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« inserito:: Gennaio 19, 2020, 09:46:28 pm »

Iraq, l'ayatollah Khamenei alla folla in preghiera: "Proteste manipolate dai nemici".

Sono 11 i soldati Usa feriti nel raid

Davanti a migliaia di persone che hanno cominciato a radunarsi dalle prime ore del mattino la Guida Suprema officia la grande preghiera musulmana: in passato lo aveva fatto solo in periodi di crisi, non accadeva dal 2012. Il presidente Trump smentito dal comando Usa a Bagdad: soldati feriti curati per trauma cranico

Dal nostro inviato PIETRO DEL RE
17 gennaio 2020

BAGDAD - Per via delle gravi tensioni nazionali e internazionali che funestano l'Iran, oggi è la Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, a presiedere a Teheran la grande preghiera del venerdì, davanti a una folla immensa che ha cominciato a radunarsi dalle prime ore del mattino.
"Quei pagliacci che sostengono di essere dietro il popolo sono bugiardi. Sono manipolati dai nemici e non hanno dedicato le proprie vite alla sicurezza dell'Iran, diversamente da gente come Soleimani", ha detto la Guida suprema, accusando i manifestanti che nelle proteste dei giorni scorsi hanno strappato i poster appesi per commemorare il generale Qassem Soleimani.
"Nelle ultime due settimane ci sono state giornate amare e dolci, un punto di svolta nella storia. I due grandi avvenimenti dei funerali del generale Qassem Soleimani e del giorno in cui l'Iran ha attaccato le basi Usa sono stati 'Giorni di Allah'. I due episodi, miracoli delle mani di Allah, hanno mostrato il potere di una nazione che ha dato uno schiaffo in faccia agli Usa e che la volontà di Allah è continuare il cammino e conquistare la vittoria", ha aggiunto Khamenei
Che poi è tronato a parlare della'assassinio del generale Soleimani, "era un comandante anti-terrorista nella regione, è stato uno scandalo che ha portato infamia sugli Usa, perché lo hanno ucciso vigliaccamente e non sono stati capaci di farlo sul campo di battaglia, usando lo stesso metodo del regime sionista". La "tragedia amara" dall'abbattimento dell'aereo ucraino a Teheran "non deve oscurare il sacrificio di Soleimani".
Per quanto riguarda il nuclerare: "Ho detto sin dall'inizio che non ho alcuna fiducia nel dialogo con l'Occidente sulle nostre attività nucleari e nei gentiluomini che siedono ai tavoli negoziali e vestono guanti di seta sulle loro mani di ferro. Sono al servizio degli Usa. Il dialogo con loro è un inganno".
In passato, Khamenei ha officiato la grande preghiera musulmana solo in periodi di crisi: lo fece nel 2009, in concomitanza con le proteste contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad alla guida del Paese; e poi nel 2011 per la "primavera araba". L'ultima volta che Khamenei tenne il sermone durante le preghiere del venerdì fu nel febbraio del 2012, sempre in occasione di proteste, all'epoca diffuse in tutto il Medio Oriente.

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Iran, scontri con i manifestanti: la polizia spara. Trump: "Non uccidete il vostro grande popolo"
Dopo le manifestazioni antigovernative dei giorni scorsi seguiti all'abbattimento dell'aereo iraniano, Khameini vuole dimostrare di avere ancora il pieno sostegno del popolo, soprattutto in un momento delicato come questo, con il presidente iraniano Hassan Rouhani che ieri ha nuovamente difeso la sua politica di apertura internazionale, "difficile, ma possibile", e con la Guida Suprema che ripete da anni che non ci si deve fidare degli occidentali proibendo qualsiasi negoziato con l'amministrazione Trump. Per questo, l'appello di Khamenei all'unità nazionale, in un momento di crisi interna e grande tensione con gli Usa.

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DI ALBERTO CUSTODERO

11 militari feriti nel raid di Teheran
 Sempre oggi, è stata pubblicata la notizia che undici militari americani sono rimasti feriti nel raid missilistico di Teheran contro basi statunitensi in Iraq, lanciato come ritorsione per l'uccisione del generale Qassem Soleimani. Lo scrive il sito Defence One, smentendo Trump che aveva assicurato che il raid missilistico non aveva fatto vittime né feriti tra gli americani. Il sito precisa che i militari sono stati trasferiti in Germania e in Kuwait dove sono stati sottoposti a trattamenti per trauma cranico e ad ulteriori esami. "Per un eccesso di cautela, alcuni militari sono stati trasportati dalla base Al Asad, in Iraq, al centro medico di Landstuhl in Germania, e altri al Camp Arifjan, in Kuwait, per screening di follow-up", ha riferito a Defence One il colonnello Myles Caggings, portavoce del comando Usa a Bagdad.
Al termine dei controlli, i militari feriti dovrebbero tornare in Iraq. Secondo fonti di Defence One, almeno un militare ha subito una commozione cerebrale. La notizia è stata confermata alla Cnn dal capitano Bill Urban, portavoce del comando centrale degli Stati Uniti, che sovrintende alle truppe in Medio Oriente.

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Un portavoce del Pentagono ha poi precisato che otto persone sono state trasportate al Landstuhl Regional Medical Center in Germania e tre a Camp Arifjan in Kuwait per accertamenti: "Tutti i soldati nelle immediate vicinanze dell'esplosione sono stati visitati e valutati secondo la procedura standard, secondo il Dipartimento della Difesa. Se saranno ritenuti idonei al servizio dopo lo screening, torneranno in Iraq".
"La Repubblica si batterà sempre in difesa della libertà di informazione, per i suoi lettori e per tutti coloro che hanno a cuore i principi della democrazia e della convivenza civile"
Carlo Verdelli

Da - https://www.repubblica.it/esteri/2020/01/17/news/soldati_usa_feriti_attacco_iran-245979788/?ch_id=sfbk&src_id=8001&g_id=0&atier_id=00&ktgt=sfbk8001000&ref=fbbr
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