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Autore Discussione: IL MISTERO MISTERIOSO DELLE ADESIONE ALLA NATO DEL 1999  (Letto 3548 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Marzo 16, 2022, 11:57:09 pm »

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Veronica Liga
Sono un angelo. Caduto. Sulla testa. Quella mia, e non solo quella mia.
Meta © 2022

Post
Cav. Carmine Forcella è con Veronica Liga.
Discorsetto ""toccante"" postato dalla mia amica Veronica Liga che spero non se la prenda se lo risposto.
Lei lo ha tradotto dal russo:
SEMBRA FATTO IERI!

“Avete testimoniato tutti per quanto tempo ho rimandato questo passo, tanto amaro e difficile per me. Il nostro popolo non ha mai nutrito sentimenti ostili nei confronti degli altri popoli, specialmente quegli alleati. Tuttavia, per più di due decenni, le loro autorità hanno cercato di appiccare un incendio non solo ai nostri confini ma in tutta Europa. Non siamo stati noi a cercare di trasferire altrove la nostra visione del mondo: loro hanno costantemente cercato di imporre il loro dominio sul nostro e sugli altri popoli europei, e lo hanno fatto non solo in senso morale, ma anche e soprattutto nel senso di potenza militare.
Tuttavia, le attività del loro regime seminavano solo caos, disastri e carestie. In contrasto con questo, ho cercato per due decenni, con un minimo di intervento esterno e senza alcuna interruzione della produzione industriale nostrana, di costruire un ordine sociale che non solo eliminerebbe la disoccupazione, ma fornisse anche i profitti di lavoro in misura crescente ai lavoratori.
Ora, finalmente, è giunta l'ora in cui diventa necessario opporsi a questo conglomerato di guerrafondai e di potenze ebraiche.
Compito di questo fronte, dunque, non è più la difesa dei singoli Paesi, ma la sicurezza dell'Europa, e con ciò la salvezza di tutti.
Pertanto, ora ho deciso di rimettere il destino e il futuro della Germania e del nostro popolo nelle mani dei nostri soldati.
Che Dio ci aiuti in questa lotta!"

Dal discorso di Hitler dopo l'attacco all'URSS il 22 giugno del 1941.

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Qui di seguito la traduzione del video messaggio notturno che ha dato il via alle operazioni russe in Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022. Putin si rivolge sia ai cittadini russi che a quelli ucraini. Il video e il testo del discorso sono stati pubblicati sul sito del Cremlino.

Cari cittadini russi! Cari amici!
Oggi, ritengo ancora una volta necessario tornare sui tragici eventi accaduti nel Donbass e sulle questioni chiave per garantire la sicurezza della Russia.
Vorrei iniziare con quanto ho detto nel mio discorso del 21 febbraio di quest’anno. Stiamo parlando di ciò che ci provoca particolare preoccupazione e ansia, di quelle minacce fondamentali che anno dopo anno, passo dopo passo, vengono create in modo rude e senza tante cerimonie da politici irresponsabili in Occidente nei confronti del nostro Paese. Intendo l’espansione del blocco NATO ad est, che sta avvicinando le sue infrastrutture militari ai confini russi.
Vorrei iniziare con quanto ho detto nel mio discorso del 21 febbraio di quest’anno. Stiamo parlando di ciò che ci provoca particolare preoccupazione e ansia, di quelle minacce fondamentali che anno dopo anno, passo dopo passo, vengono create in modo rude e senza tante cerimonie da politici irresponsabili in Occidente nei confronti del nostro Paese. Intendo l’espansione del blocco NATO ad est, che sta avvicinando le sue infrastrutture militari ai confini russi.
È noto che per 30 anni abbiamo cercato con insistenza e pazienza di raggiungere un accordo con i principali paesi della NATO sui principi di una sicurezza uguale e indivisibile in Europa. In risposta alle nostre proposte, ci siamo trovati costantemente di fronte ora a cinici inganni e menzogne, ora a tentativi di pressioni e ricatti, mentre l’Alleanza del Nord Atlantico, nel frattempo, nonostante tutte le nostre proteste e preoccupazioni, è in costante espansione. La macchina militare si muove e, ripeto, si avvicina ai nostri confini.
Perché sta succedendo tutto questo? Da dove viene questo modo sfacciato di parlare dalla posizione della propria esclusività, infallibilità e permissività? Da dove viene l’atteggiamento sprezzante nei confronti dei nostri interessi e delle nostre esigenze assolutamente legittime?
La risposta è chiara, tutto è chiaro ed ovvio. L’Unione Sovietica alla fine degli anni ’80 del secolo scorso si è indebolita e poi è completamente crollata. L’intero corso degli eventi che hanno avuto luogo allora è una buona lezione anche per noi oggi: ha mostrato in modo convincente che la paralisi del potere e della volontà è il primo passo verso il completo degrado e l’oblio. Non appena abbiamo perso la fiducia in noi stessi per qualche tempo, l’equilibrio di potere nel mondo si è rivelato disturbato.
Ciò ha portato al fatto che i precedenti trattati e accordi non sono più in vigore. La persuasione e le richieste non aiutano. Tutto ciò che non si addice all’egemone, al potere, viene dichiarato arcaico, obsoleto, non necessario. E viceversa: tutto ciò che sembra loro vantaggioso è presentato come la verità ultima, spinta a tutti i costi, rozzamente, con tutti i mezzi. I dissidenti sono messi in ginocchio.
Ciò di cui parlo ora non riguarda solo la Russia e non solo noi. Questo vale per l’intero sistema delle relazioni internazionali, e talvolta anche per gli stessi alleati degli Stati Uniti.
Certo, nella vita pratica, nelle relazioni internazionali, nelle regole per la loro regolamentazione, bisognava tener conto dei mutamenti della situazione mondiale e degli stessi equilibri di potere. Tuttavia, ciò avrebbe dovuto essere fatto in modo professionale, fluido, paziente, tenendo conto e rispettando gli interessi di tutti i paesi e comprendendo la nostra responsabilità. Invece no: (si è visto) uno stato di euforia da assoluta superiorità, una sorta di moderna forma di assolutismo, e anche sullo sfondo di un basso livello di cultura generale e arroganza, di coloro che hanno preparato, adottato e spinto decisioni vantaggiose solo per loro stessi. La situazione ha quindi iniziato a svilupparsi secondo uno scenario diverso.
Non bisogna cercare lontano per trovare degli esempi. In primo luogo, senza alcuna sanzione da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU, hanno condotto una sanguinosa operazione militare contro Belgrado, utilizzando aerei e missili proprio nel centro dell’Europa.
Diverse settimane di continui bombardamenti di città civili, su infrastrutture di supporto vitale. Dobbiamo ricordare questi fatti, anche se ad alcuni colleghi occidentali non piace ricordare quegli eventi e quando ne parliamo preferiscono indicare non le norme del diritto internazionale, ma le circostanze che interpretano come meglio credono.
Poi è stata la volta dell’Iraq, della Libia, della Siria. L’uso illegittimo della forza militare contro la Libia, la perversione di tutte le decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla questione libica hanno portato alla completa distruzione dello Stato, all’emergere di un enorme focolaio di terrorismo internazionale, al fatto che il Paese è precipitato in una catastrofe umanitaria che non si ferma da molti anni la guerra civile. La tragedia, che ha condannato centinaia di migliaia, milioni di persone non solo in Libia, ma in tutta questa regione, ha dato luogo a un massiccio esodo migratorio dal Nord Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa.
Un destino simile era stato preparato per la Siria. I combattimenti della coalizione occidentale sul territorio di questo Paese senza il consenso del governo siriano e senza la sanzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu non sono stati altro che una aggressione.
Tuttavia, un posto speciale in questa serie è occupato, ovviamente, dall’invasione dell’Iraq, anche quella senza alcun fondamento giuridico. Come pretesto, hanno scelto informazioni affidabili presumibilmente disponibili per gli Stati Uniti sulla presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. A riprova di ciò, pubblicamente, davanti al mondo intero, il Segretario di Stato americano agitò una specie di provetta con polvere bianca, assicurando a tutti che fosse l’arma chimica sviluppata in Iraq. E poi si è scoperto che tutto questo era una bufala, un bluff: non c’erano armi chimiche in Iraq. Incredibile, sorprendente, ma il fatto resta. C’erano bugie al più alto livello statale e alle Nazioni Unite. E di conseguenza: enormi perdite, distruzione, un’incredibile ondata di terrorismo.
In generale si ha l’impressione che praticamente ovunque, in molte regioni del mondo, dove l’Occidente viene a stabilire il proprio ordine, il risultato siano ferite sanguinanti e non rimarginate, ulcere del terrorismo internazionale e dell’estremismo. Tutto ciò che ho detto è il più eclatante, ma non l’unico esempio di disprezzo del diritto internazionale.
Ci avevano promesso di non espandere la NATO di un pollice a est. Ripeto: mi hanno ingannato. Sì, si sente spesso dire che la politica è un affare sporco. Forse, ma non nella stessa misura, non nella stessa misura. Dopotutto, tale comportamento imbroglione contraddice non solo i principi delle relazioni internazionali, ma soprattutto le norme morali generalmente riconosciute. Dov’è la giustizia e la verità qui? Solo un mucchio di bugie e ipocrisie.
A proposito, politici, scienziati politici e giornalisti americani stessi scrivono e parlano del fatto che negli ultimi anni negli Stati Uniti si è creato un vero e proprio “impero delle bugie”. È difficile non essere d’accordo, è vero. Ma gli Stati Uniti sono ancora un grande Paese, una potenza che fa sistema. Tutti i suoi satelliti non solo danno rassegnato e doveroso assenso, cantano insieme a lei per qualsiasi motivo, ma copiano anche il suo comportamento, accettano con entusiasmo le regole che propone. Pertanto, a ragione, possiamo affermare con sicurezza che l’intero cosiddetto blocco occidentale, formato dagli Stati Uniti a propria immagine e somiglianza, è tutto il vero “impero della menzogna”.
Quanto al nostro Paese, dopo il crollo dell’URSS, con tutta l’apertura senza precedenti della nuova Russia moderna, la disponibilità a lavorare onestamente con gli Stati Uniti e gli altri partner occidentali, e nelle condizioni di un disarmo praticamente unilaterale, hanno subito cercato di metterci alle strette, finirci e distruggerci completamente. Questo è esattamente ciò che è successo negli anni ’90, all’inizio degli anni 2000, quando il cosiddetto Occidente ha sostenuto più attivamente il separatismo e le bande mercenarie nella Russia meridionale. Quali sacrifici, quali perdite ci costò tutto questo allora, quali prove abbiamo dovuto affrontare prima di spezzare finalmente la schiena al terrorismo internazionale nel Caucaso. Lo ricordiamo e non lo dimenticheremo mai.
Sì, infatti, fino a poco tempo fa, non si sono fermati i tentativi di distruggere i nostri valori tradizionali e di imporci i loro pseudo-valori che corroderebbero noi, la nostra gente dall’interno, quegli atteggiamenti che stanno già piantando in modo aggressivo nei loro paesi e che portano direttamente al degrado e alla degenerazione, perché contraddicono la natura stessa dell’uomo. Non succederà, nessuno l’ha mai fatto. Non funzionerà neanche adesso.
Nonostante tutto, nel dicembre 2021, abbiamo comunque tentato ancora una volta di concordare con gli Stati Uniti e i suoi alleati dei principi per garantire la sicurezza in Europa e sulla non espansione della NATO. Tutto è stato vano. La posizione degli Stati Uniti non cambia. Non ritengono necessario negoziare con la Russia su questa questione fondamentale per noi, perseguendo i propri obiettivi, trascurando i nostri interessi.
E ovviamente, in questa situazione, abbiamo una domanda: cosa fare dopo, cosa aspettarsi? Sappiamo bene dalla storia come negli anni Quaranta l’Unione Sovietica abbia cercato in tutti i modi di prevenire o almeno ritardare lo scoppio della guerra. A tal fine, tra l’altro, ha cercato letteralmente fino all’ultimo di non provocare un potenziale aggressore, non ha compiuto o rimandato le azioni più necessarie e ovvie per prepararsi a respingere un inevitabile attacco. E quei passi che furono fatti alla fine si rivelarono catastroficamente ritardatari.
Di conseguenza, il paese non era pronto ad affrontare pienamente l’invasione della Germania nazista, che attaccò la nostra Patria il 22 giugno 1941 senza dichiarare guerra. Il nemico fu fermato e poi schiacciato, ma a un costo colossale. Un tentativo di placare l’aggressore alla vigilia della Grande Guerra Patriottica si è rivelato un errore che è costato caro al nostro popolo. Nei primissimi mesi di ostilità abbiamo perso territori enormi e strategicamente importanti e milioni di persone. La seconda volta che non permetteremo un errore del genere, non abbiamo alcun diritto.
Coloro che rivendicano il dominio del mondo, pubblicamente, impunemente e, sottolineo, senza alcun motivo, dichiarano noi, la Russia, il loro nemico. Infatti, oggi hanno grandi capacità finanziarie, scientifiche, tecnologiche e militari. Ne siamo consapevoli e valutiamo oggettivamente le minacce che ci vengono costantemente rivolte in ambito economico, nonché la nostra capacità di resistere a questo ricatto sfacciato e permanente. Ripeto, li valutiamo senza illusioni, in modo estremamente realistico.
Per quanto riguarda la sfera militare, la Russia moderna, anche dopo il crollo dell’URSS e la perdita di una parte significativa del suo potenziale, è oggi una delle più importanti potenze nucleari del mondo e, inoltre, presenta alcuni vantaggi in una serie di ultimi tipi di armi. A questo proposito, nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto al nostro Paese porterà alla sconfitta e alle terribili conseguenze per qualsiasi potenziale aggressore.
Allo stesso tempo, le tecnologie, comprese le tecnologie di difesa, stanno cambiando rapidamente. La leadership in quest’area sta passando e continuerà a passare di mano, ma lo sviluppo militare dei territori adiacenti ai nostri confini, se lo consentiamo, durerà per decenni a venire, e forse per sempre, e creerà un quadro sempre crescente di minaccia inaccettabile per la Russia.
Anche ora, mentre la NATO si espande ad est, la situazione per il nostro Paese sta peggiorando e diventando ogni anno più pericolosa. Inoltre, in questi giorni, la leadership della NATO ha parlato apertamente della necessità di accelerare, accelerare l’avanzamento delle infrastrutture dell’Alleanza fino ai confini della Russia. In altre parole, stanno rafforzando la loro posizione. Non possiamo più semplicemente continuare a osservare ciò che sta accadendo. Sarebbe assolutamente irresponsabile da parte nostra.

L’ulteriore espansione delle infrastrutture dell’Alleanza del Nord Atlantico, lo sviluppo militare dei territori dell’Ucraina che è iniziato, è per noi inaccettabile. Il punto, ovviamente, non è l’organizzazione NATO in sé, è solo uno strumento della politica estera statunitense. Il problema è che nei territori a noi adiacenti, noterò, nei nostri stessi territori storici, si sta creando un sistema “anti-Russia” a noi ostile, che è stato posto sotto il completo controllo esterno, è intensamente colonizzato dalle forze armate dei paesi della NATO ed è dotato delle armi più moderne.
Per gli Stati Uniti e i suoi alleati, questa è la cosiddetta politica di contenimento della Russia, con evidenti dividendi geopolitici. E per il nostro paese, questa è in definitiva una questione di vita o di morte, una questione del nostro futuro storico come popolo. E questa non è un’esagerazione, è vero. Questa è una vera minaccia non solo per i nostri interessi, ma anche per l’esistenza stessa del nostro Stato, la sua sovranità. Questa è la linea rossa di cui si è parlato molte volte. L’hanno superata.
A questo proposito, e sulla situazione nel Donbass. Vediamo che le forze che hanno compiuto un colpo di stato in Ucraina nel 2014 hanno abbandonato la soluzione pacifica del conflitto. Per otto anni, otto anni infiniti, abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere la situazione con mezzi pacifici e politici. Tutto invano.
Come ho detto nel mio discorso precedente, non si può guardare ciò che sta accadendo lì senza compassione. Era semplicemente impossibile sopportare tutto questo. Era necessario fermare immediatamente questo incubo: il genocidio contro i milioni di persone che vivono lì, che fanno affidamento solo sulla Russia, sperano solo in noi. Sono state queste aspirazioni, sentimenti, dolore delle persone che sono state per noi il motivo principale per prendere la decisione di riconoscere le repubbliche popolari del Donbass.
C’è poi una cosa che penso sia importante sottolineare ulteriormente. I principali paesi della NATO, al fine di raggiungere i propri obiettivi, sostengono in tutto i nazionalisti estremisti e neonazisti in Ucraina, che, a loro volta, non perdoneranno mai i residenti di Crimea e Sebastopoli per la loro libera scelta: la riunificazione con la Russia.
Ovviamente saliranno in Crimea, e proprio come nel Donbass, con una guerra, per uccidere, proprio come le bande dei nazionalisti ucraini, complici di Hitler, uccisero persone indifese durante la Grande Guerra Patriottica. Dichiarano apertamente di rivendicare un certo numero di altri territori russi.
L’intero corso degli eventi e l’analisi delle informazioni in arrivo mostra che lo scontro della Russia con queste forze è inevitabile. È solo questione di tempo: si stanno preparando, aspettano il momento giusto. Ora affermano anche di possedere armi nucleari. Non permetteremo che ciò avvenga.
Come ho detto prima, dopo il crollo dell’URSS, la Russia ha accettato nuove realtà geopolitiche. Rispettiamo e continueremo a trattare con rispetto tutti i paesi di nuova formazione nello spazio post-sovietico. Rispettiamo e continueremo a rispettare la loro sovranità, e un esempio di ciò è l’assistenza che abbiamo fornito al Kazakistan, che ha dovuto affrontare eventi tragici, con una sfida alla sua statualità e integrità. Ma la Russia non può sentirsi al sicuro, svilupparsi, esistere con una minaccia costante proveniente dal territorio dell’Ucraina moderna.
Permettetemi di ricordarvi che nel 2000-2005 abbiamo respinto i terroristi nel Caucaso, abbiamo difeso l’integrità del nostro Stato, salvato la Russia. Nel 2014 abbiamo sostenuto i residenti della Crimea e di Sebastopoli. Nel 2015, le forze armate sono riuscite a creare una barriera affidabile alla penetrazione dei terroristi dalla Siria in Russia. Non avevamo altro modo per proteggerci.
La stessa cosa sta accadendo ora. Semplicemente a te e a me non è stata lasciata alcuna altra opportunità per proteggere la Russia, il nostro popolo, ad eccezione di quella che saremo costretti a sfruttare oggi. Le circostanze richiedono un’azione decisa e immediata. Le repubbliche popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto.
A questo proposito, ai sensi dell’articolo 51 della parte 7 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione russa e in applicazione dei trattati di amicizia e assistenza reciproca ratificati dall’Assemblea federale il 22 febbraio di quest’anno con il Donetsk Repubblica popolare e Repubblica popolare di Luhansk, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale.
Il suo obiettivo è proteggere le persone che sono state oggetto di bullismo e genocidio da parte del regime di Kiev per otto anni. E per questo ci adopereremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, nonché per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa.
Allo stesso tempo, i nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla a nessuno con la forza. Allo stesso tempo, sentiamo che negli ultimi tempi in Occidente ci sono sempre più parole che i documenti firmati dal regime totalitario sovietico, che consolidano i risultati della Seconda guerra mondiale, non dovrebbero più essere eseguiti. Ebbene, qual è la risposta a questo?
I risultati della Seconda guerra mondiale, così come i sacrifici fatti dal nostro popolo sull’altare della vittoria sul nazismo, sono sacri. Ma questo non contraddice gli alti valori dei diritti umani e delle libertà, basati sulle realtà che si sono sviluppate oggi in tutti i decenni del dopoguerra. Inoltre, non annulla il diritto delle nazioni all’autodeterminazione, sancito dall’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite.
Lascia che ti ricordi che né durante la creazione dell’URSS, né dopo la Seconda guerra mondiale, le persone che vivono in determinati territori che fanno parte dell’Ucraina moderna, nessuno si è mai chiesto come vogliono organizzare la propria vita. La nostra politica si basa sulla libertà, la libertà di scelta per ciascuno di determinare autonomamente il proprio futuro e il futuro dei propri figli. E riteniamo importante che questo diritto – il diritto di scelta – possa essere utilizzato da tutti i popoli che vivono sul territorio dell’odierna Ucraina, da chiunque lo desideri.
A questo proposito, mi rivolgo ai cittadini ucraini. Nel 2014, la Russia è stata obbligata a proteggere gli abitanti della Crimea e di Sebastopoli da coloro che tu stesso chiami “nazisti”. I residenti della Crimea e di Sebastopoli hanno scelto di stare con la loro patria storica, con la Russia, e noi lo abbiamo sostenuto. Ripeto, semplicemente non potremmo fare altrimenti.
Gli eventi di oggi non sono collegati al desiderio di violare gli interessi dell’Ucraina e del popolo ucraino. Sono legati alla protezione della stessa Russia da coloro che hanno preso in ostaggio l’Ucraina e stanno cercando di usarla contro il nostro paese e il suo popolo.
Ripeto, le nostre azioni sono autodifesa contro le minacce che si stanno creando per noi e da un disastro ancora più grande di quello che sta accadendo oggi. Per quanto difficile possa essere, vi chiedo di capirlo e di chiedere collaborazione per voltare al più presto questa tragica pagina e andare avanti insieme, per non permettere a nessuno di interferire nei nostri affari, nelle nostre relazioni, ma per costruirli da soli, in modo che crei le condizioni necessarie per superare tutti i problemi e, nonostante la presenza di confini statali, ci rafforzi dall’interno nel suo insieme. Io credo in questo – in questo è il nostro futuro.
Vorrei anche rivolgermi al personale militare delle forze armate ucraine.
Cari compagni! I vostri padri, nonni, bisnonni non hanno combattuto i nazisti, difendendo la nostra Patria comune, affinché i neonazisti di oggi prendessero il potere in Ucraina. Hai giurato fedeltà al popolo ucraino e non alla giunta antipopolare che saccheggia l’Ucraina e deride queste stesse persone.
Non seguire i suoi ordini criminali. Vi esorto a deporre immediatamente le armi e ad andare a casa. Mi spiego meglio: tutti i militari dell’esercito ucraino che soddisfano questo requisito potranno lasciare liberamente la zona di combattimento e tornare dalle loro famiglie.
Ancora una volta, sottolineo con forza: ogni responsabilità per un possibile spargimento di sangue sarà interamente sulla coscienza del regime che regna sul territorio dell’Ucraina.
Ora, alcune parole importanti, molto importanti per coloro che potrebbero essere tentati di intervenire negli eventi in corso. Chiunque tenti di ostacolarci, e ancor di più di creare minacce per il nostro Paese, per il nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e porterà a conseguenze mai sperimentate nella tua storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese. Spero di essere ascoltato.
Cari cittadini russi!
Il benessere, l’esistenza stessa di interi stati e popoli, il loro successo e la loro vitalità hanno sempre origine nel potente apparato radicale della loro cultura e valori, esperienze e tradizioni dei loro antenati e, ovviamente, dipendono direttamente dalla capacità di adattarsi rapidamente a una vita in continuo cambiamento, sulla coesione della società, sulla sua disponibilità a consolidarsi, a raccogliere tutte le forze per andare avanti.
Le forze sono necessarie sempre – sempre, ma la forza può essere di qualità diversa. Al centro della politica dell'”impero della menzogna “, di cui ho parlato all’inizio del discorso, c’è principalmente la forza bruta e schietta. In questi casi, diciamo: “C’è potere, la mente non è necessaria”.
Tu ed io sappiamo che la vera forza è nella giustizia e nella verità, che è dalla nostra parte. E se è così, allora è difficile non essere d’accordo con il fatto che sono la forza e la prontezza a combattere che stanno alla base dell’indipendenza e della sovranità, sono le basi necessarie su cui puoi solo costruire in modo affidabile il tuo futuro, costruire la tua casa, la tua famiglia, la tua patria.
Cari connazionali!
Sono fiducioso che i soldati e gli ufficiali delle forze armate russe devoti al loro paese adempiranno al loro dovere con professionalità e coraggio. Non ho dubbi che tutti i livelli di governo, gli specialisti responsabili della stabilità della nostra economia, del sistema finanziario, della sfera sociale, i capi delle nostre aziende e tutte le imprese russe agiranno in modo coordinato ed efficiente. Conto su una posizione consolidata e patriottica di tutti i partiti parlamentari e delle forze pubbliche.
In definitiva, come è sempre stato nella storia, il destino della Russia è nelle mani affidabili del nostro popolo multinazionale. E questo significa che le decisioni prese saranno attuate, gli obiettivi fissati saranno raggiunti, la sicurezza della nostra Patria sarà garantita in modo affidabile.
Credo nel vostro sostegno, in quella forza invincibile che ci dà il nostro amore per la Patria.

Vladimir Putin, 24 febbraio 2022.
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 19, 2022, 05:57:40 pm »


Un Putin che arriva a minacciare un paese giudicato filorusso da sempre,
che si disegna un Impero di burattini,
che quando vuol conquistare un territorio di uomini ne massacra le popolazioni,
che con un potere enorme si fa mettere in un angolo dal suo mal agire nel mondo e poi si incazza,
è pronto alla pensione ... ma senza lasciare eredi.

Peccato, noi continueremo ad amare la Russia, ... quella dei Russi non rassegnati al buio.

 ciaooo
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« Risposta #2 inserito:: Marzo 31, 2022, 03:46:50 pm »

Funziona così il piano russo di destabilizzazione dell'Europa

DAVID CARRETTA  17 NOV 2016

E’ la “strategia del cavallo di Troia”, dice un’esperta. La risposta (debole) dell’Ue e le ripercussioni sull’Italia

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Bruxelles. George Soros, finanziere e filantropo, ha più volte raccontato di aver dato un piccolo contributo alla caduta della Cortina di ferro finanziando l’acquisto di fotocopiatrici e fax in Ungheria: un modo semplice ed efficace, con la tecnologia degli anni Ottanta del secolo scorso, di dare una mano ai dissidenti a diffondere le idee della liberal-democrazia occidentale. Più di 30 anni e una rivoluzione tecnologica dopo, il presidente russo, Vladimir Putin, potrebbe aver lanciato la più efficace operazione sovversiva contro il campo occidentale dalla fine della Guerra Fredda con l’obiettivo di destabilizzare l’ordine liberale incarnato dall’Europa che è stata riunita anche dalle fotocopiatrici di Soros.
 
Mentre Barack Obama, in visita in Europa, invita il suo successore Donald Trump a contrastare la Russia “quando devia dai nostri valori e dalle norme internazionali”, la consapevolezza di un piano di destabilizzazione russa è sempre più presente. Hacking contro le istituzioni pubbliche e private di alcuni stati membri, pressioni economiche, campagne di disinformazione attraverso media russi e organi di stampa simpatizzanti occidentali, utilizzo di troll sui social media, sostegno politico ma anche finanziario a movimenti e partiti populisti anti-europei: le prove e gli indizi di una grande operazione sovversiva, più o meno clandestina, per influenzare gli esiti elettorali nel Regno Unito, in Austria, in Italia, in Francia, in Germania e altrove si stanno moltiplicando. Perfino i leader che simpatizzano con Putin, come il premier italiano Matteo Renzi o il bulgaro Boyko Borisov, sono presi di mira. Putin proietta la sua influenza in Europa sotto varie forme, ma la strategia è quella del “cavallo di Troia”, dice un rapporto di Alina Polyakova per il think tank Atlantic Council: “La costruzione di una rete di leader politici, partiti e organizzazioni della società civili che legittimino l’obiettivo della Russia di destabilizzare l’unità europea e minare i valori europei”. “Siamo consapevoli della minaccia, ma la competenza principale quando si tratta di elezioni nazionali è degli stati membri”, dice al Foglio un diplomatico comunitario. Il Servizio di azione esterna di Federica Mogherini ha creato un gruppo – East Stratcom Task Force – per rispondere alla propaganda russa con informazioni basate sui fatti. Con poche risorse i risultati della contropropaganda europea sono scarsi: l’account twitter dell’East Stratcom Task Force ha appena 10 mila followers.
 
Nel frattempo, gli amici di Putin macinano vittorie nelle urne: Geert Wilders nel referendum sull’accordo di associazione con l’Ucraina in Olanda, Nigel Farage nel voto sulla Brexit nel Regno Unito, Roumen Radev diventato presidente in Bulgaria o Igor Dodon eletto alla presidenza in Moldova. Ma gli appuntamenti elettorali dei prossimi dodici mesi rischiano di essere molto più destabilizzanti. Il 4 dicembre, oltre al referendum in Italia, si rivota per il secondo turno delle presidenziali in Austria, dove il candidato dell’estrema destra filoPutin, Norbert Hofer, è favorito. A marzo, il leader antieuropeo Geert Wilders potrebbe arrivare in testa alle politiche in Olanda. Il premier francese, Manuel Valls, ieri ha ammesso che la vittoria di Marine Le Pen e del Front national – che nel 2014 hanno ricevuto 9 milioni di prestito dalla First Czech Russian Bank per poi chiedere altri 27 milioni – alle presidenziali è “possibile”. La scorsa settimana la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha detto pubblicamente che “gli attacchi che sono di origine russa” e “le notizie che seminano false informazioni” potrebbero “giocare un ruolo durante la campagna elettorale” in Germania. Il meccanismo lo ha spiegato a Reuters il capo dell’agenzia di intelligence tedesca BfV, Hans-Georg Maassen. La tv RT e l’agenzia Sputnik diffondono una falsa notizia che diventa falsa verità per una parte dell’opinione pubblica. Quest’anno la macchina della propaganda russa ha alimentato il caso di una ragazza russo-tedesca rapita e stuprata da migranti a Berlino per infiammare di nuovo le polemiche della notte di capodanno a Colonia, che hanno rilanciato le sorti del partito antieuropeo e pro russo Alternativa per la Germania. Tutto falso. Ma “potrebbe accadere di nuovo il prossimo anno e siamo allarmati”, ha detto Maassen: “Abbiamo l’impressione che sia parte di una minaccia ibrida che cerca di influenzare l’opinione pubblica e il processo decisionale”. A inizio novembre, il capo del MI5 britannico, Andrew Parker, ha spiegato al Guardian che la Russia è “al lavoro in Europa e nel Regno Unito” e “sta usando tutti i suoi organi e poteri statali per promuovere la sua politica estera in modo sempre più aggressivo, usando propaganda, spionaggio, sovversione e cyber-attacchi”. “L’Italia è un caso molto interessante”, spiega al Foglio Polyakova.
 
L’obiettivo di RT e Sputnik non è tanto influenzare l’opinione pubblica, quanto “lo spazio mediatico” e l’operazione è “molto più efficace” per il “contesto storico” dell’Italia che ha fatto da “ponte” con la Russia. Il terreno è fertile: con RT e Sputnik che diventano fonte primaria di analisi per gran parte dei media, “è molto più efficace avere un’influenza”. Poco importa se, a due mesi da un referendum decisivo per l’Italia e l’Ue, Renzi sia riuscito a impedire nuove sanzioni contro la Russia sulla Siria, bloccando Merkel e Hollande. La gratitudine non è usanza al Cremlino. Ogni occasione è buona per realizzare l’obiettivo: “Vedere la Nato indebolita o completamente smantellata” e “un’Europa separata di nuovo con un ritorno agli stati nazionali” e “mano libera sui paesi che erano parte del blocco dell’est”, dice Polyakova. “I leader europei sono riluttanti ad ammettere che le più antiche democrazie del mondo possano cadere preda dell’influenza straniera”. Ma farebbero meglio a riconoscere “le vulnerabilità dei loro paesi all’influenza russa prima che sia troppo tardi”.

Da - https://www.ilfoglio.it/esteri/2016/11/17/news/unione-europea-russia-trump-influenza-stampa-107092/#success=true
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« Risposta #3 inserito:: Aprile 13, 2022, 11:24:18 pm »

Il GAS Russo non si molla sino a che ce lo mandano!!

Anche l’insistenza dell’Ucraina sulla immediata sospensione del gas russo stimola la fantasia dei più diffidenti tra di noi.

Il grave indebolimento dell'Europa Democratica e Occidentale sarebbe un boccone molto appetitoso e facilmente assoggettabile ad una EURASIA a trazione Russa, con la co-presenza alleata di molti paesi dell'est Europa, Ungheria e Ucraina comprese.

Meno male che la NATO c'è!!!
Meno male che gli Usa ci sono!!
C'è molto da chiarire e migliorare nei rapporti tra alleati occidentali ma,  DOPO aver respinto il TRAPPOLONE degli Stati dell'ex Unione Sovietica e Altri.
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« Risposta #4 inserito:: Giugno 22, 2022, 10:47:12 pm »

Elio Truzzolillo
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IL MISTERO MISTERIOSO DELLE ADESIONE ALLA NATO DEL 1999
Nel 1999 entrarono a far parte della NATO Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca.
Perché lo avrebbero fatto? Qualcuno di voi risponderà che lo hanno fatto per sentirsi più sicure relativamente a future provocazioni militari o politiche imperialiste da parte della Russia. Quel qualcuno sarebbe scusato perché è la spiegazione più ovvia.

Il problema è che voi siete dei poveri ignoranti e non studiate abbastanza. Chi invece ha studiato la materia ed è veramente esperto come il prof. Orsini sa che non può essere così.
Lo studioso, bontà sua, prova anche a prendere in considerazione questa ipotesi (che attribuisce al Corriere della Sera come se fosse un pettegolezzo che girava in redazione che gli stati dell’est temevano la Russia) ma poi la scarta decisamente. Nel suo libro scrive:
“In realtà, quando, nel 1997, Albright avviò il processo di integrazione nella Nato di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, la Russia era in ginocchio e la minaccia del suo imperialismo era inesistente.”

E poi aggiunge:
“L’affermazione, secondo cui quei Paesi entrarono nella Nato per proteggersi dal pericolo di un’invasione da parte della Russia, viene continuamente esibita nel dibattito politico in Italia senza prove”.
Vorrei rassicurare il prof. Orsini, questo “pettegolezzo” non gira solo in Italia ma è una convinzione comune alla quasi totalità degli osservatori nel mondo. Quante alle prove (lui è uno studioso e vuole le prove) potrei ricordargli tutta la storia del Patto di Varsavia e delle relazioni tra gli stati che vi fecero parte, nonché i rapporti tra l’URSS e gli stati confinati antecedenti alla nascita del Patto di Varsavia. Potrei anche “portare come prove” cosa pensano esponenti di quei tre stati. Per fare un esempio a caso il presidente polacco Duda, commemorando i 20 anni dall’ingresso della Polonia nella NATO, nel 2019 affermò:
“L'adesione all'Alleanza atlantica ha sancito la conferma finale della sovranità e dell'indipendenza della Polonia”
Visto Orsini? Non sono solo pettegolezzi della redazione del Corriere della Sera. Ma il nostro Orsini è libero di chiedere le prove al presidente Duda di quella che era la predisposizione psicologica dei cittadini di quei tre stati nel momento in cui liberamente decisero di aderire alla NATO.
Ma concentriamoci sulle “prove” fornite da Orsini, perché lui è uno studioso e le prove le porta eh. Secondo il nostro mitomane preferito la prova che i paesi dell’est non temevano per la propria sicurezza e integrità è data dal fatto che nel 1997 la Russia era debole e non poteva attaccarli. Immagino che a questo punto tutti i veri studiosi di relazioni internazionali staranno prendendo a testate la più vicina parete disponibile. Pare ovvio anche a un non studioso, infatti, che la decisione di entrare in un’alleanza militare ha una valenza strategica che si basa su una prospettiva pluriennale. Non si aspetta di avere un esercito schierato ai propri confini.

Orsini ci sta dicendo che se il nostro vicino è uso girare ubriaco con in mano una sega elettrica e ha già una condanna per omicidio, noi non ci dobbiamo preoccupare e non dobbiamo avvertire la polizia perché tanto in quel momento è andato dal barbiere, quindi, non può farci nulla.
Ma la cosa buffa è che Orsini non mente per qualche losco fine, lui è davvero convinto di essere uno studioso illuminato che vede le cose nella maniera più corretta e imparziale. Il fatto che venga preso seriamente dai media è invece un problema tragico, che non fa ridere affatto.

Da – fb del 20 giugno 2022
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« Risposta #5 inserito:: Giugno 28, 2022, 10:17:53 pm »

Francesco Coniglione
 
Roberto Mandolini
Quando parla un vero Ufficiale (non quelli da scrivania) bisognerebbe ascoltarlo….

Gen. C.A. Mario Bertolini, già capo del Comando operativo interforze e presidente dell’associazione paracadutisti italiani, spiega alla Verità e al Messaggero il conflitto tra Russia e Ucraina.
1) Le armi all’Ucraina sono un atto di ostilità, mai visto prima, che rischia di coinvolgerci nella guerra: Bastavano le sanzioni, anche inasprite.
2) Putin non è un pazzo né il nuovo Hitler: “Voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato” per non perdere “l’agibilità nel Mar Nero”.
3) Il governo italiano non conta nulla e Di Maio che dà dell’“animale” a Putin “ci taglia fuori da ogni trattativa”, diversamente dalla Francia di Macron.
4) Guai a seguire Zelensky sulla no fly zone, che “significherebbe avere aerei Nato sull’Ucraina e l’incidente inevitabile”. 5) I negoziati non sono un bluff, ma una “dimostrazione di buona volontà delle due parti”.
5) La sconfitta di Putin esiste solo nei nostri sogni e nella propaganda occidentale: la Russia s’è già presa l’Est, collegando Crimea e Donbass; “le grandi città al momento sono state risparmiate e non è partita la caccia a Zelensky” per “precisa volontà” di Mosca, che finora ha limitato al minimo “i bombardamenti dall’alto” per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento Nato”.
6) Putin non ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi” degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere.
7) Putin non vuole conquistare l’Europa né rifare l’Urss né “governare l’intera Ucraina”, ma “trattare una ricomposizione”: un regime fantoccio sull’intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa. “La Russia vuol essere europea e noi non facciamo che schiacciarla verso Asia e Cina”.
Un successo ucraino è, purtroppo, fuori discussione.

I possibili esiti sono due: una vittoria russa dopo “una lunga guerra”; o un negoziato che i soli mediatori credibili – Israele, Francia, Cina e Turchia – possono favorire se aiutano le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.
Questa è la verità e non quella paventata dai vari pseudo giornalai che vogliono far passare, ad ogni costo, il presidente Ucraino come il nuovo Che Guevara europeo, sacrificando anche la popolazione benché inerme e incolpevole.

Da FB del 28 giugno 2022
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« Risposta #6 inserito:: Giugno 28, 2022, 10:25:26 pm »

Emanuele Serini
Non so se avete visto la live di ieri su Liberi Oltre ma c'era il Tenente Colonnello Glen Grant
(qui una breve biografia https://cdissz.wp.mil.pl/u/LtCol_Ret_Glen_Grant.pdf).

A parte confermare quanto già detto più e più volte e quanto già emerso da più fonti, ovvero che questa guerra era in preparazione almeno sin dal 2007, unitamente ad attività di spionaggio che proprio in quegli anni iniziano un po' ovunque in Europa Italia compresa e la propaganda nei social media a partire da quella no vax, no euro, pro brexit e qanon (sì stronzi, se leggete sappiate che siete degli imbecilli in mano alla propaganda russa da anni. Non vi serve il microchip, siete già così stupidi da bervi tutto senza modifiche), ha raccontato come funziona l'esercito russo, che è ancora strutturato come quello sovietico.
Ora, se fra un complotto e l'altro avete mai aperto un libro di storia magari avrete notato come si è svolta la battaglia di Stalingrado. In sostanza i Russi hanno vinto semplicemente inviando una massa di carne da cannone dietro l'altra fino a che non hanno soverchiato i tedeschi asserragliati. Saprete anche quanti soldati russi sono morti durante la Seconda guerra mondiale, ovvero almeno dieci volte tante quanti ne siano morti fra gli alleati occidentali. I soldati russi non sono vite da preservare, sono sacchi di carne da lanciare con equipaggiamenti scadente (tanto sono usa e getta, perché investire) addosso al nemico finché il nemico non viene preso per stanchezza.
Fra quella "strategia" e quella di oggi in Ucraina non è cambiato niente. Il "grande esercito" russo di cui gli ebeti parlano funziona così:
1) I soldati non vengono addestrati per come si intende da noi, vengono semplicemente presi fra la popolazione civile e spediti in guerra senza addestramento. Quel poco che ricevono lo ricevono sul campo. In sostanza è tutta soldataglia, il che spiega i furti, la violenza disumana e gli stupri. In sostanza un'orda di orchi.
2) Il rapporto fra soldati, sottufficiali e ufficiali è più simile a quello che c'è fra servi della gleba e nobilità che non a quello che si vede negli eserciti NATO in cui si è tutti compagni d'arme, ovviamente con le opportune differenze, ma non c'è un atteggiamento re verso suddito (e ve lo confermo di prima mano avendo fatto il militare, si deve rispetto al superiore ma il superiore è il primo a spendersi per te). Di conseguenza non c'è nessun lavoro di squadra, solo burattini che eseguono a comando ciò che gli viene detto. Non c'è nessun rispetto per la vita dei soldati, li mandano in guerra con equipaggiamento scadente, e nel caso Ucraino, con razioni scadute da 8 anni e nemmeno in quantità sufficiente (tanto devono crepare).
3) I gradi militari non si ottengono con l'esperienza e l'intelligenza dimostrata sul campo come da noi. Si ottengono sulla base di quanto sei sveglio nel rapinare risorse da dare al superiore. Perché i russi non sono arrivati a Kyev da sud ma si sono fermati a Kherson ad esempio? Perché si sono rubati la benzina e l'hanno rivenduta.
4) Il che spiega l'alto numero di ufficiali di alto rango morti sul campo in Ucraina. Semplicemente non si fidano di ciò che gli viene detto dai loro ufficiali perché essendo corrotti sanno che altri gli altri lo sono altrettanto e vanno in prima persona a controllare, crepando miseramente. Curiosità: dire al superiore ciò che il superiore vuole sentirsi dire non è considerato mentire, è ciò che ci si aspetta.
5) Le esercitazioni militari russe, a differenza delle nostre, non servono per insegnare ai soldati come comportarsi secondo fattispecie, ma sono proprio dei copioni. Se il soldato russo si addestra a salire su una collina, sa solo salire su una collina che si trova in un certo posto con una certa altezza slm, per fare un esempio. Cioè sa salire solo su QUELLA collina, non altre. Imparano le cose a memoria, come i somari a scuola.
Questo spiega la colonna di 40km di imbecilli che è finita in un ingorgo disumano e per finire ad essere utile come pratica di tiro per l'artiglieria Ucraina. Agli orchi era stato detto di posizionare in un certo punto il quartier generale e continuavano a seguire il copione. L'artiglieria ucraina li fa saltare in aria una volta, e c'è gioia. Una seconda e una terza, e si inizia a ridere per quanto sono stupidi. Alla settima volta iniziava a esserci profonda tristezza persino fra gli ucraini, quasi compassione per questa marmaglia di zombie che, come le formiche, nonostante stessero venendo schiacciate insistevano a seguire lo stesso copione (in realtà le formiche a un certo punto il dubbio se lo fanno venire).
6) Veniamo infine alle strategie, anzi, la strategia russa. Funziona così: spara una quantità infinita di proiettili di artiglieria uccidendo qualunque cosa e distruggendo qualunque cosa. Sgancia quante più bombe riesci a sganciare su qualunque cosa. Quando hai ridotto tutto a un cumulo di cenere manda avanti i carri armati per finire il lavoro. Capite che per loro i crimini di guerra sono la guerra. Non conoscono nessun modo di fare la guerra senza commettere crimini.

Non conta a quale generale diano l'incarico di portare avanti l'offensiva: la strategia offensiva sarà sempre questa ed è questo che li rende pericolosi. Non hanno armi intelligenti e di precisione, non hanno carri armati tecnologicamente avanzati che hanno lo scopo di proteggere i soldati al loro interno ed essere efficaci sul campo di battaglia, non cercano di non colpire la popolazione civile (e questo è un vaffanculo implicito a chi dice che noi siamo come loro e che tutte le guerre sono uguali). Hanno armi e munizioni di bassa qualità ma in quantità infinita.
Guardate il video su Liberi Oltre, è a dir poco illuminante e ci sono moltissime altre informazioni utili che aiutano a inquadrare correttamente il problema che hanno gli ucraini, così magari la si smette di invocare la "resa per la pace" (idioti!) e di frignare per il gas.
Ah capite anche come mai ad alcuni nostri imprenditori piacciono i russi: puoi vendergli robaccia di scarsa qualità facendogliela passare per oro. L'imprenditore italiano medio che notoriamente è incapace di efficientare la produzione e offrire qualità a prezzi più bassi gongola nel poter esportare in Russia, se gliela togli, nessuno comprerà più monnezza di basso livello tecnologico a prezzi elevati

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