Covid - L'angoscia di Merkel nell'anniversario dell'unità
Posta in arrivo
Rep: | Bertolt: Cronache da Berlino <
rep@repubblica.it>
sab 3 ott, 20:17 (3 ore fa)
a me
Bertolt di Tonia Mastrobuoni
3 ottobre 2020
Cara abbonata, caro abbonato
"MASKENMUEDE", STANCHI DA MASCHERINA
“Sappiamo che oggi dobbiamo essere di nuovo coraggiosi. Coraggiosi nell'affrontare nuove strade di fronte a una pandemia. Coraggiosi di fronte alle differenze tuttora esistenti fra est e ovest. Coraggiosi per promuovere sempre di nuovo la tenuta della nostra società e lavorare per questo obiettivo”. Prima della cerimonia ufficiale a Potsdam per i 30 anni della Riunificazione tedesca, Angela Merkel ha mandato un messaggio forte ai suoi concittadini. Non tanto sul tema eterno delle divisioni tra est e ovest: da giorni la cancelliera è preoccupata per il rischio che la Germania sia travolta da una seconda ondata di coronavirus.
Nelle ultime 24 ore sono saliti a 2563 i nuovi infetti, e la Germania sta così per sfondare quota 300mila contagi dall’inizio della pandemia. I morti, per fortuna, continuano a essere pochi: 9527, diciannove in più rispetto a ieri. E il ritmo, in realtà, è analogo a quello che si registra in Italia. Insomma, è molto meno preoccupante che in altri Paesi. Ma negli ultimi giorni indiscrezioni stampa hanno raccontato che Merkel sarebbe angosciata dalla possibilità che si torni al ritmo galoppante della scorsa primavera.
L’ansia della cancelliera è facilmente spiegabile. Il governo vuole evitare a tutti i costi di tornare alle severe restrizioni dei mesi più acuti della pandemia. Inoltre, tra i tedeschi si sta diffondendo una certa “Maskenmuedigkeit”, una “stanchezza da mascherina”. Ormai neanche un tedesco su due si attiene alle regole di distanziamento (45%), appena il 39% si lava le mani come dovrebbe e poco più della metà (58%) evita la stretta di mano, i baci o gli abbracci, secondo un sondaggio dell’Hamburg Center for Health Economics.
MERKEL TESA
Negli ultimi giorni la cancelliera ha fatto parlare di sé anche per un intervento teso al Bundestag: “Dobbiamo parlarci”, ha detto ai tedeschi. E’ comprensibile, ha proseguito, che ci manchi la vicinanza delle persone, il contatto, lo stare insieme: “lo sento anche io”, ha scandito dinanzi ai parlamentari. Ma, ha aggiunto, “adesso rischiamo di mettere a repentaglio tutto ciò che abbiamo raggiunto in questi mesi”. L’aumento dei focolai in tutto il Paese l’aveva già indotta nei giorni precedenti a lanciare l’allarme su fantomatici, possibili picchi da 19.200 casi al giorno che si potrebbero raggiungere nei mesi invernali.
Insieme ai governatori dei land, il governo ha deciso di recente che “l’obbligo della mascherina in certi luoghi pubblici continua a valere e sarà controllato rigorosamente e sanzionato, nel caso di violazione, dalle autorità”. Chi darà informazioni anagrafiche sbagliate nei ristoranti o nei bar dove vengono registrate obbligatoriamente, rischia una multa di almeno 50 euro. Al livello regionale potranno essere decisi anche “divieti locali di servire bevande alcoliche”. I governatori potranno stabilire inoltre limiti massimi per le feste private. Se ci fossero ad esempio più di 35 infezioni ogni 100mla abitanti, le feste con più di 50 persone potrebbero essere vietate.
Intanto Merkel sembra tradire anche fisicamente la sua ansia, come dimostra il suo mini balzo all’indietro per evitare un possibile approccio eccessivamente caloroso di Giuseppe Conte durante l’ultimo Consiglio europeo. Il nostro premier, affatto scoraggiato, si è scambiato poi virili gomitate con gli altri colleghi primi ministri.
GERMANIA EUROPEA O EUROPA GERMANICA?
A proposito della Riunificazione tedesca, abbiamo provato a spiegare cosa manca ancora alla Germania per diventare “europea” e non egemonizzante, come sognava Thomas Mann. Sull’argomento ci avevano detto cose molto importanti, in due recenti interviste, il presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier e il direttore della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Wolfgang Ischinger.
Il NOIR DELLA RIUNIFICAZIONE
E intanto su Netflix è uscita una serie clamorosa che racconta il cambio d’umore repentino dopo la Riunificazione attraverso uno dei grandi misteri irrisolti di quegli anni: il caso Rohwedder. Il capo della Treuhand, la holding-monstre che inglobò l’intera industria della ex DDR per privatizzare, sanare o chiudere, fu assassinato nel 1991. Ad oggi non è chiaro chi sia stato il mandante di quella micidiale esecuzione.
Ma prima dei licenziamenti di massa e della logica predatoria con cui molti devastarono l'Est che incupirono il clima attorno alla Riunificazione e spensero l'euforia del "momento più felice della storia tedesca" come ce lo raccontò Wolfgang Schaeuble, un interessante articolo ci ricorda quanto fosse stato enorme il consenso dopo la caduta del Muro di Berlino intorno all’idea di una fusione tra le due Germanie.
L'OBLIO DELLE VITTIME
L’ultimo consiglio di lettura, in questa giornata di festa per tutti i tedeschi, è il meraviglioso articolo di Ines Geipel apparso nei giorni scorsi sulla Faz. L’anno scorso intervistammo questa donna formidabile dalla voce profonda, dal sorriso nervoso e dagli occhi malinconici a Berlino, in occasione del trentennale della caduta del Muro. Campionessa di atletica, si macchiò di una colpa imperdonabile, per i bonzi della Germania est. Si innamorò di un atleta messicano e sognò di scappare. La Stasi lo capì, cominciò a perseguitarla (la tecnica ufficiale dei famigerati servizi segreti si chiamava “distruzione delle anime”) e ingaggiò un medico che la convinse a operarsi di una malattia che non aveva. Durante l’operazione, i macellai della Stasi le tagliarono di netto gli addominali, mettendo fine alla sua formidabile carriera. Lei riuscì comunque a scappare a ovest, e ha dedicato la sua vita alle vittime del doping e alla ferocia del regime comunista. Ancora oggi, se volete sapere chi polverizzò nel 1982 il record mondiale della staffetta 4 x 100, risultano tre nomi e una stellina. Che ha chiesto di farsi sostituire da un segno anonimo perché dopata. Quel record drogato, per lei, fu un record rubato. Una mosca bianca.
Buona settimana e, come dicono i tedeschi, bleibt gesund!
Tonia Mastrobuoni
t.mastrobuoni@repubblica.it