogante". Saranno gli elettori a decidere domenica. I sondaggi dicono che negli ultimi giorni Macron ha allungato il suo vantaggio a circa 10 punti. Ma a differenza del 2017, il grande dibattito di ieri non farà la differenza. Oggi è giovedì e sul Foglio esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano come Macron sta facendo campagna contro l'ok boomer per riconquistare gli elettori giovani che lo hanno disertato al primo turno.


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 21 aprile, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Michel promette il sostegno dell'Ue all'Ucraina fino alla vittoria - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha compiuto una visita a Kyiv per mostrare il sostegno dell'Ue all'Ucraina. “Nel cuore di un'Europa libera e democratica”, ha scritto su Twitter Michel, al suo arrivo nella capitale ucraina. Durante una conferenza stampa con il presidente Volodymyr Zelensky, Michel ha spiegato che l'Ue è determinata “a fare tutto quello che possiamo per sostenere l'Ucraina, perché vogliamo la vittoria dell'Ucraina. Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione”, ha detto il presidente del Consiglio europeo.

Le quattro richieste di Zelensky a Michel - “Abbiamo discusso di sanzioni, armi, adesione all'Ue e soldi. Sono cose di cui abbiamo bisogno e di cui avremo bisogno dopo la nostra vittoria”, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nella conferenza stampa con Michel. “La Russia vuole distruggere il popolo ucraino e il nostro stato. Questo è un genocidio”, ha spiegato Zelensky, chiedendo all'Ue di “aiutare a fermare questa guerra barbara”. La prima richiesta è di “rafforzare al massimo la pressione delle sanzioni” e “fare di tutto di privare la Russia delle possibilità di finanziare questa guerra”. I primi cinque pacchetti “non sono sufficienti per fermare il finanziamento di questa guerra”, ha detto Zelensky: “Chiediamo un embargo completo sull'energia, inclusi petrolio e gas”. Secondo Zelensky, “senza il petrolio, il sesto pacchetto non sarà sufficientemente potente”. Inoltre, “tutte le banche russe devono essere disconnesse da Swift, incluse Sberbank e Gazprombank”. La seconda richiesta sono le armi, ma “non armi qualsiasi: quelle che ci mancano e di cui abbiamo bisogno”, ha detto Zelensky. Il presidente ucraino ha anche chiesto risorse finanziarie per “iniziare la ricostruzione” e pagare “le spese sociali”. Quanto alla richiesta di adesione all'Ue, "è una priorità per il nostro paese e per la forza con cui i nostri cittadini stanno difendendo il nostro territorio dall'occupazione russa”. Sul Foglio il direttore Claudio Cerasa spiega perché è ora di prendere sul serio Zelensky.

Le risposte di Michel alle richieste di Zelensky - Sulle sanzioni Michel ha riconosciuto che quanto fatto finora “non è abbastanza” e ha spiegato di essere convinto che prima o poi saranno presi di mira anche petrolio e gas russi. Ma il presidente del Consiglio europeo ha ribadito la necessità di mantenere l'unità dell'Ue, lasciando intendere che l'embargo sarà più poi che prima. Sul sostegno militare, Michel ha detto di essere pronto a usare la Peace facility dell'Ue per “le necessità per vincere questa guerra”. Sugli aiuti finanziari, Michel ha ricordato di aver “lanciato il Trust fund di solidarietà con l'Ucraina" che potrebbe servire per "pagare le spese sociali che sono necessarie nel breve periodo" e "iniziare il più presto possibile a ricostruire il paese". La risposta sulla richiesta di adesione è stata la più fredda. “Avremo l'opinione della Commissione entro la fine di giugno. E' mia responsabilità decidere quando mettere in agenda del Consiglio europeo”, ha spiegato Michel. Ci sono “sensibilità diverse al tavolo del Consiglio sul tema dell'allargamento”, ma “sento un forte sostegno per accompagnare l'Ucraina per sostenere nella sua volontà di percorso europeo”, ha detto Michel.

Per Michel, non c'è pace senza giustizia - Nella sua visita in Ucraina, Michel è stato a Borodyanka, dove ha potuto ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti all'occupazione russa e constatare i danni dell'offensiva. “A Borodyanka. Come a Bucha e troppe altre città in Ucraina. La storia non dimenticherà i crimini di guerra che sono stati commessi qui. Non può esserci pace senza giustizia”, ha detto Michel. “Queste sono atrocità sono crimini di guerra. Devono essere puniti. Saranno puniti”. Secondo Michel, i russi “devono pagare per quello che hanno fatto”.

Zelensky punta sulle pressioni per convincere la Germania sull'embargo - Nella conferenza stampa con Michel ieri, un giornalista tedesco ha chiesto a Zelensky cosa pensa dell'opposizione del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a un embargo immediato sul petrolio. “La Germania non è ancora pronta”, ha ammesso il presidente ucraino. “Ma sul carbone, l'embargo è stato introdotto, anche se la Germania ha ottenuto di farlo solo tra quattro mesi”. Zelensky conta sulle pressioni degli alleati e dell'opinione pubblica per convincere Scholz sull'embargo. “Sull'embargo del petrolio, con la pressione dei paesi dell'Ue, con il sostegno della Nato e con la pressione degli Usa, anche la Germania si unirà”, ha detto il presidente ucraino. “Ogni leader guarda alla sua società, ai suoi cittadini e ai suoi media. Grazie per le manifestazioni nelle piazze a Berlino e altrove per sostenerci”, ha risposto Zelensky. Ma il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, ha ribadito che un embargo sul petrolio immediato “non è fattibile”. Sul Foglio spieghiamo che il governo Scholz sta diventando una zavorra nella risposta degli occidentali alla guerra di Putin, non solo sull'embargo energetico, ma anche e soprattutto sulle forniture di armi.

Lindner sposa l'autonomia strategica di Macron - A proposito di Germania, il ministro delle Finanze, Christian Lindner, ieri ha espresso un "mea culpa" tedesco per la sua dipendenza dal resto del mondo e un modello economico che non è più sostenibile. "La Germania ha assunto un triplice rischio: siamo diventati troppo dipendenti dall'energia della Russia, dalla sicurezza degli Stati Uniti e dagli affari con la Cina", ha detto Lindner, secondo quanto riporta Focus. "Quello di cui abbiamo bisogno è di un nuovo inizio strategico" con "nuove fonti di energia, tecnologie più pulite, diverse catene di approvvigionamento, prodotti più innovativi e una nuova cultura del sacrificio nella nostra economia di mercato", ha detto Lindner. Il leader della Fdp sembra sposare la tesi dell'autonomia strategica di Emmanuel Macron. Ma, date le resistenze di Olaf Scholz sulla Russia, c'è da chiedersi se il cancelliere ascolterà il suo ministro delle Finanze.

Quanto petrolio ci sarà nel sesto pacchetto di sanzioni? - A proposito dell'embargo, un diplomatico europeo ieri ci ha spiegato che nel sesto pacchetto di sanzioni che la Commissione sta preparando “il petrolio ci sarà”. Ma il grande interrogativo è come, quanto e quando. Una pista che la Commissione potrebbe esplorare è quella di vietare alle compagnie di assicurazione di assicurare le petroliere per evitare che il greggio destinato all'Ue sia rivenduto altrove. Il diplomatico europeo ha ricordato che con l'Iran lo stratagemma aveva funzionato. Francesco Guarascio di Reuters si è fatto raccontare in esclusiva i dettagli di quello che potrebbe esserci dentro il sesto pacchetto di sanzioni: oltre al petrolio, la novità potrebbe essere l'esclusione da Swift di Sberbank e Gazprombank, le due banche che finora erano state risparmiate dalle sanzioni per continuare a pagare le fatture energetiche alla Russia. In un editoriale Il Foglio spiega perché sanzionare il greggio è possibile e farebbe molti danni alla Russia.

Gentiloni boicotta la Russia al G20 - Il commissario Paolo Gentiloni ieri ha lasciato la sala dove si stavano riunendo i ministri delle Finanze e i banchieri del G20, quando ha preso la parola il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov. Anche il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, ha abbandonato la riunione, come i rappresentanti dei Paesi Bassi. Il ministro francese, Bruno Le Maire, che era collegato da Parigi, ha spento la telecamera. La sessione era dedicata ai rischi economici della guerra russa in Ucraina. Nel suo intervento, Gentiloni ha accusato la Russia di aver provocato un impatto “significativo” sull'economia globale. “L'elevata incertezza e i rischi al ribasso per la ripresa sottolineano la necessità di un forte coordinamento nella politica economica. Dobbiamo restare agili e flessibili”, ha detto Gentiloni. Il commissario si è anche detto “preoccupato che l'aumento dei prezzi alimentari causato dalle azioni della Russia possano avere conseguenze politiche e sociali nei paesi più vulnerabili”. Sul Foglio Giulia Pompili spiega che il G20 rischia di sgretolarsi per la guerra russa in Ucraina.

La Bce verso un rialzo dei tassi a luglio? - Il governatore della banca centrale della Lettonia, Martins Kazaks, ha detto a Bloomberg che la Banca centrale europea potrebbe alzare i tassi di interessi già a luglio a causa dei rischi "significativi" dell'inflazione. ""Un aumento dei tassi in luglio è possibile e non ho ragioni per essere in disaccordo con ciò che i mercati prezzano per la seconda metà dell'anno", ha detto Kazaks: "Siamo su un solido percorso di normalizzazione" della politica monetaria. Tradotto: un altro rialzo dei tassi potrebbe arrivare prima della fine del 2022. Secondo Kazaks, un approccio "graduale non significa lento".

La produzione industriale in crescita a febbraio - A febbraio, prima dell'inizio della guerra della Russia contro l'Ucraina, la produzione industriale nella zona euro è cresciuta dello 0,7 per cento rispetto a gennaio, secondo le stime pubblicate ieri da Eurostat. Nell'Ue a 27, la produzione industriale è aumentata dello 0,2 per cento. A livello settoriale, il contributo maggiore alla produzione industriale è arrivato dai prodotti di consumo durevole (+2,7 per cento) e da quelli di consumo non durevole (1,9 per cento). La produzione energetica è invece caduta dell'1,1 per cento. Tra gli stati membri, è l'Italia ad avere registrato l'aumento più consistente (+4,0 per cento).

Da - https://mailchi.mp/ilfoglio/referendum-lepen-macron?e=fbfc868b87




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« Risposta #6 inserito:: Aprile 21, 2022, 06:31:00 pm »

...

«Il sistema finanziario dell'Ue non è del tutto stabile, la fiducia delle persone sta crollando.

E non ha tremato così tanto nemmeno nel memorabile 2008», ha aggiunto Medvedev, che ha consigliato alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di attendere la gratitudine degli europei «per l'iperinflazione, che non può più essere attribuita ai malvagi russi, per la mancanza di prodotti di base nei negozi e per l'afflusso di profughi, che provocherà un'ondata di criminalità violenta peggiore di quella albanese.

Allora gli zii e le zie di Bruxelles dovranno cambiare la loro retorica. Altrimenti, falò puzzolenti fatti di pneumatici bruceranno sulle strade delle città europee ben curate in onore degli eroi del Maidan».

Da Fb del 17 aprile 2022
« Ultima modifica: Aprile 21, 2022, 06:33:47 pm da Admin » Registrato

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« Risposta #7 inserito:: Aprile 26, 2022, 04:51:12 pm »

Sono anni che Russia e Cina si preparano a questi giochi di conquista del mondo occidentale e degli scontenti, in modo scientifico.

L'Inghilterra l'ha capito per tempo e si è messa all'ombra del fratello maggiore USA.
La Germania l'ha capito in ritardo, ma l'ha capito e si prepara al Nuovo Ordine Mondiale, armandosi. 

Se L'Europa, sotto la sua guida, si fortifica al punto di divenire il POLO Europeo nel Nuovo Ordine Mondiale bene!
Se non ci si riesce, devono mettersi comodi loro, come Germania e con gli alleati nordici a loro più affini.
Devono evitare il pericolo della loro "putinizzazione" e avvicinarsi ancora di più al fratellastro USA sarà ovvio. In fondo la Germania è in buoni rapporti con gli americani ormai da tempo.

E Noi?
Io ho una mia idea chiara, ma non ve la scrivo, non voglio spaventarvi.
Però un consiglio ve lo do, fate fare un sondaggio su quanti proPutin abbiamo sul groppone e … nel Governo.

Meno male che la NATO c'è!
Meno male che il nostro Sud è immerso nel Mediterraneo.
Meno male che gli Appennini sono molto adatti a ospitare, nascondendoli, postazioni antimissili.
Al Sud Italia si vive bene e forse anche di più.
Capito mi hai?

ggiannig ciaooo
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« Risposta #8 inserito:: Gennaio 09, 2023, 04:56:40 pm »

Chi lo avrebbe mai detto?
Dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia il 24 di febbraio, i governi dell'Unione europea hanno dimostrato un'unità e una determinazione senza falle per rispondere alla guerra di Vladimir Putin, dando un contributo decisivo per trasformare il 2022 nell'anno della rivincita delle democrazie su autocrazie e populismi. Perché questa è stata la principale novità dell'anno che si è appena concluso: sulla Russia, sul Covid-19 o sulla politica economica, la democrazia liberale non solo è stata resiliente, ma ha mostrato la sua superiorità in termini di competenza ed efficacia. L'Ue ha adottato nove pacchetti di sanzioni contro la Russia e si sta liberando dalla sua dipendenza dal gas russo (sul petrolio ha imposto un embargo). I vaccini m-Rna hanno messo al riparo la popolazione europea dalle conseguenze più nefaste del Covid-19 e dal pericolo di altri lockdown. L'inflazione è a livelli record e la recessione è in agguato, ma la prudenza monetaria e fiscale dovrebbero limitare l'impatto dell'aumento dei prezzi e del calo del pil. Da parte dell'Ue ci possono essere state esitazioni, lentezze, contraddizioni e alcune divisioni. Ma l'obiettivo di proteggere i suoi cittadini è stato ampiamente realizzato, senza drammi o rotture.

I pessimisti, le cassandre e gli uccelli del malaugurio continueranno a predire il disfacimento imminente dell'Ue o della zona euro. Eppure il contrasto in termini di risultati tra democrazie da un lato e autocrazie e populisti dall'altro è evidente nel 2022 che si è appena concluso. Putin ha totalmente sbagliato i suoi calcoli lanciando l'invasione dell'Ucraina e usando l'arma del gas per dividere e piegare gli europei. L'Ue non solo è rimasta unita e ha garantito un inverno al sicuro sul gas, ma ha rafforzato la sua alleanza con gli Stati Uniti. Svezia e Finlandia hanno abbandonato la loro neutralità per chiedere l'ingresso nella Nato. Altri paesi neutrali, come Irlanda e Austria, non hanno opposto obiezioni agli aiuti militari dell'Ue (attraverso la Peace facility) all'Ucraina. L'Ue ha adottato la decisione storica di concedere all'Ucraina (e alla Moldavia) lo status di paese candidato. Per contenere le mire russe (e cinesi) nel suo vicinato, l'Ue ha anche rilanciato il processo di allargamento ai Balcani occidentali, aprendo formalmente i negoziati con Albania e Macedonia del nord e concedendo lo status di candidato alla Bosnia-Erzegovina.

Nel frattempo, il presidente cinese, Xi Jinping, ha combinato un guaio planetario abbandonando all'improvviso la politica “zero Covid” senza una strategia per passare alla convivenza con il virus. L'uomo forte della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha piombato il suo paese in una grave crisi economica e inflazionistica che rischia di compromettere la sua rielezione alla presidenza. Nel Regno Unito Boris Johnson e Liz Truss sono stati costretti alle dimissioni per il loro populismo politico ed economico. In Brasile Jair Bolsonaro ha seguito l'esempio di Donald Trump uscendo sconfitto alle presidenziali di fronte al candidato dell'establishment, l'ex presidente Lula. Il successo di Joe Biden alle elezioni di mid-term, che ha permesso al Partito democratico di mantenere la maggioranza al Senato, conferma il declino del trumpismo anche negli Stati Uniti.
 
Questo 2023 sarà l'anno in cui le democrazie dovranno confermare la loro rivincita. Autocrati e populisti non sono scomparsi. Putin continua a scommettere sulla guerra lunga per piegare la volontà non solo degli ucraini, ma anche degli europei. A differenza del 2022, quest'anno ci sarà meno gas russo (forse zero gas russo) per riempire gli stoccaggi. La riapertura della Cina potrebbe spingere ulteriormente verso l'alto i prezzi globali dell'energia. L'amicizia senza limiti tra Xi e Putin rappresenta una sfida esistenziale per l'ordine globale fondato sulle regole difeso dalle democrazie liberali. Il rafforzamento del legame transatlantico seguito all'elezione di Biden e alla guerra contro l'Ucraina rischia di sfaldarsi di fronte alle tentazioni protezionistiche degli americani (con l'Inflation reduction act) o dell'Ue (con i progetti di sovranità europea). Servirà perseveranza e determinazione all'Ue e ai suoi leader per non cadere nuovamente nelle loro tradizionali divisioni.
 
Dentro l'Ue i populisti rimangono forti. Nel 2022 Viktor Orbán ha vinto le elezioni per la quarta volta consecutiva in Ungheria. In Italia Giorgia Meloni è il primo premier post-fascista a salire al potere nell'Ue. In Francia Marine Le Pen si è avvicinata come mai prima d'ora alla vittoria al ballottaggio delle presidenziali. Ma l'Ue ha dimostrato di avere anticorpi efficaci. Il premier ungherese è stato costretto a fare importanti concessioni all'Ue sullo stato di diritto per beneficiare dei fondi della coesione e di quelli del Recovery fund. Meloni ha dovuto fare marcia indietro su alcuni provvedimenti della sua prima legge di bilancio, dopo le obiezioni sollevate dalla Commissione. Le Pen può avere ottenuto un risultato senza precedenti, ma il presidente rimane Emmanuel Macron. Le scadenze elettorali di questo 2023 fanno venire i brividi: marzo in Estonia, aprile in Finlandia, luglio in Grecia, ottobre in Polonia, dicembre in Spagna. Che si chiamino Ekkre, Veri Finlandesi, Syriza, PiS o Vox, i populisti sono sempre in agguato. Il test ultimo per le democrazie è quello delle elezioni: saranno i cittadini a decidere le sorti della rivincita democratica. Ed è giusto così.


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 2 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Durante il weekend

Zelensky promette la vittoria nel 2023 - Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha promesso di fare del 2023 l'anno della vittoria sulla Russia e del ritorno alla normalità per l'Ucraina in uno straordinario discorso di capodanno, pochi minuti prima che Kyiv fosse oggetto dell'ennesimo attacco di droni russi. I 17 minuti del discorso di Zelensky sono il miglior modo per iniziare questo nuovo anno. Ecco un passaggio: "Facciamo in modo che questo anno sia l'anno del ritorno. Il ritorno del nostro popolo. Dei soldati alle loro famiglie. Dei prigionieri alle loro case. Degli immigrati nella loro Ucraina. Il ritorno delle nostre terre" e "il ritorno alla vita normale, ai momenti felici senza coprifuoco, alla gioia senza allarmi aerei, il ritorno di ciò che ci è stato rubato, l'infanzia dei nostri bambini, la vecchiaia pacifica dei nostri genitori, in modo che i nipoti possano visitare i loro nonni durante le vacanze e mangiare cocomeri a Kherson e ciliege a Melitopol".
 
Metsola rinuncia a nominare il cognato capogabinetto - Da ieri il Parlamento europeo ha un nuovo segretario generale. Alessandro Chiocchetti ha preso il posto di Klaus Welle alla testa dell'amministrazione del Parlamento, dopo una procedura di nomina che ha sollevato numerose polemiche per la promozione lampo dell'italiano. Ma c'è un'altra nomina che avrebbe potuto fare molto discutere. Come abbiamo svelato sul Foglio, la presidente Roberta Metsola aveva scelto suo cognato, il maltese Matthew Tabone, come nuovo capogabinetto al posto di Chiocchetti. La motivazione non era molto convincente: Metsola voleva una persona di fiducia per portare a buon fine le riforme del Parlamento europeo dopo il Qatar gate. “La presidente ha ritenuto necessario nominare un sostituto internamente e rapidamente, con il minor numero di attriti all'interno della sua squadra e dell'istituzione, al fine di aiutare a portare avanti le riforme urgenti”, ci aveva spiegato il portavoce di Metsola. Il nostro piccolo scoop ha fatto saltare i piani di Metsola. Dopo le rivelazioni del Foglio, Metsola ha fatto marcia indietro e scelto la spagnola Leticia Zuleta de Reales Ansaldo come suo nuovo capogabinetto.
 
Quando un cognato non è un parente stretto - La nomina di Tabone “è in linea sia con lo spirito sia con la lettera delle regole”, ci aveva assicurato il portavoce di Metsola: "Questo è un incarico di fiducia" e "spetta solo alla presidente nominare qualcuno di cui abbia fiducia". Eppure la scelta di un cognato a capo-gabinetto del presidente del Parlamento europeo sollevava diversi interrogativi di prassi e opportunità, se non di carattere legale. Contrariamente ai precedenti capigabinetto, Tabone non è un funzionario interno all'amministrazione del Parlamento o della Commissione. La sua carriera è in gran parte legata a Metsola, di cui è stato assistente parlamentare sin dal 2013. Dal 2009 i deputati non possono assumere come assistenti dei “parenti stretti”. Il matrimonio con la sorella di Metsola, Lisa Tedesco Triccas, risale al 5 settembre del 2015, dopo l'inizio della collaborazione con l'attuale presidente del Parlamento europeo. Tecnicamente Tabone è considerato un “affine” e non un parente di primo grado di Metsola. “La presidente crede fermamente che alle persone dovrebbe essere permesso di amare chi desiderano amare”, ci aveva detto il suo portavoce. In ogni caso, Metsola “non ritiene opportuno o legale chiedere (a Tabone) di divorziare per assumere” il nuovo incarico. Le polemiche e le critiche, pubbliche e private, provocate dalle rivelazioni del Foglio hanno convinto Metsola che i suoi argomenti erano un po' deboli.
 
Il primo passo falso di Metsola da quando è presidente - Forse Metsola sperava che la scelta del cognato come capogabinetto passasse inosservata grazie alle vacanze di Natale e Capodanno. In ogni caso, l'episodio rappresenta il primo vero passo falso dal suo arrivo sullo scranno del Parlamento europeo poco meno di un anno fa. Noi abbiamo chiesto un commento a Alberto Alemanno, professore dell'Hec di Parigi, che da anni si batte per la trasparenza e l'etica nelle istituzioni dell'Ue con la sua organizzazione The Good Lobby. “Salutata come la rappresentante di un nuovo modo di fare politica in Europa - giovane, transnazionale e aperta al dialogo - Metsola rischia di passare alla storia come un politico vecchia scuola, che usa il potere per premiare i fedeli in barba a ogni forma di controllo democratico”, ci ha detto Alemanno: “Dopo la procedura farlocca per nominare Ciocchetti nuovo segretario generale, ora sarà suo cognato che lo rimpiazzerà in qualità di capogabinetto della medesima. E lo fa nel momento meno propizio per l’Europa, quando il Parlamento europeo e tutta l’unione sono sotto osservazione a seguito del Qatargate. Alla fine, tutto il mondo - anche l’europeo - è paese”, ci ha detto Alemanno.

Le quattro priorità della presidenza svedese - Dalla mezzanotte del primo gennaio, la Svezia ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue. A Bruxelles c'è un certo timore per l'attitudine poco europeista del nuovo governo a Stoccolma. Anche se l'estrema destra euroscettica dei Democratici svedesi non ha ministri, la sua influenza è forte sul nuovo esecutivo. Il primo ministro conservatore, Ulf Kristersson, non ha la fama di un euro-entusiasta. Il suo Partito dei moderati è molto più euroscettico di quello di Fredrik Reinfeldt, il suo lontano predecessore come premier conservatore e presidente di turno del Consiglio dell'Ue. La presidenza svedese intende concentrarsi su quattro priorità: sicurezza, competitività, transizione verde ed energetica, e valori democratici e stato di diritto.

La Croazia è entrata nell'euro e in Schengen - Alla mezzanotte del primo gennaio, la Croazia è diventata il ventesimo membro della zona euro, confermando il potere di attrazione della moneta unica tra i paesi dell'Ue. L'abbandono della kuna dovrebbe portare enormi benefici a un paese di quattro milioni di abitanti la cui economia dipende dal turismo, dal commercio esterno e dagli investimenti stranieri diretti. Eppure tra la popolazione croata c'è chi teme un aumento ulteriore di un'inflazione già alle stelle. Sul piano politico, la Croazia rappresenta comunque una storia di successo: l'ingresso nell'euro e nell'area Schengen completano il processo di integrazione di un paese che meno di 30 anni fa era ancora in guerra. In autunno la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, aveva spiegato che l'entrata della Croazia costituisce anche “un voto di fiducia per l'area euro”. "L'euro è una delle nostre migliori conquiste collettive. Ed è, ovviamente, molto più di una valuta. È un segno di unità, oltre i confini e oltre le lingue", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il prossimo candidato è la Bulgaria.


La scorsa settimana

Ritorno alla cacofonia sulle frontiere chiuse alla Cina per il Covid - E' stato come fare un balzo indietro di tre anni: la Commissione giovedì 29 dicembre ha convocato una riunione d'emergenza del Comitato di sicurezza sanitaria dell'Ue per discutere della risposta all'esplosione della pandemia in Cina, dopo che gli stati membri hanno iniziato ad andare in ordine sparso sui controlli sui voli in ingresso. L'Italia ha imposto tamponi obbligatori negli aeroporti per gli arrivi dalla Cina. Francia e Spagna hanno fatto la stessa scelta negli ultimi giorni. La Germania, per contro, ha detto di non ritenere necessario imporre restrizioni sui voli in ingresso. L'Austria ha salutato positivamente l'arrivo di migliaia di cinesi che rappresentano la fetta più importante del suo turismo dall'Asia. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), imporre sistematicamente il tampone ai viaggiatori attualmente è una misura "non giustificata". La riunione del Comitato di sicurezza sanitaria per adottare misure “coordinate” non sembra aver portato a risultati. “Dobbiamo agire insieme”, ha detto la Commissione, salvo aggiungere: “Continueremo le nostre discussioni”. Tradotto: non c'è un accordo sulle restrizioni agli ingressi dalla Cina. La presidenza svedese dell'Ue ha convocato per il 4 gennaio una nuova riunione degli stati membri  per cercare di arrivare a un approccio coordinato. "la Svezia sta cercando una politica comune per l'intera Ue quando si tratta dell'introduzione di possibili restrizioni all'ingresso", ha detto il governo svedese in un comunicato.

L'Ue di nuovo di fronte al problema Serbia - Serbia e Kosovo si sono trovati nuovamente sull'orlo di una guerra la scorsa settimana, dopo che Belgrado aveva messo il suo esercito in stato di massima allerta da combattimento. Martedì il presidente serbo, Aleksandar Vučić, aveva accusato il Kosovo di prepararsi ad attaccare i serbi nel nord e, ricorrendo alla retorica putiniana, promesso di "proteggere il nostro popolo". Le pressioni di Unione europea e Stati Uniti, nonché alcune concessioni del premier kosovaro, Albin Kurti, hanno permesso di calmare un po' la situazione. “La diplomazia ha prevalso nella riduzione delle tensioni nel nord del Kosovo. La violenza non può mai essere una soluzione”, ha detto l'Alto rappresentante, Josep Borrell, parlando di “leadership responsabile” del presidente Vučić e del primo ministro Kurti. Ma, se gli ultimi mesi insegnano qualcosa, è che la calma sarà di breve durata. In un editoriale Il Foglio spiega che l'Ue ha un problema Serbia: che sia sulle sanzioni alla Russia o la pace con il Kosovo, prima o poi gli europei dovranno mettere Vučić di fronte a una scelta sul futuro europeo o putiniano del suo paese.

Exxon fa causa all'Ue per la tassa sugli extra profitti - ExxonMobil ha annunciato un ricorso davanti al Tribunale dell'Unione europea contro la tassa sugli extra profitti delle società di idrocarburi adottata dagli stati membri per far fronte alla crisi del prezzo dell'energia. Secondo il colosso petrolifero, il Consiglio - l'istituzione in cui sono rappresentati i governi dei ventisette - non aveva l'autorità legale per imporre una nuova tassa usando i poteri emergenziali previsti dal trattato. La Commissione ha scelto come base giuridica l'articolo 122, che prevede la possibilità di adottare, “in uno spirito di solidarietà tra stati membri, le misure adeguate alla situazione economica, qualora sorgano gravi difficoltà nell'approvvigionamento di determinati prodotti, in particolare nel settore dell'energia". Ma il settore fiscale è regolato da un altro articolo del trattato, il 113, che impone deliberazioni all'unanimità previa consultazione del Parlamento europeo. La Commissione di Ursula von der Leyen ha scelto di chiamarla “prelievo di solidarietà”, dando un carattere molto politico alla tassa: con i prezzi di petrolio e gas alle stelle i colossi degli idrocarburi fanno enormi profitti e devono dare il loro contributo. In un editoriale Il Foglio spiega che ci sarebbero state buone ragioni economiche e geopolitiche per essere prudenti su una tassa che è al limite del populismo.


Il calendario

Martedì 3 gennaio
•   Commissione: discorso della commissaria Simson alla Tallinn University of Technology
•   Eurostat: dati sui soggiorni di breve periodo offerti dalle piattaforme dell'economia collaborativa nel secondo trimestre del 2022
Giovedì 5 gennaio
•   Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
•   Eurostat: prezzi della produzione industriale a novembre 2022; prezzi dei servizi nel terzo trimestre del 2022; permessi di costruzioni nel terzo trimestre del 2022; turnover industriale a ottobre 2022; dati sul commercio di sci e snowboard nel 2021
Venerdì 6 gennaio
•   Commissione: la commissaria Simson partecipa a un seminario sull'energia organizzato dal ministero degli Esteri dell'Estonia
•   Eurostat: stima flash dell'inflazione a dicembre 2022; dati sul commercio al dettaglio a novembre 2022; produzione dei servizi a ottobre 2022
Domenica 8 gennaio
•   Commissione: discorso della commissaria Johansson alla Security Conference 2023 di Sälen in Svezia

Da - https://mailchi.mp/ilfoglio/anno-conferma-democrazie?e=fbfc868b87










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« Risposta #9 inserito:: Gennaio 22, 2023, 12:17:37 pm »

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
   
sab 21 gen, 10:00 (1 giorno fa)
   
a me

https://www.ilmessaggero.it/mondo/putin_appannato_dove_si_trova_cosa_sappiamo_tricarico_cosa_dice-7178559.html
 
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