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Autore Discussione: USA  (Letto 20872 volte)
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« Risposta #60 inserito:: Dicembre 13, 2020, 09:43:05 pm »

Il fattore saudita nella strategia di Biden | Rep

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Arlecchino Euristico
19:49 (1 ora fa)
a me

https://rep.repubblica.it/pwa/editoriale/2020/12/12/news/il_fattore_saudita_nella_strategia_di_biden-278121785/

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« Risposta #61 inserito:: Dicembre 23, 2020, 05:52:17 pm »

Le scuole pubbliche devono affrontare la "spirale della morte" mentre le iscrizioni diminuiscono - The New York Times

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
10:18 (7 ore fa)
a me

https://www.nytimes.com/2020/12/22/us/public-schools-enrollment-stimulus.html
 
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« Risposta #62 inserito:: Gennaio 09, 2021, 04:44:36 pm »


Gli 11 giorni più lunghi di Trump presidente “Ceda i codici nucleari” | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
10:03 (6 ore fa)
a me

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2021/01/08/news/gli_11_giorni_piu_lunghi_di_trump_presidente_ceda_i_codici_nucleari_-281760200/
 
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« Risposta #63 inserito:: Gennaio 09, 2021, 04:46:26 pm »

"Un momento di grande disonore e vergogna", dice Obama

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Arlecchino Euristico
12:29 (4 ore fa)
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« Risposta #64 inserito:: Gennaio 09, 2021, 04:50:03 pm »

La guerra incivile americana

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Arlecchino Euristico
12:33 (4 ore fa)
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I leader carismatici si illudono di poter plasmare la massa a loro piacimento e questa operazione a volte riesce, ma come il dritto ha sempre un rovescio: la massa diventa ingovernabile e finisce per possedere il politico. Donald Trump non sarebbe né il primo né l'ultimo in questa serie di figure tragiche -

https://www.agi.it/estero/news/2021-01-07/guerra-incivile-americana-proteste-capitol-hill-10932536/

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« Risposta #65 inserito:: Gennaio 15, 2021, 11:22:44 pm »


Rep: Outlook di Federico Rampini
15 gennaio 2021

Scendono moderatamente le Borse Usa, si rafforza un po’ il dollaro: è la prima reazione alla manovra Biden da 1.900 miliardi.
In breve, gli investitori e le imprese:
1) approvano la manovra perché vedono la necessità di nuovi sostegni alla ripresa;
2) non credono che il nuovo presidente riuscirà a rinviare a lungo nuove tasse, e queste peseranno sulla redditività delle imprese;
3) checchè ne dica la Federal Reserve pensano che rinascerà un po’ d’inflazione e quindi i tassi d’interesse prima o poi risaliranno.

American Rescue Plan, la prima manovra Biden prevede 1.900 miliardi di dollari di nuova spesa pubblica tutta in deficit, senza nuove tasse, almeno all’inizio. Spera che sia approvata con appoggi repubblicani al Congresso. Metà di quei fondi servono a finanziare la battaglia contro il Covid, la campagna “cento milioni di vaccinati in cento giorni”; la riapertura delle scuole; e quella finanza locale (Stati, città) che sopporta buona parte delle spese sociali. L’altra metà deve andare direttamente nelle tasche degli americani: un assegno o bonifico bancario da 1.400 dollari per 88 milioni di persone dal reddito individuale sotto i 75.000 dollari annui. Si aggiungono un rifinanziamento delle indennità di disoccupazione, 400 dollari settimanali fino a settembre; aiuti per figli a carico e indennità da assenza per malattia. In aggiunta Biden vuole raddoppiare il salario minimo a 15 dollari l'ora. È un piano d’impronta neokeynesiana o socialdemocratica, ma questo non esclude che possa raccogliere qualche consenso a destra. Infatti una parte di questa manovra – l’assegno da 1.400 dollari – completa l’azione di Donald Trump. Il presidente uscente e sottoposto a impeachment tentò di far passare alla vigilia di Natale un pacchetto di aiuti sostanzioso, con assegni-bonifici da duemila dollari. Dovette ridurre quegli aiuti per la resistenza dei suoi parlamentari repubblicani, mentre i democratici lo sostenevano. L’anno scorso il totale delle manovre di spesa pubblica, approvate con un consenso bipartisan da marzo in poi, raggiunse 5.400 miliardi di dollari, pari al 25% del Pil americano. Non sono bastate. La seconda ondata dei contagi e dei lockdown ha provocato una ricaduta nella recessione: in una sola settimana le richieste di indennità di disoccupazione sono aumentate di un milione. Nel frattempo c’è un’America che si è arricchita ancor di più grazie a questa calamità. “Da quando è iniziata la pandemia – denuncia Biden – l’un per cento dei più ricchi ha aumentato il proprio patrimonio di 1.500 miliardi”. C’è un non-detto dietro questa severa constatazione: Big Tech e Wall Street, che nel Covid hanno trovato una miniera d’oro, sono gli stessi poteri forti sempre più identificati con l’establishment democratico, un’alleanza che per il popolo di destra continuerà ad alimentare sospetti e teorie complottiste. Questo American Rescue Plan diventa il primo test sull’agibilità di governo del nuovo presidente. Per una manovra di spesa di queste dimensioni Biden cercherà la via maestra dell’accordo bipartisan. L’appoggio di una parte dei repubblicani renderebbe più facile e veloce l’approvazione. Sarebbe di buon augurio iniziare l’attività della nuova Amministrazione all’insegna dell’intesa con un pezzo di opposizione. Biden ha promesso di “unificare” l’America, e qualche nota di conciliazione è ancora più urgente dopo il tragico assalto al Congresso del 6 gennaio. Le defezioni – limitate, solo 10 contro 197 – tra i repubblicani che hanno votato per l’impeachment alla Camera, possono preludere a uno scenario legislativo in cui una pattuglia di repubblicani moderati accetterà la collaborazione? L’alternativa è far passare la prima manovra Biden, l’American Rescue Plan, a maggioranza semplice. È tecnicamente possibile, visto che dopo il voto in Georgia i democratici hanno strappato la maggioranza anche al Senato. Però è una strada più ripida: implica procedure più lente; inoltre è esposta a defezioni di qualche democratico. Biden comunque sembra deciso a rinviare a una seconda fase provvedimenti d’impronta politica più radicale: un maxi-piano per la modernizzazione delle infrastrutture, grandi investimenti per la lotta al cambiamento climatico, nuove riforme di scuola e sanità. Spera che l’impeachment non diventi un ostacolo alla sua manovra. Ha un disperato bisogno di andare oltre i processi contro l’avversario, sa che nessun castigo inflitto a Trump può avvicinare di un solo giorno l’uscita da pandemia e recessione. Biden si appresta a vivere l’Inauguration Day più cupo e solitario della storia americana, in una capitale militarizzata e desertificata per il timore di attentati. Non è privo di precedenti storici, però. Come vice di Barack Obama nel gennaio 2009 ereditò un’altra crisi economica grave. Quella attuale è perfino più spaventosa e riporta alla memoria l’insediamento di Franklin Roosevelt nel 1933, nel mezzo della Grande Depressione. A 78 anni Biden sa che questa è una prova tremenda, che non vincerà solo a colpi di miliardi, se non raggiunge qualche forma di pacificazione, di tregua nella larvata guerra civile.

Sull’altra superpotenza, quella che per adesso esce vincitrice dalla pandemia, vi riassumo un interessante seminario online della Asia Society al quale ho partecipato. Quali sono i fronti della nuova guerra fredda Usa-Cina da tenere d’occhio per le loro implicazioni globali? Quali i temi su cui sarà chiamato ad agire molto presto il nuovo presidente americano? Condenso nei miei appunti le osservazioni dei principali relatori, tra cui l’ex premier australiano Kevin Rudd (un vero esperto della Cina, tra l’altro parla il mandarino come io parlo l’italiano) e Lingling Wei, cinese americana che scrive per il Wall Street Journal ed è co-autrice del saggio “Superpower Showdown”.

Alcuni terreni sui quali i 4 anni di Trump non hanno dato i risultati sperati. 1) Il decoupling o divorzio finanziario non si è realizzato. Gli investitori esteri, americani per primi, continuano anzi ad aumentare la loro esposizione verso la Cina. 2) La Fase Uno o tregua nella guerra dei dazi ha paradossalmente rafforzato il dirigismo cinese perché ha concentrato sul governo di Pechino il potere decisionale sull’aumento delle importazioni di prodotti americani (derrate agricole, energia). 3) Il principio della reciprocità, legittimamente sostenuto da Trump, per i cinesi è diventato “tu mi dai un pugno, io devo restituirtelo”. 4) Il dibattito sulla gara tra democrazia e autoritarismo, dove ancora dieci anni fa i cinesi si sentivano sulla difensiva, si è girato a nostro sfavore.

Un principio generale, condiviso dall’Amministrazione Biden: non possiamo e non dobbiamo arrestare l’ascesa della Cina. Dovremmo cercare di influenzare in nostro favore il contesto internazionale in cui quell’ascesa si svolge. Alleanze e istituzioni multilaterali sono cruciali a questo fine.

Fronti dove la guerra fredda può precipitare verso forme più conflittuali:
1) Mare della Cina meridionale.
2) Taiwan.
3) Diritti umani (Hong Kong, Xinjiang).
4) Huawei, gara per la supremazia tecnologica.
5) Commercio estero.

La relazione Usa-Cina continuerà ad avere un peggioramento strutturale. È essenziale che le due superpotenze rivali trovino un modus vivendi per definire delle “linee rosse” che l’altro non deve varcare se non vuole scatenare reazioni. In particolare su Taiwan, Mare della Cina meridionale, cyber-guerra. Un terreno di dialogo positivo può essere la lotta al cambiamento climatico.

Occhio al maoismo di Xi Jinping: “Colpirne uno per educarne cento” è il principio che lui applica contro gli alleati dell’America, come Australia Canada Giappone Svezia. Se Biden vuole ricostruire una coalizione di alleati deve essere pronto a pagare dei prezzi per difenderli dalle rappresaglie cinesi.


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« Risposta #66 inserito:: Gennaio 26, 2021, 04:16:30 pm »

Fine del trumpismo, l’abisso evitato

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Arlecchino Euristico
ven 8 gen, 12:33
a me

https://www.corriere.it/editoriali/21_gennaio_07/fine-trumpismo-l-abisso-evitato-318d343a-5121-11eb-a017-fd5e98d313bc.shtml

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« Risposta #67 inserito:: Gennaio 26, 2021, 04:25:45 pm »

Per alcuni militari europei Trump avrebbe tentato un colpo di stato, aiutato da funzionari delle forze dell’ordine federali

Mitch Prothero  7/1/2021 7:38:44 PM 15222


Diversi funzionari della sicurezza europei hanno detto a Insider che il presidente Donald Trump sembrava avere un tacito sostegno dalle agenzie federali statunitensi responsabili della sicurezza del complesso del Campidoglio nel tentativo di colpo di stato di mercoledì.
Riportiamo queste informazioni perché illustrano le gravi ripercussioni degli eventi di mercoledì: anche se si sbagliassero, alcuni tra gli alleati militari internazionali dell’America sono ora disposti a dare credito all’idea che Trump abbia deliberatamente cercato di ribaltare violentemente un’elezione e abbia ottenuto l’aiuto di alcuni agenti delle forze dell’ordine federali.
“Ci addestriamo insieme alle forze dell’ordine federali statunitensi per gestire proprio queste questioni, ed è ovvio che gran parte di un qualsiasi piano di sicurezza corretto è stata semplicemente ignorata”, ci ha detto una fonte.
Visita la home page di Business Insider per altre storie.
I sostenitori del presidente Donald Trump che hanno preso d’assalto il Campidoglio mercoledì per fermare la ratifica della vittoria elettorale del presidente eletto Joe Biden stavano tentando un violento colpo di stato che secondo diversi funzionari europei della sicurezza è sembrato avere almeno un tacito sostegno da parte di frange delle agenzie federali statunitensi responsabili di proteggere il complesso del Campidoglio.

Giovedì mattina Insider ha parlato con tre funzionari: un funzionario della polizia francese responsabile della sicurezza pubblica in una sezione chiave del centro di Parigi e due funzionari dell’intelligence di Paesi della NATO che lavorano direttamente in operazioni di antiterrorismo e controspionaggio che coinvolgono Stati Uniti, terrorismo e Russia.

Hanno detto che le prove circostanziali disponibili indicano quello che sarebbe stato apertamente definito un tentativo di colpo di stato in qualsiasi altra nazione. Nessuno è stato disposto a mettere le dichiarazioni a verbale a causa della gravità dell’argomento.

Sebbene non abbiano fornito prove che gli ufficiali dell’agenzia federale abbiano facilitato il caos, Insider riporta queste informazioni perché illustrano l’ampiezza e la gravità degli eventi di mercoledì: gli alleati militari e di sicurezza internazionali dell’America sono ora disposti a dare serio credito all’idea che Trump abbia deliberatamente tentato di ribaltare violentemente un’elezione e che alcuni agenti delle forze dell’ordine federali – per omissione o altro – abbiano facilitato il tentativo.

“Oggi informo il mio governo che riteniamo con un ragionevole livello di certezza che Donald Trump abbia tentato un colpo di stato”
Una fonte della NATO ha posto le basi, utilizzando termini più comunemente usati per descrivere i disordini nei paesi in via di sviluppo.

“Il presidente sconfitto tiene un discorso davanti a un gruppo di sostenitori dove dice loro di essere stato derubato delle elezioni, denuncia i membri della sua amministrazione e il partito come traditori e dice ai suoi sostenitori di prendere d’assalto l’edificio dove si tengono le votazioni“, ha detto il funzionario dell’intelligence della NATO.

“I sostenitori, molti vestiti con abiti militari e sventolando bandiere in stile rivoluzionario, successivamente prendono d’assalto l’edificio dove le forze dell’ordine federali controllate dall’attuale presidente non stabiliscono un cordone di sicurezza, e i manifestanti travolgono rapidamente l’ultima linea di polizia.

“Il presidente fa quindi una dichiarazione pubblica ai sostenitori che attaccano il Campidoglio dicendo che li ama, ma in realtà non dice loro di smetterla“, ha detto il funzionario. “Oggi informo il mio governo che riteniamo con un ragionevole livello di certezza che Donald Trump abbia tentato un colpo di stato che è fallito quando il sistema non ha ceduto.

“Non posso credere che sia successo.”

Un funzionario delle forze dell’ordine che fa addestramento con le forze statunitensi ritiene che qualcuno abbia interferito con il corretto dispiegamento di ufficiali di polizia intorno al Congresso.
Il funzionario di polizia francese ha affermato di ritenere che un’indagine scoprirebbe che qualcuno ha interferito con il dispiegamento di ulteriori agenti delle forze dell’ordine federali nel perimetro del complesso del Campidoglio; il funzionario ha conoscenza diretta delle procedure adeguate per la sicurezza della struttura.

La sicurezza del Congresso è affidata alla US Capitol Police, un’agenzia federale che risponde al Congresso.

È consuetudine che la polizia del Campidoglio si coordini con il servizio segreto federale, la Park Police e la polizia locale a Washington, DC, prima di grandi manifestazioni. Anche la Guardia Nazionale, comandata dal Dipartimento della Difesa, è spesso in stand by.

Mercoledì, tuttavia, quel coordinamento era in ritardo o assente.

“È ovvio che gran parte di un qualsiasi corretto piano di sicurezza sia stata semplicemente ignorata“.

“Non puoi dirmi che non so cosa avrebbero dovuto fare. Posso volare a Washington domani e fare quel lavoro, proprio come può volare qualsiasi funzionario di polizia di Washington a Parigi e fare il mio lavoro”, ha detto il funzionario. Il funzionario dirige la sicurezza pubblica in un distretto di polizia centrale di Parigi pieno di edifici governativi e siti turistici.

“Questi sono principi generali” per la gestione delle manifestazioni, “e si trasferiscono in ogni situazione”, ha detto il funzionario. “Questo è il motivo per cui ci addestriamo insieme alle forze dell’ordine federali statunitensi per gestire proprio queste questioni, ed è ovvio che gran parte di qualsiasi piano di successo è stata semplicemente ignorata”.

La Guardia Nazionale, che è stata impiegata pesantemente per sedare le proteste di Black Lives Matter nel 2020, non si è presentata per assistere la polizia fino a due ore dopo l’inizio dell’azione mercoledì, secondo l’Associated Press.

Un video mostra la polizia che non fa nulla mentre i rivoltosi accedono all’edificio
Un video è apparso per mostrare alcuni agenti di polizia che aprono una barriera per consentire a un gruppo di manifestanti di avvicinarsi alla cupola del Campidoglio. Un altro video mostra un agente di polizia che permette a un rivoltoso di farsi un selfie con lui all’interno del Campidoglio mentre i manifestanti si aggiravano per l’edificio senza controllo.

Kim Dine, che è stato il capo della polizia del Campidoglio dal 2012 al 2016, ha detto al Washington Post di essere sorpreso che la polizia del Campidoglio abbia permesso ai manifestanti di salire sui gradini del Campidoglio. Ha detto di essere anche sconcertato dal fatto che pochi rivoltosi siano stati arrestati sul posto.

Larry Schaefer, che ha lavorato per la polizia del Campidoglio per più di 30 anni, ha detto a ProPublica qualcosa di simile: “Si tratta di una dimostrazione pianificata e nota per aver scatenato violenza in passato e minacce di portare armi – perché non dovresti prepararti come abbiamo fatto in passato? ”

La polizia del Campidoglio non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento di Insider.

Fallimenti sistematici

Il funzionario di polizia francese ha dettagliato più errori che ritengono sistematici:

grandi folle di manifestanti dovevano essere gestite molto prima dalla polizia, che invece ha controllato la scena del primo gruppo di manifestanti a cui Trump si è rivolto, quindi ha ignorato la folla mentre si avvicinava al Campidoglio.
“Avrebbero dovuto essere circondati, gestiti e diretti immediatamente, e quella pressione non è mai stata messa in campo”.
Poiché la folla non è stata gestita e diretta, ha detto il funzionario, i manifestanti sono stati in grado di riunirsi senza ostacoli intorno al Campidoglio, dove si è verificato il successivo grande fallimento.
“Non è pensabile che non ci fosse un forte cordone di polizia lungo il perimetro del complesso. Recinzioni e barricate sono inutili senza un forte dispiegamento di polizia. Questo è quando si inizia a fare arresti, prendendo di mira persone chiave che sembrano violente, chiunque attacchi un ufficiale, chiunque infranga le barricate. Devi dimostrare che oltrepassare il confine finirà male e finirà con l’arresto “.
“Non posso credere che la mancata creazione di un cordone adeguato sia stato un errore. Questi sono funzionari di polizia molto qualificati, ma sono federali, e questo significa che alla fine rispondono al presidente. Questo deve essere indagato”.
“Quando la folla ha raggiunto i gradini dell’edificio, la situazione era già ad uno stadio avanzato. La polizia è lì per proteggere l’edificio dagli attacchi terroristici e dalla criminalità, non da un battaglione di fanteria. Tutto doveva essere gestito da centinaia di metri di distanza a meno che la polizia non fosse disposta ad aprire il fuoco, e posso rispettare il fatto che non lo fosse”.
‘Grazie a Dio non ha funzionato, perché non riesco a immaginare quanto sarebbe difficile sanzionare il sistema finanziario degli Stati Uniti’
Il terzo funzionario, che lavora nel controspionaggio per un paese membro della NATO, ha convenuto che la situazione potrebbe essere vista solo come un tentativo di colpo di stato, non importa quanto scarsamente pianificato e di probabile fallimento, e ha affermato che le sue implicazioni potrebbero essere troppo grandi per essere immediatamente comprese.

“Grazie a Dio non ha funzionato, perché non riesco a immaginare quanto sarebbe difficile sanzionare il sistema finanziario degli Stati Uniti”, ha detto il funzionario. Per sanzioni, intende l’imposizione dei blocchi diplomatici, militari e commerciali che le nazioni democratiche di solito riservano alle dittature.

“Il danno più ampio in tutto il mondo sarà esteso in termini di reputazione, ed è per questo che a Putin non importa affatto che Trump abbia perso. Deve essere felice di prendere le sue fiches e contare le sue vincite, che consistono nel fatto che dall’era Trump sarà un declino incredibilmente rapido del prestigio americano e dell’alto livello morale.

“Ogni momento che gli americani trascorrono nel caos autoinflitto aiuta la Cina, aiuta Putin e, in misura minore, aiuta i mini-dittatori come [il presidente turco Recep Tayyip] Erdogan e [il primo ministro ungherese Viktor] Orban, che vivono di cinismo verso la politica, i diritti umani e la democrazia”, ha detto il funzionario. “Non sentiranno la mancanza di Trump; saranno felici di vedere la sua partenza avvolta nel dramma così potranno godersi il clima politico avvelenato “.

da - Newsletter Business Insider Italia n

« Ultima modifica: Gennaio 26, 2021, 04:28:06 pm da Admin » Registrato

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« Risposta #68 inserito:: Agosto 17, 2021, 08:13:12 pm »

Perché stupirsi oggi, lo diceva da 10 anni. La favola USA e l'Afganistan.

"Arrivano i nostri" erano protagonisti nei film, ma l'hanno fatto anche nella realtà, quando loro conveniva.

Ci hanno liberato dai nazifascisti ma bombardandoci da nemici con pochissimi scrupoli.
Hanno sbagliato strategie (come l'aver fatto recuperare tutti le armi naziste portate dalla Sicilia alla Calabria senza colpo ferire).
Si sono dimostrati pavidi in molte occasioni in cui ci abbandonarono alle rappresaglie nazifasciste.

Forse oggi, più di ieri dopo il Vietnam, sono consapevoli che essere Grossi non basta contro il Comunismo che è diventato altrettanto Grosso in Cina.
Dopo Trump che ha diviso il paese, Biden deve stare più attento a chi sono veramente i "nostri che arrivano" da altri paesi.

In ogni caso l’Europa se non vuole farsi morsicare da Putin e dai Turchi o punzecchiare a sangue dagli Sfascisti infiltrati, deve darsi una grossa revisione organizzativa e con pragmatismo e una grande capacità dotarsi di difese europee non soltanto militari o di Polizia.
L'Europa è Occidente, è Mediterraneo e Atlantico!

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« Risposta #69 inserito:: Aprile 04, 2022, 02:52:17 pm »

Gianni Gavioli
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Esperto del gruppo in Virtual Reality
  · tti2pm015s802 1tre28h87u  ·

Sugli errori letti e raccontati, in verità, si può costruire, un futuro di giorni e anni sereni.

Ma servono Vere Democrazie Autorevoli riconosciute, come tali, prima di tutto dalla popolazione.

Poi dalle altre democrazie occidentali, alleate.

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« Risposta #70 inserito:: Maggio 11, 2022, 07:28:42 pm »

Gli Stati Uniti hanno molti problemi interni, ma anche interessi da sviluppare nel mondo, con poca chiarezza sul come farlo.

Se l'Europa non risolve problemi e ritardi, da sovraffollamento di Membri piccoli che alimentano problemi grandi, correrà il rischio non solo dello scavalcamento, già avvenuto di fatto, ma d'essere fagocitata.

Nella nascita del Nuovo Ordine Mondiale, con suddivisione in POLI di influenza, l'Europa è la posizione più ritardata, addirittura nel Come e con Chi.   

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« Risposta #71 inserito:: Giugno 11, 2022, 12:20:35 pm »

    

Care lettrici e cari lettori,
cose sparse che scopriamo leggendo il reportage di Anna Lombardi e l’inchiesta di Marco Cicala sullo scandalo Watergate scoppiato a Washington il 17 giugno di cinquant’anni fa, a cui dedichiamo la copertina di oggi.

Che Carl Bernstein e Bob Woodward, gli autori dello scoop per il Washington Post, avevano rispettivamente 29 e 30 anni quando vinsero il Pulitzer per la loro inchiesta (e anche che all’inizio della storia non si potevano soffrire).
Che dormire una notte nella Room 214 del Watergate hotel costa 1.500 dollari (più altri mille se voleste farvi un drink con due degli agenti in borghese che fecero irruzione).
Che il numero per chiamare il servizio clienti dell’hotel è il 617-1972 (la data fatidica).
Che da allora ogni volta che si parla di uno scandalo si aggiunge il suffisso -gate (e che il Watergate si chiama così perché negli anni Trenta lì vicino c’era una diga sulle acque del fiume Potomac: water, acqua, e gate, cancello, sbarramento).
Che Gordon Liddy, agente Fbi, uno degli uomini di Nixon implicati nell’affaire, amava farsi fotografare in tanga a stelle e strisce.

E scopriamo infine che, a cinquant’anni di distanza, gli storici ancora si accapigliano intorno a una domanda: ma quali diavolo di informazioni cercavano di carpire ai Democratici tutti gli uomini del presidente Nixon? Buone letture


E al centro del numero di oggi trovate anche uno Speciale Festival: 24 pagine di teatro, danza, classica e lirica in giro per l'Italia. Per un'estate di cultura all'aria aperta.

P.s.: Se non siete ancora iscritti alla nostra newsletter, o se volete invitare un'amica o un amico a farlo, questo è il link da cliccare.

da - Finalmente è Venerdì di repubblica.



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