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Autore Discussione: "Il senno diventa pazzia, il beneficio tormento". (Goethe, "Faust").  (Letto 1623 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Giugno 14, 2020, 06:53:11 pm »

Riflessioni di un vecchio Darwin.

"Vernunft wird Unsinn, Wohltat Plage" –
"Il senno diventa pazzia, il beneficio tormento".
(Goethe, "Faust").

Questa affermazione è proferita da Mefistofele rispetto alla studio delle leggi, in sostegno alla affermazione dello scolaro che non gradisce lo studio della giurisprudenza. Perché le leggi che ci accordiamo portano alla contraddizione ed alla violazione del diritto al godimento delle proprie pulsioni, alla felicità.

Infatti continua così, parlando dell'eredità delle leggi e dei diritti. "Te infelice che sei discendente di tali padri! Del diritto che nasce con noi non si fa, purtroppo! mai parola".

Rompere il rispetto di leggi e diritti per appagare la propria vitalità.
La vitalità è uno dei cardini della cultura fascista, lo slancio vitalistico impone la ricerca della supremazia dell'uno sull'altro. Il capo, il duce è così giustificato dalla necessità dell'uno di imporsi sull'altro in una scala sociale precisa e naturale, in cui molti devono sopportare la supremazia di alcuni, anche loro soggetti ad una gerarchia in cui domina il capo supremo.

Piccola chiosa, chi si rifà a quel vitalismo oggi di fa chiamare "fratelli d'Italia", una bella contraddizione di termini.

E' subdolo Faust quando parla di conoscenza, poi. Soavemente svia in un cammino di ignoranza reale.
Dice "Prima di tutto dovete studiare la metafisica! Cercate qui di comprendere con profondità di pensiero ciò che entra in un cervello di uomo!". E poi: "Inutile che ve ne andiate in giro intento alla scienza, ognuno impara solamente quello che può imparare".

Continua inneggiando alla vitalità che prevarica le donne, come se il diritto dell'uomo fosse di cogliere a piacimento le donne.

Lo scolaro invita Mefistofele a lasciargli sul quaderno un segno di tale saggezza.
Mefistofele verga "eritis sicut deus scientes bonum et malum." "sii come Dio, conoscendo il bene e il male". La frase proferita dal serpente ad Eva per invogliarla a disobbedire. La conoscenza intesa non come indagare sul mondo ma solo per affermare il concetto che il proprio egoistico vantaggio è il bene, mentre il benessere collettivo è il male che nega i propri diritti.

Questo imbroglio logico, l'indicare che il fine della scienza conoscenza non è la conoscenza del mondo ma la violazione del bene, è alla base dalla guerra alla scienza perpetrata per secoli.
La conoscenza non porta alla negazione dei diritti universali per il diritto all'egoismo.

Così non sappiamo più chi è Mefistofele.
Buon Giorno
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 05, 2020, 06:47:15 pm »

La mia sinfonia tra Beethoven e Thomas Mann | Rep

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