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Autore Discussione: COVID19 E GRAMSCI: ABBIAMO EVITATO DI TRASCURARE I SACRIFICI INUTILI  (Letto 1281 volte)
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« inserito:: Aprile 14, 2020, 04:53:18 pm »

COVID-19 E GRAMSCI: ABBIAMO EVITATO DI TRASCURARE I SACRIFICI INUTILI
   
EMANUELE TELESCA
 11 aprile 2020

In questi giorni mi è capitato di rileggere Gramsci. Un incontro fortuito. Come un detenuto, nell’ora d’aria lungo il corsello dei box, ho scovato nel contenitore per la raccolta differenziata della carta alcuni libri – buttare libri è un crimine! Condivideteli, donateli, prestateli, ma non inceneriteli! – tra cui un volume delle opere di Lenin nonché, appunto, testi gramsciani. Politicamente parlando il mio condominio dà prova di grande maturità. Ma non è questo il punto.

Mi sono concentrato in particolare su un testo del 1987 edito da l’Unità intitolato “Gramsci. Le sue idee nel nostro tempo”. La necessità di una simile pubblicazione viene chiarita nella premessa dall’allora direttore del quotidiano comunista Gerardo Chiaromonte, ossia un primo approccio al pensiero e alla vita di Gramsci a cinquant’anni dalla sua morte. Con evidente orgoglio Chiaromonte la definisce come “la più importante iniziativa politico-culturale-editoriale che un quotidiano italiano abbia mai tentato” volendo così contribuire “a un allargamento massiccio, straordinario, della conoscenza delle idee di Gramsci fra gli italiani e in particolare fra le giovani generazioni”, scommettendo sulla loro passione politica e culturale.

Dopo un primo momento di commozione per quella spinta idealistica, nostalgico per lo smarrito ruolo di faro della cultura nazionale da parte della carta stampata, mi sono addentrato tra le pagine del testo. Una parte cospicua è dedicata alle parole chiave del pensiero gramsciano, vero e proprio dizionario in miniatura per interpretarne formulazioni e intuizioni. Fra tutte a incuriosirmi è “Cadornismo”, neologismo riferito al generale Luigi Cadorna, capo di Stato maggiore nella prima guerra mondiale fino al disastro di Caporetto. Come chiarisce il Prof. Valentino Gerratana, filosofo comunista studioso delle riflessioni gramsciane, “Cadorna e Caporetto diventano ben presto […] metafore di un pensiero politico. […] Cadorna è visto da Gramsci come un burocrate della strategia: colui che sacrifica la realtà allo schema e che dopo aver costruito il suo piano strategico con ipotesi «logiche» non esita a dar torto alla realtà e si rifiuta di prenderla in considerazione. In questo tipo di strategia agli individui non spetta altra sorte che quella di essere sacrificati, e non ha senso quindi parlare di sacrifici inutili”. Gramsci individua così un parallelismo con i dirigenti politici dell’epoca, discorso polemico contro quelli che definisce gli «strateghi del cadornismo politico» persuasi
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