"Claude Debussy, sono per la libertà e per rendere solo ciò che sento." (Claude Debussy).
https://www.blogfoolk.com/.../claude-debussy-sono-per-la...
Illuminante l'articolo di Gianni Riotta oggi su Repubblica che mostra dinamiche molto interessanti.
"Una trentina di “ribelli” di Open AI, tra cui uno dei pionieri di GPT-3, Dario Amodei, fisico laureato a Princeton University, teme però che l’arrivo dei fondi di investimento in Open AI ne snaturi la vocazione libertaria e decide ora la scissione, con il varo di Anthropic. La secessione apre la grande battaglia sull’Intelligenza Artificiale: sarà strumento dell’industria o resterà “open”, risorsa collettiva dell’umanità, secondo l’appello originale del guru Oren Etzioni “servitore della democrazia”?
L’importanza della questione è dibattuta sul forum TechCrunch dal saggista Devin Coldewey: i sistemi complessi AI non sono, a fondo, compresi dai loro stessi progettisti, GPT-3 funziona benissimo, continuando alla perfezione, in modo impressionante, una pagina di Shakespeare o Hemingway, grazie ai miliardi di fonti dal web cui attinge e agli algoritmi di machine learning che lo regolano (gli informatici Giuseppe Italiano e Debasish Pattanayak daranno, la prossima settimana, una prima dimostrazione sperimentale di GPT-3 alla Luiss). Ma neppure Amodei e il suo team capiscono davvero “come” GPT-3 arrivi alle sue conclusioni e, con l’AI a determinare la sorte di un malato al pronto soccorso, il giudizio di un magistrato in tribunale, gli arresti in una folla durante una manifestazione, l’ammissione di uno studente all’esame di stato, chi garantisce la trasparenza delle scelte?"
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"Le nobili intenzioni, tuttavia, non scoraggiano gli investitori, che arrivano con il record di 124 milioni di dollari per il debutto di un istituto di ricerca di base, assegnando già ad Anthropic, secondo le stime PitchBook, un valore complessivo di 845 milioni di dollari, non male per “ribelli scismatici”."
"L’egemonia sull’Intelligenza Artificiale, tra Usa, Cina e Russia sarà nodo geopolitico del XXI secolo e l’Europa, ne ha scritto Paola Severino su queste colonne, non può restarne fuori, perché, come anticipa Gillian Tett nel nuovo saggio Anthro-Vision, non si tratta di competizione tecnologica, ma della natura profonda che l’umanità assumerà. Come i ribelli e gli scismatici sempre, dal Medioevo in poi, i fratelli Amodei anticipano un dilemma cruciale del nostro tempo, e l’esito della loro coraggiosa impresa parlerà presto del destino di tutti noi."
https://www.repubblica.it/.../i_ribelli_dell.../...
È triste constatare come in Italia non si parli di futuro, al più si parla con terrore dei cambiamenti molto profondi che avverranno e renderanno gli esseri umani meno dipendenti dalla attività lavorativa per la sopravvivenza.
Gli esseri umani dovranno occuparsi di quei problemi di garanzia delle scelte dell'intelligenza artificiale, come i cittadini ateniesi si occupavano solo di politica (delle cose della città) lasciando agli schiavi le attività "produttive". Anche Roma "Nel caso di Roma il modello di "centro di consumo", adottato da Finley per la città antica, ha una documentazione anche sovrabbondante. Roma è infatti, dal punto economico, la città "completamente parassita"." (Luigi Russo, "La Rivoluzione Dimenticata", pag. 295).
Anche se gli schiavi barbari si ribellarono e ciò portò alla rovina di Roma contro la rinascita delle città produttive. Ma oggi non abbiamo più schiavi ma macchine, gli ultimi schiavi rimasti sono i nostri precari che devono concorrere con il costo della macchina.
Quindi è ridicolo distogliere i fondi che ci arrivano per il futuro per accontentare i terrorizzati dal non essere all'altezza del futuro.
Il futuro raccoglie ricchezza anche nelle sue versioni più ribelli e meno convenzionali, come testimonia l'interesse degli investitori per Anthropic.
È curioso che vecchi cultori delle giovani forze ora si accaniscano per difendere il vecchio, forse erano solo ipocriti portatori di un passato vecchio del secolo scorso nato nel mondo anglosassone.