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Autore Discussione: GUSTAVO A. ROL RESUSCITA IL CUGINO FRANCO ROL (1953)  (Letto 1239 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Luglio 19, 2020, 07:05:22 pm »

Gustavo Adolfo Rol
GUSTAVO A. ROL RESUSCITA IL CUGINO FRANCO ROL (1953)

Marina Ceratto, figlia dell’attrice Caterina Boratto (1915-2010), ha recentemente pubblicato un volume sulla sua amicizia con il regista Federico Fellini dove parla anche di G.A.Rol, da lei conosciuto già da bambina. Gli aneddoti non sono molti, tuttavia ve n’è uno inedito e molto significativo, che conferma – se ancora ce ne fosse bisogno – come Rol fosse un Grande Illuminato, come pochi altri Maestri nella storia.
In effetti, lo scrivente Franco Rol – nipote del Franco Rol di cui si parla nel racconto qui di seguito – si è spesso chiesto come mai non si conoscessero ancora testimonianze su questo tipo di “possibilità” nella biografia di G.A. Rol – far tornare in vita una persona deceduta, come Gesú con Lazzaro (Gv 11, 1-44) – visto che pur essendo una “siddhi” molto rara è tuttavia ben conosciuta dalla tradizione indù (e in misura minore da altre tradizioni) e compatibile appunto con le possibilità di un grande Maestro spirituale.
Ora questa “lacuna” è stata colmata, e porta il numero delle “possibilità” di G.A. Rol, che avevo classificato nel 2012 in numero di 49, a 50, una coincidenza anche simbolicamente appropriata.
Ecco il racconto:

«Mamma [Caterina Boratto] era rimasta legata a Rol, tramite gli amici Elsa e Nino Farina, il campione automobilistico, cui il sensitivo consigliava come impostare le gare sulle piste di tutto il mondo, tappa dopo tappa.
Quella sera [1964 c.ca] mia madre raccontò, fra lo stupore generale [presente anche Fellini], che Rol, da Torino, aveva fatto risorgere un cugino deceduto durante la Targa Florio a Palermo.
Dato per morto da due medici diversi e mentre già era stata allestita la cerimonia funebre nella Cattedrale, mio padre [Armando Ceratto] vide il defunto sollevarsi piano piano dalla cassa, e le candele vibrare per il suo respiro improvviso. Gli amici intorno riuniti fecero appena in tempo a dire “Mai visto Franco con una così bella cera!” che rimasero senza parole. Il morto si era seduto nella bara e si guardava intorno disperato e stupito.
Tanto che si era ridisteso, desiderando in cuor suo esser morto per sempre, poiché pur essendo un uomo di grande ingegno e fortuna economica, era sommamente infelice e anni dopo [nel 1977] si suicidò gettandosi in mare.
Rol ebbe a dire: “Ho potuto salvarlo una volta, non due! Decide sempre e solo Dio il nostro destino”.
Mi disse come il miracolo fosse stato ottenuto prevedendone la morte e supplicando la sua salvezza da Gesù. In seguito il cugino era completamente sfuggito alla sua vista e al suo potere.»
(Ceratto, M., “La cartomante di Fellini. L’uomo, il genio, l’amico”, Baldini+Castoldi, Milano, 2020, pp. 162-163)

Chiariremo qui subito alcuni punti (oltre alle parentesi quadre già aggiunte) riservandoci maggiori approfondimenti in altra sede.
Parlando direttamente con l’autrice, ci ha intanto chiarito che la Cattedrale era quella di Palermo.
Premettiamo che lo scrivente, così come mia mamma Raffaella, figlia di Franco, non conoscevamo questa storia. M. Ceratto non riferisce l'anno, ma si tratta del 1953, quando nell’ambito della XIII Mille Miglia, al Giro di Sicilia, mio nonno Franco Rol – industriale nel settore chimico e pilota di automobilismo – uscì fuori di strada precipitando da una scarpata e fu portato in condizioni gravissime prima all’ospedale di Castelvetrano e in seguito in una clinica di Palermo.
L'incidente era avvenuto al mattino di domenica 12 aprile. Nel tardo pomeriggio Franco aveva perso conoscenza, e risulta dai giornali dell’epoca che la riprese solo il giorno successivo (lunedì 13 aprile) nel pomeriggio, quindi circa 24 ore dopo.
La sera di domenica e la notte di lunedì, mia nonna Elda con altre persone da Torino, e altri amici di Franco da Milano, andavano al capezzale del moribondo a Palermo.

È in questo lasso di tempo che deve essere collocato l'episodio di cui riferisce Marina Ceratto.
A voce M. Ceratto non ha saputo aggiungere ulteriori dettagli. Mia mamma nel 1953 era poco più che una neonata e quindi non è stata resa partecipe di questa vicenda. Non ricorda che da adulta se ne sia parlato. Ma la cosa non è sorprendente, perché, per strano che possa sembrare, quasi mai nella mia famiglia si parlava delle “possibilità” di Gustavo, erano considerate “routine” sia da mia nonna che da mia mamma (su questo dirò maggiormente in altra sede).
Probabilmente i medici diedero per morto Franco a tarda sera o nella notte. In una fase avanzata della notte o al mattino del giorno seguente sarebbe stata allestita la veglia funebre nella Cattedrale, che sarebbe stata quindi la camera ardente. Il funerale si sarebbe certamente poi svolto a Torino nei giorni successivi.
I giornali dell’epoca però, per lo meno “La Stampa”, non menzionano la Cattedrale (e ovviamente neanche il “ritorno alla vita”). Ci sono due possibilità: premesso necessariamente che il fatto sarebbe rimasto conosciuto solo da quella ristretta cerchia di familiari e amici (incluso il padre di M. Ceratto) che erano intorno alla bara aperta (come è solito nelle veglie funebri), la risurrezione (a distanza, visto che Gustavo non era lì presente) avrebbe anche potuto accadere direttamente in una stanza della clinica adibita a camera ardente (e magari la Cattedrale era rimasta solo al livello di ipotesi, poi non concretizzatasi.) Oppure, effettivamente il fatto è avvenuto in Cattedrale, ma i protagonisti si sono ben guardati dal renderlo pubblico, men che meno ai giornali.
Circa l'ultima frase, cioè che Franco in seguito fosse «completamente sfuggito alla sua vista e al suo potere» non può significare che non si videro più, perché si frequentarono ancora (anche se mio nonno in effetti non stava molto a Torino, per lavoro viaggiava spesso), ma forse che Gustavo non avesse più presa su di lui. Tra l'altro, Franco scansava in genere gli incontri di “esperimenti”, era qualcosa che non lo interessava e ne aveva una specie di timore.

Dell’incidente, oltre agli articoli dell’epoca, si fa menzione in un cinegiornale dell’Istituito Luce (dal secondo 00:24 al secondo 00:28), qui: https://youtu.be/VlDUYEeo1JQ
Per altro materiale documentario su Franco Rol pilota, si cfr. la pagina Facebook che lo scrivente gli ha dedicato dal 2018 (cliccare sul link, non sulla foto): https://www.facebook.com/FrancoRolPilota

Da Fb del 17 luglio 2020
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