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Autore Discussione: Il metodo Draghi è restituire centralità alle istituzioni.  (Letto 10852 volte)
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« inserito:: Luglio 22, 2021, 11:24:33 pm »

Il metodo Draghi è restituire centralità alle istituzioni

Una delle caratterizzazioni del metodo Draghi è la formalizzazione delle sedi decisionali. Sembrerebbe ovvio che si decida nei luoghi e nei consessi preposti (per legge o per precedente accordo politico), ma non è così. I governi degli ultimi anni, periodo estendibile anche all’inizio della Repubblica, avevano le sedi istituzionali per le decisioni ma poi tutto avveniva in quelle informali.
Governi recentissimi hanno visto le scelte più importanti annunciate, o smontate, con dichiarazioni date nei luoghi più impensabili, dalle spiagge ai marciapiedi urbani, e nei modi più vari e sgangherati. L’eccezione sono stati i governi tecnici, accomunabili all’attuale ma diversi, perché costruiti sulla rimozione della responsabilità politica e non, come sta avvenendo ora, su un’assunzione, specialissima, di responsabilità, come abbiamo avuto modo di osservare in precedenti cene.
Stabilito che il governo e la maggioranza sono nei loro pieni poteri il metodo Draghi consiste nel portare le decisioni, con tempi definiti, nei luoghi istituzionali. E da lì si esce con le scelte fatte. Non vale, a smentire questa tesi, l’esempio degli emendamenti alla riforma della giustizia o il contrasto sul Ddl Zan. Per la prima vale sì la responsabilità di governo e probabilmente verrà fatta pesare con la fiducia.

Il dibattito politico c’è, è molto articolato, spacca anche la maggioranza, ma poi, con uno strumento perfettamente costituzionale, tutto viene ricondotto all’urgenza e alla necessità di decidere (tra l’altro, oggi è successo per il decreto recovery). Per il ddl Zan la responsabilità è affidata alla maggioranza, non al governo, e sia essa a dimostrare di saper funzionare. Per il Green pass, e torniamo alle parole iniziali, già l’indicazione delle sedi e dei tempi di decisione ci fa capire che il modo di operare di questo governo è diverso da qualunque esempio passato. Con una postilla: la presenza di ministri di ogni partito della maggioranza, in numero maggiore rispetto alla piccola squadra di tecnici, rende l’esperimento ancora più efficace.
Comunque, a ora di cena da Palazzo Chigi verranno comunicate tutte le decisioni con una conferenza stampa di Mario Draghi, cui si unisce la ministra della giustizia Marta Cartabia per qualche possibile altra indicazione sui temi della riforma pronta a essere avviata.

Da Il Foglio <newsletter@ilfoglio.it>
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« Risposta #1 inserito:: Agosto 15, 2021, 03:16:35 pm »

Mario Draghi continua a smontare la ragione stessa di esistenza di questa newsletter.
Perché noi a cena parlavamo di queste cose qui. Ci stava sempre la tirata contro il reddito di cittadinanza, condita poi con aneddoti sul personale introvabile, battute sui navigator, e via. A forza di parlarne avevamo banalizzato tutto, ne avevamo fatto una bandierina di schieramento politico, o meglio di esclusione politica. Ci voleva l'impostazione pragmatica di questo governo per riportare la discussione verso un terreno utile. È uno strano caso, in cui a gridare che il re è nudo è il presidente del consiglio, nonché già consigliere del re. Perché Draghi prende uno strumento come il reddito di cittadinanza e, semplicemente guardandolo senza abbellimenti e senza dannazioni, lo rimette nella cassetta degli attrezzi del governo. Poi, certo, sembra anche un modo per riequilibrare i rapporti interni alla maggioranza, dando qualcosa ai 5 stelle dopo aver riconosciuto le ragioni di altri in altre occasioni. Ma sarebbe una lettura poco significativa e, forse, proprio sbagliata.

Da - Il Foglio <newsletter@ilfoglio.it>

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« Risposta #2 inserito:: Agosto 15, 2021, 07:57:04 pm »

Cara sinistra, dov’è lo scandalo se un governo di transizione chiama tecnici neoliberisti?

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Arlecchino Euristico <ggianni41@hotmail.it>
mar 29 giu, 17:23
a me

https://www.ilfoglio.it/politica/2021/06/26/news/cara-sinistra-dov-e-lo-scandalo-se-un-governo-di-transizione-chiama-tecnici-neoliberisti--2580896/

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« Risposta #3 inserito:: Settembre 15, 2021, 11:32:16 pm »

Il premier a Bologna per ricordare Andreatta.
Il Pd: “È il nostro riferimento”.

Confusione nella Lega.
Prodi: “Mario, evviva”

Sullo stesso argomento:
Draghi a Bologna è un omaggio ad Andreatta (e alla sinistra)
Draghi ricorda Andreatta alla Bologna Business School
 
Sui "cambi di casacca" in Parlamento Enrico Letta cede all'antipolitica
Come era quel verso, “il governo Draghi non è il nostro governo”? E chi erano quei malfidati che parlavano di un governo di turboliberisti? A Bologna si è messo fine a un malinteso. Mario Draghi ha celebrato la sinistra “grassa” di sapere e profumata con il floid. Il Pd lo incorona presidente fino al 2023, perché è lui, come suggerisce adesso il segretario, “il nostro punto di riferimento europeo”.
Sì, il premier è andato a Bologna, che è la Betlemme della falce e del tortellino, la macina del Mulino e del cattolicesimo scanzonato. È arrivato a villa Guastallini per rendere omaggio a Beniamino Andreatta e ha trovato ad accoglierlo Romano Prodi, che gli ha sorriso e detto: “Evviva! Bentornato”.
Letta lo attendeva invece sulle scale. Cosa è accaduto ieri? E’ accaduto che il segretario del più grande partito di sinistra ha avuto modo di sedersi, per la prima volta e in pubblico, vicino al suo premier, e insieme a lui commuoversi al ricordo del caro maestro, un uomo che, come ha ricordato Draghi, ha saputo dire “molti no e pochi sì”, un accademico “generoso” che diceva: “Le cose vanno fatte perché si devono fare”. Non era forse un avviso di quanto succederà nei prossimi giorni quando sarà esteso il green pass? Era molto di più di un appuntamento. Chi può dire cosa si sono detti Draghi e Prodi nei minuti riservati? Chi gli ha parlato garantisce che hanno ragionato di Andreatta, il loro filo rosso, il cognome aleph. Letta e Draghi dicono invece che si siano solo incrociati, e non privatamente. Le testimonianze divergono. Ma non è importante. C’è una fisicità che conta più dei colloqui. Letta è infatti preoccupato per la folle scommessa di Matteo Salvini. È il capo leghista che tifa per la catastrofe, immagina il grande sbarco afghano. Vede nella sciagura la sua rinascita.
Perché il Pd ha bisogno di Draghi? Perché è il solo protagonista di valore dopo l’uscita di scena di Angela Merkel e le difficoltà interne di Macron. Perché solo lui può fare dell’immigrazione un tema europeo e sgonfiare quindi Salvini e Meloni. Perché solo lui, dicono al Nazareno, “può proteggerci dalla prossima tempesta, in uno scenario dove la Turchia si defilerà per favorire il passaggio dei rifugiati”. Solo Draghi può giocare la partita del debito comune. E’ accaduto dunque che un segretario come Letta abbia, ieri, avuto modo di confermare al premier che c’è un partito leale, che è anche un pezzo della sua storia accademica. E’ stata una giornata di prime volte. Per la prima volta un presidente emozionato ha raccontato la sua vita da professore: “Grazie ad Andreatta andai ad insegnare a Trento. Era l’università dove c’era Curcio; potete immaginare”. E ha utilizzato l’espressione “Andreatta mi segnalò all’università della Calabria” perché voleva spiegare che l’università era, e dovrebbe essere, quella bella comunità di spiriti indipendenti ma anche una famiglia morale e compatta, una piccola fronda con una certa idea del paese, che non è una frase snob. Solo a Bologna si potevano dire certe cose, solo nella città del piccolo Longanesi si poteva introdurre il concetto di “impopolarità” ed essere applauditi dai bolognesi, ugola e colesterolo: “Forza presidente!”.

Il professore Prodi era così felice che non ha solo afferrato la mano di Draghi, ma tutto il braccio. Voleva dire alla sinistra: “Ma cosa aspettate? Facciamolo nostro, adesso che quel ragazzotto di Salvini fa il matto”. Per la sinistra è stato un giorno da ricordare. A fianco del premier c’era la sua portavoce, che è la donna serietà e galateo, ma c’era anche il suo capo di gabinetto, Antonio Funiciello, che Stefano Bonaccini, il presidente della Regione Emilia, ha salutato come si saluta un vecchio compagno di scuola. È stato Bonaccini, sottovoce, a incoraggiare Draghi, che rispondeva: “Ci proviamo”. Mentre lo diceva, apparivano i bei visi antichi della fondazione Arel, Prometeia, Nomisma, tutte creature di Andreatta. Lelio Alfonso, che è stato l’uomo della comunicazione dei bei governi di sinistra, è venuto da Milano solo per vedere “passare” Draghi nelle mani di Enrico: “E adesso mi sento tranquillo. Posso anche andare”. Draghi avrebbe voluto invece restare e ricordare. Aveva preparato un discorso dove aveva scritto “professore Prodi” ma leggendolo si sarà detto: “Ma chi? Il mio amico Romano?”. Lo ha infatti chiamato “Romano” e Romano si aiutava con un ipad perché, e si scusava, sono davvero troppe le opere di “Beniamino”. Draghi invece leggeva e tornava indietro. La “nostalgia della giovinezza”, il ruolo degli intellettuali”. Non c’era distinzione tra il premier che festeggiava Andreatta e il premier che, un altro appuntamento ancora, chiudeva il G20 delle religioni. Anche qui ha sviluppato l’idea che “le cose si fanno” e che “in certi momenti della storia il non agire è immorale”, che i princìpi si difendono “con fermezza e carità” e che “bisogna essere all’altezza”. Quali sono i partiti all’altezza di Draghi? Ieri, il Pd, di fronte a una Lega ambigua, si candidava a “fare le cose che vanno fatte”, a sostenere ancora, e meglio, il governo. Il Pd ha cambiato riferimento.

Di più su questi argomenti:
ROMANO PRODI BENIAMINO ANDREATTA MARIO DRAGHI ENRICO LETTA PARTITO DEMOCRATICO BOLOGNA
-------------------
Carmelo Caruso
Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica, ha scritto otto anni per Panorama occupandosi di politica, cronaca, cultura. Nel 2018 a Il Giornale. Oggi in redazione a Il Foglio.

Da - https://www.ilfoglio.it/politica/2021/09/15/news/draghi-omaggia-la-sinistra-di-governo-e-ora-letta-tifa-per-lui-2931692/
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« Risposta #4 inserito:: Settembre 18, 2021, 11:51:42 am »


Il green pass dà troppo potere alle aziende, dice Alessandro Barbero

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Arlecchino Euristico
01:18 (10 ore fa)
a me

"Va contro tutta una tradizione che la sinistra ha cercato di evitare”, afferma lo storico, e cioè che “gli imprenditori avessero troppo potere di controllo su quello che fanno i loro dipendenti” -

https://www.agi.it/politica/news/2021-09-17/green-pass-troppo-potere-aziende-alessandro-barbero-13892225/

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« Risposta #5 inserito:: Settembre 23, 2021, 09:52:28 pm »

GOVERNO ITALIANO

Draghi sprona Confindustria e gli italiani: serve cambio di passo

23 settembre 2021, di Alessandra Caparello

Gli industriali italiani riuniti all’assemblea Confindustria plaudono al premier incaricato Mario Draghi.

Una standing ovation di un minuto ha accolto il presidente del Consiglio all’assemblea di Confindustria in cui il numero uno Carlo Bonomi ha precisato:
ogni tanto la storia delle istituzioni italiane ci ha riservato un terzo tipo di uomini.
Gli uomini della necessità.
Personalità che avvertono il dovere di rispondere ai problemi della comunità italiana, prima che l’ambizione di restare a qualunque costo al suo timone.
Ecco, Mario Draghi è uno di questi uomini, uomini della necessità”.


Draghi interviene all’assemblea di Confindustria
Lungo e articolato l’intervento all’assemblea dello stesso premier che ha fatto trapelare un certo ottimismo per l’economia tricolore.
Le previsioni del governo che presenteremo a giorni, stimano una crescita intorno al 6% quest’anno e se riusciremo a tenere sotto controllo la curva del contagio potremo allentare ulteriormente le restrizioni che sono ancora in vigore, ad esempio, nei luoghi di lavoro, nei cinema, nei teatri, negli stadi e negli altri spazi di sport e cultura (…) la crescita che abbiamo davanti è un rimbalzo, legato alla forte caduta del prodotto interno lordo registrata l’anno scorso. Nel 2020, l’economia italiana si è contratta dell’8,9%, una delle recessioni più profonde d’Europa. Era dunque inevitabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione dell’attività. La sfida per il Governo – e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali – è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile.”

All’assemblea di Confindustria, il presidente del Consiglio ha anche tenuto a precisare che il governo non intende aumentare le tasse.

“Voglio riaffermare, penso sia importante, che il governo da parte sua non ha intenzione di aumentare le tasse. In questo momento i soldi si danno e non si prendono”. “Per assicurare la sostenibilità della ripresa dobbiamo prima di tutto impedire che ci siano altre significative ondate di contagio. Il governo sta agendo con la massima determinazione per evitare nuove chiusure. Voglio quindi ringraziare ancora una volta gli italiani per la convinzione con cui hanno aderito alla campagna vaccinale, e le imprese per l’impegno dimostrato nel cooperare alla sua organizzazione”. “Dobbiamo evitare i rischi congiunturali che si nascondono dietro questo momento positivo, preservare buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale e accelerare con il nostro programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell’economia italiana. “A oggi, oltre 41 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, quasi il 77% della popolazione con più di 12 anni – ha detto ancora -. E siamo vicini a raggiungere e poi superare l’obiettivo che c’eravamo posti, ovvero immunizzare entro fine settembrel’80% della popolazione vaccinabile”.

A tal proposito Draghi ha precisato che il “green pass” è uno strumento di libertà e sicurezza, per difendere i cittadini e i lavoratori e tenere aperte le scuole e le attività economiche.

Draghi presenta il «Patto per l’Italia»
Ci riconosciamo in lui”, “deve continuare a lungo”, quindi fino al 2023 come minimo. Il premier ottiene la benedizione di Confindustria per un suo possibile ulteriore mandato e lo stesso Draghi, durante il suo intervento, si è soffermato ad analisi su questioni legate alla sua esperienza da premier.
Un governo che cerca di non far danni è molto, ma non basta per affrontare le sfide dei prossimi anni, in primis le tensioni geopolitiche, il protezionismo, ma anche il probabile mutare delle condizioni finanziarie, il graduale affievolirsi degli stimoli di bilancio. È quando l’intero quadro di riferimento politico, economico e sociale cambia che più occorre essere uniti per non aggiungere incertezza interna a quella esterna (…) Niente è più facile che nel momento in cui il quadro complessivo cambia, le relazioni industriali vadano particolarmente sotto pressione e invece bisogna essere capaci di tenerle. Le parole di Bonomi suggeriscono che si possa iniziare a pensare a un patto economico, produttivo, sociale del Paese. Ci sono tantissime cose di cui discutiamo continuamente che possono essere materia di questo patto. La definisco una prospettiva economica condivisa. Bisogna mettersi seduti tutti insieme.

Anche Bonomi sottolinea come sia il “tempo di decidere di scegliere di cambiare”.
Di fare le scelte più giuste per far crescere l’Italia nel mondo. La cosa più difficile della vita è capire quale ponte devi attraversare e quale ponte devi bruciare. Perché cambiare è certo difficile, ma non cambiare per l’Italia è fatale (…) “Fatti dire che è impossibile, e dimostra a tutti che puoi farcela”.

Da - https://www.wallstreetitalia.com/
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« Risposta #6 inserito:: Novembre 02, 2021, 07:45:57 pm »

Draghi dice no alla diplomazia dello scontro

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Arlecchino Euristico
11:40 (8 ore fa)
a me

Dal presidente del Consiglio un appello a lavorare assieme: "Nessun Paese può risolvere questo problema da solo" -

https://www.agi.it/estero/news/2021-11-01/draghi-dice-no-diplomazia-scontro-14405257/

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« Risposta #7 inserito:: Dicembre 03, 2021, 03:28:11 pm »

Gianni Gavioli ha condiviso un link.
Amministratore
 
Dobbiamo approfondire una realtà che alcuni tendono a non rivelare, Siamo in guerra.
Sono state create situazioni di guerriglia, apparentemente, non violenta rispetto alla barbarie di sinistra degli anni del terrorismo, da Movimenti antiStato, nascostamente studiate e applicate in modo subdolo, con uso del buonismo e populismo locale, a fini di parte.

Movimenti antiStato che hanno dichiarato sin dalla loro origine la volontà di SFASCIARE il Sistema Italia, creando il CAOS, diffondendo l'Odio verso gli Altri non assoggettati e farlo con perfidia studiata a tavolino, per utilizzare con efficacia la derisione infingarda e la cattiveria applicata ad ogni occasione.

Soprattutto cogliendo ogni PRETESTO per rompere il confronto per fare campagna elettorale e di raccolta del cattivo consenso.

Volontà di SFASCIARE il nostro Sistema usando risorse non modeste ricevute da poteri separatisti e altri collegati a potenze estere.

Tutto è accaduto perché non c'è stata nessuna difesa o contrapposizione adeguata da parte di una casta politica impegnata all'arraffa-arraffa della peggiore partitocrazia corrotta, cresciuta grazie alle debolezze di una Democrazia Incompleta, con molte omissioni e decisioni pilotate oltre che malgestite.

Fragilità dimostrate anche nel non contrastare i poteri mafiosi, guarda caso cresciuti in modo notevole poco prima dei movimenti del malcontento.
Sono molti gli elementi che ci hanno portato alla situazione attuale.

Situazione pericolosa per la pace civile, attaccata da diversi fronti e con l'informazione nelle mani di pochi privati, che la manipolano verso interessi personali o di potenze straniere.

Io su Fb del 1° dicembre 2021

Gianni Gavioli
Autore
Amministratore
Monti ha ragione abbiamo assoluto bisogno di una Democrazia Autorevole che ci sappia difendere come i Cittadini Italiani, anche se ancora ignari, meritano!

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« Risposta #8 inserito:: Dicembre 03, 2021, 03:37:17 pm »

Hanno insozzato "il concetto di  Buono", usato per ingannare la gente.

Non facciamoci corrompere "il Bello", anche questo è ambito dai Predoni della nostra serenità, ma è più difendibile.

Il Buono ha tante sfaccettature, anche ideologiche, che lo hanno mortificato facendone strumento del potere o delle fedi, per condizionare l’uomo.

Il Bello “o è o non è”!

ciaooo
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« Risposta #9 inserito:: Gennaio 17, 2022, 01:06:48 pm »

L'unica difesa CERTA la CONFERMA senza condizioni del Presidente Mattarella per un altro SETTENNATO!

LA CONFERMA DI DRAGHI alla Presidenza del Consiglio di un Governo più omogeneo e senza AntiEuropeisti e Neo-trumpisti!


ciaooo
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« Risposta #10 inserito:: Febbraio 02, 2022, 10:46:14 am »

CHE PESO RIFARE L'ITALIA. AVANTI!
 
Nel dopoguerra sui socialisti la responsabilità della Repubblica . Oggi  la responsabilità per la Nuova repubblica e per la sua riforma socialdemocratica
 
In uscita il nuovo numero dopo le Presidenziali
 
E' in uscita il nuovo numero del nuovo anno. E' un numero doppio, come annunciato per tempo, per osservare e riflettere sulle elezioni per il Quirinale che si preannunciavano, come sono effettivamente state, un finale traumatico del sistema politico: dei partiti, del maggioritario, del bipolarismo, ma anche della necessità di superare il ricorso alla supplenza - anche se competente - di leadership politiche che con il declino di questi 30 anni sono del tutto scomparse.
Ci si domanda, in sostanza, se un virus di "meningite politica" abbia colpito tutti i leaders di oggi. La spiegazione è più semplice e concreta. La riassumo in due parole: é un declino corporale. Mi spiego. I Padri fondatori hanno sofferto sul proprio corpo la lotta per la Libertà e una Repubblica per la Nazione, con la prigione, le persecuzioni, l'esilio, la morte, la fame. Dopo la Liberazione, al di là delle battaglie ideologiche e politiche, un sentimento di quanto fosse prezioso il radicamento sociale per le nuove istituzioni repubblicane era un sentimento comune e condiviso, persino fisicamente, prima ancora che politicamente, da tutti al di là delle ideologie.
La seconda generazione è stata quella dei discepoli, i giovani cresciuti con tali ascendenti e maestri di vita, prima ancora che di politica, essendo le due cose una cosa sola. Esistenzialmente e moralmente. Via via le generazioni si sono succedute e dopo la fine dalla prima repubblica e la secessione tra istituzioni rappresentative e sovranità popolare, la giovane classe ha fatto un testa-coda, cresciuta in ufficio ha guardato più al capo che nomina e non all'elettore, ormai allontanato dalla partecipazione. Di qui la crisi finale dei partiti come assi verticalizzati e impenetrabili. Nelle istituzioni cià a comportato una loro privatizzazione: la frattura tra rappresentanza e società si è progressivamente allargata a vantaggio di una autonomia del ceto politico che è diventato infine un "ceto sociale" autoreferenziale, "dominante" come previde Carlo Rosselli.
Questo non è populismo, ma descrive la causa del populismo. il quale non sa governare poiché si alimenta a sua volta di un ulteriore declino di cultura politica avvenuto anche dalla parte opposta, nell'elettorato. Che come se niente fosse, esso considera il non voto una scelta come un'altra, nemmeno di protesta ma di pura inutilità. Un classismo del "nuovo ceto dominante" che ha privatizzato le istituzioni pubbliche ha determinato un generale qualunquismo verso la coscienza della "Repubblica come cosa propria" (Mazzini) perché cosa propria non è, privata di fisiologia vitale tra stato e società dove lo Stato dovrebbe essere lo strumento maggiore dell'autogoverno.


La politica repubblicana rinascerà dalla questione sociale e da una nuova generazione di istituzioni sociali che daranno agibilità ad un ritorno dell'esercizio dal basso della rappresentanza di interessi da parte dei cittadini. Sarà compito di una nuova elites democratica trasferire questa rinnovata buona abitudine a "votare per decidere",  nel campo delle istituzioni politiche, oggi svuotate di un legame sociale concreto e attivo, non liturgico, con il radicamento sociale indispensabile alla loro stessa legittimazione. (In proposito, bene e meglio questo afferma Sabino Cassese).

I partiti non si autoriformeranno. La volontà del Presidente Giuliano Amato di stabilire una collaborazione tra Corte Costituzionale e Parlamento (vedi la Stampa del 31 gennaio), è un metodo che può portare frutto anche con stimoli vincolanti ad un ritorno, in qualunque modo, alla rappresentanza sociale delle istituzioni politiche. Solo così, col tempo, rinascerà una classe politica radicalmente nuova. Facendo i compiti.

Tertium non datur, scorciatoie non esistono.
Dalla questione sociale si risolve la crisi istituzionale.
È diritto alla rivoluzione socialdemocratica per la ricostruzione della repubblica.
S.car.

Da - avanti
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« Risposta #11 inserito:: Febbraio 04, 2022, 05:10:31 pm »


•  Riflessioni di un vecchio Darwin.

Molti pensieri sulla crisi della politica.

Forse fu un errore, col senno di poi, sciogliere i grandi partiti storici dalla DC, al PSI, al PRI, il PLI, PSDI. Si è sciolta la connessione fra idee e prassi politica, perché anche quei partiti evolvevano, si passò da Tambroni al centro sinistra di Moro e Nenni, La Malfa, Malagodi. Per il PCI fu storia diversa, evolse verso il DS, non si sciolse ma confluì in un progetto più grande, nel rispetto delle idee di riferimento. Ora ci lamentiamo che mancano riferimenti politici certi ed i populismi si sono rafforzati. Attendendo che il M5S si evolva dal giacobinismo populista ad una vera proposta politica, attendendo che la sinistra del PD abbia il coraggio di trovare un pensiero comune di azione di GOVERNO, che tutti insieme, con il PD e forse Azione, si siedano intorno ad un tavolo virtuale per formulare una azione vera di governo, che sicuramente sarebbe di guida nella evoluzione del Paese. La supplenza dei civil servant è utile in queste crisi, indispensabile, ma deve essere una risorsa che solo eccezionalmente può rappresentare l'unica guida per il Paese. Purtroppo, una parte del centro sinistra ha preso una via autoreferenziale, di estremismo di centro, più adatta costruire un polo conservatore liberale, proprio delle grandi democrazie, se vorrà scegliere il ruolo del dialogo con l'altra forza aggregante possibile, magari con una evoluzione della Lega. "Il senatore milanese rilancia un progetto che nell'estate scorsa aveva tentato di portare avanti senza grande successo. Ma lo fa in un momento completamente diverso, prendendo le distanze proprio da Meloni e tentando di arginare la fuga dei centristi. "Solo un nuovo contenitore politico delle forze di centrodestra, a cominciare da quelle che appoggiano il governo Draghi, può agire in modo incisivo. Il nostro modello può essere quello del Partito Repubblicano americano"." Una operazione non diversa da quella compiuta dal centrosinistra? Vedremo. Un passaggio di mano verso Giorgetti?

Da Fb del 1° febbraio 2022
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