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Autore Discussione: Michele Serra - Sono qui per parlarvi da scimmia a scimmia.  (Letto 8275 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Marzo 14, 2022, 11:57:03 pm »

I Sentinelli di Milano
 
Sono qui per parlarvi da scimmia a scimmia.
Per distruggere l’umanità bastano e avanzano una cinquantina di bombe termonucleari. Dette familiarmente bombe atomiche. Però nel mondo le atomiche non sono cinquanta. Sono quindicimila.
La domanda, dunque, è questa: se per annientare il nemico e anche l’amico bastano cinquanta atomiche, perché ne abbiamo costruite quindicimila?
Una risposta razionale non esiste. Nemmeno la più cinica logica di guerra può giustificare uno spreco così demente.

Se fossimo al bar vi direi: questa è la prova del fatto che siamo, come specie, non solamente malvagi. Siamo anche coglioni.
Ma se nel bar ci fosse uno psicoanalista potremmo fare un passetto in più: ci spiegherebbe che un accumulo così smisurato è una forma di collezionismo. Il collezionismo è studiato, in psicoanalisi, tra le perversioni.

I collezionisti più accaniti sono i russi e gli americani, ne hanno molte migliaia. Seguono Cina e Francia, circa trecento a testa. Dilettanti.
Hanno l’atomica anche India, Pakistan, Gran Bretagna, Israele e Corea del Nord. Nove paesi in tutto. Democrazie e dittature unite nella lotta al buon senso. L’Italia non dispone di atomiche in proprio, ma ne ha una settantina, diciamo così, in affido, nelle basi Nato sul nostro territorio. Non le abbiamo fatte noi, ma le curiamo come se fossero nostri figli.
Nel diritto internazionale ci sono parecchie armi messe al bando. Sono le armi biologiche, le armi chimiche, le mine antiuomo, le bombe a grappolo.
Poi le si usa lo stesso, si sa, ma almeno formalmente sarebbe vietato farlo. La bomba atomica, no. Non è al bando.

L’Onu, da quando è nata, ci ha provato, a mettere al bando la bomba, anche pochi anni fa, nel 2016. Quali sono i 37 paesi che nel 2016 hanno votato contro il disarmo nucleare? E’ così banale che quasi mi vergogno a dirlo: sono i paesi che hanno l’atomica, più i loro alleati militari. Compresa l’Italia, che nel 2016 ha votato contro il piano internazionale di messa al bando.
Nel 1955 Albert Einstein e Bertrand Russel scrissero un appello per il disarmo firmato da una decina di premi Nobel. Diceva: “Vi chiediamo, se vi riesce, di mettere da parte le vostre opinioni e ragionare semplicemente in quanto membri di una specie biologica che rischia di estinguersi”.

La parola più audace, più utopistica, nella frase che vi ho appena letto, è l’uso del verbo “ragionare”. Non credo sia alla nostra portata.

-Michele Serra, 13 Marzo 2022
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Da Fb del 14 marzo 2022
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 23, 2022, 09:22:46 pm »

Libera Contro le Mafie
Commenti

Antonio Palese
Qualche idea per Libera contro corruzione e mafie. 
Quinta. Agli Onorevoli Lavoratori

La giustizia, questione privata di una classe dirigente amorale
Stabilita la legge fondamentale di un ordinamento giuridico, nella quale sono espressi principi generali e norme relativi all’organizzazione, al funzionamento e ai fini di una determinata comunità, la legittimità di tutte le altre norme è decisa, nel corso del tempo, dalle varie componenti della classe dirigente, che di norma crea un sistema di potere chiuso ai governati che non abbiano la forza di far sentire la propria voce.
“Il Parlamento diventò logicamente il mercato dove si negoziavano i grandi e piccoli favori dello Stato” (A. De Viti De Marco), e tale è rimasto. La maggioranza parlamentare, ritenendosi sovrana, si abbandona a ogni sorta di arbitrio: non abroga le norme incostituzionali dell’ordinamento monarchico che consentivano l’oppressione dei sudditi, invano promossi cittadini dalla Costituzione; non ha previsto sanzioni per gli illeciti dei pubblici ufficiali non costituenti reato, con la conseguenza che il Ministro può legittimamente difendere dinanzi ai tribunali, a spese della collettività, ogni arbitrio commesso da burocrati e magistrati. Invano la Corte Costituzionale dichiara che il legislatore deve “dare al cittadino la certezza circa il giudice che lo deve giudicare”: circa 14 anni durò l’attesa di un lavoratore per la conferma della giurisdizione del giudice ordinario; giurisdizione declinata da Tribunale e Corte d’Appello (Cass. civ. S. U. 5474/2016). Non riconoscendo il diritto a ricorrere gratuitamente alla Corte Costituzionale, il Parlamento nega la tutela dei propri diritti a coloro che hanno redditi modesti. Il bla bla bla di politici e magistrati ha la funzione di disorientare i cittadini.
Il Capo dello Stato, consapevole che la Costituzione è in gran parte inattuata, al cittadino che osa segnalare gli illeciti dei pubblici poteri, oppone il silenzio (Scalfaro, Mattarella), oppure genericamente risponde “che il Capo dello Stato non interferisce con la funzione giurisdizionale, il cui autonomo ed indipendente esercizio è costituzionalmente riservato alla magistratura” (Ciampi, Napolitano); nella sua qualità di garante della Costituzione egli, da un lato, esorta le pubbliche istituzioni al rispetto degli inviolabili diritti dei cittadini, dall’altro, resta muto dinanzi alle innumerevoli illegalità compiute dai membri del Parlamento, del Governo e del CSM. I costituzionalisti, dal canto loro, non si pronunciano circa gli atti del Capo dello Stato che costituiscono illecito ai sensi dell’art. 90 della Carta.
La Corte Costituzionale resta l’unico baluardo in difesa del cittadino che abbia la possibilità di varcare la soglia di un tribunale. Il presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi dichiarava (Repubblica, 31.01.2019): “La Costituzione è uno scudo prezioso, soprattutto per i più deboli”. Dichiarazione inconciliabile con i fatti quotidiani: è sotto gli occhi di tutti che la maggioranza dei cittadini, derubati dai mille atti illeciti quotidiani dei pubblici poteri, non ha alcuna possibilità di ottenere giustizia.
Le sentenze sbagliate sono più numerose di quelle giuste (violazione di legge: Cass. civ. 15293/2001, 4499/2007, 26 giudici emettono 8 sentenze che cancellano i diritti dei lavoratori; travisamento del fatto: GIP Milano n. 11152/98 R., la falsa dichiarazione di un funzionario delle Ferrovie alla Polizia elvetica diventa irrilevante comunicazione “alle Ferrovie di Chiasso”), ma al fatto il CSM non dà alcuna importanza e al cittadino danneggiato dall’attività del giudice risponde, ignorando la Costituzione (artt. 54, 101, 111), che l’attività giurisdizionale è incensurabile.
Garantendo l’impunità a burocrati e magistrati responsabili di illeciti, ed emarginando o non proteggendo quelli che si ostinano a essere fedeli alla Costituzione, il sistema di potere è di fatto invincibile. Potrà mai il cittadino comune, povero di mezzi e di diritti, comprendere le parole degli atti legislativi, esecutivi e giudiziari, che giungono barbare alle sue orecchie e sulle quali i manipolatori della verità compiono miracoli perché giungano gradite ai governati?
I rappresentanti del popolo e dello Stato distribuiscono parte della ricchezza prodotta dai lavoratori a privilegiati, parassiti e corrotti, sottraendola ai lavoratori malpagati, ai poveri, alla collettività. Se il Parlamento è intento a negoziare “i grandi e piccoli favori dello Stato”, e la società civile è immersa in un sonno profondo, spetta ai lavoratori, uniti dal vincolo di solidarietà, il compito di obbligare il legislatore ad attuare la Costituzione, che in modo significativo delinea una repubblica fondata sul lavoro. I cittadini faranno festa il giorno in cui sarà demolita l’idea amorale che la persona umana sia il mezzo e non il fine dello Stato.

15.04.2022
Da fb/Meta del19 aprile 2022
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« Risposta #2 inserito:: Luglio 23, 2022, 12:06:26 am »

ANSA.it
L’IMPORTATORE DEL PUTINISMO IN ITALIA
"Io sarò ancora qui in campo perché sento la responsabilità di essere presente con la mia azione per il mio Paese. Io sarò tutti i giorni qui a raccontare il programma che ho già scritto per il 2023 e che conterrà novità. È un programma veramente avveniristico che porterà il cambiamento per l'Italia". Lo ha detto il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi in un'intervista al Tg2. #ANSA

https://www.ansa.it/.../mattarella-scioglie-le-camere-si...
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Vittorio Quagliata
da Michele Boldrin, su “il Foglio” di oggi 22/7/2022

Raccogliere la bandiera di Draghi.
Il momento è adesso e c’è un’ampia “minoranza” in cerca di rappresentanza.
“Movimento per Draghi”
Rappresentare chi ha ammirato l’ex premier senza aver ammirato i «suoi» partiti. Proposte utili
“Al direttore
Gli eventi degli ultimi giorni han tolto di mezzo tre persistenti equivoci. Il partito di Berlusconi, in combutta con la Lega, lavora per Putin contro gli interessi nazionali; il partito di Conte è una banda d’inaffidabili avventurieri allo sbando; il Pd è un partito di mediocri funzionari capaci solo di (mal) gestire il potere che la sorte loro concede. Mario Draghi, con la sua pragmatica capacità di riformare metodicamente perseguendo un disegno di modernizzazione del paese, dava fastidio a tutti costoro oltre che, ovviamente, ai fascisti ed ai comunisti che, almeno, gli votavano contro dal giorno uno. Il suo abbandono lascia orfana una galassia di piccole organizzazioni politiche che proclamano di volerne raccogliere la bandiera: ottimo proposito che auspico si realizzi.
Che Fare? Ovvero: chi, con che posizionamento e con che programma? Il programma non può essere altro che quello di rinnovamento nazionale tracciato da Draghi nel suo discorso d’investitura al Senato il 17 febbraio, 2021, con un’ovvia aggiunta. L’Italia è parte integrante della Nato ed il regime russo è nostro nemico; quindi, l’Italia contribuirà alla difesa dell’Ucraina senza indugi ed al meglio delle sue risorse finanziarie e militari sino a quando l’aggressore russo non abbandonerà i suoi propositi imperiali. Sul «chi “vorrei tornare, se possibile, in una prossima occasione ma la risposta telegrafica è semplice: chiunque ci stia a sottoscrivere esplicitamente il programma appena menzionato attraverso un confronto aperto e pubblico che avrebbe dovuto iniziare mesi fa. Senza snobismi, esclusioni a priori, ripicche e personalismi, esami del sangue.
Con che posizionamento? Questo il punto cruciale: senza compiere l’eterno e fatale errore dell’area di centro, ovvero quello di mediare a-priori rispetto alle posizioni ideologiche di uno, o entrambi, dei suoi avversari. Esiste una solida minoranza di italiani che disperatamente vuole vengano messe con forza sul tavolo le riforme che Mario Draghi aveva delineato all’inizio del suo governo. Questa minoranza di elettori è andata crescendo, identificandosi ed anche omogeneizzandosi politicamente durante l’ultimo anno ed oggi non ha alcun partito che la rappresenti in modo convincente. Quante sono queste persone? Non lo so, ma azzardo un numero non del tutto campato in aria: 7-8 milioni. Buona parte delle quali non votavano o, se avessero votato, avrebbero disperso stancamente il loro voto in uno dei gruppuscoli centristi o nelle componenti «moderate» dei due opposti populismi, ovvero Pd e FI.
Questa minoranza chiede di essere rappresentata in Parlamento. Sic et simpliciter. La sua composizione sociale è particolare: una forte componente di giovani e di persone con livelli elevati di studio, che abitano nelle grandi città, che viaggiano e spesso anche lavorano all’estero, che ricevono redditi medio-alti e che si informano sui social, sulla stampa internazionale e specializzata. Probabilmente la fetta più dinamica dell’Italia che lavora e che non ha ancora accettato di essere un paese in declino, quella che più facilmente può andarsene quando il sistema politico non la rappresenta e che meno tempo ha da perdere in chiacchiere, mediazioni, talk show e scemenze assortite. Questa gente, da decenni, attende solo una cosa: rappresentanza politica e fatti concreti. A questa minoranza non interessa votare una roba compromissoria e sentirsi sia liberale che socialista e magari anche un po’ sovranista, così per essere popolari, ovvero populisti. Questa minoranza, che sarà anche più piccola delle falangi populiste ma esiste ed ha un peso socioeconomico alquanto rilevante, vuole qualcuno che la rappresenti per quello che è. In toto, chiaramente, esplicitamente, coerentemente. Questa minoranza moderata vuole un partito immoderato che affermi i propri obiettivi immoderatamente.
Se ci sarà da trattare e fare compromessi lo si farà dopo, dopo aver dichiarato che in Parlamento ci si è andati per rappresentare un programma immoderato. Lo si farà solo per ottenere risultati concreti nel caso ci sia maniera di stare nella compagine di governo. I compromessi si fanno dopo, non prima delle elezioni. Prima si decide di rappresentare la propria constituency, non altri, non un’insalata russa di questo e di quello, insapore, incolore, inodore e succube degli opposti populismi. Perché, se annacqui il messaggio, questa base elettorale ti saluta e si occupa d’altro, non perde tempo a votarti. Il partito che deve risollevare la bandiera di Mario Draghi o sarà immoderato o non sarà. Per fare la politica del pongo c’è da sempre quella roba informe chiamata Pd.

di Michele Boldrin”

da FB del 22 luglio 2022
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