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Autore Discussione: Allearsi con i più forti è una buona difesa, ma solo se si è già forti di nostro  (Letto 1344 volte)
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« inserito:: Agosto 09, 2020, 01:00:35 pm »

Care abbonate e cari abbonati,
 
buon venerdì con l'editoriale di Lucio Caracciolo, il nostro #IdeaLimes odierno.
Il direttore fa il punto sui benefici del Recovery Fund, che non sono esclusivamente né principalmente finanziari.

Con un avvertimento: può essere la nostra ultima occasione.

...


Scrive il direttore:

Il destino dell’Italia è legato alla Germania.
 
Il “vincolo esterno” sancito quasi trent’anni fa a Maastricht, quando Andreotti e Carli stabilirono che l’Italia non era in grado di governarsi da sé e si affidava quindi all’Unione Europea, è oggi vincolo tedesco. Senza virgolette.
 

La scelta di Angela Merkel a favore del salvataggio dell’Italia via colossale Recovery Fund garantito dalla reputazione tedesca sui mercati è evento di cui non abbiamo pienamente colto il senso. Svolta paragonabile a quella compiuta alla fine degli anni Novanta da Helmut Kohl, quando contro la Bundesbank e la netta maggioranza dei suoi elettori volle l’Italia subito nell’euro. Solo che stavolta non ci sarà appello.
 

Perché questa decisione tedesca? Quali conseguenze per noi? Alla prima domanda risponde un sillogismo.
 

L’interesse nazionale tedesco consiste nel salvare ciò che resta dell’architettura europea. Questa oggi non si salva se l’Italia affonda. L’Eurozona concepita dalla Francia e dall’Italia per punire la Germania, colpevole di essersi riunificata, con la cessione del marco e del primato della Bundesbank in Europa, è stata rovesciata da Berlino nel suo opposto: meccanismo per sostenere l’economia germanica – parte integrante della stessa identità tedesco-federale – fondata su una moneta stabile ma non troppo forte e sul formidabile surplus commerciale, subìto dagli eurosoci in omaggio ai rapporti di forza non certo alle “regole”. Per la Germania vestire con i colori europei gli interessi propri resta dogma. Come tutti i dogmi, non eterno. Specie nella patria di Lutero. E in tempi di epidemia virale.
 

Allo stesso tempo, le dimensioni economiche, geopolitiche e simboliche dell’Italia – più rilevanti di quanto spesso immaginiamo – sono tali da convincere i nostri partner più importanti a non cedere alla tentazione di lasciarci andare alla deriva. Pena la crisi probabilmente finale dell’improbabile costruzione comunitaria, sempre più divisa al suo interno.
 

Si aggiunga che il Nord Italia è allo stesso tempo area nazionale più colpita dal Covid-19 e pregiata parte integrante della catena tedesca del valore, ed ecco spiegata la scelta di Merkel. Disposta per questo a scontrarsi frontalmente con austriaci, olandesi e altri sedicenti (senza vergogna) “frugali”, a loro volta insofferenti del monopolio tedesco – temperato dal socio francese – nella gestione geoeconomica dell’Ue.
L'editoriale continua qui


Grazie dell'attenzione e buon fine settimana
Niccolò Locatelli
Coordinatore di Limesonline

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