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Autore Discussione: Doha, capitale del Qatar, ha inaugurato il Qatar National Museum firmato da ...  (Letto 1311 volte)
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« inserito:: Aprile 07, 2019, 11:44:21 pm »

Doha, capitale del Qatar, ha inaugurato il Qatar National Museum firmato da Jean Nouvel.
L'esterno è un'impressionante concrezione di dischi di fibra di vetro sovrapposti e intrecciati.

Lo ha visitato per noi Fulvio Irace, che ci racconta il significato di questa architettura e il valore delle collezioni, ispirate all'arte e alle tradizioni locali, che custodisce al suo interno.

Dall'autostrada che dall'aeroporto punta sul centro di Doha, la prima impressione è quella di un cataclisma: tra la foschia che avvolge la corniche, prende quota la silhouette di una concrezione minerale di dischi che si intrecciano e si intersecano formando picchi e terrazze. È la sede del Qatar National Museum, ultima, sofisticata escalation nella corsa agli armamenti culturali di uno dei paesi più piccoli ma più potenti del Golfo. Porta la firma dell'architetto francese Jean Nouvel, autore anche del celebrato Louvre di Abu Dabi che, per il vicino rivale, ha voluto replicare il colpo d'effetto dell'architettura spettacolare, immaginando il suo museo come una gigantesca “rosa del deserto” circondata da sabbia e giardini, in quello stile da “mille e una notte” cui ci hanno abituati da tre decenni gli emirati arabi, a partire da Dubai.
Nel ruolo di Scheherazade, c'è Sheikha Mozah al-Mayassa – cuore e cervello della strategia culturale del Paese - definita di volta in volta first lady del mondo arabo, ambasciatrice del glamour e persino una delle donne più eleganti del pianeta: non a caso l'inaugurazione del museo è stata un evento preceduto da un red carpet più adatto a Hollywood che a un'istituzione culturale, con capi di stato e uomini di cultura a far da comparse accanto a Naomi Campbell e Johnny Depp.
Un museo pantagruelico, insomma, con l'intenzione di mostrare il miracolo di un Paese di nomadi beduini e di pescatori di perle che la lanterna magica del petrolio ha aiutato a trasformarsi nella nazione più ricca del mondo. Solo in Inghilterra, infatti, il Qatar ha più proprietà immobiliari della stessa Regina, mentre in Italia, dopo aver fatto razzia dei più prestigiosi hotel nelle città d'arte, la Qatar Investment Authority ha rifinanziato il debito su Milano Porta Nuova Garibaldi e Varesine, l'area dove il fondo ha investito lo scorso anno svariati miliardi di euro per diventarne proprietario. (…..)
Il museo non è più un contenitore ma un contenuto: il medium, avrebbe detto McLuhan, è divenuto il messaggio. E il messaggio è che un museo oggi fa arte dell'economia delle esperienze, non più della museografia. Il white cube modernista cede il passo alla black box postmodernista, dove l'architettura degli spazi è sostituita da un oscuro spazio-tunnel, set ideale per la prepotente presenza di installazioni visive, secondo l'imperante moda delle experience exhibitions, nella quale al posto di quadri troviamo animazioni e grafiche in movimento. L'apparato espositivo è infatti il punto meno risolto del museo e la discontinuità degli allestimenti contrasta con la vastità di spazi che le stesse collezioni faticano a riempire. Ci troviamo di fronte a una specie “mutante” di musei che hanno poco a che fare con il passato: affascinanti narrazioni dove l'interrogativo dell'opera è sostituito dalla seduzione del racconto. Un racconto senza contraddizioni.

Da – ilsole24ore.com
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