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Autore Discussione: Marco Albè - Sul "Giorno del ricordo".  (Letto 1265 volte)
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« inserito:: Febbraio 14, 2019, 07:02:31 pm »

Sul "Giorno del ricordo".

Se pubblico post di controinformazione, non è per fare il negazionista, o un meschino confronto tra vittime. Queste cose le lascio ai fascisti e ai loro amici - per i quali è prassi abituale, del resto.
La questione è che tutte le vittime degli eventi bellici sono vittime di una parte sola, ossia di chi ha scatenato una guerra. La seconda guerra mondiale - come tutte le altre guerre dell'epoca imperialista - fu scatenata in nome degli interessi espansionistici del capitalismo, e nello specifico da quelle forze reazionarie (le dittature fasciste) che al momento meglio incarnavano gli interessi delle borghesie economicamente più svantaggiate nella competizione imperialistica internazionale e quindi disposte a tutto pur di garantirsi un vantaggio: queste borghesie accettarono quindi tranquillamente una guerra, come già avevano accettato una dittatura nazifascista o comunque "autoritaria" (in Italia, Germania, Giappone, Spagna, Portogallo, Grecia, Romania, eccetera) per difendere i propri squallidi profitti contro i progressi della lotta di classe.
L'Italia fascista (che già in Libia era impegnata a stroncare con stragi ed esecuzioni di massa la lotta per l'indipendenza) pertanto intervenne in Etiopia (dove massacrò le popolazioni inermi con armi chimiche) e poi al fianco dei nazisti in Spagna (dove contribuì a stragi come quella di Guernica), poi in Albania, Grecia, Jugoslavia (dove collaborò col boia fascista Pavelić in alcuni tra i più atroci episodi della seconda guerra mondiale) e Unione Sovietica. Dopo l'8 settembre, i repubblichini di Salò collaborarono con i nazisti nelle deportazioni e negli eccidi della stessa popolazione italiana (pensiamo solo a Marzabotto o a S.Anna di Stazzema).
Ora, che i sostenitori del fascismo, i nostalgici di una dittatura che sterminò migliaia di innocenti in Europa e in Italia, si atteggino oggi a paladini di una minoranza costretta all'esilio come quella degli italiani d'Istria e Dalmazia (e per di più esiliata a seguito di una guerra dal fascismo stesso scatenata e di odii inaspriti dalle atrocità commesse dall'esercito italiano e dai fascisti) e che si servano delle vittime di quegli eventi a scopo propagandistico, non è solo totalmente impudente: è anche vile e squallido.
Solo chi ha sempre lottato contro la guerra imperialista e lo sfruttamento e le loro cause, solo chi è schierato dalla parte delle vittime e ha lasciato i propri caduti in questa lotta, solo chi si è sempre battuto per la giustizia sociale e al fianco degli oppressi, contro ogni fascismo e contro qualsiasi servo degli sfruttatori, ha il diritto (e il dovere) di ricordare e di compiangere TUTTE le vittime della guerra, perché ricorda, e ricorda in maniera OBIETTIVA, per impedire che simili orrori si ripetano.
Negli altri, ammetto la buona fede di molti (ma anche qui, senza coscienza storica la buona fede fa solo altre vittime). Poi ci sono gli ipocriti, e ancora più in basso le iene fasciste, che si pascono dei morti e poi vomitano la loro immonda bava.
E a costoro si deve replicare sempre e con forza:
Noi possiamo deplorare, noi possiamo perdonare, noi possiamo persino (pur non volendo assolutamente giustificarla) cercare di comprendere le cause di qualsiasi aberrazione perché possiamo porvi rimedio. Voi dovete soltanto ascoltare ed imparare, e redimervi se ci riuscite. Altrimenti dovete soltanto tacere, e vergognarvi.

Da -  Fb Marco Albè 11 febbraio 2019
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