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Autore Discussione: FATTI che ci dovrebbero unire, nel respingere il MALE!  (Letto 14920 volte)
Arlecchino
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« Risposta #30 inserito:: Ottobre 21, 2021, 12:01:12 am »

Fatto #1

A Trieste la polizia ha agito per contrastare i gruppi, arrivati da varie zone del paese, intenzionati a trasformare la protesta dei portuali in occasione di scontri e di blocchi, in simbolo di quella che chiamano resistenza agli obblighi di certificazione vaccinale per accedere ai luoghi di lavoro.

La protesta originaria, tra l’altro, era anche pressoché terminata. E gli stessi portuali non avevano più nulla a che fare con gli obiettivi e soprattutto con i metodi della manifestazione e del presidio.
A condurre le danze sono quelli che, in modo anodino, l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini definisce cittadini, mentre critica le azioni della polizia (uso di idranti e lacrimogeni) per disperderli.
E poi, affiancato da Giorgia Meloni, si impelaga in un paragone senza senso, dicendo che sono stati lasciati indisturbati i violenti di Forza Nuova e fermati con interventi decisi, invece, i famosi cittadini nel porto di Trieste.
La polizia, cui sempre Meloni e Salvini chiedono mano dura, ha usato metodi non durissimi ma neanche troppo gentili per tentare di disperdere la protesta. Probabilmente l’ostilità al green pass diventerà endemica, continuerà a durare ancora un po’, fino, poi, a calare e sparire. Ah, una curiosità sostanziosa e una richiesta formale di Marco Bentivogli da non trascurare.


da - https://mail.google.com/mail/u/0/?hl=it&shva=1#inbox/FMfcgzGlkPcpXczKKvfFZjgdCVMMFLrQ
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« Risposta #31 inserito:: Ottobre 27, 2021, 12:38:16 pm »

Se gli Italiani capissero il valore di Draghi, utilizzato da lui a vantaggio dell'Italia TUTTA, i Partiti (a parte quelli della Destra Sfascista) lo lascerebbero lavorare!

E imparerebbero, da lui, ad avere rispetto della popolazione e in particolare dei cittadini.


Io su Fb del 27 ottobre 2021
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« Risposta #32 inserito:: Novembre 07, 2021, 11:52:31 pm »

QUALE NORDEST?
   
FEDERICO GNECH
24 dicembre 2019

A volte ho il sospetto che le interminabili geremiadi sul destino di Venezia, oltre a provocare l’assuefazione, la noia e il fastidio in tanti miei connazionali, rischino di oscurare le vicende di quello spazio che coincide in gran parte proprio con lo Stato da tera della Serenissima. Mi riferisco ovviamente alla benedetta locomotiva del Nordest, simbolo dei successi della piccola e media impresa, già zona depressa e meridione più settentrionale d’Italia, bersaglio di sfottò a partire dalle servette della commedia all’italiana fino alle uscite di Toscani sull’alcolismo dei veneti. Un territorio raramente in grado di esprimere una classe dirigente di respiro nazionale – De Gasperi non vale: crebbe da suddito austroungarico ed esordì al Reichsrat di Vienna! – ma che da quarant’anni risulta assai importante dal punto di vista economico e politico, al punto che il resto degli italiani farebbe bene a conoscerlo meglio, al di là delle settimane bianche e del prosecco e degli scandali bancari. Da un saggio giornalistico come Schei di Giannantonio Stella al notevole flusso di coscienza di Cartongesso di Francesco Maino, i testi sul Nordest contemporaneo certamente non mancano. Con Lettere da Nordest, gli amici Cristiano Dorigo ed Elisabetta Tiveron, che hanno già curato per Helvetia due volumetti simili, uno su Porto Marghera e l’altro – nel quale compare indegnamente anche il sottoscritto – su Venezia, hanno raccolto diciassette brevi testi tentando la strada della varietà estrema per fissare l’estrema complessità del Triveneto. Avremo quindi la prosa e i versi, la fiction e il racconto giornalistico, l’invettiva e la descrizione, la memoria personale e la riflessione storica, messe assieme non certo con l’intenzione di dare un quadro esaustivo, quanto di aprire dei brevi squarci su una realtà ignorata o schematizzata malamente dai mass media. Da questo punto di vista, la volontà dei curatori di andare “oltre i luoghi comuni”, come recita la quarta di copertina, è accolta solo in parte dagli autori. I luoghi comuni sono tali anche se di segno critico, come nel pasolinismo un po’ forzato che affiora qua e là nelle pagine di Fulvio Ervas. Inevitabile che in tanti scrittori cresciuti in un Veneto sfigurato dal cemento prevalga il rimpianto, che era già di Parise e di Zanzotto, per le file di salici e i pescigatto e i fossi che non ci sono più, cioè per quella civiltà contadina che, tuttavia, facciamo sommessamente notare, era fatta anche di fame, pellagra ed emigrazione forzata. C’è anche chi si spinge ben più indietro degli anni del boom alla ricerca di una perduta età dell’oro, come Angelo Floramo, che nella sua colorita apologia del “popolo del Friul” ricorda il momento in cui “le tristi soldataglie del Savorgnan congiurarono per vendere a Venezia una terra libera da centinaia d’anni”. Per contro, il triestino Luigi Nacci e il bolzanino Stefano Zangrando ci ricordano quanto pesi ancora il dannato fardello della Storia in un’area di confine attraversata sino a pochi decenni fa da sanguinosi conflitti etnici – un’eredità che distingue davvero questa macroregione informale dal resto della nazione. Ciò che invece il Nordest condivide con gran parte d’Italia sono l’orografia e la marginalità dei suoi territori montani; il confine in questo caso non è politico, ma biologico, esistenziale, limite dell’umano alle prese con una natura non addomesticabile. Ne scrive il bellunese Antonio Bortoluzzi, contrapponendo l’idea pseudoromantica di una montagna solitaria, tipica del marketing turistico, alla realtà ben nota ai suoi abitanti: in montagna, in assenza di comunità, la stessa sopravvivenza fisica è a rischio. Sempre a proposito di stereotipi demoliti, il testo di Tiziano Scarpa, qui nelle vesti non di romanziere, ma di giornalista culturale alle prese col longform, è forse il migliore del lotto perché lascia che sia il Nordest stesso a esprimersi, in questo caso per bocca di Ivano Sartor, storico locale ed ex sindaco di Roncade, in provincia di Treviso. Un luogo in cui apparentemente non c’è nulla e che si rivela invece ricco di incontri sorprendenti, dal solito Hemingway a un pioniere dell’industria dell’automobile. Sono sempre più convinto che questo sia uno dei modi più interessanti, se non il migliore, di tentare di raccontare queste – o altre – terre, scavando nel particolare, nella cosiddetta microstoria, cercando di rimediare alla nostra sempre più patologica disattenzione mostrando come i margini della scena siano importanti quanto il suo centro.

Lettere da Nordest – Testi di: Ubah Cristina Ali Farah, Gianfranco Bettin, Francesca Boccaletto, Antonio G. Bortoluzzi, Roberta Cadorin, Alessandro Cinquegrani, Elisa Cozzarini, Fulvio Ervas, Angelo Floramo, Patrizia Laquidara, Luigi Nacci, Silvia Salvagnini, Giacomo Sartori, Federica Sgaggio, Tiziano Scarpa, Gian Mario Villalta, Stefano Zangrando, Francesco Jori.

https://www.glistatigenerali.com/letteratura_societa-societa/quale-nordest/?fbclid=IwAR2T3EHe3rxNH95OjUSdhIbmpw3O76WRF2PSMrFnxgD7RHlfqRzS3mq8TLo

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« Risposta #33 inserito:: Novembre 20, 2021, 06:00:07 pm »

Quali "Coltivazioni Locali" inibiscono l'incontrare altre Culture?

Ho chiesto a Facebook di modificare il Titolo a questo nostro Gruppo, ma lo concederanno soltanto dopo il 1° dicembre 2021.
Ringrazio.

Come noto io modifico di frequente i Titoli dei nostri Gruppi, perché li intendo come contenitori di TEMI in continua evoluzione, stimolati dall’agitarsi della realtà sociopolitica italiana.
Il fatto, per me triste, che siano Gruppi Tematici frequentati soltanto da lettori rende più semplice l’attuazione di questo mio “imperio”. 

Il nuovo Titolo sarà quello indicato qui sopra, nulla ci vieta di anticiparne l’approfondimento.

Ma finisce che lo farò io da solo, per l’assenteismo partecipativo non soltanto su temi sociali e politici, degli utenti-scrittori.

ggiannig ciaooo

IO su Fb 20 novembre 2021
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« Risposta #34 inserito:: Novembre 24, 2021, 09:56:49 pm »

Chi ha soffocato la voce dei Medici di Vicenza?

Sul foglio della loro Associazione, Stetoscopio dell'aprile 2015, il loro “grido di dolore” era già espresso con chiarezza.

Chi non ne ha tenuto conto, anzi …

ggiannig ciaooo
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« Risposta #35 inserito:: Dicembre 20, 2021, 06:49:02 pm »

Draghi e i suoi buoni propositi, da "uomo solo", crivellati da una/cento resistenze degli interessi e deficienze del passato.

Un esempio veneto: a due ottantenni per giusta causa vengono praticate a domicilio 2 vaccinazioni COVID e l'antinfluenzale.
A inizio novembre scadono i sei mesi dalle vaccinazioni COVID, il medico di base segnala che la terza non si fa più a domicilio (Sic!).
Poi il Sistema cambia il medico, ma non si vede quello nuovo a 12 giorni dall'insediamento e non si riesce contattarlo al Centro Medico barricato.

Conclusione: 2 ottantenni (un invalido al 80%) sono scoperti dopo oltre 40 giorni dopo sei mesi dall'ultimo vaccino, perché? ... BOH.

PS: Da marzo 2020 sono reclusi in casa, serviti di tutto grazie al nuovo business (spesa, fisioterapista, parrucchiere, pedicure, infermiera per iniezioni e ogni altro eventuale) ovviamente privatamente.
A proprie spese e senza NESSUN obolo RegionalStatale, che non vogliono!

Senza nessun sgravio fiscale che non è previsto per il Nuovo Business di assistenza privata a domicilio!

ciaooo
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« Risposta #36 inserito:: Gennaio 05, 2022, 12:13:14 pm »

Triste affermare che viviamo in una società che non ha meritato, un simile Presidente.

Non perché la maggioranza degli Italiani siano abietti, al contrario!

Ma con la loro superficiale indifferenza, per il sociale, lasciano che scorribande di Predoni di ogni tipo ci derubino la SERENITA'.

ciaooo

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« Risposta #37 inserito:: Febbraio 03, 2022, 11:03:24 pm »

Da Vecchi si impara a riflettere, sugli accadimenti e sulle azioni delle persone, con più giudizio e freddezza, soprattutto si cerca l'essenziale negli scopi che si prefiggono al di là del ciò che si vuol far apparire.

Lo scopo essenziale di Report ci è NOTO farci conoscere le cose “strane” e non positive, di cui è ricchissimo il nostro Paese.
E sino a prova contraria il loro SCOPO d’informare è ONESTO!
Nell’attesa che la Magistratura ci faccia capire e si spieghi con i suoi ATTI.

Non voglio immaginare lo scopo dell’attacco a Report portato da Grasso, ma non mi piace.
Manca anche di originalità!

ciaooo

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