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Autore Discussione: Nembro e Alzano storia delle vittime di malgoverno locale e della Confindustria  (Letto 7102 volte)
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« Risposta #15 inserito:: Agosto 09, 2021, 11:53:57 pm »


Rita G. Gentile signora Rita, ormai dovrebbe sapere che io parlo sempre per linee generali e quasi mai accetto scambi dialettici che porterebbero soltanto al "bisticcio".
Io vi porto il mio pensiero e le mie convinzioni nate da esperienze e da precisi punti di riferimento.

Mi spiace vedere chi corre barcollando o peggio inciampa e cade, ma sono troppo vecchio per corrergli dietro, mi devo limitare a raccomandare comportamenti, indicare una strada e impegnarmi per un fine unico, contribuire a che tutti voi arriverete (io non farò in tempo a goderne) a vivere in una società serena!   

Viviamo tempi molto brutti e siamo circondati da elementi, che io chiamo Sfascisti, che sono motivati o sovvenzionati per far confondere le persone, portando al Caos anche le più dotate.

ciaooo


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« Risposta #16 inserito:: Agosto 10, 2021, 03:16:48 pm »

Francesco Costa è giornalista e vicedirettore del Post.

DA COSTA A COSTA

Poca roba
La risposta con cui ieri Draghi ha masticato Salvini non dovrebbe oscurare un fatto più importante delle parole, e cioè la sostanziale sconfitta politica di Salvini, peraltro l’ennesima: la Lega è entrata in Consiglio dei ministri dicendo “no al green pass” e ne è uscita dicendo “bene, avanti così”, è entrata ragliando che gli under 40 non dovrebbero vaccinarsi ed è uscita spiegando con tono piagnucoloso che si riferiva soltanto ai “dubbi sul vaccino ai minorenni” (peraltro infondati anche quelli).

È un fatto politico che andrebbe osservato a prescindere dalle proprie idee, perché le prove ormai sono tante, dal Papeete in poi, tanto che al Post lo abbiamo scritto in tempi non sospetti: Salvini è un politico scarso. Il suo indiscusso successo di consensi si è basato fin qui su una formidabile somiglianza con un pezzo significativo degli italiani, un mix di atteggiamento da bulletto al bar, esibizione del cinismo, vittimismo infantile, linguaggio da tronista e impianto valoriale composto da proverbi e buongiornismi. In questo è ancora imbattibile: nessuno somiglia agli italiani più di lui. Ma la politica è ottenere risultati, e guadagnare influenza per ottenere altri risultati. Da questo punto di vista, Salvini è poca roba.

I più arrabbiati per questa palese inadeguatezza dovrebbero essere quelli che lo hanno votato: avevano il paese in mano e sono finiti a farsi umiliare dall’ex capo della BCE. Ma anche i suoi avversari che a lungo lo hanno descritto come imbattibile – “guai a votare, se no vince Salvini” – dovrebbero ragionare un po’ sui propri limiti.

Da Fb Pubblicato il 23/07/2021
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« Risposta #17 inserito:: Agosto 11, 2021, 03:21:42 pm »

IL BLOG
02/08/2021 14:08 CEST | Aggiornato 02/08/2021 14:18 CEST

Anche Giorgetti si è accorto che non si può consegnare il Paese a Meloni

Ma quello che dovrebbe essere il dibattito principe sul futuro strategico del centrodestra italiano rimane nascosto in fondo a una palude di conformismo, opportunismo e tatticismo

Filippo Rossi Leader Buona Destra
ANSA

Alla fine se ne è accorto anche lui. Anche Giancarlo Giorgetti ha confessato a mezza bocca di non “riconoscersi” più nel progetto sovranpopulista e fancazzista di Matteo Salvini.

Anche Giorgetti, rappresentante fin troppo silenzioso di quella Lega che preferisce di gran lunga parlare alla borghesia imprenditoriale che rincorrere qualsiasi inutile e dannosa ribellione anti sistema, si è accorto che no, non è possibile tenere tutto insieme, che Draghi e Salvini non possono andare per mano, che non si può rischiare (sì rischiare è il temine giusto) di consegnare il Paese a gente come Giorgia Meloni, gente che organizza gazzarre parlamentari contro il greenpass, a gente che - come ha spiegato Alessandro Barbano proprio qui su HuffPost - che preferisce il gusto dell’iperbole alla fatica del governo, lo slogan d’effetto alla decisione efficace. La decisione che invece servirebbe al Paese.

Eppure, anche dopo le dichiarazioni di Giorgetti, quello che dovrebbe essere il dibattito principe sul futuro strategico del centrodestra italiano rimane nascosto in fondo a una palude di conformismo, opportunismo e tatticismo. Tutti preferiscono far finta di nulla, pure se tutti sanno che non esiste paese europeo che metta insieme una destra liberale e di governo con una destra populista e sovranista, una destra sana con una malata. E allora ecco che è tutto un argomentare ufficiale su partiti unici, federazioni e patti di ferro: trucchi infantili per tenere insieme ciò che insieme non può e non potrà mai stare.

Serve un atto di coraggio. E di verità. Serve il coraggio di sancire come “mai nata” l’esperienza di questo centrodestra a trazione sovranista e antieuropea. Un aborto politico, ecco cosa è un’alleanza che dice di volere governare l’Italia e contemporaneamente rincorre ogni micragnoso rivolo di ribellismo sociale. La “destra doppia”, come l’ha definita Ezio Mauro, può anche avere il vento in poppa nei sondaggi, ma una volta al governo dell’Italia si andrebbe a schiantare a causa delle sue contraddizioni. In tanti, in troppi, sanno tutto questo molto bene, sanno che la Meloni non governerà mai a furia di scommettere su gente come Michetti l’imperatore e Mollicone il corridore, sanno che Salvini ormai è una sorta di giullare impazzito che non prenderà mai più una decisione di governo, ma fanno finta di niente per mero attendismo. “Sì vabbè, ma chi ce lo fa fare. Qualcun altro ci penserà…”.

Ma no, la politica non funziona così, la politica non è attesa. Perché a furia di aspettare che qualcuno al posto nostro risolva i problemi c’è il rischio concretissimo che alla fine qualche “mostro” riesca davvero a prendere il sopravvento. Lo spiega con esattezza geometrica Anne Applebaum, premio Pulitzer per il suo Gulag: “C’è bisogno di una forte destra liberale, moderata. Una destra ‘centrale’ che rispetti la democrazia e le sue regole. Nei Paesi in cui questa destra ‘centrale’ scompare viene a crearsi un vuoto, uno spazio politico, che presto verrà occupato dalla destra radicale”. 

Chi risponderà in Italia a questo “bisogno”? Ecco, il futuro politico italiano è tutto nella risposta a questa domanda. E certo non basterà un mal di pancia di Giorgetti per costruire davvero una destra che sia davvero sentinella di democrazia. Serve molto di più.

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« Risposta #18 inserito:: Settembre 19, 2021, 05:03:17 pm »

Movimento 5 stelle
Enciclopedia on line
    
Movimento 5 stelle. - Movimento nato nel 2009 come libera associazione di cittadini e composto dai cosiddetti “attivisti 5 stelle” (già Amici di B. Grillo, poi definiti dalla stampa “grillini”). Anche se il loro peso politico ha iniziato a farsi sentire soprattutto a partire dal 2009, gli attivisti (con in testa Grillo) sono presenti sulla scena pubblica italiana sin dal 2005, da quando cioè si sono raccolti per la prima volta attorno al neo-nato blog del loro ispiratore e si sono uniti a lui nella condanna della corruzione in politica. In breve tempo il blog è divenuto uno dei più visitati del paese, anche grazie all’esperienza del curatore, G. Casaleggio (1954 - 2016). A partire dalla piattaforma sono state organizzate diverse manifestazioni di natura politica e sociale, fra cui hanno avuto particolare rilevanza i V-Day del 2007 e del 2008: nati con l’obiettivo specifico di proporre una legge popolare in aperta polemica con i politici italiani, hanno condensato il malcontento dei molti cittadini delusi dalle dinamiche di governo. Forte del consenso crescente, nel 2008 Grillo ha annunciato dal blog l’intento di promuovere la formazione di liste civiche locali da lui “certificate”, prima di parlare nello specifico di “Liste civiche a cinque stelle”, dove con “cinque stelle” ci si riferisce a connettività, ambiente, acqua, sviluppo e trasporti, punti cardine del gruppo e base programmatica del M. vero e proprio nato pochi mesi dopo. Solo nelle amministrative del 2009 sono stati eletti dodici consiglieri comunali facenti parte delle Liste civiche a cinque stelle, un risultato che ha sorpreso i più e che ha dimostrato l’efficacia di una costante attività a livello locale e di una presenza capillare sul territorio, mostrando una ritrovata vicinanza alla popolazione (principio a cui altri partiti hanno derogato negli ultimi anni). Riuniti sotto la nuova dicitura di “movimento”, gli attivisti a cinque stelle hanno continuato a rifiutare l’etichetta di partito e a negare l’esistenza di un leader, benché la loro partecipazione alle elezioni (fin dal 2010) e l’innegabile influenza di Grillo abbiano dato adito a non pochi dubbi e critiche circa la credibilità di tali affermazioni. Dopo il 6,9% delle preferenze registrato a livello nazionale nelle amministrative del 2011, nel maggio del 2012 quattro attivisti del movimento sono stati eletti sindaci (tra questi anche F. Pizzarotti, divenuto primo cittadino di Parma con oltre il 60% delle preferenze). Qualche mese più tardi (ottobre 2012), in occasione delle elezioni regionali il M. è divenuto il primo partito della Sicilia; il candidato alla presidenza della regione (G. Cancellieri) ha ricevuto il 18,20% dei voti e ha ottenuto uno dei quindici seggi dell’Assemblea guadagnati dagli attivisti (sui novanta totali). Nonostante i successi, all’interno del M. non mancano le voci di dissenso. Negli ultimi mesi del 2012 alcuni attivisti hanno denunciato quella che secondo loro è un’ingerenza eccessiva da parte di Grillo nelle scelte dei singoli componenti del movimento; a far discutere è stata soprattutto la sua dura presa di posizione nei confronti di attivisti quali F. Salsi e G. Favia, che ha poi espulso dal M., dopo i loro interventi televisivi (Grillo infatti si era detto contrario alla presenza del movimento in televisione, in quanto mezzo non adatto a una democrazia partecipativa). A far discutere anche la figura di Casaleggio; indicato da più parti come “il braccio destro” di Grillo, è stato spesso accusato dagli stessi attivisti di comportamenti antidemocratici e censori. Nonostante le critiche interne, dopo una convincente e coinvolgente campagna elettorale conclusa a Piazza San Giovanni a Roma che ha visto una grande partecipazione di cittadini, il movimento di Grillo ha ottenuto alle elezioni politiche del 2013 oltre il 25% dei consensi divenendo il primo partito alla Camera dei Deputati e dando fine, di fatto, alla Seconda Repubblica. In controtendenza rispetto alle passate elezioni, il partito ha perso molti voti alle elezioni europee del 2014, in cui ha di poco superato il 21%, mentre alle amministrative del 2016 il M. ha ottenuto un notevole successo elettorale, presentandosi in 102 comuni, ha fatto eleggere 38 sindaci, conquistando 19 città sulle 20 in cui era in lizza al secondo turno, tra cui importanti capoluoghi come Torino con C. Appendino e la Capitale con V. Raggi. Nel settembre del 2017 Luigi Di Maio ha vinto le primarie per la scelta del candidato premier e del capo politico del Movimento, assumendo Grillo il ruolo di garante. Alle elezioni politiche del 2018 il Movimento ha avuto uno straordinario successo ottenendo più del 32% dei voti sia alla Camera che al Senato, risultando il primo partito ma non raggiungendo la maggioranza assoluta per governare. In una situazione politica di stallo, a quasi tre mesi dalle elezioni, il M. ha raggiunto un accordo con la Lega e individuato nel giurista Giuseppe Conte il premier condiviso, dando così vita al primo governo della storia repubblicana giallo-verde. Alle elezioni europee del 2019 il M. ha registrato un forte calo di consensi attestandosi intorno al 17%. Nell’agosto del 2019, date le divergenze tra i due partiti di maggioranza, la Lega, forte dei consensi ottenuti alle elezioni amministrative ed europee, ha presentato una mozione di sfiducia, poi ritirata, al presidente del Consiglio Conte, che ha rassegnato le dimissioni del governo da lui presieduto al Presidente Mattarella, il quale ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il governo a curare il disbrigo degli affari correnti. Nel settembre successivo è nato un nuovo governo sempre a guida Conte con la maggioranza formatasi tra il Movimento, il Partito democratico e LeU, dando vita al primo governo giallo-rosso. Nel gennaio del 2020 L. Di Maio ha dato le dimissioni da capo politico del M. e V. Crimi ha assunto la funzione di reggente. Nel gennaio del 2021 il secondo governo Conte è entrato in crisi, dopo il mancato appoggio della forza politica facente parte della maggioranza Italia viva e nel febbraio successivo è nato il governo Draghi a cui il Movimento ha dato l'appoggio. Nell’agosto dello stesso anno l'Assemblea nazionale degli iscritti del Movimento  ha approvato il nuovo statuto che regola le attività e definisce i ruoli e le funzioni degli organi e dove è inserita la Carta dei principi e dei valori del Movimento, e Conte è stato eletto Presidente.

Da treccani.it
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« Risposta #19 inserito:: Settembre 19, 2021, 05:09:06 pm »

PREGHIERA
Il comunismo si sta realizzando

CAMILLO LANGONE  16 SET 2021
     
Ne è convinto Maurizio Ferraris: lui tutto contento, noi no. In “Documanità. Filosofia del mondo nuovo”, libro ambizioso, meticoloso, irreligioso e insomma spaventoso, si vede prossima l'utopia tecnosociale. Modello Cina, ovviamente

Sullo stesso argomento:
La meraviglia del comunismo distopico firmato Ferragni
 
Chi vuole studiare la storia delle idee legga Isaiah Berlin prima che sia tardi
“Il Panopticon c’è, però è capovolto, e si traduce nel controllo dei governanti, ridotti allo stato di ubbidienti esecutori della volontà di un popolo”. Maurizio Ferraris in “Documanità. Filosofia del mondo nuovo” (Laterza), libro ambizioso, meticoloso, irreligioso (ateo ed evoluzionista in dosi da istigazione al suicidio) e insomma spaventoso, si dimostra convinto, come me e pochi altri, che il comunismo si stia silenziosamente, senza il chiassoso folclore di pugni chiusi e bandiere rosse, realizzando: internazionalismo, proprietà privata ridotta ad anticaglia, “dittatura del proletariato che detta la propria agenda ai politici i quali non sono influencer bensì influenced, ossia costantemente sotto scrutinio”. Realtà secondo me agghiacciante, secondo Ferraris entusiasmante perché rende prossima l’utopia tecnosociale, la forma di marxismo digitale descritta nelle 417 dense pagine del volume: basterebbe seguire il modello guarda caso della Cina (anticipante “il webfare che auspico in questo libro”) con solo qualche aggiustamento riguardo le libertà personali… Da tutto questo mondo nuovo solo un dio ci può salvare, chiaro.

Di più su questi argomenti:
MAURIZIO FERRARIS FILOSOFIA COMUNISMO LIBRI KARL MARX

Camillo Langone
Vive a Parma. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "Eccellenti pittori. Gli artisti italiani di oggi da conoscere, ammirare e collezionare" (Marsilio).
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