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« inserito:: Dicembre 26, 2007, 11:16:48 pm » |
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26/12/2007 (12:38) - IL CASO
Contrada, è scontro sulla grazia Dopo Rita Borsellino, il no di Rita Scopelliti, dell'Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili e della Fondazione Caponnetto
ROMA Il caso Contrada diventa una miccia che fa esplodere nel giorno di Santo Stefano il dibattito sull’opportunità di concedere la grazia all’ex numero tre del Sisde, condannato a 10 anni per per concorso esterno in associazione mafiosa. La richiesta era stata avanzata al Capo dello Stato sei giorni fa dal legale del settantaseienne detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, l’avvocato Giuseppe Lipera, «anche se non richiesta» da Contrada, il quale «sta morendo». Giorgio Napolitano l’ha «girata» al ministro alla Giustizia Clemente Mastella, che oggi ha detto che valuterà la situazione e poi formulerà il parere previsto dalla legge sulla base degli elementi che mi verranno trasmessi ad esito dell’istruttoria stessa. Il guardasigilli ha poi precisato: »Mi sono limitato a una duplice presa d’atto: in primo luogo ho accertato l’esistenza di un procedimento di differimento pena per motivi di salute, avviato davanti alla magistratura di sorveglianza dallo stesso interessato e ho ricevuto la richiesta del Capo dello Stato, originata dalla supplica del difensore di Contrada, di procedere all’istruttoria di rito ai fini della decisione presidenziale in materia di grazia. Richiesta a cui ho dato doverosamente, immediatamente corso. Conclude il ministro: Come sempre valuterò la situazione e formulerò il parere previsto dalla legge sulla base degli elementi che mi verranno trasmessi ad esito dell’istruttoria stessa». Proprio oggi il legale di Bruno Contrada ha reso noto la richiesta di revisione del processo a conclusione del quale la prima Corte d’appello di Palermo, il 25 febbraio del 2006, confermò la sentenza di primo grado di condanna a 10 anni di reclusione. Rita Borsellino ha annunciato che chiederà un incontro al capo dello Stato Giorgio Napolitano, ritenendo «estremamente grave» l’ipotesi della grazia per chi come Contrada «è stato condannato per reati commessi tradendo la sua funzione di servitore dello Stato, quello stesso Stato per cui Giovanni, Paolo e tanti altri rappresentati delle istituzioni hanno consapevolmente dato la vita. Uno Stato deve sapere distinguere e ricordare, altrimenti il rischio è che domani possa apparire legittima e dovuta anche la grazia ai boss».
Alla Borsellino rispondono i fratelli di Contrada: «Abbiamo sentito le dichiarazioni della signora Rita Borsellino di cui rispettiamo il dolore sempre condiviso unitamente a tutti gli italiani, ma ci rattrista profondamente sentire affermazioni crudeli e gravi nei confronti di nostro fratello Bruno, della cui innocenza o colpevolezza non stiamo qui a discutere, anche se siamo sicuri che un giorno la vera giustizia ristabilirà la verità sulla sua vicenda giudiziaria».
Contraria alla grazia a Bruno Contrada anche l’Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili a Firenze, chiederà un incontro al capo dello Stato: «È importante da parte delle massime Istituzioni ascoltare la voce di chi come noi ha pagato un prezzo incredibile, perchè servitori dello Stato hanno tradito questo Paese». Poi tocca a Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato calabrese primo titolare della pubblica accusa in Cassazione del maxi-processo a Cosa nostr: «È vero che a Natale siamo tutti più buoni ma non dimentichiamo che Contrada è stato condannato per gravi reati commessi tradendo la sua funzione di servitore dello Stato, quello stesso Stato per il quale mio padre ed altri magistrati e uomini delle istituzioni hanno pagato con la vita. La pietà umana nei confronti dello stato di salute di Contrada deve sapersi coniugare alla certezza della espiazione della pena, visto che in questo Paese la sola certezza della pena, tra un indulto, una prescrizione ed un pateggiamento non è garantita appieno». «Tale atto di clemenza - aggiunge la Fondazione Caponnetto - vanificherebbe l’impegno, l’onestà di quanti sono caduti contro la mafia e renderebbe sempre più difficile educare alla legalità e al senso dello Stato».
Sul fronte politico Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, si augura che «non vengano usati due pesi due misure. Un intervento umanitario in favore di Contrada è auspicabile di per sè, così come quello preso a suo tempo in favore di Bompressi, perchè fortunatamente in Italia non esiste la pena di morte». Per il leader della Destra, Francesco Storace, «da Rita Borsellino arriva voglia di vendetta politico-militante. Per Bruno Contrada si fa strada un atto di clemenza che va rispettato soprattutto da chi fa politica. A meno che non si voglia intimidire il ministro della Giustizia. Se Mastella si ferma, vuol dire che è suonata la campanella dell’antimafia professionale». «Si proceda senza se e senza ma sulla via della grazia per Bruno Contrada, uomo delle istituzioni e persona che sta soffrendo dietro le sbarre. È un atto di giustizia e un atto umano», afferma il segretario della Democrazia cristiana per le Autonomie, Gianfranco Rotondi. «La natura del reato di mafia, la procedura irrituale e la considerazione per le vittime, cui ha dato voce Rita Borsellino, suscitano forti perplessità e, a dir poco, consiglierebbero un supplemento di riflessione», dice invece Franco Monaco.
da lastampa.it
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