DA BRUXELLES ALLARME RECOVERY
Corrispondenza di Tobia Piller per la Frankfurter Algemein Zeitun
UN PIANO DI DISTRIBUZIONE CLIENTELARE
LE BOZZE GIA'RESPINTE TRE VOLTE IN EUROPA
Di Stefano Carluccio
Falso che le tre revisioni del Plan italiano siano state aggiornate nei mesi scorsi per venire incontro alle esigenze emerse dalle componenti della maggioranza, IV in primis. Falso.
Le tre versioni del PNNR italiano sono state presentate tre volte a Bruxelles
in via riservata e per tre volte Bruxelles le ha rimandate al mittente, a Roma.
Tre bocciature di cui non si è detto nulla, parlando sempre e solo di "adeguamenti" interni al governo.Lo rivela bene un commento apparso sulla Faz il 13 gennaio scorso durissimo verso l'esecutivo in carica. “Purtroppo - si nota - questo Governo, oltre alla gestione di crisi intorno alla pandemia del Coronavirus, non ha prodotto niente che punta verso il futuro”.
Giudizio netto anche sul premier: “Conte voleva distribuire i soldi di Bruxelles secondo criteri politici e clientelari. Ma così, l’Italia mancherebbe l’obiettivo del Fondo Recovery, che dovrebbe spingere verso riforme e crescita addizionale. Ma i politici italiani guardano già verso i prossimi appuntamenti elettorali, probabilmente 2022, al limite nel 2023. Per questi, tanti vorrebbero comprare voti con soldi europei.
A questo punto sembra meglio, di togliersi le tentazioni di questo genere con una elezione veloce – nella speranza, che dopo si arrivi ad un Governo più lungimirante”.
Chi scrive è Tobias Piller, da anni corrispondente dall'Italia della Frankfurter Algemein Zeitung, uno dei più importanti giornali tedeschi: e nota che piuttosto di un governo che sforna documenti come il PNRR per altro in una confusione politica totale sarebbero auspicabili proprio quelle elezioni che secondo Conte e la sua maggioranza dovrebbero terrorizzare l'Europa. Invece a terrorizzare di più sono proprio Conte con questa maggioranza. Lo spiega bene e con il distacco necessario l'autore di quel corsivo abituato da anni a vederne di tutti i colori. E rende bene la delusione provata in Germania dalla lettura di quel documento parolaio e mai operativo che è il piano italiano.
“Faccio un esempio di come dovrebbe essere: un nuovo sistema di trasporto locale, con la descrizione dei treni che ogni 15 minuti partano da Frosinone, da Viterbo, da Orte, da Palestrina, da Civitavecchia per raggiungere il raccordo di Roma dove si cambia e si prende la metropolitana portata fin lì, privatizzando e mettendo in gara la gestione della metropolitana e delle linee di treno locale, saremmo davanti a una cosa seria. Che dovrebbe avere le date e le cifre indicate per ogni passaggio necessario. Quello è un piano organico che rispetterebbe le condizioni del Recovery Fund. A questo punto puoi anche dire che il progetto si inserisce nella linea green, o in quella sulla digitalizzazione. Ed è una cosa seria”. Ma nel piano italiano non esiste. “Quello che ho trovato nel documento governativo”, spiega ancora Piller, “è al massimo che con i soldi Ue si comprano nove autobus e non si cambia nulla, si va avanti con le tue linee in perdita e i trenini dissestati. Non c'è nulla di organico”. E i tedeschi perdono la pazienza, come accadrà in tutti gli altri paesi frugali.
“Oggi”, aggiunge Piller, “sulla Faz in prima pagina è apparso un editoriale molto tagliente sull'Italia. In questo paese si raccontava che le cose non andavano per colpa di Europa e Germania che stringevano i cordoni della borsa. Oggi invece piovono sull'Italia 209 miliardi, una somma gigantesca. Nessun altro paese ha di più. E cosa accade a Roma? Che la coalizione al governo si sbrana per spendere quei soldi in modo clientelare. Adesso il problema ce l'ha l'Europa: come fa a giustificare questo grande debito comune che si è caricata sulle spalle per un paese che ha queste distorsioni?”.
In conclusione, se questo è il governo "europeista" ci pare di poter concludere con evidenza che per complicare le cose in Europa non serve essere populisti.
Da - Avanti!
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