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Autore Discussione: Cari Amici in Facebook, ...  (Letto 4015 volte)
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« inserito:: Settembre 14, 2021, 05:04:13 pm »

Cari lettori.

Il MONITORE è nato da una mia antica idea, che ho deciso di rendere pubblica in Facebook.

Diventerà una rivista e forse una società editrice.

L'indipendenza e la verità d'intenti sono da sempre la mia caratteristica principale, nella vita sociale.

Oggi Il Monitore non è una azienda e non lo sarà in Facebook.

Se non sarò indipendente in azioni e pensieri chiuderò la Pagina (facebook) per seguitare altrove.

Gianni Gavioli (Arlecchino)

Postato su fb il 14 settembre 2021
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 17, 2021, 09:32:52 pm »

Gianni Gavioli

 Cari Amici in Facebook,
vessazioni di FB, censure, pretestuosità varie, sino all’attuale impedimento di fatto della mia partecipazione, mi costringono ad AUTOSOSPENDERMI sino a quando Facebook non mi enuncerà le proprie intenzioni, IN CHIAREZZA.

Ovviamente i Gruppi devono restare attivi alla VOSTRA PARTECIPAZIONE, che mi auguro continuiate, … meglio di prima.
ciaooo
Gianni Gavioli
Commenti: 2
-------------------------
Gianni Gavioli
Adesso sono i Miei-VOSTRI Gruppi (con tutto il contenuto che sono proprietà del gruppo stesso) da salvaguardare, ho bisogno di persone fidate (nel senso che non passeggiano in Fb cazzeggiando sul loro narcisismo) per affiancarmi nella conduzione del singolo Gruppo, che io gradatamente lascerò alla vostra futura gestione.
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Gianni Gavioli
In prospettiva io terrò SOLTANTO le due pagine Il Monitore e Arlecchino Euristico, cercando di condurle secondo le regole del Regime Facebook. Sempre che la smettano di trattarle come AZIENDE BEN SAPENDO CHE AZIENDE NON SONO.

Postato in Fb il 17 settembre 2021
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« Risposta #2 inserito:: Settembre 18, 2021, 12:46:33 am »


Mi hanno imposto sparizioni di post, mi hanno impedito apertura da testate note, con pretestuose richieste di pass (cambiate da pochi giorni) non accettate perché obsolete o sbagliate e altro ancora (tutto documentato).

Io rispetto le regole da sempre ma in Fb non possono chiedermi di prostituirmi per creare business fasullo.
Da mesi protesto perché il Monitore e Arlecchino non sono aziende e Fb mi chiede comportamenti e mi avanza proposte per iscritto come lo fossero.

L’ultima castroneria in Facebook l’hanno commessa questa sera, con la richiesta di evidenziare un Menù per reclamizzare Il Monitore in quanto considerato un Ristorante.
Una assurdità con tanto di foto del RICETTO DI CANDELO, da me utilizzata nel passato, indicato come sede del ristorante.


Aspetto mi si restituisca la possibilità di partecipazione in Fb, senza vessazioni e tormentosi ostacoli, magari ammettendo l’errore.

ciaooo
ggiannig

C/c ne LAU  e a chi eventualmente è interessato ad approfondire il caso.
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« Risposta #3 inserito:: Settembre 18, 2021, 10:20:20 pm »

Evidente l'intenzione di provocare la mia pazienza e rovinarmi la partecipazione.

Da domani, se riesco ad aprire FB senza ostacoli fasulli, tornerò attivo, per salvaguardare i miei Gruppi Tematici e le mie Pagine.
Nessuna polemica da parte mia!

Vorrò soltanto capire le ragioni dell’accanimento nei confronti della mia partecipazione.

Quindi porterò una serie di PERCHE’ e di per conto di chi.

Buon vi sia la notte.
ciaooo

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« Risposta #4 inserito:: Settembre 20, 2021, 03:12:10 pm »

Da Neymar a Trump: la lista di 5,8 milioni di vip «autorizzati» da Facebook a non seguire le regole

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Arlecchino Euristico
15:01 (9 minuti fa)
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https://www.corriere.it/tecnologia/21_settembre_14/facebook-vip-sottoposti-regole-meno-rigide-rispetto-altri-utenti-bb315d56-1539-11ec-87fe-df13c0096efb.shtml?refresh_ce

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« Risposta #5 inserito:: Settembre 20, 2021, 03:13:54 pm »

I documenti segreti di Facebook: Instagram è «un’app tossica» per gli adolescenti

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Arlecchino Euristico
15:09 (3 minuti fa)
a me

https://www.corriere.it/tecnologia/21_settembre_15/wsj-nuova-inchiesta-facebook-ricerche-evidenziano-effetti-negativi-instagram-adolescenti-21e4cf20-1601-11ec-a86d-66613f8ffd7b.shtml

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« Risposta #6 inserito:: Settembre 20, 2021, 03:15:44 pm »

Facebook, nuovi documenti: l’algoritmo dà più spazio ai post polemici (con l’ok di Zuckerberg )

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Arlecchino Euristico
15:08 (5 minuti fa)
a me

https://www.corriere.it/tecnologia/21_settembre_16/facebook-continua-l-inchiesta-wsj-nuovo-algoritmo-premia-contenuti-divisivi-ma-zuckerberg-non-ha-voluto-modificarlo-2c41c9de-16d1-11ec-8284-145049fd3f8d.shtml?refresh_ce

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« Risposta #7 inserito:: Settembre 20, 2021, 05:23:13 pm »

Facebook deve informare gli utenti che utilizza i loro dati a fini commerciali. Il social rischia un'altra sanzione

Dopo la conferma della sanzione per pratica commerciale scorretta da parte del Tar, ora Facebook rischia un'ulteriore sanzione per non aver ottemperato all'obbligo di pubblicare la rettifica e di informare gli utenti che i loro dati vengono utilizzati a fini commerciali. Partecipa alla nostra class action.

23 marzo 2020
Di Luca Cartapatti

ATTENZIONE: a causa dell’emergenza del coronavirus, l’attività dei tribunali è stata temporaneamente sospesa e quindi anche la nostra class action. Monitoriamo costantemente la situazione: puoi seguire gli aggiornamenti visitando la pagina dell'azione.
 
La storica sentenza del Tar di qualche settimana fa, che ha confermato la sanzione per pratica commerciale scorretta inflitta alla piattaforma di Zuckerberg dall'Antitrust, ha riconosciuto che i dati degli utenti raccolti e utilizzati da Facebook per fini commerciali hanno un valore economico e che il social network non ha informato correttamente di questo i suoi iscritti.
Oltre a sanzionare Facebook per 5 milioni di euro, l’Autorità aveva infatti vietato a Facebook di proseguire con questa pratica ingannevole e disposto che il social pubblicasse una rettifica sulla propria homepage italiana, sull’app di Facebook e sulla pagina personale di ciascun utente italiano registrato. Nonché di rimuovere il claim “è gratis e lo sarà per sempre” dalla home page.
Nonostante il claim si stato effettivamente rimosso, il consumatore che si voglia registrare al social network tuttavia continua a non essere informato dalla società, con chiarezza e immediatezza, quanto alla raccolta e all’utilizzo dei propri dati con finalità remunerative. Inoltre ad oggi Facebook non ha ancora pubblicato la dichiarazione di rettifica come richiesto dall'Autorità.
Per queste ragioni l'Antitrust ha aperto un procedimento per inottemperanza nei confronti del social network che potrebbe portare a un'ulteriore sanzione di altri 5 milioni di euro. Questo ulteriore passaggio dimostra che abbiamo ragione: i comportamenti adottati in passato da Facebook sono stati scorretti e sanzionabili. Aspetto che conferisce ulteriore forza alla nostra class action con cui chiediamo un risarcimento di 285 euro per ogni anno di iscrizione al social network. Aderisci anche tu, siamo già oltre 125.000.
Partecipa alla class action

La sentenza del Tar: i dati hanno un valore
Nella sentenza con la quale il Tar ha confermato la sanzione a Facebook per pratica commerciale scorretta, si legge che i dati personali possono "costituire un asset disponibile in senso negoziale, suscettibile di sfruttamento economico e, quindi, idoneo ad assurgere alla funzione di controprestazione in senso tecnico di un contratto". Ovvero, tradotto in soldoni, il giudice ha decretato che i dati degli utenti che Facebook ha raccolto e utilizzato hanno un valore economico. Il social network, però, non ha informato di questo i suoi iscritti al momento dell'iscrizione, né li ha informati sul modo in cui ha tratto profitto da questi dati.
Secondo il giudice amministrativo, gli operatori che traggono profitto dai dati degli utenti devono rispettare quegli obblighi di chiarezza, completezza e non ingannevolezza delle informazioni nel momento in cui acquisiscono i dati. Il consumatore deve essere informato dello scambio di prestazioni che avviene a seguito della sua iscrizione al social network.
Dicembre 2018: la multa di Antitrust
Ma facciamo un passo indietro. Nel dicembre del 2018 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva multato il social network di Zuckerberg per un totale di 10 milioni di euro. Tra le altre cose, a Facebook era stata contestata dal Garante soprattutto la pratica commerciale scorretta nel momento in cui acquisisce i dati degli utenti. Era stata la prima sanzione in Europa contro la scarsa trasparenza di Facebook sull’uso dei dati degli iscritti al social e il loro sfruttamento economico senza adeguata informazione e consenso. Facebook si è rivolta al Tar per chiedere l'annullamento della sanzione. Il Tar, però, nell'ultima udienza ha deciso di confermare la sanzione almeno nella parte che riguarda la scarsa trasparenza nel momento dell'iscrizione alla piattaforma e l'abuso nell'utilizzo dei dati personali (ovvero la pratica commerciale scorretta). Ora non resta che aspettare la pronuncia del giudice sull'ammissibilità della nostra class action: abbiamo richiesto un risarcimento di 285 euro per ogni utente e per ogni anno di iscrizione al social. Ma dopo questa decisione del Tar le nostre richieste sono ancora più fondate.
Con lo zampino di Altroconsumo
La multa era arrivata grazie alla nostra segnalazione. L'Antitrust aveva aperto infatti un procedimento nei confronti di Facebook per pratiche commerciali scorrette sulla raccolta e l'utilizzo dei dati. Secondo l'AGCM, dunque, l'utente non sarebbe avvisato del fatto che, accettando di usare il social network, cede dei dati per i quali ci sarà anche un uso commerciale. Già prima di questa sanzione, avevamo inviato una lettera di diffida proprio a Facebook perché sapere quali provvedimenti sarebbero stati presi per tutelare gli utenti e i loro dati. E, sempre a Facebook, avevamo chiesto ulteriori chiarimenti insieme alle altre organizzazioni indipendenti di consumatori europee.
Il controllo dei dati in cambio di denaro
A partire dal 2016 Facebook ha messo in piedi un vero e proprio sistema di monitoraggio autorizzato dei dati attraverso cui ha tenuto sotto controllo le attività di migliaia di ragazzi tra i 13 e i 35 anni. Stando a quanto diffuso dal sito TechCrunch, è stato sufficiente installare l'app Facebook Research per permettere al social network di avere una panoramica piuttosto ampia sulle attività degli utenti online. Attraverso l'app il sistema riusciva a tenere sotto controllo tutte le piattaforme del gruppo (Facebook, Messenger, Instagram e WhatsApp) ma non solo: monitorava anche altre attività come la cronologia degli acquisti Amazon. Abbiamo inviato una lettera a Facebook, per chiedere che venga fatta ulteriore chiarezza sulla vicenda. L'inchiesta di TechCrunch ha evidenziato che l'intento di tutta l'operazione era quello di migliorare l'offerta e studiare il comportamento degli utenti online. Un'attività che ha portato nelle tasche degli utenti circa 20 dollari al mese: segnale che per l'azienda i dati un valore lo hanno eccome. Lo stesso valore che reclamiamo con la nostra class action contro Facebook.

Tutti i passi falsi di Facebook

Cos'era successo con Cambridge Analytica

Come vengono raccolti i dati Facebook dalle app

Come hanno pilotato le scelte dei consumatori

Come tutelarsi e modificare la privacy


Da - https://www.altroconsumo.it/hi-tech/internet-telefono/news/facebook-cambridge-analytica
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