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Autore Discussione: (Tassi) - Fisso o variabile? «Da febbraio tutti giù»  (Letto 2428 volte)
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« inserito:: Dicembre 24, 2007, 10:57:44 am »

Economia       I banchieri

Fisso o variabile? «Da febbraio tutti giù»

Ma dai dati degli istituti negli ultimi 4 anni i tassi variabili risultano più convenienti


MILANO — Certo, chi ha un mutuo a tasso variabile che lo aspetta in banca, la rata che è cresciuta anche di 150 euro in pochi mesi e i conti che proprio non tornano già dalla terza settimana, sarà comprensibilmente poco interessato ai confronti sulla carta. Eppure se si paragona la spesa di chi, negli ultimi quattro anni, ha preferito un tasso fisso a chi si è fatto attirare da un più basso tasso variabile sono proprio questi ultimi ad aver risparmiato nonostante siano finiti adesso dietro al tavolo degli imputati a causa della corsa degli interessi.

L'Abi ha anche preparato un «position paper», finito sulla scrivania del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e ancora inedito, per «sfatare», numeri alla mano, la convinzione che le banche italiane possano aver «spinto» i mutui a tasso variabile presso la propria clientela per guadagnarci. «Abbiamo preparato una valutazione — spiega il capo economista Abi, Gianfranco Torriero — prendendo come punto di riferimento un mutuo di 100 mila euro a durata ventennale. E il risultato è che se si parte dal gennaio 2003 (cioè si confrontano la spesa complessiva per tutte le rate pagate da chi ha un mutuo a tasso fisso e un mutuo a tasso variabile da allora a oggi, ndr) il risparmio per il tasso variabile, in termini di minori interessi pagati, è stato di 3600 euro. Il risparmio scende a 2600 se il confronto parte dal 2004, a 1600 dal 2005 e a 110 dal 2006». Insomma, le rate e il famoso Taeg (il tasso che permette di confrontare tutte le spese) delle diverse famiglie di prestiti per acquistare casa sono adesso molto vicini. E probabilmente, se i tassi di interesse continueranno a salire nel corso del 2008, cosa probabile anche a causa del riaccendersi dell'inflazione in Europa, il risultato è destinato a invertirsi.

 D'altra parte sempre il documento dell'Abi sottolinea che nel periodo «incriminato » lo spread medio rilevato sul tasso fisso è stato più ampio. Cosa vuol dire? Che per le banche sarebbe stata una politica controproducente spingere su questi prodotti. In ogni caso, proprio ieri sono arrivate alcune stime positive sull'andamento dei tassi nel corso del 2008. A partire da febbraio, cioè dopo che saranno chiusi i bilanci delle banche, secondo la stessa Abi i tassi interbancari dovrebbero tornare «su livelli più vicini alla situazione normale», e quindi dovrebbero scendere anche i tassi bancari, cioè quelli applicati dagli istituti di credito sui mutui. A prevederlo è stato il responsabile del centro studi dell'Abi, Gianfranco Torriero, che ha spiegato che il «lieve calo registrato dai tassi bancari in novembre riflette la situazione di mercato più recente».

M. Sid.
23 dicembre 2007


da corriere.it
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