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Autore Discussione: Gustavo Adolfo ROL - “L'illuminato” -  (Letto 3605 volte)
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« inserito:: Giugno 15, 2021, 06:01:31 pm »

Gustavo Adolfo Rol

Ogni tanto vale la pena ribadire chi fosse Rol, sia per quelli che lo hanno appena conosciuto, sia per giornalisti, testimoni e disinformati che ancora non lo hanno inquadrato nel modo corretto, o che si ostinano a definirlo secondo criteri personali superficiali.

Rol era un "illuminato" (ovvero, che ha raggiunto l'illuminazione), e questo lo ha confermato lui stesso post mortem in un prodigio che riproponiamo, raccontato da Chiara Barbieri:
«Correva l’anno 1999. Io ho studiato teologia e avrei voluto scrivere ed approfondire con l’abate della Novalesa – dove ho restaurato per 4 anni pergamene antiche e luogo che per i miei studi tutt’ora frequento – un libro sulle mistiche medievali, davvero grandi figure di donne.
Così avevo ordinato in libreria il commentario alla regola di San Benedetto scritto e commentato da Ildegarda di Bingen.
Questo libro non arrivava mai. Finalmente nel febbraio 1999 mi chiamano per dirmi che era arrivato. Vado a ritirarlo e trovo tutta la libreria tappezzata con la copertina del libro di Maria Luisa Giordano "Rol mi parla ancora". Mi sono detta che certamente questo era un segno e che avrei dovuto acquistare anche quel libro.

Io avevo frequentato il dottor Rol per circa 20 anni e mi era davvero rimasto nella mente e nel cuore. Erano passati 5 anni dalla sua morte, ogni tanto pensavo a lui anche se non tanto quanto ora che è onnipresente nella mia vita.
Dopo aver acquistato il libro della signora Giordano sono andata a riprendermi il primo libro che lei aveva scritto su Rol e con sorpresa – ma parlo di una sorpresa scontata perché’ chi ha conosciuto Rol non si sorprende più di tanto – ho trovato scritto a matita sulla prima pagina il numero di telefono della Giordano, che io non avevo mai posseduto e con la quale non avevo mai parlato in vita mia.
Feci il numero, mi presentai e raccontai che mi ero trovata scritto il suo numero di telefono e che pertanto avevo ritenuto di chiamarla perché ero convinta che il dottor Rol volesse questo.
Le dissi anche che io ero sempre rimasta un po’ titubante sui poteri del dottore e di avere in contemporanea nutrito per lui ammirazione mista a timore ed una vera e propria paura.
Infatti, lui mi aveva più volte invitata a casa sua, ma io proprio per paura avevo sempre declinato l’invito; la comparsa di quel numero di telefono scritto a matita mi era parsa una sollecitazione a contattarla ed aggiunsi che anche tutto questo in un certo senso mi faceva di nuovo un po’ paura.
La signora Giordano mi tranquillizzò e mi invitò a leggere il suo libro che mi avrebbe fatto passare ogni timore.

Premetto che un giorno d’inizio estate, ma circa 10 anni prima [nel 1989 ca.], io ero come al solito a pranzo al ristorante La Pace di via Galliari dove anche il dottor Rol era solito cenare ogni giorno e mentre mangiavo avevo chiesto ad Agnese, la padrona del locale, come mai da alcuni giorni Rol non si fosse più fatto vedere. Lei mi disse che quasi certamente era già partito con la moglie per Mentone.
Pochi istanti dopo comparve Rol vestito con un lungo impermeabile color cachi ed un cappellone in mano perché fuori stava piovendo. Allora io gli dissi: “Non è ancora partito per le vacanze?” lui mi guardò, sorrise e poi puntò il suo famoso indice verso di me dicendomi: “Pagina 47 quarta riga terza parola…ca’ lesa fort! (legga forte...)” Io lo guardai e gli chiesi dove dovevo leggere, e lui mi disse: “Ma nel suo libro, no?” Quella mattina io mi ero comperata un libro ma in quel momento me ne ero completamente dimenticata. Ce l’avevo ancora incellofanato dentro la borsa mi affrettai ad aprirlo ed alle sue precise indicazioni trovai scritto e lessi forte la parola “venerdì”.

Lui allora si mise a ridere e disse: “Vede? Parto venerdì”. Io rimasi di stucco, e non riuscii mai più a dimenticare quel “pagina 47 quarta riga terza parola”. Quando terminai dunque di leggere il nuovo libro della signora Giordano molto stranamente pioveva come quel giorno al ristorante di tanti anni prima ed appena chiusi il libro mi apparve il dottor Rol con il solito impermeabile cachi e il cappellone, e puntandomi contro l’indice mi ripete “Pagina 47 quarta riga terza parola” andai subito a leggere e vi trovai la parola “illuminato”.

Ebbene Rol dopo anni e dopo morto dava la risposta a tutti i miei quesiti.
Più volte, infatti, gli avevo chiesto di dirmi “chi” fosse realmente lui ed ora dopo 5 anni dalla sua morte mi aveva risposto!».

(tratto da: Franco Rol, "L'Uomo dell'Impossibile", Vol. I, 2015 (3a ed.), pp. 196-197)

Da Facebook del 15 giugno 2021
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