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Autore Discussione: Anche in una CERTA SINISTRA ci sono quelli che ... non sono come noi!  (Letto 3213 volte)
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« inserito:: Settembre 28, 2020, 06:08:59 pm »

GIORGIO CREMASCHI - La Costituzione non c'è più

La netta vittoria del SI al referendum sul taglio dei parlamentari sanziona la fine della Costituzione del 1948, quella nata dalla Resistenza e votata dall’Assemblea Costituente.

In realtà quella Costituzione è stata davvero in vigore per un breve periodo, poco più che un decennio, nella storia della Repubblica. Partecipazione democratica, diritti sociali e del lavoro, controllo pubblico sull’economia, eguaglianza e libertà, questi sono i principi di un testo costituzionale che, come scrisse nel 2013 la Banca Morgan, “è fortemente segnato da contenuti socialisti, perché frutto del ruolo determinante delle sinistre, comunisti compresi, nella sconfitta del fascismo”.
Per tutti gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso la Costituzione era rimasta inapplicata, nelle istituzioni come nella società. Il mondo del lavoro lottava affinché che la Costituzione entrasse nelle fabbriche, scacciandone il fascismo padronale, ma essa vi era giunta solo nel 1970 con lo Statuto dei Lavoratori, conquistato dalle grandi lotte operaie dell’anno precedente.
Il 1970 fu anche l’anno di istituzione delle Regioni. I sostenitori del SI in malafede hanno poi sostenuto che per questo oggi bisogna ridurre il numero dei parlamentari, perché ci sono le Regioni. In realtà i padri costituenti avevano progettato un sistema democratico complesso, in cui stavano assieme un Parlamento ampio e rappresentativo del paese, le Regioni le Province i Comuni, le grandi organizzazioni sociali e civili, uno stato democratico aperto in ogni sua istituzione e funzione.
Per un lungo periodo solo il Parlamento fu in sintonia con la Costituzione del 1948, poi essa cominciò ad essere applicata nella società e nelle istituzioni. Ma negli anni 80, con la svolta liberista e reazionaria mondiale, le nostre conquiste costituzionali cominciarono ad essere messe in discussione, in alto ed in basso. In alto con l’accentramento autoritario del potere nel governo a danno del Parlamento e di ogni partecipazione democratica. E in basso, con lo smantellamento progressivo delle conquiste sociali del lavoro e dei più poveri. Ci sono voluti quarant’anni, ma ora quelle conquiste non ci sono più e la nostra società è tornata più indietro dei decenni nei quali si lottava per applicare la Costituzione. Che poi è stata intaccata anche formalmente, con la riforma del 2001 che spacchettava lo stato sociale in venti sistemi regionali; e con quella del 2012 che imponeva il pareggio di bilancio e le politiche di austerità europee.
Il Parlamento aveva ancora i numeri con cui era stato concepito nella Costituzione, ma non la rappresentatività e le funzioni. Le leggi elettorali truffaldine maggioritarie avevano solo lo scopo di assegnare la maggioranza alla migliore minoranza, nel nome della governabilità. Con il venti per cento degli elettori si conquistava il potere di governare per tutti. E i parlamentari erano nominati dai capi partito e ne diventavano galoppini.
Il taglio dei parlamentari ha così spazzato via l’ultimo, più importante, pilastro di una Costituzione già compromessa dal Jobs Act, dalle privatizzazioni, dal trasformismo politico e dall’autoritarismo istituzionale. Ora il Parlamento della Repubblica è stato adeguato al degrado della Repubblica.
E ovviamente non finirà qui, perché subito dopo avremo lo sfascio dell’autonomia differenziata e conseguentemente il presidenzialismo. Perché ci spiegheranno che il Parlamento è piccolo e debole e le Regioni troppo forti, pertanto bisognerà eleggere un capo, magari chiamandolo il sindaco d’Italia.
Non solo senza il Parlamento della Costituzione la vecchia Costituzione non c’è più, ma sulle sue macerie si sta già edificando quella nuova, che fa venire i brividi, soprattutto perché somiglia sempre di più a quella delineata da Licio Gelli.
Noi che ci siamo battuti per difendere la Costituzione nata dalla Resistenza, ora siamo fuori dal nuovo sistema che si sta imponendo, quello che ha sostituito con impresa la parola lavoro dell’articolo 1.
Ne prendiamo atto, ma non per questo ci arrenderemo.

Giorgio Cremaschi
(23 settembre 2020)

Scritto mercoledì, 23 settembre, 2020 alle 14:22 nella categoria Giorgio Cremaschi.

...

Da - http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=30606
« Ultima modifica: Ottobre 22, 2020, 09:13:13 pm da Admin » Registrato

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« Risposta #1 inserito:: Settembre 28, 2020, 06:12:11 pm »

5 commenti a “GIORGIO CREMASCHI - La Costituzione non c'è più”

•  Sisco scrive:
23 settembre 2020 alle 18:19
Noi che ci siamo battuti per difendere la costituzione nata dalla resistenza, ora siamo fuori dal nuovo sistema che si sta imponendo, quello che ha sostituito con impresa la parola lavoro dell'articolo 1. Ne prendiamo atto...
Una formalità del genere merita di essere sottolineata per quello che significa. Difatti sembra un cavillo da azzeccagarbugli, ma in soldoni significa un passaggio da una visione marxista statalista verso quella privatistica cosiddetta liberista; la prima nata dalle ceneri della prima rivoluzione industriale, la seconda come sbocco dell'organizzazione del lavoro dei caporeparto nell'industria allo sbando del libero mercato. Entrambe figlie delle velleità borghesi in ambito politico, ma qui non bisogna tacere sull'antipolitica.

•  Maria Cristina scrive:
24 settembre 2020 alle 03:23
Non è, il nostro, un Paese fondato sul lavoro ma sulla rendita. Magari fosse “l’impresa”: sulla rendita. Con "impresa". E chi ha anche una piccola rendita - es. un appartamento anche ereditato dalla nonna nel centro di Bologna o Torino, o Milano, ed affittato magari in nero a studenti - incamera assai di più di un onesto (e precario) lavoro. Se poi ne ha due, tre, ...
Non sento alcuno mobilitarsi per questo. Solo un continuo piangere di "padroncini".
Il lavoro, ormai, non garantisce più la sopravvivenza dignitosa. Se poi nessuno ti ha lasciato l’abitazione o un cospicuo malloppetto e devi per forza dipendere dal padroncino di cui sopra, la maggior parte dello stipendio (tutto?) se lo prende lui. Ed il sogno di una casa propria svanisce per sempre: dipenderai da quella piccola o grande rendita altrui a vita.
Ascensore sociale addio.

•  AlessioX1 scrive:
24 settembre 2020 alle 08:33
E invece non ci siete più voi, i comunisti buonisti della distruzione, che in nome di una loro finta versione della costituzione, vogliono abolire carceri, polizia e lo stato, e invece siete stati aboliti voi con la vostra arroganza, bye bye per sempre.

•  E Sem scrive:
24 settembre 2020 alle 13:15
L' incondizionata adesione non negoziabile al neoliberismo globale fascista e criminale era naturalmente incompatibile con i valori democratici costituzionali, per questo alcuni "incaricati di peso" e gli immancabili utili idioti hanno provveduto, prima a rallentare una eventuale attuazione, e poi, per consolidare il regime economico totalitario fascista hanno cominciato lo stravolgimenti della carta costituzionale. Non avevano previsto eccezionalità globali non completamente controllabili (o meglio controllabili da soggetti fuori controllo), le cose si stanno maledettamente complicando: i futuri scenari possibili potrebbero riservarci delle sorprese.

•  Marco M. scrive:
24 settembre 2020 alle 19:18
I miei complimenti per lo scritto dello stimato blogger. Esprime esattamente quello che penso e che personalmente non avrei saputo rendere in modo così esatto e conciso. Io non voglio mitizzare nessuno, tuttavia anche ad una lettura superficiale si percepisce in modo abbastanza netto che i "padri costituenti" RIFLETTERONO, e rifletterono molto, nell'elaborare la ns. Costituzione. A partire la linguaggio usato, che non ha paragoni con le sgangherate costruzioni sintattiche e lessicali odierne. La Costituzione e l'ordinamento dello Stato sono oggetti complessi e dal funzionamento delicato, ove la più piccola variazione, per non produrre danni, prima di essere adottata dovrebbe essere sottoposta a lunghi studi e verifiche, da parte di persone altamente competenti in materia. Al contrario, i ns. Ineffabili politici nell'introdurre le loro pasticciate modifiche hanno sempre agito all'insegna del pressappochismo, e per di più sulla spinta di bassi interessi di bottega, mai avendo sott'occhio il bene comune e gli interessi del paese. E l'andazzo sembra continuare, con motivazioni sempre diverse e l'appoggio di quasi tutte le forze politiche, spinte da mire ed esigenze le più disparate, se non addirittura opposte. A me fa l'impressione di quel bricoleur che scoperto il tavolo traballante, accorcia tre gambe per rimetterlo in piano. Solo che il tavolo traballa ancora e il "genio" accorcia di nuovo altre tre gambe... e così via fino a ritrovarsi non più un tavolo ma una specie di pedana alta pochi centimetri da terra!

Da - http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=30606
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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 14, 2020, 06:38:01 pm »

Fourest: “La ‘generazione offesa’ ha rinunciato alla lotta libertaria e si rifugia nel vittimismo identitario”

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
mar 13 ott, 11:54 (1 giorno fa)
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http://temi.repubblica.it/micromega-online/fourest-generazione-offesa-ha-rinunciato-alla-lotta-libertaria-e-si-rifugia-nel-vittimismo-identitario/#.X4V5MROlyD8.gmail
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« Risposta #3 inserito:: Ottobre 22, 2020, 09:07:53 pm »

Quarant’anni dopo il golpe sociale fortunato dei quarantamila

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
gio 15 ott, 23:43 (7 giorni fa)
a me

http://temi.repubblica.it/micromega-online/quarant-anni-dopo-il-golpe-sociale-fortunato-dei-quarantamila/#.X4jCcZw5tCk.gmail
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« Risposta #4 inserito:: Febbraio 04, 2021, 06:57:41 pm »

Left
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Non lo accetto, che si spacci per sinistra un centrosinistra succube di confindustria e dei poteri forti che ha indebolito tutele e diritti dei lavoratori, che ha perso il rapporto con la realtà fatta di precarietà, di disoccupazione e di lavoretti, che mortificano il talento e impediscono alle giovani generazioni di realizzare liberamente un proprio progetto di vita.
Non lo accetto che in nome del profitto (di pochi) e del produrre a tutti i costi, siano abbandonati gli anziani e siano negate i diritti e le esigenze dei bambini.
Non accettiamo una società in cui le persone valgono per il censo e per quanto consumano. Non accettiamo di vivere in un mondo con meno diritti, con meno welfare, con meno scuola, con sempre meno tempo per gli affetti, per la socialità, per andare a teatro, al cinema, per leggere un libro.
La pandemia ha reso evidente a tutti quanto la conoscenza e la ricerca siano determinanti addirittura per la nostra stessa sopravvivenza.
E noi non ci stiamo più. Non lo accettiamo.
Non accettiamo che la scuola la ricerca la cultura siano Cenerentole in Italia. Governi di centrodestra ma anche, purtroppo, di centrosinistra hanno tagliato questi settori assolutamente vitali per la qualità della vita, per il benessere non solo materiale delle persone, per il futuro del Paese.
Non accettiamo che la ricerca di base sia depotenziata!
Salviamo la ricerca in Italia: in un mondo dominato dalla conoscenza, un Paese che non investe in Ricerca, Sviluppo e Cultura non ha futuro.
Noi vogliamo un’altra Italia, che investa sulla ricerca e sul metodo scientifico. Vogliamo un Paese dove si possa fare ricerca ad alti livelli, che non metta giovani e motivati ricercatori nella condizione di dover scegliere tra ricerca e affetti e in condizione di dover per forza emigrare.
Vogliamo un Paese fatto soprattutto di liberi pensatori e, per farlo, abbiamo deciso di non fondare nessun partito, perché lo riteniamo francamente inutile.
Quello che riteniamo utile è invece la rivoluzione che parte dal singolo individuo e dai rapporti umani. Una rivoluzione silenziosa, dove l’arma più potente è la cultura.
Una cultura che parte da un settimanale, il nostro, che vuole stimolare le menti più brillanti di questo tempo e va fino ai libri, ai laboratori politici, agli approfondimenti.
Se ti interessa sapere come entrare nel mondo di Left, prova il nostro abbonamento, e con soli 10 euro ricevi:
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Perché noi non lo accettiamo, e non dovresti farlo neanche tu.

Da Fb del 2 febbraio 2021
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« Risposta #5 inserito:: Febbraio 19, 2021, 09:01:26 pm »

Ci sono personaggi, azioni e testate di giornali che gli antichi romani avrebbero chiamato: "hostes pubblici".

Noi non vogliamo "liste di Proscrizione Sillane" e non vogliamo dittature, ma ricordarci dei fetenti che ci circondano è doveroso verso i più semplici e creduloni tra noi.

Inoltre da ieri i Cittadini Differenti dalla Massa devono attivarsi anche per proteggere "Draghi e i suoi Tecnici" dalla perfidia politica, con cui è stato costretto coabitare dalla situazione orrenda in siamo scivolati per errori grossolani, compiuti da una parte di noi, in elezioni recenti e passate.

ciaooo

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« Risposta #6 inserito:: Marzo 08, 2021, 05:12:11 pm »

"Cristallizzarsi" nella poltroneria patologia di un partito unico in movimento?

Meglio Riformisti Liberali con le idee chiare sul Progetto decennale!

Tanto per cominciare.
Ma interessa COMINCIARE?

ciaooo
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« Risposta #7 inserito:: Marzo 11, 2021, 05:12:36 pm »

Sardine grottesche e imbarazzanti, la Cristallo a Bonaccini: «Parli di Renzi e lo chiami...

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https://www.secoloditalia.it/2021/03/sardine-grottesche-e-imbarazzanti-la-cristallo-a-bonaccini-parli-di-renzi-e-lo-chiami-matteo/
 
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« Risposta #8 inserito:: Aprile 17, 2021, 11:27:44 pm »

Le quattro borghesie e le contraddizioni post-borghesi

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