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Autore Discussione: Beniamino Pagliaro. Attenzione! - L'economia ha una nuova valuta  (Letto 2223 volte)
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« inserito:: Dicembre 05, 2020, 05:13:24 pm »

Beniamino Pagliaro - La Repubblica 10:59 (23 minuti fa)
A me
Attenzione! - L'economia ha una nuova valuta
1° dicembre 2020

Cara abbonata, caro abbonato, ecco un nuovo numero di Attenzione!

Le conseguenze della pandemia non viaggiano per forza parallele all'onda virale. Assomigliano più a scosse che però producono effetti nel tempo. Molti pezzi dell'economia si adeguano a spinte che in verità c'erano da molto tempo. La grande novità è il ritmo: McKinsey ha riassunto scrivendo che le abitudini dei consumatori hanno fatto un salto in avanti di "dieci anni in otto settimane". Non è dunque una sorpresa che Amazon abbia assunto 427,300 persone nel mondo nei primi dieci mesi dell'anno.
Abbiamo ormai iniziato a capire che indosseremo le mascherine ancora a lungo, e che anche con il vaccino il ritorno in ufficio non sarà un ritorno al passato. Dobbiamo organizzare il nuovo ufficio, e una notizia negli scorsi giorni ha confermato la rincorsa verso un sistema ibrido, in cui la presenza fisica dei dipendenti o collaboratori non è poi così determinante.
Il più grande gruppo del software Crm (Customer relationship management), Salesforce, vuole comprare l'ex startup del lavoro condiviso Slack. Per capire la notizia bisogna ricordare un po' di storia recente. Slack, fondata nel 2009 in Canada da Stewart Butterfield (già co-fondatore di Flickr), è nata senza volerlo. Meglio, è nata mentre i suoi fondatori stavano cercando di fare qualcos'altro, tipico caso di serendipity imprenditoriale. Mentre provavano a sviluppare un videogioco online, Butterfield e i suoi colleghi crearono un sistema di chat che doveva essere facile da usare, intuitivo, per i giocatori.
Il videogioco fallì ben presto, ma la tecnologia sviluppata per la chat tornò molto utile. Il 15 agosto 2013 Slack lanciò il proprio prodotto. Nelle prime 24 ore, 8mila aziende si iscrissero per provarlo. Iniziò una crescita che ha portato, nel 2019, gli utenti attivi a quota 12 milioni, e 640 mila imprese. Di queste, 112 mila avevano un account a pagamento, e dunque i ricavi sono arrivati a 401 milioni di dollari.
La lezione di Slack è molto interessante: c'erano già decine di app e sistemi di chat sul mercato. Per anni abbiamo chattato con Msn (!), Skype, o altri sistemi. Ma evidentemente c'era spazio per fare meglio, reinventare anche una banale chat in modo nuovo. Slack è diventata di moda, ma soprattutto funziona. È il luogo dove lavorano milioni di persone ogni giorno.

Poi, però, è arrivato il Coronavirus. Sarebbe stato facile pensare che una fase di lavoro remoto forzato avrebbe fatto bene a Slack. Ma l'accelerazione non è uguale per tutti, fa vincitori e vinti. Milioni di aziende si sono trovate a trasferire in rete l'ufficio in pochi giorni, e la forza della conservazione si è fatta sentire.
Microsoft aveva circa il 90% del mercato dei servizi email e produttività per le aziende, ed è riuscita a spostare sul proprio prodotto Teams (nato nel 2017) moltissimi clienti. La rincorsa era già iniziata, il titolo di Slack (quotata dal 2019) iniziava a soffrire, ma il 2020 di Microsoft ha creato un divario incolmabile.

Slack ha capito l'aria che tira e ha persino denunciato le politiche di Microsoft alla Commissione europea. La storia tra Microsoft e Slack è ricca: nel 2016 il gruppo fondato da Bill Gates valutò se acquistare la società, ma preferì sviluppare un prodotto in casa piuttosto di fare un'acquisizione. Slack prese persino in giro Microsoft quando ci fu l'annuncio di Teams con una pagina pubblicitaria sul New York Times (come Apple fece con IBM nel 1981).
Prima ancora di sapere come sarebbe stato questo 2020, The Information aveva previsto (a gennaio, sembra un'era fa) che Slack sarebbe stata venduta, forse comprata da un grande player come Amazon e Google, ma comunque costretta a interrompere la corsa solitaria. Tutti i giganti tech sono aziende trasversali per definizione, tutte hanno un'offerta orientata alle imprese e aggiungere Slack al pacchetto può fare la differenza. Amazon, Google e Microsoft, sanno però di doversi muovere con grande cautela perché le maglie dell'antitrust si stanno stringendo e ogni acquisizione rischierebbe uno stop. Le acquisizioni da parte di big tech stanno infatti rallentando.

Slack è diventato l'ufficio per molte organizzazioni in modo controintuitivo. Non ha soltanto sostituito l'email per alcune funzioni (non per tutte, ovviamente: chi profetizza la morte dell'email sbaglia). Essendo un sistema aperto alle integrazioni con altri software, Slack raccoglie dati e intelligenza che superano la banale chat; rende semplice automatizzare alcuni compiti, dalle fatture alla gestione dei documenti.
Così si può capire l'interesse di Salesforce, che è il primo Crm per quote di mercato (seguito dai tedeschi di Sap, raro campione digitale europeo). Salesforce nasce per gestire i clienti e fare analisi in tempo reale della vita aziendale. Ma a volte i Crm vivono in aree separate dell'azienda: da un lato, se i prodotti Salesforce venissero contaminati dalla semplicità di Slack, sarebbe una cosa buona; dall'altro la frequenza d'uso di Slack consegnerebbe a Salesforce una vera prevalenza nella sfera aziendale. Risultato: potrebbe, in prospettiva, fare concorrenza a Microsoft.
Ma in queste grandi acquisizioni (Slack valeva 17 miliardi di dollari prima della notizia, ora ne vale 23) non si ragiona soltanto sul prodotto. I clienti di Slack possono diventare futuri clienti di Salesforce. Salesforce ha lanciato il servizio work.com che potrebbe essere sostituito da Slack.
Stavo quasi per inviare la newsletter di oggi, quando è arrivata un'altra notizia. Facebook ha comprato la startup Kustomer, che si occupa proprio di Customer relationship management, e potrà offrirlo alle miriadi di piccole imprese che usano le pagine di Facebook per essere online e vendere e WhatsApp per comunicare. La costruzione del nuovo ufficio è appena iniziata.
Grazie per aver letto fin qui. Aspetto i tuoi commenti a b.pagliaro@repubblica.it. Su Twitter e Instagram mi trovi come @bpagliaro.

Grazie,
Beniamino Pagliaro
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