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Autore Discussione: L'esercito svizzero proibisce l'uso di Whatsapp: in futuro le comunicazioni ...  (Letto 1154 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Gennaio 05, 2022, 10:25:41 pm »

Keyystone/peter Schneider

L'esercito svizzero proibisce l'uso di Whatsapp: in futuro le comunicazioni interne dovranno essere effettuate unicamente attraverso la piattaforma elvetica a pagamento Threema.

A fine dicembre lo Stato Maggiore delle forze armate, secondo quanto ha rivelato il TagesAnzeiger, ha inviato un'email in cui viene chiesto a tutti i comandanti di utilizzare solamente l'applicazione Threema per le comunicazioni professionali con altri telefoni privati. Per ragioni di sicurezza nazionale vengono quindi banditi tutti gli altri servizi di messaggeria come Whatsapp, Telegram o Signal tra soldati.

Al momento non sono però previste sanzioni, secondo quanto riporta la Radiotelevisione svizzera SRF, per i militari che non rispetteranno il divieto di utilizzare piattaforme diverse da Threema, che comunque risulta già essere piuttosto diffusa tra i soldati. 

Le ragioni di questa scelta sono da ricercare nella protezione dei dati che Threema sembra garantire nei confronti dei concorrenti gratuiti. L'impresa elvetica non è infatti soggetta al Cloud Act, che consente alle autorità statunitensi di accedere alle informazioni sugli utenti delle società tecnologiche americane.

L'articolo del Tagesanzeiger che ha riferito la notizia (in tedesco).
Le direttive sull'utilizzo di Threema in seno all'Amministrazione federale.
L'esercito si attrezza contro le minacce provenienti dal web.

Keystone / Peter Klaunzer
I contrari al pacchetto di aiuti da 150 milioni ai media approvato in giugno dalle Camere federali, considerato una minaccia all'indipendenza dell'informazione e un duro colpo alla credibilità del settore, hanno lanciato oggi a Berna la campagna referendaria in vista del voto popolare del 13 febbraio.

Il grosso dei finanziamenti, sostiene il comitato referendario, andrà ai grandi editori, provocando così un'ulteriore marginalizzazione delle piccole testate e per questo motivo queste misure sono "una polpetta avvelenata".

Philipp Gut, ex firma del settimanale ultraconservatore Weltwoche, ha sostenuto in proposito che incombe il rischio concreto che i media diventino il megafono del governo, abdicando al loro ruolo storico di cani da guardia nei confronti del potere politico.

Sul fronte opposto Pietro Supino, presidente dell'associazione degli editori svizzerotedeschi Schweizer Medien (VSM), ha dichiarato che le sovvenzioni sono necessarie per compensare il calo delle tirature delle testate e l'aumento dei costi di distribuzione dei quotidiani, che svolgono un ruolo fondamentale nella formazione dell'opinione in un Paese federalista come la Svizzera.

La notizia di cui ci riferisce tvsvizzera.it.
La presentazione di swissinfo.ch dell'oggetto in votazione il prossimo 13 febbraio.
Le tappe e i dettagli del pacchetto varato da Berna nel sito della Confederazione.

Keystone / Peter Klaunzer
Avanzano Udc (destra) e Verdi liberali mentre calano i Verdi. È quanto emerge dal sondaggio pubblicato dalle testate del gruppo Tamedia a poco meno di due anni dalle prossime elezioni federali.

L'Unione democratica di centro, secondo l'indagine demoscopica, rafforzerebbe la sua leadership con il 27% dei consensi (+1,4%) e ancora meglio (+2,4%) farebbero i Verdi liberali che raggiungerebbero quota 10,2%, avvicinandosi così ai loro cugini Verdi. Questi ultimi, grandi vincitori dell'ultima tornata elettorale, arretrerebbero all'11,7% (-1,5%). Sostanzialmente invariate le posizioni delle altre formazioni politiche, con i socialisti al 16,2%, seguiti dai liberali (15,4%) e dall'Alleanza del Centro (13,3%).

Interessante il giudizio del campione degli interpellati sui consiglieri federali: a uscirne meglio è il ministro della sanità Alain Berset - spesso al centro di critiche per la gestione della pandemia - che ottiene una valutazione di 4,33 punti mentre Ueli Maurer (3,75) e il presidente della Confederazione Ignazio Cassis (3,51) non arrivano alla sufficienza.

Da sottolineare anche il fatto che le elettrici e gli elettori elvetici continuano a preferire l'attuale formula magica, che prevede un'equa rappresentanza di tutti i principali partiti in governo, a esecutivi più profilati sul piano politico.

L'articolo di lematin.ch con i dettagli del sondaggio Tamedia.
La notizia ripresa da rsi.ch.
Ne parla anche tio.ch.

Keystone / Arno Balzarini
Ristoranti chiusi a causa di dipendenti contagiati o in quarantena per il Covid-19 nei Grigioni ma gli esercenti per il momento sembrano in grado di parare il colpo.

Sono una dozzina i locali retici che hanno dovuto cessare l'attività in questi giorni, soprattutto a Davos e in Engadina, a causa delle defezioni dei collaboratori rimasti a casa per malattia, altri hanno invece adeguato l'offerta in funzione delle assenze. Ma questa situazione non sembra togliere il sonno a Franz Caluori, presidente di Gastrograubünden.

La carenza di personale è un problema, ha indicato il portavoce dei ristoratori grigionesi, ma le feste di fine anno sono passate e il numero di clienti è ridotto, motivi per i quali queste chiusure forzate sono economicamente sostenibili.

L'ondata di Omicron dovrebbe stabilizzarsi, ha ancora osservato Franz Caluori che è fiducioso sul prosieguo della stagione invernale, a partire dalle vacanze sportive che inizieranno tra un paio di settimane.

I disagi di esercenti e imprese di trasporto nel servizio di tvsvizzera.it.
Il Blick lancia l'allarme sulla mancanza di personale nei ristoranti grigionesi (in tedesco. 
Difficoltà analoghe sono emerse anche in Vallese dove i ristoratori si sono prestati i dipendenti, come indica in un altro servizio blick.ch (in francese).
 
Cosa ne pensate del certificato Covid-19 richiesto nei locali chiusi come bar e ristoranti in Svizzera?
 
Tomoko Muth
Abbreviazione: tm


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