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Autore Discussione: MICHELE SERRA.  (Letto 11917 volte)
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« inserito:: Giugno 22, 2007, 04:27:49 pm »

SATIRA PREVENTIVA

Un elmo cornuto per capire il Nord
di Michele Serra


La sinistra è incapace di cogliere le istanze profonde del Nord.
Ecco un prontuario per cambiare atteggiamento, dal razzismo all'etica sessuale 

Il senatore Roberto CalderoliA che cosa è imputabile la recrudescenza della questione settentrionale? Gli esperti concordano: la questione settentrionale si è aggravata a causa della incomprensione della sinistra, incapace di cogliere le istanze profonde del Nord. Ecco dunque un breve prontuario di comportamento per le persone di sinistra desiderose di cambiare finalmente atteggiamento.

Razzismo
Durante l'annuale Festa del Mestolone, in Val Trompia, vedete un energumeno travestito da guerriero cimbro che estrae dalla bisaccia di pelle di capra un randello e insegue un tunisino. Non cedete al pregiudizio: tirare in ballo il razzismo è pura pigrizia culturale. Quell'uomo è il sindaco, eletto con l'80 per cento dei voti, e sta celebrando la sua riscoperta delle radici ataviche, ubriacandosi di sidro e difendendo il focolare. Anche se il sidro vi ripugna, bevetene un bel boccale insieme a lui, indossate l'elmo cornuto che vi porge, recitate la preghiera druida e attendete l'alba cardando la lana grezza con uno spazzolone di ferro. Solo al primo lucore dell'aurora, quando sarete ben certo di non avere urtato la sensibilità del sindaco, potrete chiamare l'ambulanza per il tunisino.

Tasse
Il padre del compagno di banco di vostro figlio è un piccolo industriale. Produce componenti per macchine a tubo. Ogni volta che vi incontra, vi deride perché pagate le tasse pur avendo un reddito che è un quarto del suo. Perché contrariarlo? Solo per sbattergli in faccia la vostra cosiddetta superiorità civica? Dimostratevi spiritosi, piuttosto: ridete insieme a lui del fatto, in effetti molto divertente, che siete voi, pur meno abbiente, a pagargli la sanità, la scuola del figlio, l'asfaltatura delle strade sulle quali sfreccia con la sua enorme Audi intestata a una società di leasing panamense. Perderete qualche grado della vostra spocchia di sinistra e guadagnerete un amico: per compensarvi, vi regalerà componenti per macchine a tubo. Se non sapete cosa farne, è perché vi sfugge la dinamica dell'economia del Nord.


Cultura
La nuova giunta della vostra cittadina ha appena ridotto la cifra per le attività culturali da ventimila euro a cento, stanziandoli per l'acquisto di venti pesci rossi per la fontana civica. Se volete rendervi odioso, facendo pesare a gente che lavora la vostra presunta cultura, protestate pure. Non farete che approfondire il solco tra la sinistra snob e i genuini sentimenti popolari. Meglio, dunque, stabilire una collaborazione, mediando tra le vostre ubbie intellettuali e lo stato delle cose: proponete di realizzare, come programma culturale, una coreografia per pesci rossi, da far dirigere con una bacchetta di legno al presidente della Provincia. Lui si sentirà gratificato, voi avrete la vostra attività artistica del cazzo, che volete di più?

Etica sessuale
Vi dà fastidio che Calderoli inveisca contro i culattoni? Non sopportate che il vostro garagista sia andato al Family Day con l'amante rumena dicendo alla moglie che andava a Roma a comperare uno spinterogeno? Vi ribellate se il parroco definisce contronatura gli omosessuali? Beh, vuol dire che vivete rinchiusi da anni nei vostri salotti fichetti, e non frequentate più i luoghi normali, come un bar pieno di camionisti turchi, il reparto punitivo di una caserma della Legione Straniera, un chiosco frequentato dai clienti delle prostitute. Avete perso i contatti con i sentimenti delle persone semplici. Siete voi che dovreste vergognarvi.

Smog
Eravate convinti di essere in un garage sotterraneo e avete chiesto dov'era l'uscita. Vi hanno risposto che eravate già usciti e quel velo catramato sopra di voi era il cielo di Lombardia, così brutto quando è brutto. Beh, non fatela troppo lunga. L'operosità padana ha già pensato a tutto. Quando lo smog sarà così denso da formare una cupola compatta, basterà metterlo in sicurezza con un paio di tiranti da Torino a Trieste, e il Nord diventerà il più grande capannone del mondo. Non fate quella faccia. Il Nord si offende se voi siete tristi.
 

(22 giugno 2007)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 17, 2007, 10:47:49 pm »

Michele Serra: quei giornali centri di potere...
Roberto Cotroneo


Nei giorni scorsi tre dei maggiori quotidiani italiani, Il Corriere della sera, La Stampa e Il Sole 24 Ore, hanno attaccato Prodi come fossero dei veri e propri centri di potere politico. C'è chi ne sottolinea l'inadeguatezza rispetto a Sarkozy, chi la debolezza sulle pensioni, chi addirittura auspica una crisi. Cosa sta accadendo? E come sta cambiando il rapporto tra stampa e potere? Lo abbiamo chiesto a Michele Serra, per molti anni giornalista de l'Unità, oggi editoralista di Repubblica.

Serra, come vedi questi attacchi a Prodi da parte della stampa. Attacchi che in qualche modo si pongono sullo stesso piano del potere politico?
«Io mi rendo conto di essere un lettore particolare. E ultimamente ti confesso che non riesco più a capire cosa succede nella politica quando leggo i giornali. Certo, che poi ci sia una tendenza in atto di tipo terzista, per la costruzione di un centro, voluta e sostenuta particolarmente dal "Corriere della sera", mi sembra una realtà piuttosto chiara».

E il Sole 24 Ore?
«Io ho molta stima di Ferruccio de Bortoli, mi sembra una persona veramente indipendente, ma è possibile che anche lì le pressioni di Confindustria si facciano sentire».

In ogni caso il rapporto tra stampa e potere sembra stia cambiando.
«Guarda, io ho il sogno di realizzare un giornale di sole 16 pagine, dove per la politica c'è un solo articolo. Io trovo che l'informazione sia anabolizzata. Sai come i culturisti? Con un risultato patologicamente sovradimensionato. Il punto di partenza lo capisco. Si è dovuta rompere una consuetudine noiosa e azzimata di trattare la politica da parte dei giornali. Quindi rispetto al giornalismo di un tempo, che era, per fare una metafora, troppo in giacca e cravatta, si è cominciato a togliere la cravatta e scamiciarsi un po'...»

E ora?
«Ora sono tutti scamiciati. E alla fine manca del tutto un ordine nuovo, una gerarchia delle notizie. Io rimango ad esempio molto colpito da titoli come "Rissa tra ministri per...". Poi vai a leggere e non è vero, non c'è stata nessuna rissa, al massimo qualche polemico scambio di battute. Ma questo però vale per tutto, anche per le pagine di cronaca, di spettacolo, di cultura. Ma vogliamo dire come sono diventate le pagine di cultura dei quotidiani?.»

Illeggibili?
«Se qualcuno si inventa che la fidanzata di Joyce diceva che al grande scrittore gli puzzavano i piedi, si costruiscono le prime pagine. Insomma il contesto è diventato abnorme. Il testo non conta più nulla. Tutta l'informazione è fatta in questa maniera.»

Cosa bisogna fare, secondo te?
«Guarda, un tempo un editoriale del "Corriere della sera", o della "Stampa", o di "Repubblica" ti permetteva di percepire un mutamento di posizione. Di cose che si stavano modificando. Adesso c'è un tale rumore di fondo, un tale baccano, che io mi rendo conto che molto spesso salto le pagine della politica. E guarda che per uno con la mia formazione, con la mia storia, non è una cosa da poco.»

Proviamo a capire meglio. Da un lato la stampa che fa politica nel senso più tradizionale del termine. Dall'altro la politica che viene trattata come si dovesse raccontare un'orchestra sgangherata e stonata. In prima pagina si chiedono le dimissioni del governo, o quasi. A pagina 2 invece retroscena, e gossip, e tutto "quanto fa spettacolo". È una situazione schizofrenica, o no?
«Certo. Soprattutto perché dietro questo fracasso mediatico, anabolizzato, poi nella realtà c'è una scena politica piuttosto stagnante.»

Perché non c'è un mutamento di rotta?
«Perché la malattia è profonda. E questo meccanismo un po' paranoico delle sette o otto pagine al giorno piene di pettegolezzi, pieni di chiacchiericci sono arrivate a un punto di non ritorno.»

Ma non pensi che ci sia anche un po' di eccessiva vicinanza tra giornalisti e politica? Quasi una collusione?
«Certo che c'è. Io studierei delle contromisure all'antica. Penso che all'estero le cose non stiano affatto così. Un primo ministro parla quattro volte all'anno, al massimo cinque. Non è che ogni minuto si è seguiti da drappelli di telecamere pronte a cogliere una qualsiasi sillaba detta a caso. Il lettore di media intelligenza lo capisce che queste cose non sono rilevanti.»

E la politica non lo capisce?
«Ma non lo vedi che ormai anche un politico di secondo piano ha il suo esperto di comunicazione? E per farci cosa, scusa?»

Diamo delle regole, allora?
«Io se fossi un politico terrei la distanza massima dal potere dei media, e dai giornalisti.»

D'Alema lo fa da sempre, e non è molto popolare per questo.
«Ma su questo D'Alema ha perfettamente ragione. Non sono d'accordo con lui su molte altre cose, ma su questa sì.»

E dopo?
«Dopo metterei un cartello fuori dalla porta con su scritto "Stiamo lavorando", e poi quando succede qualcosa di molto rilevante si può parlare. Io sono un giornalista un po' anomalo da questo punto di vista, anche un po' sgradevole, perché non so se Serventi Longhi sarebbe contento di quello che dico quando leggerà questa intervista. Ma io te lo dico chiaro: ho una posizione antimediatica in questo momento.»

Cosa vuoi dire?
«Ritengo che la stampa in questo momento abbia il dovere di "informare" e di elevare il livello culturale di un paese. In questo momento i media non lo stanno facendo per niente. E quindi io sarei per abbassare il volume. E guarda che non parlo né di censura e né di omissioni. Però un equilibrio ci vuole. Ormai siamo al trionfo dei gossip.»

Altro vizio ormai consolidato.
«Il gossip è peggio della cocaina come piaga sociale. Non è un fenomeno leggero o innocuo, una specie di divertente sfogo di massa. Il gossip è qualcosa che prende il posto di qualcos'altro: ovvero le notizie, il ruolo democratico della stampa e dell'informazione. Purtroppo il registro unico e dominante nel trattare la politica è soltanto questo: il pettegolezzo.»

Chiacchiera, pettegolezzo, colore. Poche inchieste strutturali sull'Italia. È questo che vuoi dire?
«Sì. Per i giornalisti italiani la massima fonte di informazione è Dagospia. Cosa vuoi che ti dica: ogni paese ha il giornalismo che si merita.»

Abbiamo due velocità dell'informazione. Chiacchiera e colore da una parte e operazioni di potere dall'altro. Prodi non credo sia contento in questi giorni. Come può accadere questo?
«Accade perché il potere si muove comunque e ormai non si vede quasi. A livelli alti le cose sono meno visibili, sono telefonate, accordi, strategie. Direttori di giornali, leader politici, esponenti della finanza, delle banche, dell'industria. E queste manovre si riescono ogni tanto a intuire, a capire, se si riesce a guardare oltre al polverone quotidiano. Guarda che non c'è niente di male. Solo che dovrebbero forse essere delle manovre più trasparenti. Per rispetto al lettore, ad esempio».

Insomma alte strategie con i giornali che fanno politica in proprio e sit-com in cui la politica diventa un teatrino da avanspettacolo tutto pettegolezzi e retroscenisti. E nessuna via di mezzo. Un caso?
«Vuoi dire se "ci sono" o se "ci fanno", se questo è voluto?»

Eh, appunto.
«Sai che non ho una risposta a questa domanda? Ti dico solo che mentre prima passavi magari due ore della mattina a leggere i giornali, oggi al massimo gli dedichi dieci minuti. E tutto questo, puoi capirlo, non mi piace per niente».

roberto@robertocotroneo.it


Pubblicato il: 17.07.07
Modificato il: 17.07.07 alle ore 8.42   
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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 26, 2007, 04:19:57 pm »

SATIRA PREVENTIVA

I sinistrati di Ventotene
di Michele Serra


La sinistra italiana è al confino a Ventotene. I leader hanno fondato una decina di partiti, e Angius è uscito dalla componente socialista del gruppo riformista per fondare una componente riformista del gruppo socialista.  Uno scorcio di VentoteneOttobre 2015, isola di Ventotene. Con una clamorosa decisione, Gavino Angius ha deciso di uscire dalla componente socialista del gruppo riformista e di fondare una componente riformista del gruppo socialista. La notizia ha profondamente scosso la vivace comunità della sinistra italiana, che si trova al gran completo al confino nell'isola di Ventotene da quando in Italia i partiti sono stati dichiarati fuori legge dal Direttorio del Popolo che ha preso il potere, abolendo i partiti e sostituendoli con un Amministratore Unico.

Nella piazzetta dell'isola, durante l'ora d'aria, non si parla d'altro: c'è chi sostiene che Angius abbia agito troppo impulsivamente, chi sospetta una mossa tattica in vista di una nuova corrente laburista, chi prevede una rottura dei rapporti tra i tre gruppi rivali 'I Democratici', 'Democratici per la Democrazia' e 'Democrazia democratica'. L'intero gruppo dirigente della sinistra italiana (un migliaio tra ex deputati e senatori, ex sindaci, ex leader di partito) è costretto a condizioni di vita durissime: a Ventotene si vede solo Rete 4, l'unica rete rimasta in chiaro.

Per fortuna, in una cella imbottita, è detenuto anche Beppe Grillo (il primo italiano tratto in arresto dal nuovo regime) che intrattiene i politici detenuti sull'isola con battute esilaranti su quanto fanno schifo i partiti, molto applaudite soprattutto dalle guardie di sorveglianza. I capi della sinistra, fin dai primi giorni di esilio, hanno capito che, per non piegarsi alla dittatura, era indispensabile mantenere intatti lo spirito e le abitudini della vita democratica. Si sono dunque divisi in una decina di partiti, ciascuno dei quali si è proclamato Comitato di Liberazione Nazionale invitando gli altri ad aderire.

"Sei tu che devi aderire al mio", "Sì, ma solo dopo che tu hai aderito al mio", "Aderisci prima tu", "No, aderisci prima tu", "Io aderisco solo dopo che ha aderito lui", "Perché non dici di aderire a tua sorella?": ancora echeggiano, sul lungomare di Ventotene, le animate discussioni politiche tra i nuovi resistenti, consci della grave responsabilità che pesa sulle loro spalle. I confinati si sono aspramente divisi anche su molti aspetti della vita sull'isola.

Netta spaccatura, ad esempio, sulla proposta di introdurre l'alta velocità ferroviaria a Ventotene, che permetterebbe a un treno di percorrerla tutta in sei secondi prima di inabissarsi in mare. La sinistra radicale giudica più che sufficiente la portata e la velocità degli attuali traghetti, in grado
di trasportare dalla terraferma, in soli tre giorni, il tradizionale carico stabilito ai primi dell'Ottocento dalle autorità borboniche: 16 pecore, un quintale di farina e sei trecce d'aglio.

Molta animazione anche in occasione dell'approdo sull'isola di un barcone alla deriva, gremito da 200 immigrati clandestini. I politici al confino, subito accorsi sulla spiaggia, hanno cercato di coinvolgere i clandestini, stremati, in un dibattito dal titolo 'I modi dell'accoglienza: le scelte dell'Europa tra solidarietà e sicurezza'. I clandestini hanno preferito riprendere il largo. Polemiche anche sulla proposta Rutelli-Binetti di rendere obbligatoria, ogni sera al vespro, la recita corale della 'Preghiera del detenuto'. Accordo unanime, invece, sull'enorme importanza che in un momento così delicato per la Nazione avrebbe una visita del Papa a Ventotene.

Le residue speranze di ristabilire entro tempi brevi una normale vita democratica, a questo punto, sono tutte concentrate su Walter Veltroni, che ha vinto le primarie presentando una lista che candidava tutti i detenuti e anche cinque o sei secondini. Come primo segno concreto di una reazione democratica su larga scala, Veltroni ha ottenuto il permesso di ricevere a Ventotene la visita degli ultimi eredi della famiglia Kennedy. Sono attesi nei prossimi giorni Homer Kennedy, la moglie Marge e i tre figli Burt, Lisa e Maggie.

(25 ottobre 2007)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #3 inserito:: Marzo 15, 2008, 12:32:08 pm »

Michele Serra

Franz Kranz for president


Il nuovo trend delle elezioni 2008 è candidare un imprenditore. Tolto Massimo Calearo, che corre con il Pd, gli altri partiti hanno dovuto arrangiarsi con quello che rimaneva  Massimo CalearoCandidare un industriale: è l'ultimo grido in fatto di liste elettorali. Dopo la decisione dell'imprenditore veneto Massimo Calearo di correre con i democratici, presa per far ridere gli amici dopo una bevuta al Circolo della Doppietta, gli altri partiti hanno dovuto arrangiarsi con quello che rimaneva. Vediamo con quali risultati.

Christian Riello Capolista per il Pdl in Veneto. È solo omonimo della famiglia Riello, ed è stato candidato dopo i rifiuti a catena di Andrea Riello, del figlio Cosimo Riello, della sorella Mariuccia Riello e di tutti i Riello fino al quarto grado di parentela. Ma Berlusconi si è impuntato: "Voglio un Riello a qualunque costo". La sua tenacia è stata premiata quando si è scoperto che esisteva un Christian Riello, uno dei grandi protagonisti del miracolo del Nord-Est: è il massimo produttore mondiale
di prodotti sbiancanti per palline da ping pong. L'altro è suo cugino Manuel. Berlusconi ne è rimasto conquistato sentendolo raccontare con straordinaria competenza e passione il processo di sbiancatura delle palline da ping pong. Di tutto il resto Christian Riello non sa assolutamente niente. Fa di conto con le dita della mano sinistra (la destra è sempre occupata a sbiancare le palline da ping pong), si vanta di avere solo la seconda elementare e bastona il suo unico operaio con un enorme randello.

Jaime Gutierrez Come rispondere agli altri candidati imprenditori, se non con una candidatura alternativa come quella di Jaime Gutierrez? La Sinistra Arcobaleno ha subito pensato a lui, leader indiscusso del commercio equo e solidale. Guatemalteco, ha fondato una cooperativa di vedove che coltivano becchime biologico per quaglie ovaiole. A causa del costo elevatissimo, il becchime è invenduto e Gutierrez è stato classificato da 'Forbes' tra i dieci imprenditori più poveri del pianeta.

Valoroso Valorosi Colpo grosso della Destra di Storace e Santanché. Valoroso Valorosi, novantadue anni portati benissimo, nella sua fabbrica di Latina costruisce ancora i gloriosi Mas da combattimento. Da trent'anni non li vende più a nessuno (gli ultimi cinque a un collezionista australiano che li usa per la pesca al coccodrillo) e la sua azienda è in bancarotta, ma la sua coerenza viene considerata dalla Destra segno di fedeltà agli ideali. Sempre nel segno dell'attaccamento ai valori, Storace ha candidato anche Romano Spadafoco, ultimo produttore al mondo di pattine da pavimento.

Rosario Catrafià Portato in dote all'Udc da Totò Cuffaro, Catrafià è un piccolo industriale della zona di Gela. Produce bastoncini per gelato ed è famoso nella zona per essere l'unico imprenditore che non ha mai pagato il pizzo, grazie a un sistema molto ingegnoso: è lui che lo chiede alle cosche locali, arricchendosi smisuratamente.

Franz Kranz Ha accumulato una fortuna personale ingentissima grazie ai suoi piattelli da skilift, che vende anche in Cina dove vengono utilizzati come copricapo. È capolista della Südtiroler Volkspartei e ha presentato un piano di riforme industriali molto ambizioso, che prevede la defiscalizzazione dei piattelli da skilift e il dirottamento di tutti i fondi europei per l'Italia alle scuole di jodel della sua valle nativa, dove ciascuna delle sei minoranze linguistiche canta lo jodel nelle lingue d'origine: tedesco, ladino, italiano, goto, veneziano antico, ungherese e il rupestre, un dialetto locale incomprensibile anche a chi lo parla.

Giuseppe Bormidoni Lombardo tutto d'un pezzo, è candidato per la Lega Nord nel collegio di Pizzighettone. Produce componenti per macchine a tubo e riduttori per presse a forcella, venduti in tutto il mondo in attesa che si capisca a che cosa servono. Di carattere bonario, conduce l'azienda nel solco del più classico paternalismo: paga pochissimo gli operai, ma li tratta con affettuosa familiarità. Sponsor unico di Miss Padania e presidente della giuria, ha avuto la soddisfazione di veder vincere
la madre settantottenne, la signora Cesira, popolarissima nella zona perché tira ancora la sfoglia alla vecchia maniera, sedendocisi sopra.

(14 marzo 2008)

da espresso.repubblica.it
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« Risposta #4 inserito:: Novembre 07, 2008, 03:59:33 pm »

Michele Serra.


Voglia di Fez e di grembiule


Il clima di restaurazione nazionale procede spedito. Dopo Licio Gelli in tv, si prevede che le Paludi Pontine saranno nuovamente allagate, per permettere a Berlusconi di creare Latina Due  Licio GelliIl ritorno di Licio Gelli in tv conferma che il clima di restaurazione nazionale procede spedito. Non sono mancate le polemiche: un vecchio esaltato che inneggia alla repressione è un format che pareva cucito addosso a Francesco Cossiga. Perché glielo hanno tolto? Pare che al provino l'ex presidente della Repubblica sia stato scartato perché parlava ininterrottamente anche durante gli spot pubblicitari. Gli è stato preferito Gelli, che per giunta portava con sé sponsor che la televisione non aveva mai sperato di avere: fabbriche di esplosivo, ditte specializzate nelle riparazioni dei treni, pompe funebri, editori di dossier di tutte le epoche.

Anche il ritorno del grembiule nelle scuole, alla luce della ricomparsa di Gelli, assume connotati più chiari: era un omaggio alla massoneria, e si prevede che oltre al grembiule i bambini delle elementari dovranno indossare il cappuccio e tramare nei corridoi cercando di destituire il preside e sostituirlo con Fabrizio Cicchitto. Ma vediamo, oltre a quello di Gelli, quali sono gli altri grandi ritorni in vista.

Fez Il ritorno del fez durante le riunioni del consiglio dei ministri ha suscitato qualche polemica. Ma il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, ha chiarito che indossarlo non è obbligatorio, e dunque le accuse di fascismo mosse da alcuni confinati a Ponza sono del tutto pretestuose.

Paludi Pontine Verranno nuovamente allagate per permettere a Berlusconi, in omaggio al Duce, di bonificarle una seconda volta, erigendo Latina Due: una città modello con archi e colonnati in marmo bianco, come l'Eur, ma dietro la facciata neo imperiale una tendopoli della protezione civile per ospitare gli alluvionati. Il premier in persona ha assicurato che le tende avranno il videocitofono.

Quattro Novembre Tornerà a essere festa nazionale. Alla parata militare sfileranno, tra gli applausi della folla, due nuovi corpi speciali: gli alpini assiderati e i fanti infangati, per un pittoresco revival della Grande Guerra. Si cercano volontari per ridare vita agli artiglieri mutilati. La 'Canzone del Piave' verrà eseguita a Sanremo da Gina Lollobrigida e Sophia Loren, transennate dal genio civile.


Servizi deviati Questo reparto speciale, riconoscibile per la caratteristica uniforme (una penna biforcuta infilata nel taschino), ha accumulato negli ultimi anni una quantità enorme di falsi dossier, depistaggi inevasi, testimonianze mendaci che ingombrano scrivanie e uffici. Per sveltire l'ingorgo burocratico, verranno rimessi in circolazione, anche in speciali edizioni per bibliofili, rilegate e numerate, cambiando i nomi per renderli attuali. Tra i primi, attesissimi titoli: 'La moglie di Prodi era in via Rasella', 'Togliatti è vivo e si nasconde a Montecarlo' e 'Massimo Cacciari non ha mai letto un libro in vita sua'.

Olio di ricino Ha finalmente ottenuto il riconoscimento di prodotto Doc. Quello di prima spremitura verrà venduto insieme a una squadraccia che provvederà a somministrarlo agli acquirenti con l'apposito imbuto.

Tessere P2 I collezionisti attendono con ansia la ristampa della P2 card, che dà diritto a forti sconti per fughe in Sud America, parcelle di avvocati, acquisto di case editrici e quotidiani, elezione a presidente del Consiglio.

Caproni La gloriosa fabbrica di biplani a elica avrà una seconda vita grazie alla Nuova Alitalia, che intende rilevare l'intera flotta dai musei e dai collezionisti privati. Il modello alimentato a citronella sarà impiegato sulla tratta Milano-Roma, a bordo solo il pilota e una hostess vestita come Alida Valli, i passeggeri seguiranno il volo da terra su un pullman. Tra le nuove tratte previste, il volo su Vienna e la Roma-Fiume. Il tradizionale lancio di volantini sarà sostituito dall'invio di esse-emme-esse.


(07 novembre 2008)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #5 inserito:: Novembre 14, 2008, 10:30:16 pm »

Michele Serra.

Santo Sepolcro alla moviola

Il derby tra monaci cristiani nella cornice del Santo Sepolcro ha avuto un'audience mondiale. La moviola ha messo a nudo i colpi scorretti: barbe incendiate a tradimento, entrate a candelabro teso  La zuffa tra armeni e ortodossiIl recente derby tra monaci cristiani nella prestigiosa cornice del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha avuto un'audience mondiale e un gradimento altissimo.
Le solite polemiche del dopo-partita (la moviola ha messo a nudo diversi colpi scorretti: barbe incendiate a tradimento, entrate a candelabro teso) fanno parte del gioco. Già nel girone d'andata, nel 643, un arcidiacono greco-ortodosso fece ingoiare un Vangelo al capitano dei copti.
Negli spogliatoi, secondo la tradizione sprovvisti di docce per mantenere intatto l'afrore penitenziale dei monaci, sono volate parole grosse: non esistendo una classifica condivisa, ogni squadra sostiene di essere al primo posto. In questo campionato più che millenario, del resto, nessuno ricorda esattamente regole e punteggio. Si sa solo che il calcio d'avvio venne dato, nel quinto secolo dopo Cristo, da un pope di Salonicco a un diacono berbero. E che lo scopo del gioco è mantenere il controllo del Santo Sepolcro, il diritto sui ceri, la gestione dell'acquasantiera, la vendita delle cartoline, gli incassi del fast-food 'Perpetua's' e altre priorità di ordine spirituale. Ma quali sono i principali team in lizza?

Greco-ortodossi Sono la più agguerrita delle sette-otto formazioni cristiano-ortodosse. Si sono costituiti in Chiesa autonoma più di mille anni fa per ragioni ormai dimenticate. Erano custodite
in un manoscritto che è stato più volte manomesso da monaci rivali, precursori degli hackers: si introducevano nottetempo nella cripta e correggevano a penna le frasi sgradite. Controllano l'altare maggiore, i confessionali dispari e le cuffie per i turisti, rigorosamente in greco. I turisti di altre lingue che si recano all'ufficio reclami per protestare vengono ricevuti dal pope Dimitri Karneras, ex campione di wrestling.

Veri greco-ortodossi
Identici ai precedenti, sia nel culto che nel nome, ma costituiti in chiesa autonoma per divertimento. Controllano solo un paio di piccoli affreschi rinvenuti a Montmartre nel 1989, ma sostengono che si tratta di due Michelangelo.

Greci non ortodossi Sono i greci non ortodossi.

Grieco-ortodossi Minuscola chiesa dissidente, raccoglie gli ortodossi della famiglia Grieco: Ugo, Marcello e Gino.

Copti Maltrattati dai musulmani perché cristiani, dai cristiani perché egiziani e dagli egiziani perché cantano ad alta voce anche di notte, i copti presidiano il tetto del Santo Sepolcro. Sono invisi alle altre confessioni perché appendono il bucato sulla parabola oscurando i televisori.

Supercopti Diaspora dei copti, odiano gli altri copti e si sono alleati con i musmeci, minuscola setta animista che si è finta cristiana per ottenere il controllo del parcheggio delle biciclette.

Siriano-armeni Tentativo di fusione dei siriaci e degli armeni, inteso a unificare il controllo di una panca che prima era divisa a metà con il filo spinato.

Siriano-etiopi Come sopra, sempre per unificare il controllo di una panca. Purtroppo, è la stessa panca rivendicata dai siriano-armeni. Per questo tra siriano-armeni e siriano-etiopi non corre buon sangue: le loro risse rituali consistono nel sedersi in cinquanta su una panca lunga tre metri, spesso uno sopra l'altro, spintonandosi e urlando "C'ero prima io".

Pompieri Intervenuti più volte per spegnere incendi e separare con gli idranti i contendenti, hanno cominciato a prenderci gusto e hanno deciso di costituirsi anche loro in Chiesa cristiana, occupando stabilmente una cappella laterale munita di botola e palo metallico per scendere velocemente nei sotterranei. La caratteristica tonaca rossa, con sirena bitonale sull'elmetto, è molto amata dai bambini in visita al Santo Sepolcro.

(14 novembre 2008)

da espresso.repubblica.it
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« Risposta #6 inserito:: Dicembre 12, 2008, 03:33:00 pm »

Michele Serra.


Benvenuti al morality show

Il Cavaliere ha scoperto che la questione morale ha un gradimento molto alto presso i consumatori.

Ha quindi deciso di investire del settore, ecco come 


Per poter seguire in prima persona le notizie sulla questione morale nel Partito democratico, il premier Berlusconi ha interrotto un baccanale con danzatrici del ventre, gladiatori e schiave vergini in corso a Palazzo Grazioli. Si è poi informato su quale dei 3.200 giornalisti dei suoi quotidiani, settimanali e telegiornali fosse finalmente riuscito a mettere in difficoltà l'opposizione. Quando ha saputo che si trattava de 'L'espresso', li ha licenziati tutti, confidando ai suoi collaboratori che è assurdo pagare tutta quella gente per qualcosa che si può avere gratis. Si è poi informato sul gradimento della questione morale presso i consumatori, e ha scoperto che si colloca in una posizionedi mercato piuttosto alta, subito sotto le vacanze di Natale nei paesi caldi e subito sopra i formaggi francesi. Ha dunque deciso di investire nel settore. Vediamo come.

Tivù In progetto due produzioni di grande impatto morale. Si tratta di 'Mangano', sceneggiato sulla vita dello stalliere siciliano esule al Nord per sfuggire alle persecuzioni della magistratura. Di grande effetto la confessione di un cavallo comunista che si pente e scagiona Mangano da ogni falsa accusa. E di una edizione speciale della maratona di beneficenza 'Telethon', per raccogliere fondi per le scuole private: anche gli italiani di basso reddito avranno finalmente modo di finanziare gli studi dei figli dei ricchi. Attesa anche una riforma della figura delle veline. Saranno sostituite dalle Sposine, una versione molto più castigata: vestite di tutto punto, capelli raccolti, qualche brufolo applicato dal truccatore, potranno avere relazioni sessuali con la produzione del programma e con il pubblico in studio, purché il rapporto sia coronato dal matrimonio.

Appalti Il governo ritiene obsoleto e troppo esposto a tentazioni di corruttela l'attuale sistema degli appalti. D'ora in poi i lavori pubblici verranno assegnati con un reality-show nel quale gli imprenditori concorrenti, rinchiusi per un mese in un cantiere sequestrato, cercheranno di eliminarsi a vicenda e di ottenere la nomination grazie al televoto. Molto richieste, come nei reality-show tradizionali, le vecchie glorie dimenticate, che potranno così riconquistare le simpatie del pubblico: tra i più gettonati Ricucci, Ciarrapico e Gaucci. In giuria Luciano Moggi.

Economia Su suggerimento di Tremonti verranno lanciate sul mercato finanziario le moralities, speciali dividendi da ripartire tra gli investitori rovinati dal tracollo delle Borse. Le moralities non hanno alcun valore economico ma un forte significato di ricompensa morale. Raffigurano, su carta filigranata, un'immagine del portatore ritratto, con un fotomontaggio, nel giardino della villa di Berlusconi in Costa Smeralda. Daranno diritto di precedenza nelle code al dormitorio pubblico.

Informazione Molto colpito dall'inchiesta de 'L'espresso', Berlusconi per non essere da meno ha commissionato a 'Panorama' diversi articoli sulla questione morale nel Pdl. La prima copertina sarà dedicata alla multa per divieto di sosta di un assessore di Viterbo. All'interno, sulla falsariga delle polemiche sulle scarpe costosissime di D'Alema, una coraggiosa rivelazione sulle scarpe di Gasparri, pietra dello scandalo tra gli elettori di destra: costano solo 40 euro, sono veramente orribili e la suola di para scricchiola come un ponteggio pericolante.

Rapporti con la magistratura Finalmente una svolta: se raggiunti da un avviso di garanzia, gli esponenti del centrodestra non dovranno accusare la magistratura e alimentare polemiche. Dovranno limitarsi a cambiare il nome del destinatario con il pennarello e infilare di soppiatto l'avviso di garanzia nella tasca di un collega di centrosinistra, e allontanarsi fischiettando.

(12 dicembre 2008)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #7 inserito:: Gennaio 01, 2009, 10:35:30 am »

Michele Serra.
Satira preventiva.


Il 2009 secondo il mago Silvio


Ecco un satirico oroscopo del 2009. A causa della recessione, quest'anno i segni presi in considerazione sono solo 11  Silvio BerlusconiEcco l'oroscopo del 2009. A causa della recessione, quest'anno i segni presi in considerazione sono solo 11.
Ci scusiamo con i lettori dell'Ariete. Anche la scadente qualità delle previsioni e le irritanti ripetizioni dipendono dalla riduzione del budget.

Toro
Sedotti dall'ottimismo di Berlusconi, deciderete di spendere moltissimo. Arrestati per assegni a vuoto, sarete compagni di cella di un assessore del Pd ingiustamente accusato di truccare gli appalti, che conosce a menadito il carcere perché l'ha costruito suo cognato. Evaderete insieme passando dai sotterranei. Oroscopo cinese: identico al precedente, solo che evaderete passando dalla lavanderia.
Giove, a occhio, in Capricorno.

Gemelli
Sedotti dall'ottimismo di Berlusconi, deciderete di spendere moltissimo. Inseguiti dai creditori inferociti, per fare perdere le vostre tracce cambierete sesso diventando identici ad Angela Merkel se uomini, e a papa Ratzinger se donne. Oroscopo cinese: uguale preciso, con la variante che diventerete identici a Mao.
Giove forse in Ariete, forse in Sagittario.

Cancro
Sedotti dall'ottimismo di Berlusconi, deciderete di spendere moltissimo. Non vi sarà possibile a causa della totale mancanza di soldi. Per la vergogna vi farete frate o suora. Oroscopo cinese: uguale, solo che vi farete monaco buddista diventando un virtuoso del gong.
Giove sopra Voghera.

Leone
Sedotti dall'ottimismo di Berlusconi, deciderete di spendere moltissimo. Ma a causa dell'entusiasmo finirete tutti i vostri risparmi già il primo giorno nel primo negozio trovato sotto casa, acquistando 20 caldaie. Rovinati, vi ucciderete la sera stessa. Oroscopo cinese: stessa cosa, solo che le caldaie sono diciannove.
Giove non pervenuto.

Vergine
Sedotti dall'ottimismo di Berlusconi, deciderete di spendere moltissimo. Comprerete quantità enormi di cibo, raddoppiando il vostro peso in due settimane. Sarete talmente disgustosi che il vostro partner vi abbandonerà.
 Oroscopo cinese: da questo segno in poi, solo con sovrapprezzo.
Giove: prezzo al barile 1,65.

Bilancia
Sedotti dall'ottimismo di Berlusconi, deciderete di spendere moltissimo. Sarà lo stesso Berlusconi a prestarvi i soldi, ma invece di spenderli li nasconderete nel comodino, tradendo la sua fiducia. L'economia crollerà per colpa vostra.
Cambio Giove-Sterlina 0,86.

Scorpione
Sedotti dall'ottimismo di Berlusconi, deciderete di spendere moltissimo. Ma il furgone che deve consegnarvi a casa la merce acquistata (cappotti, pentole, monopattini, lanterne, criceti, tostapane e un letto a baldacchino) finirà in un dirupo e voi sarete rovinati per almeno un paio di generazioni.
Giove-Cagliari 1-2.

Sagittario
Sedotti dall'ottimismo eccetera. Ma proprio nel momento del vostro massimo sforzo economico, un meteorite distruggerà la Terra vanificando lo 0,0000000001 in più di Pil che eravate riusciti a ottenere comperando una coppia di foche da un circo dismesso.
Giove bene.

Capricorno Sedotti eccetera. Darete direttamente tutti i vostri soldi a Berlusconi perché li spenda lui. Proprio grazie ai vostri risparmi salverà l'economia mondiale, ma per un disguido attribuirà il merito a un altro e rimarrete anonimi per tutta la vita.
Giocate Giove sulla ruota di Napoli.

Acquario
Sedotti da Giove, che festeggia il transito con una festa danzante, incontrerete Berlusconi ma a causa del fracasso non riuscirete a capire che vi sta consigliando di spendere moltissimo. Per colpa della vostra sordità, l'economia mondiale crollerà definitivamente.

Pesci Spenderete moltissimo, ma solo su Giove, dove acquisterete via web un paio di appartamenti e un allevamento di cavalli. Quando capirete di essere stati truffati sarà troppo tardi. Berlusconi dominante su Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci.

(31 dicembre 2008)
da espresso.repubblica.it
« Ultima modifica: Marzo 23, 2009, 12:17:42 pm da Admin » Registrato
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« Risposta #8 inserito:: Gennaio 16, 2009, 11:42:52 pm »

Michele Serra.


Malpensa salvata dal Wurstel


Per rendere più fruibile l'areoporto, la Lega progetta di spostare Milano di circa 80 chilometri. I piloti saranno tutti di Varese. E si darà il via a una cordata per una nuova compagnia si chiamerà Alikraut  La Lega sta ultimando il suo piano pro-Malpensa. Da uno studio della sezione Cultura del Carroccio, risulta che la parola 'hub' viene da Hubertus, un guerriero goto che fu il primo aviatore della storia: si gettò da una rupe con un ingegnoso paio di ali di pietra. La leggenda narra che proprio sul cratere aperto dal suo difficile atterraggio venne posata la prima pietra di un villaggio trogloditico, una decina di rudimentali abitazioni che ancora oggi, con la sola aggiunta di un outlet di scarpe, costituisce l'abitato di Malpensa. Ma ecco, nei dettagli, il piano di rilancio presentato da Bossi.

Collegamenti La lontananza da Milano, attualmente raggiungibile in circa tre ore attraverso una provinciale priva di rettilinei e formata da una sequenza di centinaia di rotatorie, è una questione superabile.
Due le proposte: avvicinare Milano spostandola a Nord-Ovest di 80 chilometri, oppure collegare Milano a Malpensa con voli di avvicinamento da Linate. Scartata l'ipotesi di un marciapiedi mobile per pedoni e valigie che parta da piazza del Duomo e arrivi alle piste costeggiando la provinciale: d'inverno i passeggeri arrivano assiderati e non si contano gli attacchi di cani randagi e stormi di cornacchie.

Servizi La nuova Malpensa sarà concepita per far risaltare al tempo stesso la sua vocazione internazionale e la sua orgogliosa impronta locale. No ai cessi alla turca, imposti da tradizioni straniere, e no anche ai leziosi water moderni, giudicati troppo effeminati dagli esperti leghisti. Saranno rimpiazzati dai gabinetti gallici, un sistema di feritoie attraverso le quali lanciare gli escrementi che grazie a una fitta rete di canali di scolo a cielo aperto raggiungono direttamente i campi circostanti, concimandoli. Anche gli altoparlanti, costosi e spesso inefficienti, saranno sostituiti: addetti dalla voce molto potente, issati su torrette nei punti-chiave dell'aeroporto, urleranno le informazioni necessarie nella lingua locale, il varesotto gutturale, basato su un alfabeto di sole tre lettere (la u larga, la u stretta e la kappa) e dunque molto facile da interpretare dai viaggiatori di qualunque ceppo linguistico.

Ristorazione Quattro ristoranti (Gorgonzola, Gorgonzola Internazional, Al vecchio Gorgonzola e Gorgonzolando) garantiranno la più ampia scelta di cibi. Sui voli di linea verrà servito anche il taleggio, in simpatiche monoporzioni a strappo: ogni passeggero strapperà con le mani il suo pezzo di taleggio da una gigantesca forma che le hostess faranno rotolare lungo il corridoio. La maschera antigas completa la dotazione. Da un caratteristico otre ciascuno potrà servirsi di sidro e idromele con l'apposito mestolo, unico per tutti i passeggeri per far risaltare l'aspetto comunitario del pasto.

Equipaggio I piloti saranno tutti della provincia di Varese, per onorare le promesse elettorali. Impiegati postali, massaie, elettrauto e geometri, grazie a un breve corso di aggiornamento, potranno provare il brivido del volo chiedendo consigli ai passeggeri più esperti nelle fasi più delicate come il decollo e l'atterraggio. Le hostess e gli steward, troppo sindacalizzati, saranno estratti a sorte, volo per volo, tra i passeggeri.

Partnership Bocciata Air France (dopo una meditata riflessione sul fatto che i francesi sono tutti finocchi), via libera a una cordata europea composta da Lufthansa, Luftwaffe, Telefunken, Volkswagen e il finanziere Hans Würstel. La nuova compagnia si chiamerà Alikraut.

Voli Dal nuovo hub si potrà raggiungere qualunque città del mondo, basterà fare scalo a Linate o Fiumicino e ripartire da lì con i normali voli di linea.

(16 gennaio 2009)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #9 inserito:: Marzo 10, 2009, 09:44:56 am »

ECONOMIA      IL COMMENTO

Facile dire sinistra del no

di MICHELE SERRA


LO STUOLO di portavoce del governo, nel rosario quotidiano dei telegiornali, spende spesso e volentieri la definizione "sinistra del no" (molto trendy anche su svariati quotidiani). Nel mazzo sfiorito di questi "no" seriali, che sarebbero la prova provata della sterilità intellettuale dell'opposizione, sono finite anche le dure critiche al cosiddetto "piano casa", che a una parte consistente dell'opinione pubblica appare come la deregulation della già sregolatissima cultura edilizia di uno dei Paesi più (mal) cementificati del mondo.

Come altre formule "pop" della destra di governo, lo slogan "sinistra del no" è semplice e funzionale: attribuisce all'opposizione una sorta di malumore preconcetto; e al governo un'alacre attivismo. Peso morto da una parte, motore virtuoso dall'altra. Il cliché rientra nel "normale" fastidio che questa maggioranza coltiva nei confronti dell'opposizione e delle sue prerogative. Ma c'è, specie in un caso come questo, strutturale per il futuro di tutti, un'aggravante sostanziale. L'aggravante è questa: che il merito delle questioni scompare. Si fissano (o si rifissano) le parti in commedia, quella dell'operoso Berlusconi e quella dei suoi neghittosi osteggiatori, e si evita accuratamente di parlare delle scelte concrete, delle loro conseguenze, dei pro e dei contro.

Un "no", isolato dal suo contesto, non ha senso. Ogni "no" (esattamente come ogni "sì") può essere giusto o sbagliato, motivato o pretestuoso, sciocco o intelligente, solo in misura della proposta o dell'evento che lo ha suscitato. Dire "sinistra del no" equivale a decontestualizzare ogni idea, ogni parola, nascondendola dietro un siparietto propagandistico uguale e contrario a quello assegnato al premier, ormai da quindici anni (tre piani quinquennali) sulla scena come fattivo e generoso artefice della rinascita nazionale.

La scomparsa del merito, della dimensione concreta dei problemi, non è solo uno dei morbi più velenosi e ottundenti della scena pubblica italiana. Sta diventando uno degli elementi fondanti dell'egemonia berlusconiana. L'aspetto psicologico, emotivo e dunque televisivo e spettacolare della politica ruba la scena alla discussione razionale.
Un capo che sorride e ha nel cuore le sorti del popolo contro un'opposizione frustrata e invidiosa: questo è il plot che la gragnuola delle dichiarazioni da telegiornale, molti talk-show, molti titoli strillati hanno confezionato e consolidato.

Quando si tratti, poi, di decidere se è giusto o ingiusto dare corso legale a centinaia di migliaia di piccoli abusi edilizi, favorire l'iniziativa privata magari a scapito di interessi collettivi nevralgici come l'integrità del paesaggio (quel che ne resta), ri-condonare di fatto l'attitudine anarchica che molti italiani scaricano sul territorio, allora ci si accorge che si deve risalire la china della caricatura propagandistica costruita in anni di sapiente semplificazione dei problemi. Se dico ancora "no", è costretta a chiedersi "la sinistra del no", faccio la solita figura del livido guastafeste? Mi si nota di più se dico "no" o se resto in disparte e non dico niente? E non sarà più simpatico dire "sì", in modo che il pubblico capisca che so variare il copione?

Si noti come le precedenti domande non abbiano niente, ma proprio niente a che fare con la sostanza delle questioni politiche in generale, e con il "piano casa" nello specifico. Una delle poche frecce rimaste nell'arco dell'opposizione è proprio questa: azzerare questo ricatto psicologico, ignorare le freddure sulla "sinistra del no", procedere come se si vivesse e si facesse politica in una Paese in cui i "no" e i "sì" si pronunciano solo in rapporto a quanto accade, non in rapporto a quanto sta scritto in un copione mediatico scritto, per giunta, da altri.

(10 marzo 2009)

da repubblica.it
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« Risposta #10 inserito:: Marzo 13, 2009, 03:57:38 pm »

Michele Serra.


Lodo Alfano ai geometri


L'Italia è un paese poco costruito, dalle coste ancora vergini, mai lambito dalla speculazione edilizia. Ecco il piano governativo per dare finalmente un futuro a un settore ancora ai primi passi  Ripartire dal mattone: come non averci pensato prima? L'Italia è un paese poco costruito, dalle coste ancora vergini, mai lambito dalla speculazione edilizia. Ecco dunque il piano governativo per dare finalmente un futuro a un settore ancora ai primi passi.

Aumento della cubatura Ogni italiano, ha spiegato Berlusconi, potrà aumentare del 20 per cento la cubatura della propria casa. Il sistema più pratico è sfondare una parete e annettersi una stanza del vicino, il quale a sua volta si rivarrà con un altro vicino.

Il condomino più esterno, non potendo espandersi ai danni di alcuno, costruirà un'enorme protuberanza sulla facciata, oppure sfonderà il tetto erigendo un superattico. Il classico circolo virtuoso che imita il modello del termitaio: ogni palazzo aumenterà di dimensioni fino ad assumere la tipica forma di un gigantesco panettone bitorzoluto. Gli esperti del governo suggeriscono di aggiungere alla malta grandi quantità di lievito: un locale di venti metri cubi potrà gonfiarsi, in una sola notte, fino alle dimensioni della Sagrada Familia.

Lodo Alfano Previsto per le tre più alte cariche dello Stato, ora è esteso anche ai geometri. Il primo a usufruirne è un geometra di Conegliano Veneto che ha progettato centinaia di ville bianche con portico ad arco, infissi di alluminio, botti interrate e pozzo finto, il tutto sopraelevato su montarozzi di terra lungo la Statale. Condannato dalla Corte dell'Aja per crimini contro l'umanità, detto "il Milosevic della carta millimetrata", noto per avere suggerito a un cliente di perlinare anche l'automobile in tinta con la tavernetta, ora è libero di esercitare e non è più costretto a lavorare solo per una ristretta clientela di non vedenti.

Villette a schiera interregionali Evoluzione della normali villette a schiera. L'idea è di costruire una fila di villette a schiera così lunga da unire diverse regioni. Il primo lotto dovrebbe partire da Torino e raggiungere Trieste, interrando autostrade e ferrovie per non interrompere la continuità tra le siepi di ligustro e le fioriere con le petunie (l'Ansaldo ha già progettato fioriere di dieci chilometri).


Poiché già nelle attuali villette a schiera sono pochissime le famiglie che riescono a rincasare ogni sera in quella giusta, è stato affrontato e risolto il problema dell'orientamento: due enormi videocitofoni (uno a Torino, uno a Trieste) daranno indicazioni ai proprietari che avessero percorso l'intera tratta senza riconoscere il proprio portone.

Clonazione Ogni comune italiano, anche se piccolissimo, potrà finalmente costruire
una città satellite nei pressi dell'attuale centro abitato, sul modello di Milano Due, con laghetto dei cigni, vialetti e ponticelli, e palazzi di dieci piani con facciata a specchio per riflettere laghetto, vialetti e ponticelli. I sindaci dei paesi di montagna si sono detti interessati ma hanno chiesto di potere imbragare con reti metalliche i caseggiati sospesi sui dirupi.

Ponte sullo Stretto Ospiterà anche una pista ciclabile, un tram a cavalli, un percorso-vita per i pedoni e un autogrill con specialità di pesce. Sul modello di Ponte Vecchio a Firenze, sono previste anche aree commerciali con botteghe di lusso, e vie di fuga per gli abusivi inseguiti dai commercianti. A causa del pittoresco affollamento di turisti e di curiosi, le automobili potranno evitare di ingorgarsi sul Ponte ricorrendo
al pratico sistema di traghetti già in uso.

Lego In previsione dell'esaurimento delle scorte di calcestruzzo, verranno immessi sul mercato nuovi Lego giganti, a sei buchi e quattro buchi, con i quali ogni italiano potrà edificare una villa rossa e gialla, personalizzata.

Pollaio Il tradizionale condono del pollaio, trasformato in villetta per gli ospiti, verrà facilitato con l'introduzione di una nuova figura giuridica: la gallina intestataria di prima casa.

(12 marzo 2009)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #11 inserito:: Marzo 21, 2009, 11:53:21 am »

Michele Serra

Ma è stalking o gasparring?


Grazie all'introduzione del reato di "stalking" i molestatori ossessivi hanno le ore contate. I politici malati di presenzialismo mediatico sono avvisati  L'introduzione del reato di stalking, che punisce le molestie gravi e reiterate, sta riscuotendo grande successo tra gli italiani, che finalmente hanno un'arma legale per difendersi. Ecco i casi più eclatanti all'esame della magistratura.

Gasparri Le denunce sono così numerose che è possibile ritirare presso i posti di polizia un modulo prestampato. Si deve barrare la casella relativa al numero di apparizioni televisive indesiderate di Gasparri (1: più di dieci; 2: più di cento; 3: ho perso il conto; 4: troppe comunque; 5: una sola ma veramente spaventosa) e allegare le spese di riparazione del televisore centrato dal lancio di una scarpa.

I moduli per denunciare Capezzone e Cicchitto sono disponibili sia singolarmente sia in un kit cumulativo (Gasparri-Capezzone-Cicchitto) che rende possibile anche le aggravanti del reato associativo. Al vaglio degli inquirenti il caso di un invalido di Pordenone, immobilizzato a letto, che sostiene di avere visto il trio, a notte fonda, riunito in un'unica inquadratura, con la stessa cravatta, mentre pronunciava la stessa dichiarazione.

Blacking Quanti di noi, pur non avendone alcuna intenzione, sanno tutto della maglietta indossata da Amanda durante la sesta udienza del processo di Perugia, delle pantofole della Franzoni, degli scatti fotografici di Alberto Stasi sulla tour Eiffel nel corso di un weekend a Parigi, di quale detersivo usavano Olindo e Rosa per lavare il balcone?

Grazie al reato di blacking, è finalmente imputabile chiunque diffonda cronaca nera in misura molesta e continuativa, producendo turbe emotive in milioni di persone convinte di essere in pericolo di vita perché il vicino di casa gli fissa le scarpe in ascensore. Già agli arresti domiciliari Bruno Vespa.

Spotting Lo spotting è la variante pubblicitaria del reato di stalking. Riguarda tutti quegli spot pubblicitari che vanno in onda più di venti volte al giorno e hanno contenuti di particolare efferatezza, tipo la banca dove i clienti ballano per la felicità appena entrati nell'atrio, l'assicurazione che illumina le vittime di una catastrofe con un raggio miracoloso, la scema che cammina a piedi nudi sul tetto delle macchine, la ninfomane che rinuncia volentieri alle mutande ma non al suo orologio, l'idiota che canta un allegro motivetto perché mangia lo yogurt, e altre situazioni di demenza sociale proposte come momenti edificanti.


Tra le pene previste per questo reato, particolarmente odioso, l'obbligo per tutti i dipendenti dell'agenzia pubblicitaria imputata di recarsi ogni mattina in questura mimando davanti agli agenti lo spot di loro ideazione. Uno dei più celebri e pagati copy milanesi ha dovuto ballare nudo sul tetto di una Volante, cosparso di yogurt, cantando "amo la mia banca" e ferendosi con una roncola per attirare la benevolenza della sua compagnia di assicurazione.

Berlusconi Nel suo caso è limitativo parlare di stalking, e i giuristi preferiscono il neologismo mass-balling, mutuato dalla formula 'massacrare le palle'. È stato calcolato che ogni italiano è perseguitato dalle immagini e dalle parole di Berlusconi in misura tale da non poter trovare rifugio neanche nella cabina armadio.

Politica, calcio, televisione, edilizia, assicurazioni, banche, chirurgia estetica, barzellette: non esiste comparto nel quale non sia obbligatorio imbattersi in questo singolare ometto sorridente che ti spiega quello che devi fare, aggiungendo che comunque non riuscirai mai a farlo meglio di lui.

Protetto dal Lodo Alfano, il premier non può essere processato. Lo spiegherà a reti unificate, sorridendo e battendo una mano sulla spalla di un figurante, seduto al suo fianco, che rappresenta l'italiano medio.

(20 marzo 2009)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #12 inserito:: Aprile 08, 2009, 10:07:54 am »

Michele Serra

Quel comunista di Mike


Bongiorno licenziato come Indro Montanelli.
Ormai a Mediaset si vive nell'ossessione di smascherare altri comunisti insospettabili stipendiati del Cavaliere  Mike BongiornoMike Bongiorno come Indro Montanelli: licenziati da Berlusconi in età avanzata perché comunisti. Una vita intera a dissimulare la loro vera natura prima di essere finalmente smascherati.

A Mediaset ci si interroga sulle falle del sistema di sicurezza interno, e ci si chiede con angoscia quanti altri comunisti insospettabili si nascondano tra gli stipendiati del Cavaliere. Nel caso di Mike, una spiegazione potrebbe essere questa: non sapeva nemmeno lui di essere comunista, la moglie era riuscita a nasconderglielo per tutti questi anni. Ma vediamo gli altri casi di insospettabili sul cui conto Mediaset sta conducendo una severa inchiesta interna.

Emilio Fede Nel rapporto a lui dedicato, si legge che il suo telegiornale ha prodotto più danni a Berlusconi di qualunque altro mezzo di informazione. "Non sfugge", si legge nel documento riservato, "il suo tentativo reiterato di presentare Berlusconi come un ossessionante e ridicolo ducetto, circondato dallo zelo disgustoso dei suoi cortigiani.

Particolarmente gravi le lunghissime dirette dei suoi discorsi, con prolungate inquadrature di tardone con le tette rifatte e le labbra e canotto che applaudono qualunque stronzata. Il Fede risulterebbe iscritto, in gioventù, alla sezione del Pci Martiri di Montecarlo, intitolata al partigiano Patrick La Boule, nome di battaglia 'Rien ne va plus', che resistette nel privé della sala da giochi, sotto i bombardamenti, perché aspettava l'uscita del 23. Perì tra le macerie".

Samuel, Manuel, Christian, Giuseppe del 'Grande Fratello' (e Tatiana, Valeriana e Aureliana) Mesi e mesi stravaccati sui letti sfatti, i maschi con le mani sulle balle, le femmine massaggiandosi i piedi e dandosi lo smalto (a volte entrambe le cose insieme, sporcandosi tutti i piedi di rosso). Nemmeno i socialisti utopisti delle origini erano riusciti a concepire una così radicale liberazione del proletariato dalle catene del lavoro.


I concorrenti del 'Grande Fratello' non sono in grado di scopare una stanza, impiegano 20 minuti per allacciarsi le scarpe e per cucinare un uovo sodo devono prendere
delle sostanze eccitanti e darsi il cambio ai fornelli. Il Centro Studi Ideologici del Pdl considera il 'Grande Fratello' un esempio di sciopero permanente che ha già largamente superato il mitico sciopero delle mondine nel '49, durato tanti mesi che alla fine per tagliare le piante di riso, alte quattro metri, furono necessarie le motoseghe.

Evidente - sostiene l'inchiesta interna - che i concorrenti del 'Grande Fratello' sono attori comunisti infiltrati. Il linguaggio da decerebrati e l'incapacità di pronunciare una frase più lunga di due parole, una delle quali è quasi sempre 'figa', non possono che essere il frutto di una abile simulazione.

Maria De Filippi 'Amici' doveva chiamarsi 'Compagni'? I balletti, le coreografie di massa, i canti a gola spiegata, i colori abbacinanti e stucchevoli dello studio e dei costumi, sembrano mutuati direttamente dagli spettacoli di propaganda del comunismo cinese e coreano. C'è però una prova a discarico: il clima di ebete e acritico entusiasmo di 'Amici' è identico anche a quello delle convention di Publitalia.

Previsioni del tempo La meteorologia è, da tempo, una spina nel fianco del berlusconismo. L'annuncio insistente di precipitazioni, tempo incerto, variabilità, è considerato una delle manifestazioni più perniciose del disfattismo comunista. Neanche la sostituzione di tutti gli ombrellini e le nuvolette con soli splendenti è servita a migliorare la situazione: i meteorologi Mediaset, con il pretesto della razionalità scientifica, portavano da casa ombrellini e nuvolette ritagliati dalla moglie.

Sono stati tutti licenziati e rimpiazzati con strafiche che non sanno distinguere il Po dall'Anatolia, ma sorridono sempre e sostengono che domani sarà la giornata ideale
per abbronzarsi come Obama.

(03 aprile 2009)
da espresso.repubblica.it
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« Risposta #13 inserito:: Marzo 27, 2010, 05:07:47 pm »

IL COMMENTO

La rottura della gabbia tv

di MICHELE SERRA

LA LUNGA diretta di Michele Santoro, ben al di là del giudizio di amici e nemici, è stata un evento storico: la capillare messa in rete di un'infinità di media di piccolo e piccolissimo calibro ha infine radunato un pubblico vastissimo. Un pubblico che si è trovato al di fuori e al riparo dal ferreo controllo governativo sulla televisione generalista. Per la prima volta in modo così evidente la gabbia del duopolio è stata clamorosamente scardinata: un'evasione di massa che ha coinvolto giornalisti e artisti a vario titolo "impubblicabili" - specie in questi giorni di campagna elettorale - sul grande quotidiano dell'etere tradizionale.

Insieme a loro sono evasi, a milioni, telespettatori (e cittadini) che non aspettavano altro. Un'audience confederata e autoconvocata è stata la vera protagonista dell'evento, e lo è stata a pieno titolo: il vero esiliato dalla tivù, la vera vittima dei protervi editti e delle telefonate padronali del Re Censore, è quella fascia di pubblico, in larga parte giovane, che ritiene di non avere più rappresentanza televisiva. Il suo esilio, prima ancora che politico, è culturale: il linguaggio della tivù, in gran parte calibrato su un'idea corriva e classista dei "gusti popolari", non gli appartiene da anni. Quel mix di perbenismo politico e donnine scollacciate, di moralismo pubblico e immoralità privata, non gli dice nulla. Il mondo berlusconiano gli fa un effetto ridicolo e deprimente. È un pubblico che cerca la realtà ovunque (Internet, amici, scuola, socialità diffusa) ma non in tivù, se non nelle sempre più rade occasioni di informazione non controllata, non sanzionata, non addomesticata.

L'isteria censoria del premier e il servilismo dei suoi impiegati hanno fatto il resto. Sono stati il clamoroso lancio pubblicitario di una serata, più che antigovernativa, ingovernabile. E questo strappo mediatico, che in un paese normale già avrebbe il suo peso specifico, in Italia assume un peso molto maggiore: perché è precisamente il campo mediatico quello scelto dal premier per esercitare la sua egemonia politica, pubblicitaria (dunque economica) e culturale.

Basta vedere cosa ha fatto ieri il Cavaliere alla vigilia del voto: con l'intervista in contemporanea su Tg1 e Tg5 e l'invasione di altri quattro telegiornali e del Gr1. È in casa del premier - e non è una metafora - che microfoni e telecamere sono stati trafugati e autogestiti da chi intende l'informazione come un potere autonomo e non come il cingolo di trasmissione di questo o quel governo (ma soprattutto di questo). Chi ha seguito la serata, comunque la giudichi nei suoi singoli interventi e nel complesso della sua impostazione, ha colto l'eccezionalità, e direi ha provato lo choc, di un luogo televisivo di libertà incondizionata. Una libertà "scandalosa", vale a dire non consueta, non normale in un quadro televisivo che ci ha via via abituati alla cautela, all'esitazione, all'autocensura come norma prevalente. E ci ha anche aiutato a capire quanto preziosi, e per questo detestati da Silvio Berlusconi, siano gli spazi di libertà d'informazione già presenti nei palinsesti, e ultimamente tacitati.
Ovvio che Silvio Berlusconi giudichi "un obbrobrio" una così plateale effrazione delle sue regole e dei suoi voleri. Sarebbe ancora più preoccupato se i suoi fornitori di sondaggi gli presentassero un'analisi accurata del target che ha accompagnato Santoro e i suoi compagni di fuga.

Bassa età media, fitta rete di contatti (non controllabili) sulla rete, irrequietezza politica a tutto campo, non certo inquadrabile solo nella comoda casella della "sinistra". Rispetto ai tradizionali movimenti scolastici e universitari, che nascono e si spengono nell'ambito depresso e "specializzato" della scuola, questi milioni di disobbedienti si muovono e si formano dentro il fiume mediatico, cioè nel cuore stesso del potere italiano. Mitizzano "la realtà" come metodo antitetico al sogno berlusconiano, pretendono giornalismo, circolazione delle notizie, divulgazione dei fatti, insomma informazione, con un fervore che si presta magari a qualche trappola ideologica, a qualche scorciatoia faziosa, ma centra in pieno il cuore di ogni questione nazionale. Nella lettura governativa del fenomeno, si tratta dunque di autentici eversori. Sanzionare questo o quel giornalista, chiudere la bocca a questo o quel programma è nelle facoltà del premier, e si è ampiamente visto. Ma ricondurre milioni di italiani nell'alveo della docilità mediatica, questo non è più possibile: il merito fondamentale della serata bolognese è stato mettere in scena questa fuga di massa dalla Verità Ufficiale.

© Riproduzione riservata (27 marzo 2010)
da repubblica.it
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« Risposta #14 inserito:: Maggio 30, 2012, 10:43:06 am »

LA MEMORIA

I contadini e gli operai della mia terra ferita

Dalle fabbriche alle piazze sono stati colpiti in modo scellerato i luoghi della socialità.

Rivedo quel casolare illuminato in una notte piena di lucciole e la badante di mia nonna che era una pastora

di MICHELE SERRA

LA SOLA cosa buona dei terremoti è che ci costringono, sia pure brutalmente, a rivivere il vincolo profondo che abbiamo con il nostro paese, i suoi posti, la sua geografia, la sua storia, le sue persone. Appena avvertita la scossa, se non si è tra gli sventurati che se la sono vista sbocciare proprio sotto i piedi, e capiamo di essere solo ai bordi di uno squasso tremendo e lontano, subito si cerca di sapere dov'è quel lontano.

E quanto è lontano, e chi sono, di quel lontano, gli abitanti sbalzati dalle loro vite. Si misurano mentalmente le pianure o le montagne che ci separano dal sisma. Prima ancora che computer e tivù comincino a sciorinare, in pochi minuti, le prime immagini, le macerie, i dettagli, i volti spaventati, la nostra memoria comincia a tracciare una mappa sfocata, eppure palpitante, di persone, di piazze, di strade, di case. Una mappa che è al tempo stesso personale (ognuno ha la sua) e oggettiva, perché è dall'intreccio fitto delle relazioni, dei viaggi, delle piccole socialità che nasce l'immagine di un posto, di un popolo, di una società.

Leggo sul video Cavezzo e subito rivedo un casolare illuminato in mezzo ai campi in una notte piena di lucciole, ci abitava e forse ci abita ancora un mio amico autotrasportatore, Maurizio, non lo sento da una vita, cerco il suo numero sul web, lo trovo, lo faccio ma un disco risponde che il numero è sconnesso.

A Finale Emilia viveva, e forse vive ancora, la Elia, la magnifica badante che accompagnò mia nonna
alla sua fine. Era nata in montagna, nell'Appennino modenese, faceva la pastora e governava le pecore, scendere nella pianura ricca a fare l'infermiera era stato per lei, come per tanti italiani nella seconda metà del Novecento, l'addio alla povertà, l'approdo alla sicurezza: ma ancora raccontava con gli occhi lucidi di felicità di quando da ragazzina cavalcava a pelo, galoppando sui pascoli alti. Molti degli odierni italiani di pianura hanno radici in montagna. L'Appennino ha scaricato a valle, lungo tutta l'Emilia, un popolo intero di operai e di impiegati. La sua popolazione, dal dopoguerra a oggi, è decimata: dove vivevano in cento oggi vivono in dieci, come nelle Alpi di Nuto Revelli.

Andai a trovarla a Finale, tanti anni fa, per il funerale di suo figlio, era estate e l'afa stordiva. Le donne camminavano davanti e gli uomini dietro, si sa che i maschi hanno meno dimestichezza con la morte. Non c'erano ancora i navigatori e arrivai in ritardo, in quei posti è molto facile perdersi, le strade sono un reticolo che inganna, è un pezzo di pianura padana aperto, arioso, disseminato di paesi e cittadine, ma non ci sono città grandi a fare a punto di riferimento (anche questo, penso, ha contributo a limitare il numero delle vittime). Se sei un forestiero e l'aria non è limpida, e non vedi l'Appennino che segna il Sud e - più lontano - le Alpi che indicano il Nord, ti disorienti, non sai più dove stai andando. Forse da nessun'altra parte la Pianura Padana appare altrettanto vasta e composita, non si è lontani da Modena, da Bologna, da Mantova, da Ferrara, ma neppure si è vicini. Anche per questo ogni paese ha forte identità: non è periferia di niente e di nessuno. Uno di Finale Emilia è proprio di Finale Emilia, uno di Crevalcore proprio di Crevalcore.
Crevalcore è bellissima, è uno di quei posti italiani dei quali non si parla mai, una delle tante pietre preziose che ignoriamo di possedere. La struttura è del tredicesimo secolo, pianta quadrata, città fortificata. Ci andai molto tempo fa per un dibattito, cose di comunisti emiliani, ex braccianti e operai che ora facevano il deputato o il sindaco e discutevano di piani regolatori ma anche del raccolto di fagiolini, facce comunque contadine con la cravatta allentata, seguì vino rosso con grassa cucina modenese perché Crevalcore è ancora in provincia di Bologna, l'ultimo lembo a nord-ovest, ma è a un passo da Modena, e dunque tigelle con lardo e aglio.

Non riesco a ritrovare, di quei posti, un solo ricordo che non sia amichevole, socievole, conviviale. Non è vero che è la natura contadina, ci sono anche contadini diffidenti e depressi. È piuttosto l'equilibrio fortunato, e raro, tra benessere individuale e vincoli sociali, sono paesi di volontari di ambulanza e di guidatori di fuoriserie, di bagordi in discoteca e di assistenza agli anziani.
La parola "lavoro", da quelle parti, è diventata una specie di unità di misura generale: li avrete sentiti anche voi, gli anziani, dire ai microfoni dei tigì "mai visto un lavoro del genere", il lavoro cattivo del terremoto. Come fosse animato da uno scientifico malanimo contro il luogo, ha colpito soprattutto i capannoni industriali, le chiese e i municipi. E quei portici, quei fantastici luoghi di mezzo tra aperto e chiuso, con le botteghe e i caffé, che sfregio vederli offesi, ingombri di macerie e sporchi di polvere. Sono stati colpiti, come in un bombardamento scellerato, tutti i luoghi dell'identità e della socialità. La fabbrica e la piazza, che nell'Emilia rossa sono quanto resta (molto) di un modello economico che ha prodotto meno danni che altrove. Vorticoso come in tutto il Nord, con qualche offesa all'ambiente come in tutto il Nord, con qualche malessere (le droghe, lo smarrimento, la noia) come in tutto il Nord, ma con una sua solidità, un suo equilibrio, una ripartizione intelligente tra industria e agricoltura, tra acciaio e campi.

A proposito, chissà se ha subito danni lo splendido museo Maserati che uno dei fratelli Panini ha eretto a Modena all'interno della sua azienda agricola. Lamiere lucenti in mezzo alle forme di parmigiano biologico (come quelle che la televisione mostra collassate, e sono un muro portante anche loro) e l'odore del letame che lega tutto, fa nascere tutto. I muggiti delle mucche, in mancanza di meglio, per simulare il rombo del motore. Per quanto il terremoto abbia fatto "un lavoro mai visto", il lavoro di quei padani di buon umore (quelli di cattivo umore, si è poi visto, sono stati una novità perdente) rimetterà le cose a posto, prima o poi. Quando tutto sarà finito, i morti sepolti, i muri riparati, e i visitatori non saranno più di intralcio ai soccorsi, andate a Crevalcore, e ditemi se non è bella.

(30 maggio 2012) © Riproduzione riservata

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