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Autore Discussione: I Muri leghisti sono semplici da abbattere (non facili) perché non hanno l'Anima  (Letto 2592 volte)
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« inserito:: Aprile 01, 2021, 07:52:53 pm »

I Muri leghisti sono semplici da abbattere (non facili) perché non hanno l'Anima.

Tutto dipende dal Cacciavite del CentroSinistra che un’Anima ce l'ha, ma è mal motivata e dispersa in cento FIUMICIATTOLI affollati da sofisticati e coltissimi chiacchieroni.

Il CentroSinistra non è ancora ESSENZIALE nei suoi intenti sociali!

ciaooo
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 09, 2021, 02:42:11 pm »

Alberto Rizzi, non è fatale che si debba sottostare alla Partitocrazia in eterno.

Chi va ancora a votare, non vota consapevolmente per la Partitocrazia (sorellastra corrotta della Politica), ma per un partito, un leader o per il furbetto contaballe di turno.

Basterebbe impegnarci tutti nello spiegarlo a tutti, e tutti siamo tanti.

Ma per farlo occorre incontrarsi e parlare, magari proprio attraverso internet o anche in Fb, è un regime ma ci si può ancora esprimere, … facendo copia e incolla per i post che è probabile taglino.

hahahahaha
ciaooo

Io su Fb del 8 aprile 2021
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« Risposta #2 inserito:: Aprile 16, 2021, 11:22:20 pm »

Draghi, che stiamo scoprendo soltanto ora nel suo comunicare al nostro livello, usa un linguaggio simile a quello che molti di noi vorremmo sempre e da sempre: costruttivo, aperto, sereno da uomo forte di sé, paziente nel far capire a persone “altre” (molti in malafede o venduti) ciò che pensa, ciò che accade e che vorrebbe accadesse.


Buffo e triste che ci siano persone che hanno nostalgia per il “linguaggio istituzionale”, quello che ci ha sempre gabbato, derubato della nostra dignità di Cittadini e vilipesi nelle istituzioni.


I commenti di popolo in Fb e quelli di giornalisti addestrati e guidati nelle Tv del potere conservatore privato, ci dimostrano due situazioni:
1) la prima che lo stato mentale dominante in molti di noi è da compatire, ma non soltanto perché scaturisce da patologie nate nel periodo triste che stiamo vivendo, ma anche a causa di una formazione anche inconscia, da catechismo laico, eticamente amorale, con una voluta assenza di civismo, studiato per ingannare la gente e condizionarne apaticamente il senso critico e la presa di coscienza.


Commentatori da compatire, quindi, senza condividerli ma cercando di riportarli alla ragione del momento che viviamo, spiegando loro i rischi che gli Sfascisti ci stanno facendo correre per loro ignobili propositi, antinazionali.


2) La seconda cioè i commenti spesso falsificati, sempre velenosi contro il Governo Draghi e i suoi Ministri che subiamo dai Media, stanno a dimostrare quanto sforzo notevole e quali mezzi non soltanto i Conservatori anti-Progressisti ma soprattutto la Partitocrazia corrotta, stanno mettendo in campo per abbattere Draghi e con lui l’ultima difesa del Democratico Sistema Sociale Italiano.


Dobbiamo aiutare la parte sana della cittadinanza, oggi depressa, a capire la fortuna d’avere al servizio dell’Italia Democratica uno Statista del valore di Draghi, non soltanto per risolvere le immediate necessità prioritarie di un Paese disfatto dal malgoverno.


Ma soprattutto per impostare grazie al consenso maturo della gente onesta, un futuro di sano sviluppo economico e sociale, compatibile, tracciando un percorso rieducativo che aiuti tutti a comprendere il MALE che all’Italia hanno inoculato, quelle Consorterie e quelle Fazioni che da sempre agiscono per interessi particolari a detrimento del bene pubblico.


ciaooo

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« Risposta #3 inserito:: Maggio 22, 2021, 02:58:18 pm »

Il Nord è sceso talmente in basso, nel sistema sanitario e nella sicurezza dei cittadini, che non vede neppure quanto è diventato vittima delle mafie e del malaffare.

Il Sud deve soltanto prendersi tutti i valori sociali e umani che non ha ancora avuto oppure, che in questi anni ha lasciato cadessero in terra.

Dopo se insieme misuriamo le singole "caratteristiche differenze” regionali e insieme ne studiamo le compatibilità positive tutto diverrà più sereno, ... in Italia.

ciaooo
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« Risposta #4 inserito:: Agosto 12, 2021, 06:53:51 pm »

IL BLOG
02/08/2021 14:08 CEST | Aggiornato 02/08/2021 14:18 CEST

Anche Giorgetti si è accorto che non si può consegnare il Paese a Meloni

Ma quello che dovrebbe essere il dibattito principe sul futuro strategico del centrodestra italiano rimane nascosto in fondo a una palude di conformismo, opportunismo e tatticismo

Filippo Rossi Leader Buona Destra

Anche Giorgetti si è accorto che non si può consegnare il Paese a
ANSA

Alla fine se ne è accorto anche lui. Anche Giancarlo Giorgetti ha confessato a mezza bocca di non “riconoscersi” più nel progetto sovranpopulista e fancazzista di Matteo Salvini.

Anche Giorgetti, rappresentante fin troppo silenzioso di quella Lega che preferisce di gran lunga parlare alla borghesia imprenditoriale che rincorrere qualsiasi inutile e dannosa ribellione anti sistema, si è accorto che no, non è possibile tenere tutto insieme, che Draghi e Salvini non possono andare per mano, che non si può rischiare (sì rischiare è il temine giusto) di consegnare il Paese a gente come Giorgia Meloni, gente che organizza gazzarre parlamentari contro il greenpass, a gente che - come ha spiegato Alessandro Barbano proprio qui su HuffPost - che preferisce il gusto dell’iperbole alla fatica del governo, lo slogan d’effetto alla decisione efficace. La decisione che invece servirebbe al Paese.

Eppure, anche dopo le dichiarazioni di Giorgetti, quello che dovrebbe essere il dibattito principe sul futuro strategico del centrodestra italiano rimane nascosto in fondo a una palude di conformismo, opportunismo e tatticismo. Tutti preferiscono far finta di nulla, pure se tutti sanno che non esiste paese europeo che metta insieme una destra liberale e di governo con una destra populista e sovranista, una destra sana con una malata. E allora ecco che è tutto un argomentare ufficiale su partiti unici, federazioni e patti di ferro: trucchi infantili per tenere insieme ciò che insieme non può e non potrà mai stare.

Serve un atto di coraggio. E di verità. Serve il coraggio di sancire come “mai nata” l’esperienza di questo centrodestra a trazione sovranista e antieuropea. Un aborto politico, ecco cosa è un’alleanza che dice di volere governare l’Italia e contemporaneamente rincorre ogni micragnoso rivolo di ribellismo sociale. La “destra doppia”, come l’ha definita Ezio Mauro, può anche avere il vento in poppa nei sondaggi, ma una volta al governo dell’Italia si andrebbe a schiantare a causa delle sue contraddizioni. In tanti, in troppi, sanno tutto questo molto bene, sanno che la Meloni non governerà mai a furia di scommettere su gente come Michetti l’imperatore e Mollicone il corridore, sanno che Salvini ormai è una sorta di giullare impazzito che non prenderà mai più una decisione di governo, ma fanno finta di niente per mero attendismo. “Sì vabbè, ma chi ce lo fa fare. Qualcun altro ci penserà…”.

Ma no, la politica non funziona così, la politica non è attesa. Perché a furia di aspettare che qualcuno al posto nostro risolva i problemi c’è il rischio concretissimo che alla fine qualche “mostro” riesca davvero a prendere il sopravvento. Lo spiega con esattezza geometrica Anne Applebaum, premio Pulitzer per il suo Gulag: “C’è bisogno di una forte destra liberale, moderata. Una destra ‘centrale’ che rispetti la democrazia e le sue regole. Nei Paesi in cui questa destra ‘centrale’ scompare viene a crearsi un vuoto, uno spazio politico, che presto verrà occupato dalla destra radicale”. 

Chi risponderà in Italia a questo “bisogno”? Ecco, il futuro politico italiano è tutto nella risposta a questa domanda. E certo non basterà un mal di pancia di Giorgetti per costruire davvero una destra che sia davvero sentinella di democrazia. Serve molto di più.

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