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Autore Discussione: Silvia BOSCHERO.  (Letto 3021 volte)
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« inserito:: Dicembre 29, 2007, 09:55:12 pm »

Baci di massa, anno che passa

Silvia Boschero


Sono le piazze a salvare l’eterno indeciso, il ritardatario cronico o il solitario sul da farsi il 31 dicembre, notte in cui vige l'obbligo del divertimento. Le piazze sono democratiche, gratuite, colorate, rumorose e danno l’illusione di trovarsi in grande compagnia. Molte, per questo addio al 2007, ospitano ottimi concerti organizzati dalle amministrazioni comunali. Questi che vi riportiamo a seguire sono i più importanti.

Piazze del nord

Partiamo dal Capodanno più filantropico d’Italia. È a Venezia e si chiama LoVe non a caso: venti secondi dopo lo scoccare della mezzanotte infatti a ritmo di musica si avvilupperanno in un lungo bacio di piazza ben sessantamila persone. È roba seria: nei giorni scorsi si è addirittura tenuto un casting per assoldare cento baciatori e preparare l’evento sotto la guida di un super coreografo (lo stesso che ha orchestrato sei cerimonie olimpiche) che gestisce il tutto con estrema professionalità. Milano è meno coreografica ma ha più opzioni. Sono tre le piazze allestite nel capoluogo lombardo: in Piazza del Cannone c’è lo Snow Park e l’appuntamento con l'evento «Burn» (dopo la mezzanotte e i fuochi d’artificio c’è il concerto del rapper Inoki), in Piazza Stuparich il Palalido ospita «Milano Eleganza 2007» e nei Giardini Indro Montanelli va in scena il «Villaggio delle Meraviglie». A Torino è prevista musica dance con vari deejay sia in piazza Castello (con una festa che anticipa Torino capitale 2008 del design), sia al Parco Stura.

Poi c’è Genova, altra città musicalmente interessante per dare addio al 2007 con due grandi voci femminili: al Porto Antico ci sarà Gianna Nannini mentre a piazza De Ferrari Antonella Ruggiero con un concerto tutto dedicato alle canzoni dei grandi autori genovesi: Fabrizio De André, Umberto Bindi, Luigi Tenco, Bruno Lauzi tra gli altri. A La Spezia in Piazza Garibaldi c’è l'Equipe 84, a Savona Francesco Baccini e a Sanremo Edoardo Bennato. A Vicenza doppia esibizione di Ivan Cattaneo e Dan Arrow (i due «piagnoni» dell’Isola dei famosi), in piazza Garibaldi a Parma Le Vibrazioni mentre a Bologna appuntamento in via Indipendenza dalle 22 con la parata e poi in piazza Maggiore con il Rogo del Vecchione. Per chi ama la musica folk a Modena, in piazza Grande, c’è l’Orchestra della Notte della Taranta (più di trenta artisti che si alternano sul palco per proporre musiche tradizionali salentine e non solo), mentre a Rimini si brinda col concerto di Antonello Venditti.

Centro & Sud

A Roma anche quest’anno c’è l’imbarazzo della scelta sugli eventi live. Sono due i concerti (sempre gratuiti) importanti in città. La Bandabardò ed Elio e le Storie Tese a Cinecittà Campus ma anche Giorgia ai fori di Traiano ospite di Mtv Italia che festeggia i suoi dieci anni di vita (in diretta dalle 23 sulla tv musicale) tra musica e fuochi d’artificio. Chi invece vuol ballare tutta la notte se ne puo’ andare all’ex Fiera di Roma sulla Cristoforo Colombo, mega discoteca aperta fino alle 8 del mattino con super ospiti del genere dance tra cui Jeff Mills, Ricardo Villalobos, Cassius, Digitalism e Giancarlino (ma questa non è affatto gratis). Firenze festeggia sia in Sant’Ambrogio che in piazza Santo Spirito (con la musica dance di Love Calò dj) e in Santa Croce con il concerto diretto da Giuseppe Lanzetta. A Siena ci si trova in piazza del Campo con il concerto organizzato dall’ex Pfm Mauro Pagani che ha chiamato Cristina Donà, Manuel Agnelli degli Afterhours e Francesco Sarcina delle Vibrazioni. Nel centro storico di Perugia si esibiscono la Rino Gaetano Band e il comico “dei citofoni” Andrea Rivera, mentre ad Ancona c’è il live di Francesco Renga. In Sardegna a Cagliari tutte le vie e le piazze del centro storico sono illuminate e ospitano spettacoli di clown, mangiafuoco, musicisti e fachiri mentre a Sassari (in piazza Italia), è stato organizzato l’atteso concerto di Vinicio Capossela. Grande festa anche a Napoli, in piazza Plebiscito, sotto il patrocinio di Amnesty International, con un gran concerto assieme ad Enzo Avitabile, Khaled, Tullio De Piscopo e Goran Bregovic tra i tanti. Infine a Palermo, in piazza Politeama, c’è Nek.

Pubblicato il: 29.12.07
Modificato il: 29.12.07 alle ore 8.35  
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« Ultima modifica: Agosto 09, 2013, 05:15:25 pm da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 16, 2008, 12:14:08 pm »

Il vento dell’Est conquista l’America

Silvia Boschero


C’è un ragazzino di 22 anni, musicista nato nel New Mexico, che sta facendo un gran parlare di sé in patria. Non è un genio, ma ha qualcosa che ai più non torna. Suona la tromba e l’ukulele, ama Tom Waits e Rufus Wainwright, ma quando sale sul palco con la sua band per un concerto è un’esplosione di suoni che, a chiudere gli occhi, pare un po’ la Wedding and funeral band di Bregovich. E sorprende tutti. Bel corto circuito pensare ad un ragazzino che per i suoi esordi musicali decide di buttarsi sulla musica balcanica: il grande sudovest americano contro il vecchio blocco sovietico. Lui, in arte Beirut, non è l’unico. Alla scorsa edizione del New York Gipsy Festival, la Grande Mela è stata invasa da un’ondata impazzita di musica balcanica. Per strada carovane di simil-tzingani imitavano le brass band dell’Est Europa in un colpo d’occhio un po’ straniante. È una nuova moda che invade la costa est degli Stati Uniti, colpa degli imitatori (o seguaci, se vogliamo) della musica folk gitana. Musica che in Europa conosciamo bene, e che ora si appresta all’ennesima trasformazione dal momento in cui, meglio di qualsiasi altra, è materia naturalmente «mutante», capace di prendere la forma del luogo ospitante rimanendo intatta nella propria sostanza.

In America sono tutti pazzi del leader coi baffoni dei Gogol Bordello, il signor Eugene Hutz, inventore del cosiddetto «gipsy punk», che dall’Ucraina passando per l’Italia (a Santa Marinella provincia di Roma faceva il venditore ambulante e a quel luogo ha dedicato una canzone), è approdato a New York facendo innamorare anche Madonna, che l’ha voluto protagonista del suo ultimo film. Ma i Gogol (che oggi suonano a Bologna, domani a Roma e mercoledì a Venaria), da punta dell’iceberg, con tutta la loro carica di «patchanka» sono in realtà i più distanti da quel seme musicale. Band tutte americane (anzi newyorkesi) e dai nomi ancora sconosciuti (come New Zlatne Uste, Slavic Soul Party, Hungry March Band), quelli sì che suonano musica che ispira quasi filologicamente a quella rom e dell’Est Europa in genere.

Ma la tendenza è a ingurgitarla e trasformarla alle proprie esigenze. Ecco che a Denver, in Colorado, sbucano i Devotchka, una band di polistrumentisti molto virtuosi che qualcuno ha conosciuto grazie alla colonna sonora di quel piccolo bel film che fu Little Miss Sunshine (premio al Sundance). Loro di Goran Bregovich, Kocani Orkestar e Taraf de Haidouks (due delle migliori band gitane in circolazione in Europa, la prima una brass band, la seconda una banda di violini e fisarmoniche da Clejani, un piccolo villaggio della Romania) non ne sanno un bel niente, ma la comunità rom a Denver è sostanziosa e da questa i nostri ex-rocker hanno appreso rudimenti di musica popolare. Risultato? Un mix di musica rom, greca, slava, bolero, mariachi, radici folk e indie rock a creare l’ennesima musica ibrida, l’unica – dicono – capace di rappresentare un’altra America, non quellla istituzionale che ci viene mostrata dai media. Stessa cosa, ma con attitudine virtuosa e schizoide alla Frank Zappa, stanno facendo i Man Man da Philadelfia.

Poi c’è lui, Beirut, ragazzino molto amato nella nicchia del rock indipendente americano, vero nome Zach Condon, che si è innamorato perdutamente della Kocani dopo averla incontrata casualmente ad un festival a Parigi lo scorso anno e dopo aver capito di cosa si trattava grazie a due film: Underground di Kusturica e Gatto nero gatto bianco. Presto con la Kocani faranno un disco assieme: lui, brufoloso post-adolescente del New Mexico, e loro, la più celebre fanfara macedone che qualche americano ha conosciuto grazie alla colonna sonora di Borat (e che in questi giorni è impegnata in un tour italiano assieme ai nostri Paolo Fresu e Antonello Salis). Non c’è niente di strano, perché la musica balcanica gli permette di rimanere se stesso. Sarà per questo che su di lui il Village Voice ha titolato «Gipsy road, take me home», ovvero, parafrasando la celebre canzone di John Denver (Take me home, country road), portami a casa, strada tzigana.

Pubblicato il: 14.04.08
Modificato il: 14.04.08 alle ore 9.12   
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