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Autore Discussione: Alberto Ravaioli - 27 Set 2017 - Conferenza programmatica PD, Politica  (Letto 1600 volte)
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« inserito:: Luglio 08, 2019, 05:11:46 pm »

Immigrazione e integrazione, il dibattito su cosa è di sinistra ha proprio stufato

27 Set 2017
Alberto Ravaioli

Conferenza programmatica PD, Politica

In periodo di Conferenza programmatica del PD, ho già trattato recentemente alcuni temi sensibili della politica italiana: quello del fisco e ancor prima quello del debito pubblico.
Un terzo tema è certamente l’immigrazione.
Siamo sicuramente di fronte a fenomeni epocali.
Questo periodo storico, che anche Papa Francesco ha definito come “una terza guerra mondiale” anche se combattuta a pezzetti o a macchia di leopardo, appare sicuramente molto particolare e molto complesso.

Come sono complesse le ragioni dell’immigrazione nei paesi Occidentali: povertà e differenze economiche sicuramente, e poi guerre, molte delle dovute alla rinascita di integralismi religiosi; in particolare nel mondo islamico, ma non solo. Ricordo, per non essere accusato di partigianeria, che l’integralismo religioso non è tipico solo dell’Islam, ma lo è stato a lungo del Cristianesimo, sia quello cattolico che quello riformato, dove peraltro persistono congregazioni a dir poco estremiste. E vi sono integralismi ebraici, indù e altri ancora. Ma ovunque, per fortuna gli integralismi con il tempo inesorabilmente arretrano e probabilmente questa è una ragione che li rende più aggressivi. Questo arretramento avverrà, credo e penso, per la religione mussulmana nei prossimi anni.

L’immigrazione è un tema molto caro al mondo cattolico, per l’universalismo che attraversa tutta la cultura del cristianesimo. Ed è altrettanto caro a molta parte della sinistra, per le idee di internazionalismo e di egualitarismo che la caratterizzano. Un tema fondamentale quindi per il PD, che di queste culture e di questi mondi è una delle espressioni principali.
Ma prima di riflette su quale dovrebbe essere oggi la politica del partito Democratico sull’immigrazione, fermiamoci un momenti su numeri e dati.

I NUMERI DELL’IMMIGRAZIONE
Gli immigrati in Italia sono passati da numeri oscillanti fra 40 e 60.000 all’anno, prima del 2013, con un trend costante nel tempo, ai 170.000 nel 2014, 150.000 nel 2015 e 180.000 nel 2016, con aumenti di 3-4-5 volte nei numeri assoluti.

Certo è che molta parte di costoro non si fermerebbe nel nostro Paese, ma la difficoltà del riconoscimento e della individuazione personale e l’ostruzionismo che molti Paesi europei fanno alla loro accoglienza (vedi Francia e Austria, per non parlare di Ungheria e Polonia) hanno creato in Italia una situazione a mio parere insostenibile.
Ma andiamo avanti con i numeri.

E’ vero nel nostro Paese abbiamo un numero inferiore di popolazione italianizzata straniera, l’8.3% del totale, contro il 10.4 della Germania, l’8.4% del Regno Unito e il 7.9% della Francia, ma sono sempre all’incirca un cittadino su 10, con un totale di popolazione straniera nel 2015 di circa 5.7 milioni, di cui circa 1 milione di mussulmani, di cui il 35% marocchini.
Restano fuori dal conto però egli oltre 300.000 mila immigrati clandestini (e credo sia un numero molto basso per difetto), liberi di circolare nel Paese ma che vivono quindi in modo irregolare e non controllabile .

Dei 5.7 milioni immigrati regolari, il 23% sono rumeni, il 9.3% albanesi, 8.7% marocchini, il 5.4% cinesi, il 20% proviene dagli Stati africani.
Questa popolazione si trova per il 30% al Nord Italia, il 25% al Centro e il 16% al Sud.
Questa distribuzione fa capire che si tratta di forza lavoro che va dove ce n’è di più, appunto al Nord. E va nella grandi città: Roma conta 530.000 abitanti regolari stranieri, Milano 446.000, Torino 222.000 e Brescia 166.00, con una popolazione nei Comuni capoluogo di cittadini stranieri regolari che va dal 20 al 15% degli abitanti.

Da questo punto di vista comincerei chiedermi come mai nei principali Comuni capoluogo negli ultimi anni il PD abbia iniziato a prendere delle sonore sconfitte elettorali.
Uno dei problemi è sicuramente quello della popolazione immigrata regolare e irregolare, che non abbiamo integrato nel tessuto sociale, con frizioni con la popolazione residente autoctona e di conseguenza molto malcontento.

MA COME SONO INSERITI QUESTI CITTADINI STRANIERI?
Male, molto male direi.
Il reddito medio delle famiglie straniere è di 14.500 euro anno contro i 24.600 delle famiglie di origine italiana; il 50% è a rischio povertà, contro il 17% delle famiglie italiane;con il Centro e il Sud dove queste percentuali peggiorano.

Per stare sul tema delle grandi città, A Roma esistono oltre cento immobili irregolarmente occupati da immigranti regolari e irregolari, oltre 6.000 nomadi di etnia rom hanno residenza nella Capitale, vaste aree delle periferie hanno ancora aspetti vergognosi e restano sicuramente incontrollate. Non faccio la disamina di altre città, ma solo recentemente il PD ha iniziato ad affrontare il problema,fino al lanncio da parte del governo del bando periferie, con una quantità consistente di risorse ed oltre 120 progetti, fra i quali anche uno riguardante Rimini.
E si dica grazie a Matteo Renzi che per primo nel PD ha intuito e esaminato il problema in tempi non sospetti. Dove erano gli altri referenti della sinistra che hanno governato a lungo il Paese e le città, nei lunghi anni precedenti al governo Renzi?
Non mi si dica che questo fenomeno periferie esiste solo da pochi anni, sono decenni che lo vediamo e abbiamo visto che i politici di lungo corso non lo hanno saputo valutare.
E’ quello che succederà anche alla classe politica e dirigente vicino a Matteo Renzi se non si metterà in ascolto dei cittadini, per raccogliere nuove idee e nuove soluzioni a quanto descritto.

IL GRIDO DI ALLARME LANCIATO DA MATTEO RENZI
E’ stato Matteo Renzi a lanciare i tre segnali fondamentali per affrontare il problema immigrazione:

Il primo: salviamo le vite umane dei profughi. Nei momenti dell’emergenza, inutile fare grandi ragionamenti: salvare vite umane era il problema prioritario e determinante.

Il secondo: ammonire l’Europa sulla sua insufficiente, inefficace, disarticolata azione nei confronti del problema immigrazione.
Una Europa statica, lontana dalla gente.
Solo l’azione del Presidente del consiglio italiano, che ha trovato un alleato in Angela Merkel, ha scosso un’Europa statica e ha permesso che si rimettesse in moto. Il Presidente Gentiloni ne sta raccogliendo i frutti.

Il terzo segnale: Renzi nel momento giusto ha espresso il parere, da Segretario del PD, che non si sarebbe potuto continuare con una accoglienza che ci avrebbe portato al disastro e alla riemersione di una cultura del rifiuto dell’accoglienza di massa, esprimendo il concetto che i flussi migratori devono diminuire e che i profughi devono essere assistiti nei loro Paesi do origine.
Di fronte, almeno così ho visto, a una sinistra paralizzata nelle azioni e nelle idee, fino all’intervista sulla Stampa di D’Alema che critica Minniti perché non ha fatto intervenire in Libia l’ONU, invece di affidare alle milizie libiche il contrasto all’immigrazione. E’ poi esattamente quello che ha detto Gentiloni nel palazzo di vetro, ma l’ONU è esattamente ai comandi dell’Italia, mentre l’urgenza della situazione imponeva un’azione immediata di qualche effetto.

I NUOVI DATI
E i numeri dell’azione del Ministro Minniti, che si è mosso sotto la copertura politica di Renzi e Gentiloni, parlano chiaro.
In Luglio del 2017 una diminuzione del 53% degli sbarchi sulle nostre coste, in Agosto dell’85% , senza piuù nessuna vittima in mare , contro i 2.410 morti del 2017 nei mesi precedenti a Luglio, di cui 2.244 erano partiti dalla Libia.

Risultati ottenuti grazie all’azione del Governo in Libia, trattando con chi in Libia c’è. Ma anche grazie all’azione internazionale, in Europa e nei confronti dell’ONU e anche e nei confronti delle ONG operanti in mare. Va ricordato che le azioni principali di questa politica sono condotte in accordo con OIM (Organizzazione internazionale Migranti, dell’ONU) e vanno in direzione della chiusura dei campi profughi in Libia con la creazione di campi aperti, programmi di ritorno dei profughi nei loro Paesi di origine, attraverso sostegno al reinserimento. La stabilizzazione della Libia, naturalmente, deve andare di pari passo e non è cosa semplice, tanti e tali sono i soggetti e gli interessi coinvolti.
Ma intanto c’è stato il vertice a Parigi con Francia, Germania, Italia e Spagna dove sono stati decisi aiuti ai principali Paesi di partenza dei migranti (Niger e Libia), la protezione dei migranti in Libia e il superamento del trattato di Dublino, non più rispondente alle esigenze dei tempi.
Non sarà un cammino facile, lo sappiamo, ma la strada giusta è questa, non ci sono dubbi.
Vedremo nelle prossime settimane come evolverà la situazione e quali risultati daranno le azioni intraprese.

IL PROBLEMA DELL’INTEGRAZIONE
Rimane a noi poi tutto da risolvere il problema dell’integrazione della popolazione presente nel nostro territorio.

Il primo problema da affrontare è quello della presenza degli irregolari e del rispetto delle regole e delle norme del nostro Paese.
Gli irregolari presenti o vanno resi regolari, o rispediti con garbo al loro Paese di origine.
Non come vediamo fare ora, per cui persone con decreto di espulsione stazionano nel nostro paese impunemente anche per oltre 10 anni (vedi il recente episodio successo anche recentemente a Rimini).

Il secondo problema da affrontare è quello della vera integrazione, che si può riassumere in tre parole: casa, lavoro e welfare (assistenza sanitaria e lotta alla povertà).
Qui le soluzioni vanno trovate nel contesto più generale della azione del Governo in questi settori specifici: con azioni a favore della casa per italiani e immigrati regolari e cosiì per lavoro e welfare.

Il terzo problema è quello del cosiddetto Ius Soli. Chi è nato in Italia, è cittadino italiano: questa legge va approvata senza ritardi.
Chi ha avuto occasione di vedere i recenti campionati europei nei diversi sport, non si è forse accorto che tanti atleti italiani, circa il 20%, sono figli di immigrati e portano prestigio al nostro Paese con le loro vittorie. E così sicuramente sarà in tanti altri settori della vita quotidiana.

O ci fanno comodo solo i gol di El Sharawi, le schiacciate di Ivan Zaytsev, i record di Fiona May?

Da questo punto di vista, basta discriminazioni, si chiuda il problema una volta per tutte.
Tenere molta parte della popolazione ‘sospesa’ senza arte nè parte favorisce la ghettizzazione.
Meglio l’inclusione, con la richiesta di regole da rispettare: le leggi dello Stato Italiano, la conoscenza della lingua italiana, possibilmente un lavoro, i bambini a scuola regolarmente.

COSA E’ DI SINISTRA
Questo dibattito sulla sinistra ha veramente stancato.
Siamo stanchi delle polemiche e delle classifiche di cosa è di sinistra e di cosa non e’ di sinistra.
Per quanto mi riguarda, è di centro-sinistra una società che cresce con i criteri dell’accoglienza, ma ordinata e ragionata, con casa, istruzione, welfare distribuiti in modo razionale e ragionevole per tutti e misurate sulla base delle risorse che il Paese Italia può esprimere.

Soluzioni diverse, arruffate e irragionevoli, con stratificazioni sociali anomale e situazioni che osserviamo ancora oggi nelle periferie di molte nostre città, le lasciamo ai ‘soloni della solita sinistra’, che sinistra poi proprio non è.
Se li lasciamo (quei soloni) lontani dal potere e dalle prebende, torneranno a essere come tutti i cittadini normali.
Ma questo le persone comuni lo sanno e nelle occasioni elettorali sapranno giudicare.

PS: A proposito del Ministro Minniti, ricordo che ai tempi del Governo Prodi ho tentato (come Sindaco) vanamente di convincerlo a risolvere il problema Nuova Questura.
Allora vi erano delle ragioni ostative importanti, oggi non ci sono più.
Ministro, prima della fine della legislatura, risolva questo annoso problema di Rimini!!!

Alberto Ravaioli

Da - https://www.chiamamicitta.it/immigrazione-integrazione-cosa-sinistra-cosa-no/
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