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Autore Discussione: Lo sapete che ... NOTE VARIE.  (Letto 20917 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Agosto 03, 2020, 07:40:40 pm »

Ingiusta detenzione, il giudice e la verità | Rep

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Arlecchino Batocio

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https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2020/07/28/news/giustizia_ingiusta_detenzione_il_giudice_e_la_verita_-263117745/

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« Risposta #1 inserito:: Agosto 07, 2020, 05:49:43 pm »

Akihiro e Tibbets, due destini uniti dalla bomba eterna di Hiroshima | Rep

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>

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https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/08/05/news/anniversario_bomba_atomica_hiroshima_75_anni_fa-263860354/
 
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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 07, 2020, 05:15:22 pm »

Ferrero punta ancora sui biscotti: shopping britannico per il marchio Fox's

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Arlecchino Euristico
17:07 (0 minuti fa)
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Una affiliata del gruppo di Alba rileva attività che hanno generato ricavi per oltre 170 milioni di euro negli ultimi dodici mesi

https://www.repubblica.it/economia/finanza/2020/10/07/news/ferrero_punta_ancora_sui_biscotti_shopping_britannico_per_il_marchio_fox_s-269729674/

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« Risposta #3 inserito:: Gennaio 12, 2022, 06:30:17 pm »

F1, morte di Ayrton Senna, il medico del soccorso: 'Vi racconto le sue ultime ore' - La Gazzetta dello Sport

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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
dom 28 nov 2021, 18:44
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https://www.gazzetta.it/Formula-1/01-05-2021/f1-morte-ayrton-senna-medico-soccorso-vi-racconto-sue-ultime-ore-410591286075.shtml
 
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« Risposta #4 inserito:: Marzo 14, 2022, 11:54:42 pm »

Veronica Liga
 
Fra le analisi geopolitiche diversamente geniali degli utenti di Facebook una è riuscita a colpirmi particolarmente:
"il governo che accusa Putin è lo stesso governo che ha imposto le mascherine, il vaccino e il green pass, quindi Putin lotta contro tutto questo".
Più di 100 likes e più di 20 condivisioni.

Dunque. Tralasciando le polemiche sull'efficacia del vaccino "sperimentale" e del green pass "anticostituzionale".
Tralasciando l'evidente (per me ma, a quanto pare, non per tutti) falla logica della serie: "Socrate fischia, una locomotiva fischia, quindi Socrate è una locomotiva" (i no vax sono nemici di Draghi, Putin è nemico di Draghi; quindi, Putin è amico dei no vax).

Ma lo sapete che la Russia è stata la prima a presentare il vaccino?
Lo sapete che in Russia chi non si vaccina lo fa prevalentemente perché non si fida di Sputnik perché lo associa al governo di Putin? (e sbaglia, secondo me, perché il virus è oltremodo apolitico).
Lo sapete che anche in Russia c'è stato il discorso delle mascherine, del quasi lockdown ("isolamento" come lo chiamavano loro) e del green pass (QR code come lo chiamavano loro) - anche se meno controllato che in Italia, più che altro perché la Russia è più grossa e notoriamente più anarchica?
Lo sapete che la Russia non ha attaccato le fabbriche di Pfizer / Moderna bensì l'Ucraina dove solo i 37% sono vaccinati?
Lo sapete infine che ogni volta penso: "Dopo questo ho visto tutto, peggio di così non è umanamente fattibile" ma c'è sempre chi riesce a battere il record?

Da Fb del 14 marzo 2022
« Ultima modifica: Aprile 14, 2022, 05:46:21 pm da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #5 inserito:: Aprile 09, 2022, 09:30:51 pm »

Stefania Cantelmo

Il magnete della foto me lo ha regalato ieri pomeriggio Ю. e in serata l’abbiamo attaccato con Bianca a un mobiletto della cucina.
Ero passata da lei per portarle dei medicinali per la mamma e delle cose per la bimba (e ancora grazie a chi continua quotidianamente a fare da staffetta da centri e posti diversi – e chi sa, ancora una volta, si riconoscerà).

«È la mia città», mi ha detto con orgoglio e con un velo di malinconia negli occhi verdi.
Sulle prime ho faticato ad accettare il dono: «Ю., no, è un ricordo, non posso…», ho cercato di replicare.
Lei, intanto, mi prendeva le mani, mi ci chiudeva il magnete dentro: «È col cuore», mi ha detto nel suo italiano che si fa più limpido e preciso di settimana in settimana.
Le ho chiesto del marito, con cui i contatti si sono interrotti da qualche giorno.
«Il sindaco ha detto a tutti di scappare, adesso arrivano da noi. Si stanno organizzando tutti: treno, auto, tutti…».
Ci siamo salutate con un abbraccio e poi ci siamo scritte in serata: il Bepanthenol cominciava a fare effetto, ed E. stava finalmente dormendo.

«Buonanotte», «Buonanotte, e cerca di dormire».

Poi stamattina – ci eravamo appena presi una pausa con gli studenti del master – apro qui e vedo: ci sono sue note vocali, ha inviato allegati, credo foto e video… Non è da lei, penso, ma non ho tempo e modo di capire cosa stia accadendo, ho la lezione da far ripartire.
L’ho fatto un’ora fa, infine – sto evitando di guardare i tg quando ho Bianca accanto.

Ho letto, ho visto, e ho capito: 39 persone uccise alla stazione, la stessa di cui mi parlava ieri Ю. – «Poi quando tutto finisce, devi venire a trovarmi con Bianca, Francesco e i bimbi. È bello da me».
Leggo, vedo, capisco: 39 persone uccise alla stazione, tra cui 4 bambini – «50 morti e più», mi scrive Ю., che è in contatto diretto con chi è lì.
E più leggo, più vedo, meno capisco.

Continuo a dirle: «Coraggio», «Non sei sola», e mi sento ridicola.
Ridicola e lontana anni luce da quel che sta provando.

«Mostri», è l’ultima cosa che mi ha scritto.
Mi taccio.


Da Fb/Meta 9 aprile 2022.

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« Risposta #6 inserito:: Aprile 13, 2022, 11:29:44 pm »


Intorno a noi italiani "normali", il CAOS voluto da tempo a questa parte, sta diventando un vortice in accelerazione, che la guerra di Putin ha volutamente scatenato.
Per ragioni molto più ampie e gravi, per noi europei, di quello che ci si immagina con orrore guardando le povere vittime del popolo ucraino.

L'Ucraina potrebbe essere solo il PRETESTO per cominciare una guerra di Putin, imperialista antioccidentale con nostalgie di stampo sovietico.

L'impoverimento grave dell'Europa a causa della carenza di energia come da richiesta insistente dei vertici Ucraini e il malcontento popolare diffuso in Europa dagli emissari e infiltrati proPutin, sarebbero gli ingredienti di base per la realizzazione dei piani di Putin sull'Eurasia a trazione sovietica, con la partecipazione di non pochi Stati ex unione sovietica.     

Immaginare e cautelarsi non costa molto oggi, non farlo ci costerebbe tutta la vita, un domani, sotto le forche caudine dell'Impero di Putin e suoi successori.

ciaooo

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« Risposta #7 inserito:: Giugno 05, 2022, 02:56:18 pm »

Gianni Gavioli
Amministratore
  · oredSntospg7m164l 9rglfml272  ua4:e3aag17lgiocf oaa29ufut5e0a  ·

La storia di copertina di 7 è un racconto del nuovo Sud, con un'intervista di Dario Di Vico a Luisa Ranieri, un dialogo degli scrittori Stefania Auci e Mario Desiati con Micol Sarfatti e un'analisi economica di Nicola Saldutti

Lolita Lobosco è un «cervello di rientro», direbbero i sociologi, perché ha rimesso piede come vicequestore della squadra mobile di Bari dopo un lungo periodo di lavoro al Nord, per la precisione a Legnano.

Luisa Ranieri, che proprio in questi giorni è in Puglia per girare da protagonista la nuova serie televisiva dedicata a Lolita, si considera anche lei un’emigrata, anche se di corto raggio. È profondamente connessa al Sud e alla sua Napoli, ne conosce le contraddizioni e non è affatto indulgente, crede fermamente che un’evoluzione della società meridionale sia legata a un diverso ruolo delle donne. E nei suoi giudizi è facile rintracciare un leitmotiv: la mancanza dello Stato, l’assenza di un soggetto istituzionale che sia presente ovunque e si dia da fare per sviluppare l’economia o per far rispettare la legalità. Lolita in fondo somiglia molto a Luisa Ranieri, si identifica ed è un servitore dello Stato e con i suoi comportamenti sembra esprimere anche la cultura e la sensibilità sociale dell’attrice che la interpreta. Ed è con lei (l’attrice) che parliamo delle prospettive del Sud, dei suoi ritardi, delle virtù e della forza dei suoi simboli.

Il Sud subisce ogni anno un consistente drenaggio di capitale umano. Tantissimi giovani meridionali, si calcola il 23%, scelgono il Nord e disertano le università del Sud. C’è chi dà la colpa agli atenei meridionali, chi più rassegnato sostiene che nel Meridione resteranno solo gli anziani. Dove sta la ragione?
«Sono andata via dalla mia Napoli a 20 anni. Prima a Milano, poi a Parigi e alla fine mi sono fermata a Roma. Affascinata dal teatro non ho finito gli studi di giurisprudenza che avevo iniziato e non ho più ripreso, ma credo che alcune nostre università costituiscano delle eccellenze e penso sicuramente alla Federico II di Napoli. Sono anche convinta che i giovani meridionali che affollano gli atenei della Lombardia, dell’Emilia e del Piemonte lo facciano non perché al Sud non ci siano le competenze e la didattica sia scadente, lo fanno perché le famiglie e loro stessi sanno benissimo che studiando al Nord c’è uno sbocco più immediato. Molta più possibilità di trovare lavoro subito».
Nella nostra società il confronto Nord-Sud è quotidiano. I dati sulla raccolta differenziata segnalano una distanza incredibile tra Lombardia e Sicilia – per fare un esempio –mentre la risposta al Covid sotto forma di adesione alla campagna di vaccinazione ha mostrato un Sud più responsabile. La Puglia per terze dosi ha superato l’Emilia-Romagna. Eppure, all’inizio si temeva il contrario.
«È vero e mi fa piacere che il Sud abbia sorpreso i pessimisti e i no vax. Nella primissima fase dell’infezione la gente che andava a cantare sui balconi mi aveva commosso, quell’abbraccio emotivo che si stabiliva tra persone che dovevano osservare il distanziamento mi aveva colpito. Anche perché la distanza sociale colpiva al cuore l’essenza stessa della meridionalità, la sua apertura verso gli altri. Poi con il passare dei mesi si è fatta strada nella popolazione l’idea che le cose stessero peggiorando e che ci stessimo inguaiando, che qui non avevamo tanti ospedali come al Nord e quindi è maturata sul campo una responsabilità civile forse maggiore che altrove. È il modo migliore che hanno i meridionali di rispondere alla mancanza dello Stato».


Lei è nata a Napoli, vi ha girato dei film e ora sta lavorando per la tv a Bari. Che differenze trova tra le due città?
«Tante. Napoli è più aggressiva, ruggisce. Non a caso da quell’atmosfera di contrasti anche violenti sono emersi scrittori, registi, personalità artistiche. Il dramma inevitabilmente forgia. Napoli è un unicum di colori, caos, vitalità ma è anche una città feroce. Quando ci vado ho nelle prime 48 ore quasi una sensazione di paura e poi quando mi allontano sento il bisogno di tornare. Tutto è amplificato: il traffico, la gente che urla, come ci si veste e come ci si muove. Anche la gentilezza è più cruda, non ha tratti borghesi. Penso che Napoli non sia replicabile, non è globalizzabile».
Bari invece...
«La Puglia è decisamente più dolce, la trovo protettiva, quasi materna. I baresi hanno toni più morbidi. Un temperamento diverso. E anche il peso della criminalità si avverte meno che a Napoli. Ho trovato i baresi molto attaccati al loro dialetto, c’è un legame identitario con il suono delle parole. Amo i dialetti, li studio quando riesco perché sanno realizzare una connessione profonda con la pancia delle persone.
HA da passà ’a nuttata è un’espressione che tradotta in italiano perderebbe la sua forza e insieme non trasmetterebbe lo stesso sentimento di speranza»

L'intervista completa è sul N°21 di 7 in edicola e digital edition con il Corriere della Sera da venerdì 27 maggio
Da corriere.it
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« Risposta #8 inserito:: Agosto 13, 2022, 11:23:09 pm »

Arcidio Baldani
 
Probabilmente non hai mai sentito nominare Clelia Romano Pellicano, ti racconto io la sua storia.
Clelia Romano Pellicano, intellettuale femminista, nacque nel 1873 a Napoli, da una famiglia di nobili origini e, all'età di 16 anni, sposò il marchese Francesco Maria Pellicano di Gioiosa Ionica, giovane deputato calabrese al Parlamento italiano, che morirà nel 1909, lasciandola sola con sette figli da mantenere e gestire il cospicuo patrimonio familiare costituito da azienda agricola,  industria della seta ed un'impresa di sfruttamento boschivo dei possedimenti nella Locride.
Nonostante il matrimonio che fu felice "un raro connubio della ragione e del cuore", come venne descritto dalla donna, non abbandonò la scrittura, anzi  vivendo principalmente tra Castellammare di Stabia e Roma, frequentò scrittori, poeti, intellettuali del calibro di Luigi Capuana, Matilde Serao,  Salvatore Di Giacomo.
In veste di giornalista, fatto insolito per una donna dell'epoca, pubblicò sulla rivista “La Nuova Antologia” di Firenze, di cui fu corrispondente, un' interessante inchiesta sulle industrie e le operaie di Reggio Calabria.
Parlando correntemente inglese e francese partecipò  nel 1909 a Londra al Congresso Internazionale femminile.
Emancipazionista convinta, tenne brillanti conferenze e intervenne in congressi femministi in Italia e all'estero.
Utilizzando lo pseudonimo Jane Grey scrisse novelle e romanzi dal forte timbro realistico.
"Le novelle calabresi" del 1908 descrivono la realtà contadina e dell’emarginazione delle donne del popolo, verso le quali la scrittrice nutre sentimenti di viva simpatia e solidarietà.
Titoli significativi sono "La vita in due" o "Coppie", nei quali analizzava e descriveva le difficoltà del matrimonio, le implicazioni sentimentali e le incomprensioni.
Le novelle "Colpo di Stato" e "Schiave", furono lodate persino da Benedetto Croce. 
Convinta europeista fu una pioniera del femminismo italiano.

Morì ancora giovane nel 1923 e purtroppo non riuscì a vedere il traguardo del suo impegno a sostegno dei diritti delle donne.
Le Storie di Arcidio...

da Fb del 13 agosto 2022
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