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Autore Discussione: Pier Paolo Pasolini, Eretico & Corsaro CHI PUÒ SCANDALIZZARSI  (Letto 1391 volte)
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« inserito:: Giugno 26, 2021, 11:18:20 pm »

Pier Paolo Pasolini, Eretico & Corsaro
 
CHI PUÒ SCANDALIZZARSI

È vero noi abbiamo bisogno di «miti», di «autorità» e colui che, attraverso l’industria culturale o l’appoggio di una corrente di opinione o l’organizzazione di un partito o il caso, diventa un «mito», «un’autorità», acquisisce nuovi doveri verso se stesso e verso gli altri. Ormai il suo rapporto con gli altri è quello che è, non è più quello di un pari tra i pari. Guttuso che parla di pittura con gli operai è un mito; Levi che parla di questioni morali con dei contadini è un mito. Forse un po’ anch’io ormai: ma lasciatemi ancora qualche anno di lavoro e di studio per imparare a farlo meglio, a trovare meglio il punto di coincidenza tra autorità e sincerità. Non per nulla ho nominato Guttuso e Levi: che hanno saputo prender atto con tanta serietà e tanto impegno e tanta incessante ansia di capire e di sapere, la loro funzione pubblica di artista-guida. Ma guai se esistesse uno schema di artista-guida! Ognuno deve esserlo come sa e come può, come realmente lui è. Io, forse perché nel fondo della mia psicologia sono mitologico e un po’ donchisciottesco, devo particolarmente difendermi, nel mio inconscio, da una simile posizione. Ecco forse il perché segreto delle mie resistenze, e di questo tipo di discorso preliminare alla ripresa della mia corrispondenza su un grande settimanale popolare.
Fortunatamente sono successe in questo anno delle cose che mi respingono con la forza dell’obiettività da ogni possibile posizione di certezza o ufficialità. Per esempio, un film come Il Vangelo secondo Matteo, o, più ancora, un libro di versi come Poesia in forma di rosa (sono le cose che succedono a un autore!): in definitiva io sono protetto dalle mie contraddizioni. È da esse che viene assicurata la mia democraticità! E voi non potrete mai dibattere le questioni che ci stanno a cuore con me come con un’autorità, proprio per la presenza delle mie contraddizioni scandalose, e da cui per primo io sono messo in imbarazzo: perché c’è sempre una diacronia (complicata fin che si vuole) tra il fare e il pensare di un autore. Io, le mie contraddizioni, le vivo e ne prendo atto in due momenti idealmente diversi, anche se spesso materialmente simultanei. Vorrei dire subito, in limine, che queste contraddizioni sono spesso più clamorose che profonde, più drammatiche che sostanziali. Possono cioè scandalizzare più il conformismo che la ragione. Certo, può avere imbarazzato qualche comunista il fatto che io abbia fatto così il Vangelo: ma questo comunista allora è un conformista, un ansioso ecc. ecc...

(P.P. Pasolini, 1964)

Da Fb del 24 giugno 2021
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