LA-U dell'OLIVO
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« inserito:: Maggio 10, 2021, 05:30:49 pm »

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« Risposta #1 inserito:: Maggio 29, 2021, 04:29:20 pm »

Da la Repubbica del 30 novembre 1999

Veltroni chiede l'Ulivo 2
Castagnetti: a gennaio il premier potrebbe cambiare
Appello del segretario diessino al Trifoglio per un patto "senza egemonismi di sorta"

di BARBARA JERKOV
________________________________________
ROMA - Un grande patto politico per dar vita a un nuovo soggetto. Nel giorno della vittoria, Walter Veltroni propone ai ribelli di Cossiga, non di aderire all'Ulivo, ma di stringere un patto fra tutti coloro che credono nella scelta riformista. Avvertendo molto chiaramente che a D'Alema premier in questa legislatura non ci sono alternative. Un cambio di premiership non si può escludere, ha detto però ieri sera a "Porta a porta" Castagnetti. "Questo non vuol dire che noi poniamo una questione su D'Alema", spiega il segretario del Ppi, "ma le verifiche, se si fanno, si fanno seriamente. Il passaggio da Prodi a D'Alema aveva cambiato gli equilibri della maggioranza che devono essere risistemati". "Castagnetti la tentazione di cambiare premier la coltiva da tanto", confida un colonnello di Piazza del Gesù. "Non mi pare sia il momento di cambiare il premier", interviene però Mastella.
Parole che rischiano di offuscare la festa del centrosinistra. "Questo risultato ha fatto contento il 99% della maggioranza: tutti salvo Cossiga", notava ieri pomeriggio proprio Mastella. Ed è così. Perché quel cinque su cinque netto appanna i progetti terzopolisti, rinsalda il rapporto di D'Alema con i Democratici e disinnesca la mina del Trifoglio. Soprattutto in senso politico, come sottolinea Enrico Letta, visto che quella di domenica è in primo luogo "la vittoria del nucleo originario dell' Ulivo, e dunque rafforza il bipolarismo". Ma anche da un punto di vista puramente numerico: oggi i 17 deputati cossighian-socialisti-repubblicani non sono più determinanti. A questo punto, l'idea di una crisi-lampo per far entrare l'Asinello, aperta e chiusa in 24 ore da D'Alema, probabilmente subito dopo il congresso Ds di metà gennaio, appare la più credibile.
Così, a Botteghe Oscure si può tirare un sospiro di sollievo. Vuol dire che lo scontro duro con il Polo paga, esultano gli uomini di Veltroni. È chiaro, avverte il leader ds, che quello di domenica è un voto che "aiuta la stabilità di governo". Perché dev'essere chiaro, sottolinea il segretario della Quercia, che "non siamo disponibili ad altre soluzioni se non quella di arrivare alla fine della legislatura con il governo guidato da Massimo D'Alema". I Ds non sono disponibili "né a governi tecnici", avverte, "né a niente che possa unire i nostri voti a quelli del Polo". Resta naturalmente aperta la questione del "governo rinnovato". "È una cosa che riguarda il presidente del Consiglio", risponde Veltroni, "sta a lui definire i tempi più opportuni per una scelta così. Anche se io avverto forte il bisogno di costruire insieme il Nuovo Ulivo; e prima lo si fa, più facile sarà affrontare i passaggi successivi".
"Non chiedo a nessuno l'adesione all'Ulivo", continua Veltroni, "ma è necessario fare un patto fra chi crede nella scelta riformista per costruire, con pari dignità, un nuovo soggetto". Naturalmente, Veltroni per primo ritiene "difficilmente praticabile" un patto fra Ulivo e Trifoglio. "Piuttosto che l' alleanza fra due soggetti, io dico: costruiamone assieme uno nuovo, senza alcun egemonismo da parte di nessuno. Ciò che serve è un patto che tenga l'alleanza per il Nuovo Ulivo, e che il governo arrivi unito alle regionali e alle politiche del 2001".
Il successo elettorale dà nuovo sprint al centrosinistra. Mastella rivolge un appello a Boselli: lasci perdere Cossiga e ragioni con l'Udeur. "Se il suo scopo è, come per noi, avere più centro nel governo, discutiamone e poi andiamo tutti insieme a trattare con D'Alema". Mastella comunque avverte: oggi si fa festa. Ma da domani D'Alema stia attento: "Adesso si apre la partita delle presidenze di regione", annuncia. "E non è che il governo è una cosa, e la periferia un' altra..."

da repubblica -  di allora 1999
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« Risposta #2 inserito:: Maggio 29, 2021, 04:41:10 pm »

IN USCITA IL NUOVO NUMERO DI GIUGNO

"Per una Grande Riforma Parlamentare"

Una unica Assemblea Parlamentare per una "Democrazia governante"
Festa della Repubblica, per una nuova Repubblica

 
È in uscita il numero dell'Avanti! del 2 Giugno, Festa della Repubblica. In questa occasione il giornale socialista lancia la proposta di una Grande Riforma Parlamentare per una sola Assemblea Nazionale che rimedi ai danni istituzionali provocati dal taglio dei parlamentari. La proposta, illustrata da Claudio Martelli, è commentata favorevolmente sull'Avanti! da un nutrito gruppo di giuristi, tra cui Sabino Cassese, Enzo Cheli, Andrea Manzella, Beniamino Caravita, Francesco Clementi.

"Il contesto attuale - scrive Martelli - che vede un governo del Presidente sostenuto da una maggioranza di (quasi) unità nazionale è il più propizio a una revisione costituzionale nello spirito repubblicano di una riforma chiara, semplice. Gli ultimi due anni di legislatura sono più che sufficienti per una revisione che istituisca un’unica Assemblea Nazionale di 600 membri sostitutiva sia della Camera dei Deputati sia del Senato della Repubblica. In tal modo non solo assorbiremmo in un’unica revisione le varie correzioni necessitate dal taglio dei parlamentari ma finalmente supereremmo il bicameralismo tante volte denunciato e doteremmo la Repubblica di un Parlamento monocamerale pienamente rappresentativo, efficiente ed efficace in linea con le migliori democrazie moderne, proporzionato alla popolazione nel numero dei suoi membri".
 
Il commento di Sabino Cassese: "C’è un ulteriore motivo per incamminarsi decisamente verso il monocameralismo: l’esistenza, ormai da mezzo secolo, di 20 parlamenti regionali, i quali svolgono, in ambiti limitati, le stesse due funzioni del parlamento nazionale: fornire un consenso all’esecutivo e adottare atti normativi. Non dimentichiamo che la riduzione dei parlamentari aveva un intento di operare un «downgrading» della democrazia rappresentativa, a beneficio della democrazia diretta. Non si volevano tanto ridurre i parlamentari, quanto ridurre il Parlamento".

Gli altri interventi dei Costituzionalisti nel numero in uscita il 2 giugno.
 
Da Avanti 28 maggio 2021
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