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Autore Discussione: GUAZZABUGLIO 1 NUOVO E VECCHIO insieme.  (Letto 10764 volte)
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« inserito:: Novembre 07, 2020, 09:32:35 pm »

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Conservatorismo contro progressivismo
E' meglio il progresso o la conservazione?

CONSERVATORI o PROGRESSISTI?

Assisto scandalizzato ai quotidiani dibattiti, alle cronache, ai comunicati dei vari partiti.

Osservo con indignazione che i temi di cui si dibatte in ogni luogo (TV, Radio, WEB) riguardano le schermaglie dei vari personaggi di spicco, gli uni contro gli altri, e per i quali i temi non sono sui problemi reali che andrebbero affrontati e risolti ai vari livelli, ma ostinatamente sulla battaglia tra le varie bandiere partitiche.

In sostanza si parla SOLO di partiti e MAI di POLITICA!

Ovviamente gli scontri più evidenti sono tra due schieramenti che, in modo comunque ambiguo, si definiscono "di destra" o "di sinistra".

Già Giorgio Gaber si chiedeva ma cos'è di destra e cos'è di sinistra?
Oggi continuo a chiedermelo pure io.

In linea teorica si dovrebbero definire di destra quei partiti che sono conservatori e di sinistra quelli progressisti.

Se queste fossero le due posizioni a confronto i partiti dovrebbero sfidarsi a suon di discussioni sui vari provvedimenti urgenti o di lunga durata, stabilendo quando e cosa decidere per il progresso e quando e cosa sia meglio per la conservazione.

Allora riflettiamo su cosa diavolo significhino queste due parole così importanti e come si dovrebbe affrontarle nella realtà.
"è conservatore un uomo politico affezionato ai mali esistenti, da non confondersi col progressista che invece aspira a rimpiazzarli con mali nuovi" (Ambrose Bierce) Spiritoso!

Linea conservatorismo contro progressivismo.

Chi sono i CONSERVATORI?
Si dice che è "conservatore" chi desidera siano applicati questi principi:
1) si protegga il territorio da invasioni straniere (nazionalismo)
2) si mantenga una struttura sociale piramidale, magari con un solo uomo in testa e con pieni poteri (autoritarismo)
3) si applichino leggi che proteggano le produzioni locali e nazionali, il proprio mercato
4) si usi particolare rispetto per la tradizione, lingua, famiglia e religione
5) si ostacolino progetti utopistici di società perfette e di mutamenti troppo radicali e progressisti
6) si rispettino al massimo le libertà individuali
7) non si dia spazio a qualsiasi programma di carattere riformista o rivoluzionario, se non con molta cautela
Fico si difenda l’esistente, nella presunzione che ciò che esiste, per il semplice fatto di esistere, è ”buono” [secondo una certa corrente: perché è stato voluto così da Dio]

Linea conservatorismo contro progressivismo

Chi sono i PROGRESSISTI?
Si dice che è "progressista" chi invece desidera siano applicati questi principi:

1) chi sostiene la necessità di accelerare il progresso, cioè l’evoluzione della società, nell’ambito politico, sociale ed economico, e si comporta e agisce di conseguenza
2) chi è favorevole ad una società globalizzata, uniformizzata, multietnica
3) chi sostiene il consumismo per rafforzare sempre di più il profitto
4) chi è favorevole alla medicina d'avanguardia, a prescindere dalla sua moralità
5) chi proclama la necessità di continue riforme delle leggi, introducendo sofisticazioni burocratiche
6) chi vede di buon occhio l'evoluzione industriale, da quella attuale ad una più moderna, più utile, meno inquinante e meno stressante, favorendo al massimo il virtuale e il digitale in tutte le salse, fino alle bistecche fatte di chimica.

Queste più o meno le differenze tra l'una o l'altra posizione, mentre, secondo me, sarebbe saggio e giusto essere:

"conservatori-moderatamente-progressisti"
Perché non è l'uno o l'altro atteggiamento errato o l'unico ad essere giusto e perseguibile, ma è l'eccesso dell'uno o dell'altro o la carenza dell'uno o dell'altro ad essere sempre sbagliato!
In ogni problema si presenta questo dilemma.
E' giusto essere progressisti sull'immigrazione? Aprire lo porte a chiunque voglia venire in Italia? Senza regole, senza freni e filtri, senza progetti che aiutino i sofferenti nei loro paesi, e via dicendo?
Un eccesso su questo tema creerebbe situazioni intollerabili e si perderebbe il valore delle buone tradizioni e della propria cultura, oltre ad un certo senso di sicurezza.

Il marxismo è sbagliato, così come lo è il conservatorismo, ma in ognuno esistono elementi di verità.

Giusto sapere l'inglese, ma non giusto cacciare una parola in inglese ogni tre parole in italiano. Si perde la nobiltà del nostro linguaggio e della nostra storia letteraria e si perde la capacità di capire bene la propria lingua.
Giusto conservare le parti nobili della nostra Costituzione, ma tante parti sono vecchie, facevano parte di un particolare periodo storico e sarebbero da cambiare.
Giusto rispettare le scelte individuali di tipo sessuale, ma non è giusto arrivare a farne un modello di vita da incoraggiare o imitare.
Giusto accettare il progresso tecnologico, ma frenando certi settori che hanno l'unico scopo di eliminare le prestazioni umane per trarre maggiore profitti. Se tutti i lavori li facessero i robot all'Uomo cosa resterebbe da fare? Il lavoro nobilita e fa da equilibrio tra diritti e doveri. E' sacro, ma era giusto eliminare le catene di montaggio, per esempio, o utilizzare robot per disinnescare le bombe.
In ogni cosa si presenta questo problema, per cui è molto difficile restare in equilibrio; è un tiro alla fune!

Conservatorismo contro progressivismo
Certamente a questo compromesso non ci stanno i partiti perché anziché convergere tutti verso un centro equilibrato, ovvero la moderazione tra progresso e conservazione, tendono ad estremizzarsi, giocando con le debolezze umane per i propri fini elettorali.
Alla fine della storia questa è la mia posizione che mi porta ad essere sempre in imbarazzo verso fascisti o comunisti, ma anche verso "democristiani" che pur stando al centro non hanno certo agito con la massima saggezza quando governavano!

In ultima analisi, però, quando mi si domanda se sono di destra o di sinistra io non rispondo che non sono né l'uno né l'altro, cadendo nel classico "qualunquismo".
Oggi rispondo che sono sia di destra che di sinistra, dipende dai casi, giudico e scelgo di volta in volta!

Enrico Riccardo Spelta
(Gennaio 2020)
Da - https://www.settemuse.it/costume/conservatore-o-progressista.htm
« Ultima modifica: Ottobre 15, 2021, 09:51:57 pm da Admin » Registrato

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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 22, 2021, 12:03:12 am »

DA BRUXELLES ALLARME RECOVERY
 
 
Corrispondenza di Tobia Piller per la Frankfurter Algemein Zeitun
 
UN PIANO DI DISTRIBUZIONE CLIENTELARE
LE BOZZE GIA'RESPINTE TRE VOLTE IN EUROPA
 
Di Stefano Carluccio

Falso che le tre revisioni del Plan italiano siano state aggiornate nei mesi scorsi per venire incontro alle esigenze emerse dalle componenti della maggioranza, IV in primis. Falso.
Le tre versioni del PNNR italiano sono state presentate tre volte a Bruxelles
in via riservata e per tre volte Bruxelles le ha rimandate al mittente, a Roma.
Tre bocciature di cui non si è detto nulla, parlando sempre e solo di "adeguamenti" interni al governo.
Lo rivela bene un commento apparso sulla Faz il 13 gennaio scorso durissimo verso l'esecutivo in carica. “Purtroppo - si nota - questo Governo, oltre alla gestione di crisi intorno alla pandemia del Coronavirus, non ha prodotto niente che punta verso il futuro”. Giudizio netto anche sul premier: “Conte voleva distribuire i soldi di Bruxelles secondo criteri politici e clientelari. Ma così, l’Italia mancherebbe l’obiettivo del Fondo Recovery, che dovrebbe spingere verso riforme e crescita addizionale. Ma i politici italiani guardano già verso i prossimi appuntamenti elettorali, probabilmente 2022, al limite nel 2023. Per questi, tanti vorrebbero comprare voti con soldi europei. A questo punto sembra meglio, di togliersi le tentazioni di questo genere con una elezione veloce – nella speranza, che dopo si arrivi ad un Governo più lungimirante”.

Chi scrive è Tobias Piller, da anni corrispondente dall'Italia della Frankfurter Algemein Zeitung, uno dei più importanti giornali tedeschi: e  nota che piuttosto di un governo che sforna documenti come il PNRR per altro in una confusione politica totale sarebbero auspicabili proprio quelle elezioni che secondo Conte e la sua maggioranza dovrebbero terrorizzare l'Europa. Invece a terrorizzare di più sono proprio Conte con questa maggioranza. Lo spiega bene e con il distacco necessario l'autore di quel corsivo abituato da anni a vederne di tutti i colori. E rende bene la delusione provata in Germania dalla lettura di quel documento parolaio e mai operativo che è il piano italiano.
“Faccio un esempio di come dovrebbe essere: un nuovo sistema di trasporto locale, con la descrizione dei treni che ogni 15 minuti partano da Frosinone, da Viterbo, da Orte, da Palestrina, da Civitavecchia per raggiungere il raccordo di Roma dove si cambia e si prende la metropolitana portata fin lì, privatizzando e mettendo in gara la gestione della metropolitana e delle linee di treno locale, saremmo davanti a una cosa seria. Che dovrebbe avere le date e le cifre indicate per ogni passaggio necessario. Quello è un piano organico che rispetterebbe le condizioni del Recovery Fund. A questo punto puoi anche dire che il progetto si inserisce nella linea green, o in quella sulla digitalizzazione. Ed è una cosa seria”. Ma nel piano italiano non esiste. “Quello che ho trovato nel documento governativo”, spiega ancora Piller, “è al massimo che con i soldi Ue si comprano nove autobus e non si cambia nulla, si va avanti con le tue linee in perdita e i trenini dissestati. Non c'è nulla di organico”. E i tedeschi perdono la pazienza, come accadrà in tutti gli altri paesi frugali.
“Oggi”, aggiunge Piller, “sulla Faz in prima pagina è apparso un editoriale molto tagliente sull'Italia. In questo paese si raccontava che le cose non andavano per colpa di Europa e Germania che stringevano i cordoni della borsa. Oggi invece piovono sull'Italia 209 miliardi, una somma gigantesca. Nessun altro paese ha di più. E cosa accade a Roma? Che la coalizione al governo si sbrana per spendere quei soldi in modo clientelare. Adesso il problema ce l'ha l'Europa: come fa a giustificare questo grande debito comune che si è caricata sulle spalle per un paese che ha queste distorsioni?”.
In conclusione, se questo è il governo "europeista" ci pare di poter concludere con evidenza che per complicare le cose in Europa non serve essere populisti.

Da - Avanti!
avanti@centrobrera.it

« Ultima modifica: Ottobre 15, 2021, 10:11:38 pm da Admin » Registrato

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« Risposta #2 inserito:: Febbraio 25, 2021, 09:35:05 pm »

Filippo F.
Se posso dire la mia, la cosa è ancora più banale e più grave.

C'è un apparato sopravvissuto (e collaterale) sotto mentite spoglie al PCI che comprende valori immobiliari, mobiliari, atti notarili e miriadi di fondazioni (uno storico che volesse cimentarsi in questa descrizione rischierebbe grosso e soprattutto non ci si raccapezzerebbe). Proprietà immobiliari dove due dozzine di persone fisiche (esempio concreto) si intestano FINO ALLA MORTE dal notaio beni sparsi sul territorio e disomogenei la cui fruizione è opaca e riemerge carsicamente a seconda della linea politica del partito (o simulacro di partito).

Beni, si badi, talvolta di nessuna o pochissima utilità di mercato ma che rappresentano moneta di scambio politica in un grande gioco di ruolo che nasconde soprattutto grande confusione mentale, fatta di vocazione rivoluzionaria sbiadita e anastatica (rivoluzionaria si intende bolscevica, sovietica) soffritte nel fumo delle salamine e nel sudore delle ascelle della balera di mazurka. Funzionari ignoti ai più che entrano nelle sedi di partito, relegati in mansardine nascoste ma di cui sono a tutti gli effetti i proprietari locatori. Bilanci annuali delle federazioni dove tutto è inintelligibile, foss'anche per confusione mentale e opacità trasmessa senza dolo.

Ai Gori, ai Sala, a coloro che raccoglieranno la voglia di cimentarsi con questa realtà dico: FUGGITE. Ma se proprio insistono suggerisco una fondazione sulla tabula rasa con divieto specifico di interazione politica e/o amministrativa con queste realtà.
Tra l'altro private di un valore economico altrimenti inesistente quelle stanze polverose e malsane probabilmente si avvieranno verso l'unica funzione loro residua: demolizione con acquisizione da parte del demanio.
Su questa confusione si innesta l'indifferenza e la confusione programmatica, che è un portato

Da Fb del 25 febbraio 2021
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« Risposta #3 inserito:: Marzo 25, 2021, 10:23:46 pm »

Nella Revisione del Sistema Sanitario Nazionale (quando Speranza si deciderà) due sono i mondi, dell'universo Salute, da valorizzare al massimo:

1) portare il cittadino ammalato o coloro che necessitano di prevenzione e cura, al centro dell'interesse di ogni specialista utile per monitorare i suoi valori problematici e le conseguenti condizioni fisiche e mentali. Senza sballottarlo come fosse una palla da tennis da uno specialista ad un altro e senza usarlo come merce di scambio tra sanità pubblica e sanità privata convenzionata.
La Sanità privata deve essere utilizzata, nell'interesse concreto del Cittadino ammalato o paziente a loro affidato, a ragion veduta nel caso specifico.
Normalmente l’equipe della sanità pubblica che prende in cura il paziente deve seguirlo sino alla guarigione, o altro, in costanza di rapporto squadra di medici - malato.

2) Portare da subito a tutto il personale sanitario, di oggi livello e specializzazione, i benefici economici e morali della meritocrazia applicata al quotidiano rapporto con i pazienti e con il rinnovato Sistema.

Discriminare per meriti riconosciuti, dovrà essere l'unica pratica diversificante ammessa tra addetti "differenti" ma uniti nell'impegno per la migliore riuscita del Sistema.

ggiannig
23 marzo 2021 io su Fb

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« Risposta #4 inserito:: Ottobre 08, 2021, 03:25:44 pm »

Tre marchi di valore mondiali, Fiat, Alfa Romeo e Lancia, sacrificati da incapacità manageriali, stupida mondanità improduttiva usata come galleggiante, morte prematura di un grande manager.

Oggi hanno la possibilità di risorgere ITALIANE di produzione.

Lancia Delta, Alfa Giulia, sono miti nei cuori di molti automobilisti di nobile rango popolare.

Panda è una vecchia baldracca amatissima e modesta.

La 500 agghindata di continuo, ma senza un nome alla sua altezza, è ancora zitella.

La Giulia l'amante per sempre, dalle belle prestazioni e dai ricordi giovanili più degni.

ciaooo
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« Risposta #5 inserito:: Ottobre 10, 2021, 02:34:43 pm »


QUI POSTEREMO LIBERAMENTE tutto ciò che riteniamo utile alla Conoscenza senza un ordine preciso.

Come se ne parlassimo al Bar, al mattino nel fare colazione o a sera per l'aperitivo.

ciaooo
« Ultima modifica: Ottobre 14, 2021, 10:17:46 am da Admin » Registrato

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« Risposta #6 inserito:: Ottobre 11, 2021, 11:36:42 am »

"Rivoluzionare il Sistema Nazionale" ... ma di che?
Sileri allude, ... ma non nomina il Sistema "Sanitario" Nazionale.


Il Ministro Speranza sono anni che si contorce dicendo che La Sanità richiede investimenti, ma non si sposta di un metro per dirci cosa deve CAMBIARE nel sistema attuale, PRIMA di elargire altri soldi PUBBLICI.
Dopo lo sgretolamento della Sanità sofferto per decenni e lo sminuzzare verso il Privato del Feudalesimo di recente investitura, l’accumulo di detriti morali e materiali consolidati tempo richiedono impegno e molto coraggio politico per essere affrontati e iniziare a risolvere. 
Tutti coloro che frequentano da malati la Sanità Regionale attuale hanno sulla pelle la certezza delle cose da cambiare, ma neppure i ministri e simili del governo Draghi sembra se ne rendano conto.
Succede che un Vecchio che deambula con bastone canadese (quello al braccio) vada dall’otorino ospedaliero (tempo d’attesa medio lungo) e dopo una visita superficiale sino alla noia, debba venire “comandato” a tornare per l’esame audiometrico (altra attesa) questa volta eseguito esemplarmente da una esperta e professionalmente valida signora tecnico.
Dopo tutto ciò il referto (pagato in anticipo) del medico a fine carriera, non si può averlo perché se ne è andato in pensione senza redigerlo!
Ovvia l’indicazione (per il sistema) di richiedere al nonno di farsi redigere una nuova richiesta, dal medico di base (in versione non vedo, non sento, non parlo) e prepararsi ad una nuova lista d’attesa, per una nuova visita.

Altro esempio di cancrena ospedaliera di recentissimo accadimento: dopo due mesi di lista d’attesa ad un altro Vecchio sopravvissuto, in dieci minuti viene fatta una rapidissima TAC assistito in modo insufficiente con il rischio di cadere nello scendere dal lettino dell’apparecchiatura, dopo di che gli si indica dove fare il bancomat (apparecchio trovato guasto) per il pagamento del ticket.

Operazione che ha richiesto 20 minuti per la circumnavigazione del reparto alla ricerca dell'apparecchio-cassa funzionante.
Ma non sazi della gogna sanitaria lo si obbliga di tornare in reparto per la consegna del foglio comprovante l’avvenuto pagamento.     
     
Due doverose precisazioni:
1)   tutta la mezz’ora di caccia al tesoro-bancomat l’ha subita la figlia che accompagnava il nonno.
2)   Ad un eventuale giornalista d’inchiesta che volesse saperne di più verrebbe subito detto: colpa loro perché il pagamento doveva essere fatto PRIMA dell’esame.

Ergo dato che l’appuntamento era fissato alle 8 e 30 i malcapitati (un caso tra una infinità di vilipesi muti) avrebbero dovuto immaginare di doversi alzare 40 minuti prima facendo, senza segnalazioni utili e opportune la traversata nella burocrazia mal organizzata che non ripara le apparecchiature guaste, in prossimità dei locali dove si interviene sul paziente-nonno.

Compito difficile ovviamente!
ggiannig ciaooo
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« Risposta #7 inserito:: Ottobre 11, 2021, 03:09:36 pm »

Guazzabùglio

 
guazzabùglio s. m. [prob. comp. fonosimbolico di guazza e bollire (cfr. garbuglio)]. –

Mescolanza confusa di cose varie, materiali o astratte:
intingolo preparato con un g. d’ingredienti;

guazzabuglio di parole, d’idee;

un sistema filosofico che è un gran guazzabuglio;

uno stato formato con un guazzabuglio di gruppi etnici diversi;

così fatto è questo guazzabuglio del cuore umano (Manzoni).

da treccani. it
ciaooo
« Ultima modifica: Ottobre 11, 2021, 09:30:03 pm da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #8 inserito:: Ottobre 11, 2021, 03:13:46 pm »

ggiannig

La gente comune non esiste, esistono Le Genti e tra queste i Diversi e i Differenti.

Ma il problema non è in questa realtà diversificata, ma che manchi l'identità di noi stessi.

Il fatto ampiamente dimostrato che la Cultura popolare sia stata tenuta a basso livello per interessi di parte (Chiesa e Ideologie) spiega l'indifferenza, il menefreghismo, la superficiale capacità di essere consapevoli della realtà, a tutti i livelli sociali, tutto questo può creare arretratezza, ignoranza di gruppo, consensi esagerati a movimenti predatori.

Solo Nuovi Partiti democratici capaci di impegno alle soluzioni delle priorità nel medio lungo periodo può aprire la strada alla Cultura del Bel Convivere in serenità e sicurezza.

Io su Fb ottobre 2021
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« Risposta #9 inserito:: Ottobre 11, 2021, 11:57:42 pm »

“Non è ancora finita. Lunga la lista dei fiancheggiatori di FN e Casa Pound”.

La denuncia della Rete Italiana Antifascista

Antonella Napoli
11 Ottobre 2021

Con una serie di perquisizioni e di interrogatori prosegue l’inchiesta che ha portato all’arresto di 12 persone coinvolte nell’assalto alla sede della Cgil e negli scontri con la polizia che venerdì scorso stava svolgendo servizio d’ordine alla manifestazione di Roma dei “no green pass”.

Dopo la prima maxi-retata che ha portato in carcere non solo i vertici di Forza nuova, tra cui il fondatore del movimento di estrema destra Roberto Fiore e il leader romano Giuliano Castellino, si prevedono ulteriori fermi e denunce.
Non ha dubbi Fabio Cavallo, della Rete italiana antifascista, che mesi fa aveva segnalato “a chi di dovere, la pericolosa deriva fascista che stava organizzando qualcosa sfruttando le situazioni in essere dovute alla normative anticovid”.
La Rete aveva inviato materiale tratto dai gruppi Telegram, “Basta Dittatura “e io Apro”, ma nonostante la procura di Torino avesse aperto un’inchiesta, portando alla chiusura di tali gruppi “nessuno li ha fermati” è la forte denuncia di Cavallo.
“Su Telegram erano presi di mira medici! infermieri, giornalisti, e tutti quelli che sostengono io la vaccinazione per fermare la diffusione del covid.

Minacce, insulti, indirizzi e numeri di cellulare dei sopracitati con il messaggio, chiamateli, insultateli, fatevi sentire. Tra i nomi noti, Bassetti, Puente, Berizzi e addirittura la Cgil per la quale si spingeva a mandare migliaia di disdette... Loro, gli autoproclamatisi difensori del lavoro prendono di mira un pronto soccorso e aggrediscono i lavoratori e le lavoratrici in servizio – che, tra l’altro, sono i lavoratori e le lavoratrici più a rischio in tempi di pandemia -La Meloni che fa la ‘gnorri’ sulla matrice fascista ...

A Milano le infiltrazioni neofasciste che sono state svelate da Fanpage,la Cgil assaltata a Roma e finalmente Fiano torna alla carica in Parlamento per richiedere lo scioglimento di tutti i movimenti che si rifanno all’ideologia fascista. Ma scusate, quando i nostri ragazzi dei centri sociali e di tutte le realtà antifasciste dei vari territori chiedevano lo scioglimento dei sopra citati movimenti, i vari governi facevano finta di niente e addirittura mandavano la celere a manganellare gli antifascisti che si opponevano ai fascisti che manifestavano con la manina alzata invece di applicare la legge Scelba e la Mancino e la stessa costituzione che, badate bene, parla chiaro quando specifica :”la “riorganizzazione del disciolto partito fascista”, già oggetto della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, avviene ai sensi dell’art. 1 della citata legge:
«quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista».
Quando un anno fa, il 25 ottobre, i neofascisti erano scesi in piazza per la prima volta contro l “dittatura sanitaria”, avevamo assistito alle stesse azioni criminali di quello che non era più una sparuta minoranza di nostalgici del regime di Musolini.
In quell’occasione, come facciamo da tempo, come Articolo 21  chiedemmo con forza che  le organizzazioni come Forza Nuova e Casa Pound fossero sciolte perché si tratta di delinquenza politica ispirata a quella del passato dichiarata da tempo fuorilegge.

E anche oggi, ancora una volta, ribadiamo che le organizzazioni neofasciste vanno dichiarate illegali, come la nostra Carta e le nostre leggi, se si  applicassero fino in fondo, consentono
La legge n. 645/1952 ad esempio, sanziona chiunque «promuova e/o organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».
Dunque, ogni tipo di apologia è punibile con un arresto dai 18 mesi ai 4 anni.

La norma prevede inoltre sanzioni detentive anche per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa.
“È chiaramente vietata la ricostruzione del PNF – ribadisce Cavallo – La pena detentiva è accompagnata dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, non vi basta? Poi perché non parliamo della proposta di legge del Sindaco Di Sant’Anna di Stazzema che è ancora ferma in parlamento grazie ai soliti ignoti che fanno di tutto per boicottarla? No, basta, abbiamo tollerato troppo... Tutti lo sapevano e ora il bubbone è scoppiato. Molte volte ho visto lasciar cadere la volontà espressa di chi sostiene l’antifascismo nel vuoto delle chiacchere dei politici di sinistra che si frammentano in mille mondi alieni perdendo di vista gli obbiettivi e i valori dei padri fondatori della Repubblica. Pertini diceva che con i fascisti non si doveva mai dialogare e che con gli affamati e i disperati si dava la possibilità di edificare le dittature. Non abbiamo imparato niente dalla storia ?” l’amara conclusione dell’animatore della Rete italiana antifascista che condividiamo come la richiesta di andare fino in fondo, in Parlamento, affinché finalmente si arrivi alla chiusura dei covi fascisti  che alimentano l’odio che sta esplodendo in tutta la sua virulenza contro le regole democratiche del nostro Paese.

DA - https://www.articolo21.org/2021/10/non-e-ancora-finita-lunga-la-lista-dei-fiancheggiatori-di-fn-e-casa-pound-la-denuncia-della-rete-italiana-antifascista/
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« Risposta #10 inserito:: Ottobre 11, 2021, 11:59:29 pm »

04/10/2021 09:00
Amazon non è immortale. E il declino potrebbe essere già cominciato

Di Alessandro Donetti

I giganti della tecnologia mondiale sono radicati così profondamente nella nostra immaginazione che fatichiamo a concepire un mondo digitale – e non solo digitale – guidato da altri nomi. Le società tecnologiche guidano la classifica delle prime 10 aziende al mondo per valore di mercato e molti commentatori e investitori non vedono alcun motivo per mettere in dubbio il loro dominio. Tra tutte, quella che è cresciuta di più negli ultimi 10 anni è Amazon.

Come scrivevamo un anno fa, la strategia che ha portato a un risultato così straordinario non è basata su un posizionamento competitivo di successo, bensì sul “movimento competitivo”. Un movimento che Amazon applica senza sosta. Nell’ultimo anno, la società ha continuato ad applicare la strategia e ha compiuto una mossa inattesa: l’apertura del primo grande magazzino. Viene da chiedersi se si tratti dell’ennesimo movimento offensivo di Amazon, oppure – per la prima volta – di un movimento difensivo. E la risposta più probabile è la seconda. Non solo: può essere il primo segnale dell’inizio del declino.

Amazon al tramonto?
Sarebbe facile dire che un gigante come Amazon non morirà mai. Ma se cerchiamo di prevedere il futuro utilizzando numeri del passato, la possibilità che possa scomparire, o comunque vacillare, è piuttosto alta. Dal 1970, le aziende che hanno concluso un decennio nella top 10 globale hanno avuto meno di una possibilità su cinque di rimanere in quella posizione nel decennio successivo. Le compagnie petrolifere hanno dominato la lista negli anni ‘70, seguite dalle banche giapponesi negli anni ‘80. Alla fine del primo decennio di questo secolo, le prime 10 aziende rappresentavano il 16% del valore del mercato azionario globale, valore simile a quello delle prime 10 società alla fine degli anni ‘70 e ‘90. In media, le aziende che raggiungono la top 10 salgono di circa 75 posizioni in un decennio, e mediamente perdono circa 60 posizioni nel decennio successivo. I mercati ci hanno abituato a vedere rapidamente crescere dei giganti, ma anche a vederli morire altrettanto rapidamente.

Qualcuno può pensare che Amazon sia diversa dagli altri giganti e la sua capacità di innovazione la renda immortale. Il tasso di crescita delle vendite sulle piattaforme digitali di Amazon, compreso quello di terze parti, aveva iniziato a rallentare prima della pandemia – passando da quasi il 30% all’anno a meno del 20%. Nel secondo trimestre di quest’anno, le vendite online di Amazon sono cresciute solo del 16%, al di sotto delle aspettative degli investitori.
Quanto al settore fisico, i negozi Amazon Fresh e Amazon Go sono meraviglie tecnologiche, ma balbettano sul piano dei numeri. Se poi guardiamo Whole Foods, mentre le vendite di molti retailer del settore sono aumentate in maniera poderosa durante la pandemia, le sue hanno invece avuto un incremento impercettibile. Per riassumere, i ricavi totali dei negozi fisici di Amazon nel 2020 sono stati inferiori del 6% rispetto al 2018.

Il titolo, intanto, nonostante l’esplosione del commercio elettronico provocata dalla pandemia e le previsioni di una crescita inarrestabile, è sceso dell’8% rispetto ai massimi del luglio scorso. Guardando il grafico a 5 anni, si vede chiaramente che il titolo è salito ininterrottamente fino ad agosto 2020, dopodiché ha iniziato un movimento laterale. Non cresce più, e questo significa che gli analisti non si aspettano alcuna crescita degli utili. E infatti, per la prima volta, nell’ultima lettera agli azionisti, l’azienda è stata costretta a spiegare perché le vendite crescono più lentamente del passato e, secondo le previsioni, continueranno a rallentare. Nella stessa lettera, Amazon avverte anche che i costi aumenteranno drasticamente per sostenere gli investimenti proprio nel settore fisico, i cui tassi di crescita dovrebbero essere ben inferiori a quelli del digitale.

Qualcuno potrebbe pensare che i numeri siano aridi, si riferiscono al passato e quindi sono poco utili per prevedere un futuro che cambia a velocità stellare. Anche considerazioni di altro tipo, però, lasciano immaginare che le gambe del gigante possano iniziare a indebolirsi. Anche senza considerare un possibile intervento dei regolatori per ridurre le dimensioni monopolistiche di Amazon, considerato sempre più probabile da molti osservatori.

Efficace, ma poco “divertente”
L’esperienza di acquisto che offre Amazon è elegante e divertente quanto un martello pneumatico. Proprio come un martello pneumatico, infatti, Amazon è costruita per fare una cosa e una cosa sola: fornire la più ampia selezione di prodotti con il massimo livello di convenienza e velocità. Nient’altro. Quando sai che cosa stai cercando, si tratta di uno strumento che funziona in modo (quasi) perfetto.

Tuttavia, noi umani non acquistiamo prodotti solo per soddisfare esigenze chiare e definite. Anzi, facciamo acquisti per scoprire cose nuove, socializzare, divertirci, sperimentare l’effetto piacevole della dopamina. Amazon sembra invece che non abbia alcun interesse a stimolare questo genere di cose.

I punti ciechi
Prima di morire, Kodak è riuscita a vendere le pellicole e Blockbuster a noleggiare video. Il successo aveva però creato punti ciechi nella loro visione, a causa dei quali non si accorsero di cambiamenti del mercato, della tecnologia e dei comportamenti dei consumatori. È quello che il sociologo degli anni ‘60 Arthur L. Stinchcombe definì “imprinting organizzativo”: un fenomeno per il quale un’azienda che sperimenta un grande successo tende a congelare la sua struttura e la sua strategia per anni, persino decenni.

Lo stesso potrebbe accadere ad Amazon. Jeff Bezos ha detto: “Sappiamo che, nell’attività di vendita al dettaglio, i consumatori vogliono prezzi bassi, e sappiamo che questo sarà vero anche tra 10 anni.
Inoltre, sappiamo che i consumatori vogliono una consegna veloce e una possibilità di scelta più ampia possibile”. Bezos potrebbe avere ragione, ma è pericolosa l’idea che ciò che ha portato Amazon al successo in passato continuerà a farlo anche in futuro.

Vale la pena ricordare che, negli anni ’90, Walmart bloccò gli investimenti nel commercio elettronico e costruì invece giganteschi supermercati. Un errore per cui ancora si sta leccando le ferite.

La perdita del fondatore
Le aziende guidate dai fondatori si muovono rapidamente, sono dirompenti. Sono spesso guidate da un senso di missione che proviene dal fondatore stesso. Ed è proprio questo senso di missione nel servire i consumatori – che partiva da Bezos – ad avere fatto la fortuna di Amazon. In queste organizzazioni, il potere di prendere decisioni in favore dei clienti viene spesso spostato in prima linea. Quando però i fondatori lasciano l’azienda – come nel caso di Bezos, che ha deciso di “andare nello spazio” – spesso le decisioni diventano più lente e il processo si fa più lontano dai clienti. L’energia impressa dal fondatore, che vuole far crescere la sua creatura come se si trattasse di un figlio, si affievolisce e viene sostituita da “normali” processi organizzativi che tendono a “ingrassare” l’organizzazione, senza essere di aiuto ai clienti. Le decisioni, una volta prese in prima linea, vengono spinte al centro.

Amazon potrebbe diventare un obiettivo di grandi dimensioni che si muove lentamente, quindi facilmente aggredibile dai concorrenti. Sarà un caso, ma, per la prima volta da quando acquista su Amazon (si noti che si dice “acquista”, non “è cliente”), chi scrive ha dovuto esprimere due settimane fa la sua insoddisfazione per una cosa richiesta, che non avrebbe comportato alcun costo per Amazon, ma che la persona del servizio clienti non era autorizzata a fare. E che, quindi, non è stata fatta.

La perdita degli alti dirigenti
L’uscita di Bezos e la nomina di Andy Jassy come amministratore delegato sono state precedute dall’abbandono di decine di dirigenti di primo piano nei 18 mesi precedenti. Ad aprile, il sito di notizie economiche online Insider ha contato almeno 45 tra vicepresidenti e dirigenti di alto livello che hanno lasciato Amazon dall’inizio del 2020. Il titolo dell’articolo parla da solo: “I più alti dirigenti di Amazon se ne vanno a frotte, citando lo stallo della crescita, stipendi più alti altrove e una cultura difficile”.

Poiché Amazon ha circa 350 vicepresidenti, si tratta di un tasso di turnover superiore al 10%, senza precedenti nella storia di Amazon. Nove dei dirigenti usciti avevano trascorso più di 20 anni in Amazon, altri 11 avevano superato i dieci anni. Questo significa che – in poco più di un anno – Amazon ha subito una perdita equivalente di quasi 450 anni di esperienza di leadership.

Se a questo aggiungiamo che Bezos più volte – anche in tempi recenti – ha dichiarato che la longevità dei suoi deputy era una delle ragioni principali del successo di Amazon e che una transizione nella squadra di leadership strategica – il famoso S team – avrebbe avuto luogo in modo incrementale, in un lungo periodo di tempo, allora si può capire come questo esodo possa rappresentare un grave indebolimento per il gigante.

La trappola per i brand
Nel 2017 Amazon tenne tre giorni di incontri presso la sua sede centrale di Seattle con i rappresentanti di decine di brand di beni di consumo. A quel richiamo, numerosi marchi – alcuni molto famosi – risposero iniziando a vendere i loro prodotti attraverso le piattaforme di Amazon. Ma c’era un trucco, iniziato già nel 2009.

In quell’anno comparve infatti sul sito del gigante di Seattle una pila che mostrava un nuovo marchio: Amazon Basics. Si trattava del primo marchio di proprietà di Amazon. In pochi anni, le pile Amazon Basics hanno conquistato quasi un terzo delle vendite, superando Energizer e Duracell. Amazon non rilascia dati ufficiali sulle vendite dei prodotti dei marchi di proprietà, e così abbiamo provato ad analizzare il portafoglio di tali prodotti. I numeri sono sorprendenti: oltre 400 marchi che coprono venti categorie, per un totale di oltre 23mila prodotti.

È legittimo chiedersi il motivo per cui Amazon, da una parte, invita i brand a entrare nel suo store digitale e poi crea marchi per competere con quegli stessi brand. E la risposta a questa domanda è semplice. Quando qualcosa viene venduto su Amazon, chi è il proprietario dei dati? E chi possiede la relazione con il cliente? Se avete risposto “Amazon” a entrambe le domande, avete centrato la questione.

Da questa constatazione, e dall’appetito insaziabile del gigante di Seattle per le quote di mercato, si deduce che Amazon utilizzerà i dati sui comportamenti di acquisto dei consumatori per perfezionare la conoscenza delle categorie e dei prodotti preferiti, costruire poi prodotti e marchi propri per vendere nel suo stesso store digitale e in quelli fisici. Avrà così realizzato il più grande capovolgimento di strategia nella storia dei mercati consumer. D’altra parte, la realizzazione del Department store andrà in questa direzione. Si tratterà infatti di un punto vendita dedicato principalmente a prodotti di abbigliamento a marchio di proprietà Amazon. E, guarda caso, l’abbigliamento è esattamente la categoria nella quale Amazon ha raggiunto la leadership in termini di quota di mercato. Vendendo solo attraverso il canale digitale è diventato infatti il più grande rivenditore di abbigliamento degli Stati Uniti. Wells Fargo prevede che quest’anno le sue vendite nel settore supereranno i 45 miliardi di dollari.

A cosa porterà tutto questo?
Negli ultimi anni alcuni tra i brand più riconoscibili al mondo hanno reagito iniziando a correre da soli. Hanno, cioè, abbandonato Amazon. È presumibile che questa tendenza continui in futuro. E questo perché il consumatore che acquista su Amazon non si fa più guidare dalla conoscenza del brand osservato altrove, ma dalle sue esigenze, indipendentemente dal brand. Quasi l’80% dei consumatori che intendono effettuare un acquisto su Amazon ricerca, infatti, parole che riguardano prodotti generici, senza specificare alcun brand. Digita, per esempio, “spazzolino da denti elettrico” oppure “scarpe da corsa”, invece che “Oral-B” o “Nike”.

D’altra parte, se i brand più riconoscibili lasceranno Amazon, anche quelli più giovani e le piccole aziende usciranno, o non entreranno mai. E questo perché non è mai stato così facile creare un marchio di successo al di fuori di Amazon. Se da una parte sono ormai disponibili numerose tecnologie e applicazioni per gestire ogni aspetto della vendita online, dall’altra i consumatori desiderano sempre di più la prossimità, cioè acquistare direttamente da brand a loro vicini e indipendenti, attraverso una relazione personalizzata. La quota di consumatori che dichiara di volere “fortemente” acquistare in modo diretto da un brand fisicamente vicino è passata da valori pre-pandemici inferiori al 50% a valori superiori al 70%. E presto arriveranno all’80-90%. Basta ricordare che, nell’ultimo anno, il trend di crescita del cosiddetto local e-commerce è stato di oltre tre volte superiore a quello del non-local e-commerce. Si tratta di una tendenza di lungo periodo presente in tutto il mondo occidentale, legata alla volontà dei consumatori di fare acquisti sempre più sostenibili e di supporto – anche economico – alla comunità in cui vivono.

Se i marchi lasceranno Amazon, allora il gigante cesserà di essere Amazon e diventerà Golia: inizierà a vacillare, per poi essere abbattuto dai tanti piccoli Davide che avranno compreso come soddisfare le preferenze post pandemiche dei consumatori.


Da  - https://forbes.it/2021/10/04/amazon-non-immortale-potrebbe-avere-gia-iniziato-declino/
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« Risposta #11 inserito:: Ottobre 12, 2021, 11:19:41 pm »

L'assenteismo è antisistema!

Il NO al referendum e il voto di domenica sono antidemocratici,sia per alcune assurdità lasciate commettere (p.e.: penalizzare chi ha governato), sia perché ha prevalso l'accanimento anti-Renzi e anti-PD. 

Molti non-renziani (ma Italiani) sono convinti che se Renzi e il PD non si imbrattano l'abito politico con intrighi e alleanze stitiche, sono l'uomo politico e il partito in grado, da subito, di fare del bene al paese.
Ma Renzi deve mettersi a studiare e comportarsi da Statista e il PD deve: eliminare "talpe" dei fuoriusciti ancora infestanti all'interno, ridimensionare nei ruoli gli incapaci e valorizzare chi vale (ma non s'inchina), fare squadra intorno a Renzi aiutandolo facendosi ascoltare (anche se non toscani).

Il PD e Renzi devono presentare agli Italiani (renziani o non renziani) un Progetto-Paese complessivo sulle cose da fare e da avviare entro la prossima legislatura.

Non chiacchiere ma una Magna Carta Democratica di ricerca della serenità in Italia.

ggiannig     


Italia 29 giugno 2017.

Da - - http://forum.laudellulivo.org/index.php
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« Risposta #12 inserito:: Ottobre 12, 2021, 11:24:51 pm »

Il Ministro Speranza insiste da mesi sulla necessità di riversare denari pubblici (presi a debito) sulla Vecchia e scomposta Sanità Regionale.

Farà felici i Feudatari al potere che non aspettano altro che continuare ad elargire spazi e soldi alla sanità privata, in un rapporto amicale pluridecennale che ha svuotato la capacità di curare e guarire della sanità pubblica.

Quindi se non cambia nulla, per il cittadino non essere al centro dell’organizzazione sanitaria e della missione salvifica, sarà ancora una volta normale e consolidata sofferenza, tra il disinteresse generale con tutte le conseguenti traversie e gli sballottamenti che il malato dovrà sopportare e subire cavalcando le stramaledette, ma comode per il potere, “famigerate liste d’attesa”.

ggiannig ciaooo

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« Risposta #13 inserito:: Ottobre 13, 2021, 11:43:47 am »

David Sassoli
 
Se facendo ricerche su Google ieri vi è capitato di imbattervi nell'immagine di questo signore e avete pensato vi ricordasse qualcuno, è verissimo.
Questo qualcuno è l'immenso Eugenio Montale, di cui in Italia e nel mondo si celebrano in questi giorni i 125 anni dalla nascita.
Come si spiega una fama che dura nel tempo e conquista anche il mondo futuribile della tecnologia?
Basta leggere, ad esempio, questa sua poesia...

HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Da Fb del 13 ottobre 2021
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« Risposta #14 inserito:: Ottobre 13, 2021, 12:56:15 pm »

Maria Rosa Catalano

7 ottobre 2021

Nulla cambia
dormi Calabria
dimenticandoti
dimenticata

Nodo scorsoio
uccide anelito di vita
vai verso il buio
contorni sfocati
sul muro del giorno
arso senza Morgana
e tu dormi Calabria
dimenticandoti dimenticata

maria rosa catalano.

da Fb del 13 ottobre 2021.
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