Frasi di Gustave Le Bon da "Psicologia delle folle"
Selezione delle frasi e delle citazioni più significative di Gustave Le Bon (Nogent-le-Rotrou 1841 - Marnes-la-Coquette 1931), antropologo, psicologo, sociologo e aforista francese. Gustave Le Bon è considerato il fondatore della psicologia delle masse grazie ai suoi studi sul comportamento delle folle pubblicati nel suo celebre libro Psicologia delle folle (Psychologie des Foules, 1895). Quest'opera è stata molto apprezzata non soltanto da sociologi, psicologi e antropologi, ma anche da quei dittatori del Novecento, che cercavano i modi migliori per condizionare le masse a proprio vantaggio.
Le seguenti riflessioni di Gustave Le Bon sono tratte, oltre che da Psicologia delle folle, anche da Psicologia dell'educazione (Psychologie de l'éducation, 1902) e da Le opinioni e le credenze (Les opinions et les croyances, 1911). Su Aforismario trovi anche una raccolta di pensieri di Gustave Le Bon tratti dal libro Aforismi dei tempi presenti, tradotti per la prima volta in italiano da Aforismario. [Il link è in fondo alla pagina].
Per il solo fatto di appartenere a una massa organizzata, l’individuo scende di parecchi gradini la scala della civiltà. (Gustave Le Bon)Psicologia delle folle
Psychologie des Foules, 1895
Abilmente suggestionate, le folle diventano capaci di eroismo e di devozione. Di ciò sono ancor più capaci che non l'individuo isolato.
Annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità inconscia, orientamento, determinato dalla suggestione e dal contagio, dei sentimenti e delle idee in un unico senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite, tali sono i principali caratteri dell’individuo in una folla. Egli non è più sé stesso, ma un automa diventato impotente a guidare la propria volontà.
Ciò che più ci colpisce di una massa psicologica è che gli individui che la compongono – indipendentemente dal tipo di vita, dalle occupazioni, dal temperamento o dall’intelligenza – acquistano una sorta di anima collettiva per il solo fatto di trasformarsi in massa.
Dare all'uomo una fede, vuol dire decuplicare la sua forza.
Far nascere la fede, sia fede religiosa, politica o sociale, fede in un'opera, in una persona, in un'idea, questo, soprattutto, è il compito dei grandi capi. Di tutte le forze di cui la natura dispone, la fede è sempre stata una delle più notevoli, e con ragione il Vangelo attribuisce a essa il potere di sollevare le montagne.
Fin dal principio di ogni civiltà, i popoli hanno sempre subito l'influenza delle illusioni. La maggior parte dei templi, delle statue e degli altari, sono stati innalzati ai creatori di illusioni.
I trascinatori di folle, il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d'azione. Sono poco chiaroveggenti, e non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all'inazione.
Il destino dei popoli è determinato dal loro carattere e non dai loro governi.
Il giudizio, l'esperienza, l'iniziativa, il carattere sono le condizioni di successo nella vita; e tutte questo non lo si apprende sui libri.
L'autoritarismo e l'intolleranza sono per le folle sentimenti molto chiari, che esse sostengono tanto facilmente quanto facilmente li praticano. Le folle rispettano la forza e sono mediocremente impressionate dalla bontà, che è facilmente considerata come una forma di debolezza. Le loro simpatie non sono mai state per i padroni miti, bensì per i tiranni, che le hanno dominate con energia.
L’individuo in massa acquista, per il solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile. Ciò gli permette di cedere a istinti che, se fosse rimasto solo, avrebbe necessariamente tenuto a freno. Vi cederà tanto più volentieri in quanto – essendo la massa anonima e dunque irresponsabile – il senso di responsabilità, che raffrena sempre gli individui, scompare del tutto.
L'individuo della folla è un granello di sabbia in mezzo ad altri granelli di sabbia che il vento solleva a suo capriccio.
La folla [...] è guidata quasi esclusivamente dall'istinto. I suoi atti subiscono molto più l'influenza del midollo spinale che quella del cervello.
La folla è un gregge che non può fare a meno di un padrone.[Les foule humaine est un troupeau qui ne saurait se passer de maître].
La folla non è soltanto impulsiva e mutevole. Come il selvaggio, essa non ammette ostacolo tra il suo desiderio e l'avverarsi di questo desiderio, e tanto meno quando il numero le dà il sentimento di una potenza irresistibile.
La folla, non avendo nessun dubbio su ciò che per lei è verità o errore, e avendo d'altra parte la nozione chiara della propria forza, è autoritaria quanto intollerante. L'individuo può accettare la contraddizione e la discussione, ma la folla non le ammette mai.
Le folle non hanno mai avuto sete di verità. Dinanzi alle evidenze che a loro dispiacciono, si voltano da un'altra parte, preferendo deificare l'errore, se questo le seduce. Chi sa illuderle, può facilmente diventare loro padrone, chi tenta di disilluderle è sempre loro vittima.
Le folle non sono influenzabili coi ragionamenti, e non comprendono che grossolane associazioni di idee. Gli oratori che sanno impressionarle, non fanno mai appello alla loro ragione, ma ai loro sentimenti.
La folla, per quanto neutra la si supponga, si trova spesso in uno stato di attenzione aspettante favorevole alla suggestione. La prima suggestione formulata s'impone, per contagio, a tutti i cervelli, e stabilisce subito l'orientamento.
La massa psicologica è una creatura provvisoria, composta da elementi eterogenei saldati assieme per un istante, esattamente come le cellule di un corpo vivente formano, riunendosi, un essere nuovo con caratteristiche ben diverse da quelle che ciascuna di queste cellule possiede.
La moltitudine ascolta sempre l'uomo dotato di volontà forte. Gli individui riuniti in folla, perdendo ogni volontà, si volgono istintivamente verso chi ne possiede una.
Mentre le nostre antiche credenze vacillano e scompaiono, e le vecchie colonne a mano a mano sprofondano, l'azione delle folle è l'unica forza non minacciata e il cui prestigio ogni giorno si accresce. L'epoca in cui entriamo, sarà veramente l'Era delle folle.
Negli esseri suggestionati, l'idea fissa tende a trasformarsi in azione. Si tratti di incendiare un palazzo o di compiere un'opera di devozione, la folla vi si presta con la stessa facilità.
Nelle folle, l'imbecille, l'ignorante e l'invidioso sono liberati dal sentimento della loro nullità e impotenza, che è sostituita dalla nozione di una forza brutale, passeggera, ma immensa.Non essendo la folla impressionata che da sentimenti eccessivi, l'oratore che vuole sedurla deve abusare delle affermazioni violente. Esagerare, affermare, ripetere, e non mai tentare di nulla dimostrare con un ragionamento, sono i procedimenti di argomentazione familiari agli oratori di riunioni popolari.
Ogni sentimento, ogni atto è contagioso in una massa, e contagioso a tal punto che l’individuo sacrifica molto facilmente il proprio interesse personale all'interesse collettivo. Si tratta di un’attitudine innaturale, della quale l’uomo diventa capace quasi soltanto se entra a far parte di una massa.
Per il solo fatto di far parte di una folla, l'uomo discende di parecchi gradi la scala della civiltà. Isolato, sarebbe forse un individuo colto, nella folla è un istintivo, per conseguenza un barbaro.Quante sono le credenze nate dalla suggestione, invece d'essere state generate dal ragionamento!
Senza dubbio, la ragione umana non sarebbe riuscita a trascinare l'umanità sulle vie della civiltà con l'ardore e l'arditezza con cui l'hanno sollevata le sue chimere. Figlie dell'incosciente che ci guida, tali chimere erano probabilmente necessarie.
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https://www.aforismario.eu/2019/06/gustave-le-bon-frasi.html