Siamo sotto attacco informatico continuo, dice Eugene Kaspersky
Il fondatore e amministratore delegato di Kaspersky Lab: "La rivoluzione industriale 4.0 nasconde grandi vulnerabilità perché la connettività è anche una grande minaccia per le industrie e le infrastrutture critiche"
Di RAFFAELE ANGIUS 20 febbraio 2019, 12:02
L’Italia deve investire nella formazione per garantire al sistema Paese la cyber-immunità necessaria all’Industria 4.0. È questo l’allarme lanciato da Eugene Kaspersky, fondatore e amministratore delegato di Kaspersky Lab, che il 12 febbraio ha tenuto una lectio magistralis al Politecnico di Milano. Perché se da un lato il Paese soffre di “una carenza di esperti di sicurezza informatica, soprattutto per quanto riguarda la protezione delle infrastrutture”, spiega Kaspersky, dall’altra “il proliferare di malware e attacchi continua a registrare nuovi record quotidiani: da 50 nuovi malware rilevati in un giorno nel 1998 ai più di 380 mila nel 2018”.
Ma nella logica del Pil, non tutti i mali vengono per nuocere: la proliferazione di soluzioni dell’Internet of things (IoT, dall’inglese Internet delle cose) stanno prendendo il sopravvento soprattutto nell’ambito industriale. Grazie al 5G, che si stima sarà commercialmente operativo entro il 2020, impianti industriali, gru, sale operatorie e mezzi di trasporto godranno di una connettività finora inedita e capace di separare il manovratore dal dispositivo con cui sta operando.
“La connettività è diventata la condizione necessaria alla sopravvivenza delle imprese moderne - ha spiegato Kaspersky -, ma la rivoluzione industriale 4.0 nasconde grandi vulnerabilità perché la connettività, che offre grandi opportunità di sviluppo, è al contempo una grande minaccia per le industrie e le infrastrutture critiche”.
Malware
Ma non solo di malware e truffe online si parla: un altro fenomeno cresciuto in questi anni è quello delle Advanced Persistent Threat (Apt, dall’inglese minacce persistenti avanzate): organizzazioni governative o paragovernative che compiono attacchi informatici spesso per condurre operazioni di spionaggio e su impulso del governo che le protegge. Spesso responsabili di sabotaggi mirati (come nel caso delle attività di hacking ai danni delle aziende marittime italiane riportati da La Stampa a ottobre) o di furti di mail e informazioni strategiche per le economie di intere nazioni, le Apt attualmente sono più di cento e godono di fondi tali da potersi concentrare principalmente su obiettivi di primaria importanza.
“In questo scenario è importante implementare soluzioni in grado di proteggere e prevenire gli attacchi soprattutto quando si parla di industria, ora diventata Industria 4.0 - ha spiegato Kaspersky -. I danni possono essere drammatici perché un malfunzionamento che in una comune azienda non è problematico, come, ad esempio, il ritardo di pochi secondi nell’avvio di una stampa, se riguarda invece un’apparecchiatura industriale può implicare il blocco delle produzione con danni anche enormi”.
Gli investimenti in Italia
Secondo le stime della società di analisi Gartner, nel 2018, la spesa mondiale in cyber security è aumentata del 7% rispetto all’anno precedente, per un valore di circa 83 miliardi di euro. Le proiezioni anticipano una crescita costante compresa tra il 12 e il 15 per cento annuo, per un valore di circa dieci miliardi di euro. Di questi fanno parte anche gli investimenti presenti e futuri stimolati dall’entrata in vigore del Regolamento generale per la protezione dei dati, pienamente effettivo dal 25 maggio del 2018.
Sicurezza informatica Eugene Kaspersky iot
Tuttavia, in questo quadro preoccupa l’Italia. Secondo le stime della EY Global Information Security Survey 2018-19, il 97 per cento delle aziende non dispone di risorse adeguate al livello di sicurezza informatica richiesto, contro l’87 per cento della media mondiale. Ma l’ecosistema informatico, così come quello sanitario, beneficia di una “protezione di gregge” simile a quella dei vaccini: più ci proteggiamo individualmente più è protetto il comparto. Ragione per la quale la stessa ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha ribadito a più riprese l’esigenza di utilizzare il 2 per cento di Pil destinato al suo dicastero anche all’ambito della cybersecurity.
Ma prima di tutto, ha precisato Eugene Kaspersky alla platea del Polimi, serve che sempre più giovani intraprendano la strada della sicurezza informatica: “considerate che potrebbero venir pagati come delle star del calcio, quindi pensateci per il vostro futuro”.
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