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Autore Discussione: Il pendolo dell’economia tra liberismo e dirigismo  (Letto 1558 volte)
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« inserito:: Agosto 06, 2020, 09:23:14 pm »

Il pendolo dell’economia tra liberismo e dirigismo

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Arlecchino Batocio

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https://www.corriere.it/economia/opinioni/20_agosto_04/pendolo-dell-economia-liberismo-dirigismo-dba1e59a-d68f-11ea-b09b-c444f41468ab.shtml

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« Risposta #1 inserito:: Agosto 06, 2020, 09:25:52 pm »

Le strade per aiutare la ripresa

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Arlecchino Batocio

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https://www.corriere.it/cultura/premium/20_agosto_05/strade-aiutare-ripresa-78b01646-d752-11ea-93a6-dcb5dd8eef08.shtml

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« Risposta #2 inserito:: Agosto 07, 2020, 06:01:39 pm »

ApprofondimentoGoverno

Spinta alle imprese del Sud. Tasse sul lavoro -30%. Accordo sui licenziamenti

06 AGOSTO 2020

Il taglio ai contributi per 3,5 milioni di dipendenti varrà per 10 anni. Intesa nel governo: nessun contratto potrà essere sciolto prima di metà novembre

DI ROBERTO PETRINI


Deciso taglio del cuneo fiscale al Sud per favorire le imprese e l'occupazione. La misura, che sarà contenuta nel decreto agosto atteso oggi in consiglio dei ministri, prevede una decontribuzione del 30 per cento per ciascuno dei 3,5 milioni di lavoratori attualmente assunti dalle imprese private nel Sud. Il provvedimento scatterà dal 1° ottobre al 31 dicembre e costerà, a valere sui 25 miliardi stanziati dallo scostamento di bilancio 1,2 miliardi. La misura avrà una durata di dieci anni: fino al 2025 lo sconto resterà del 30 per cento, scenderà al 20 per cento fino al 2027 e al 10 nel 2029. Il costo del provvedimento, messo in campo dal ministro per il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano in sintonia con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, sarà a regime di 4,8 miliardi: per i primi cinque anni sarà finanziato con le risorse del Recovery Fund e dovrà avere il via libera della Commissione di Bruxelles con la quale è in già in corso da giorni, fanno sapere fonti governative, una fattiva interlocuzione.

Con la misura si conta di tagliare il costo del lavoro nel Mezzogiorno di circa 7 punti percentuali. Ad esempio, su un dipendente che ha uno stipendio lordo di 25 mila euro, e che costa in termini di contributi previdenziali circa 7.500 euro, l'azienda potrà risparmiare 2.500 euro all'anno. Si aprono naturalmente spazi per nuove assunzioni e nuovi insediamenti al Sud: anche perché nel decreto agosto c'è anche una decontribuzione semestrale, valida su tutto il territorio nazionale per le nuove assunzioni.

Si chiude l'intesa anche sul terreno minato della proroga del blocco dei licenziamenti collettivi e individuali in vigore da marzo e in scadenza il 17 agosto in seguito all'emergenza Covid. Il blocco generalizzato legato ad una data fissa non sarà rinnovato ma sarà condizionato all'utilizzo da parte dell'impresa della cassa integrazione. Siccome il rinnovo della cig sarà di 18 settimane (con un contributo per le aziende con nulle o ridotte perdite di fatturato), e ammettendo che le aziende la usino retroattivamente dal 13 luglio, il blocco dei licenziamenti sarà in vigore fino al 17 novembre. Nell'ipotesi che un'azienda usi la cig ad intermittenza, con alcune soste, potrebbe beneficiarne fino al 31 dicembre e non potrebbe ugualmente licenziare. Le aziende avranno anche una alternativa alla cassa integrazione, una sorta di secondo ammortizzatore sociale per chi, dopo aver utilizzato la cig a maggio e a giugno, decide il "rientro": potranno optare per una decontribuzione del 100 per cento di 4 mesi, fino al fine anno: anche in questo caso il licenziamento sarà vietato fino al 31 dicembre.

"Trovata una sintesi", ha annunciato il ministro dell'Economia Gualtieri lasciando ieri pomeriggio la riunione di maggioranza che ha impegnato il governo negli ultimi tre giorni in un braccio di ferro sui licenziamenti: con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S) schierata per una proroga fino al 31 dicembre e il Tesoro assai più prudente.

Resta in bilico l'intera operazione bonus-consumi che sarebbe costata 3 miliardi. L'altolà di Gualtieri di martedì sulle risorse ha costretto a ridimensionare le richieste, soprattutto da parte del M5S, di uno sconto del 15-30 per cento per bar e ristoranti legato alla spesa con la carta di credito (forse partirà a fine anno). Alla lista si erano aggiunti altri settori, come il mobilio e le scarpe, oltre all'intervento per gli esercizi nei centri storici (alla fine ci saranno solo 400 milioni) e quello per la filiera agricola del made in Italy. La partita finale si giocherà in consiglio dei ministri.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/08/06/news/accordo_fiscale-263954006/
« Ultima modifica: Agosto 07, 2020, 06:03:53 pm da Arlecchino » Registrato
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