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Autore Discussione: La ricchezza si crea o si consuma: ecco una fotografia che può servire all’Itali  (Letto 1326 volte)
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« inserito:: Febbraio 14, 2019, 07:00:49 pm »

La ricchezza si crea o si consuma: ecco una fotografia che può servire all’Italia

 Scritto da Econopoly il 05 Febbraio 2019

L’autore di questo post è Corrado Griffa, manager bancario ed industriale (CFO, CEO), consulente aziendale in Italia e all’estero, giornalista pubblicista –

Come ogni anno, vengono pubblicati reports e studi sulla ricchezza mondiale; la loro lettura fornisce generalmente conferme e più raramente sorprese: Credit Suisse con il suo Global Wealth Report 2018 fotografa una rapida evoluzione della distribuzione della ricchezza individuale (attività finanziarie e non finanziarie, al netto di eventuali debiti; tutti i valori sono espressi in USD).

La fotografia è chiara: la ricchezza mondiale continua a crescere a ritmi sostenuti, in linea con la crescita degli indicatori economici (PIL); la divisione fra paesi ricchi e paesi poveri diminuisce progressivamente: con l’emergere, nei decenni passati, delle “tigri” Cina, India, Brasile e di tanti più piccoli “tigrotti”; un numero impressionante di individui ha avuto accesso non solo ai benefici immediati dello sviluppo economico ma anche alla possibilità di risparmiare parte del reddito ed iniziare, come piccole formiche, ad investire in beni di investimento (sia finanziari che non finanziari, come una casa); si è creata una nuova “classe media” mondiale che oggi rappresenta 1/6 della ricchezza mondiale, ma è destinata a crescere in numero e valore; i “super ricchi” sono sempre ricchi ed il loro numero cresce (e non stupitevi: anche in Italia, che nel 2018 ha visto il battesimo di 200.000 nuovi milionari …), continuando a detenere una quota consistente della ricchezza mondiale; le donne hanno premuto sull’acceleratore divenendo sempre più attive nella creazione di ricchezza, e oggi hanno in mano il 40% della ricchezza mondiale, un fenomeno imprevedibile sino a qualche decennio fa, segno positivo della loro presenza attiva nel mondo del lavoro e della carriera professionale.

Il mondo è diventato più ricco e promette di diventare ancora più ricco ed un poco meno diseguale, con l’accesso di milioni e milioni di persone a una migliore prospettiva economica e finanziaria per sé e le proprie famiglie; possiamo allora azzardare che il loro ottimismo sarà il carburante per il progressivo miglioramento dell’istruzione dei loro figli, delle loro condizioni di vita, di una migliore fruizione del tempo libero, di un innalzamento della salute, potendo disporre di mezzi per fronteggiare eventi inattesi.

Chi avrà voglia e tempo per approfondire il tema potrà trovare in questo sintetico articolo numeri ed informazioni interessanti; essendo italiani, avremo anche modo di confrontarci con una realtà che ci rammenta che cosa eravamo e potevamo divenire (“la locomotiva del mondo occidentale” sulla scorta del nostro “miracolo economico”) e che non siamo stati in grado di assecondare: la ricchezza o la si crea o la si consuma, ed è necessario che la mano pubblica ne assecondi lo sviluppo e non affossi il tutto con una pervicace politica che penalizza l’iniziativa individuale con misure populistiche, protettive, insostenibili e demagogiche. Ma tutto questo lo sappiamo anche troppo bene.

La ricchezza mondiale …
Iniziamo con la stima della ricchezza mondiale (quasi equamente divisa fra attività finanziarie e non finanziarie), che a fine 2018 per il Report è pari a 317.084 miliardi USD, in crescita del 4,6% sul 2017; il 33,6% di questa ricchezza è posseduta da cittadini residenti in Nord America (USA e Canada), il 27,1% in Europa (incl. UK), il 16,4% in Cina, il 17,8% nell’area Asia/Pacifico (Giappone, Australia, Corea ed altri paesi), l’1,8% in India, il 2,5% in America Latina, lo 0,8% in Africa.

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… non tutti i milionari, però, sono ugualmente ricchi allo stesso modo, e così i loro concittadini

Se la ricchezza media per adulto residente nelle varie regioni del mondo è stimata in 63.100 USD, il cittadino medio nord-americano è accreditato di una ricchezza media (ricordiamo, finanziaria e non finanziaria, al netto di debito) di 391.590 USD, mentre il cittadino africano ha una ricchezza di 4.138 USD, cioè 1/95esimo della ricchezza di un individuo statunitense o canadese; la ricchezza media di un europeo è stimata i 144.903 USD, quella di un cinese 47.810 USD, di un indiano 7.024 USD. La differenza fra aree geografiche ed economiche è quindi ancora molto rilevante.

Il Report stima che 3.2 miliardi di persone, il 64% degli adulti nel mondo, abbia una ricchezza inferiore a 10.000 USD; altri 1.3 miliardi di persone adulte (il 27% del totale mondiale) si situano nella fascia 10.000-100.000 USD: se la dimensione media della loro ricchezza individuale è modesta, la somma totale di tutti questi 4.5 miliardi di persone “vale” 1/6 della ricchezza totale mondiale, segno della crescente importanza di questo segmento di popolazione poco considerata e “fuori radar”, ma elemento significativo che indica la pervasività e consistenza dello sviluppo economico, e ad a seguire finanziario, in vaste aree del mondo, in passato neglette.

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… la crescita da inizio secolo …
Dal 2000 al 2018 il numero dei milionari (quelli con una ricchezza superiore ad 1 milione USD) è triplicato ed il numero dei c.d. Ultra High Net Worth Individuals, od UHNW (i “super ricchi” con un patrimonio superiore a 50 milioni USD) è quadruplicato, sempre nello stesso periodo. Il primo scorcio del secolo è stato un periodo di crescita eccezionale, per dimensione dei patrimoni, distribuzione delle attività finanziarie e non finanziarie (e.g., immobili), distribuzione geografica di tale crescita, con paesi emergenti, in primis Cina ed India, a guidare questa crescita, per loro sicuramente “impetuosa e ruggente”. Mai come in passato questa crescita ha coinvolto strati crescenti e sempre più numerosi di persone: se fra il 2000 ed il 2007 la ricchezza mondiale è cresciuta dell’8% annuo, la crescita è stata ben superiore per la fascia di persone che si posiziona nel range inferiore del campione (sino ad 1 milione USD), con una crescita mediana (in statistica, il valore intermedio fra gli estremi di una successione) del 14% annuo; con la crisi del 2007-2008 il trend ha rallentato, per riprendere in anni a noi più vicini.
I milionari nel mondo sono oggi oltre 42 milioni, cresciti di 2,3 milioni rispetto al 2017; 4 su 10 milionari vivono negli USA, 1,2 su 10 vive in Cina; i milionari USA sono 17.3 milioni, quelli cinesi 3,5 milioni, i giapponesi 2,8 milioni, i tedeschi 2,2 milioni, gli inglesi 2,4 milioni e gli italiani, come sopra detto, oltre 1,3 milioni.

Ci sono due aspetti interessanti dell’analisi che vorremmo riportare: il dettaglio per paese della crescita assoluta del numero di milionari e la dimensione della ricchezza individuale, sempre per paese.

… in quali aree del mondo è cresciuto il numero dei milionari?
Nel 2018, i “nuovi milionari” USA sono stati 878.000; Francia, Germania, UK ed Italia hanno ciascuna visto 200.000 “nuovi milionari”; quelli cinesi sono stati 186.000 e quelli giapponesi 94.000; è stato ancora il vecchio mondo occidentale a vedere la crescita numerica maggiore.

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… ma quale è la ricchezza individuale, paese per paese?
Come sopra già esposto, la ricchezza media globale di 63.100 USD è una media fra valori molto diverse, area per area geografica; i paesi con una ricchezza media individuale superiore a 100.000 USD si trovano nel continente americano settentrionale, in Europa e nei paesi più ricchi dell’Asia/Pacifico e del Medio Oriente. Svizzera (con una ricchezza media di 530.240 USD), Australia (411.060 USD) e Stati Uniti (403.970 USD) sono i paesi con la più alta ricchezza individuale, seguiti da Belgio (313.050 USD), Norvegia (291.100 USD), Canada (288.260 USSD), Danimarca (286.710 USD), Singapore (283.260 USD), Francia (280.580 USD).

In termini di ricchezza mediana (un indice che aiuta anche a rilevare bassi livelli di ineguaglianza) l’Australia (191.450 USD) ha il primo posto sul palio, seguita da Svizzera (183.340 USD), Belgio (163.430 USD), Olanda (114.940 USD), Francia (106.830 USD), Canada (106.340 USD), Giappone (103.860 USD), Nuova Zelanda (98.610 USD), UK (97.170 USD) e Singapore (91.660 USD). Gli Stati Uniti, un paese contrassegnato da grandi fortune pluri-milionarie e miliardarie, si trova in 18esima posizione in questa classifica, confermando la disparità fra “have” e “have not” tipica della società statunitense.

In posizione “intermedia” troviamo la Cina accanto a molti “new entrants” della UE, e paesi dell’America Latina e del Medio Oriente. A seguire, troviamo paesi con elevata popolazione come India, Brasile, Indonesia, Russia, Filippine, Turchia. La “ruota della fortuna economica” gira velocemente, favorendo l’accesso a livelli di reddito, e tramite il risparmio a livelli di ricchezza, a stuoli sempre più vasti della loro popolazione.

I “fanalini di coda” sono paesi africani ed asiatici più recentemente affacciatisi al sistema economico mondiale.

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È altrettanto interessante osservare i “winners” ed i “losers” nella classifica dei paesi che hanno visto crescere la ricchezza individuale.

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… ma i “ricchi” hanno davvero la “parte del leone” della ricchezza mondiale?
Il 10% più ricco della popolazione mondiale possiede l’85% della ricchezza mondiale e l’1% più ricco il 47%; ma la relativa composizione, quando viene osservata per singolo paese, presenta interessanti differenze; la concentrazione della ricchezza nelle mani dell’1% della fascia più ricca della popolazione è maggiore in paesi quali Russia (oltre 55% della ricchezza è nelle mani dell’1% dei più ricchi), India e Brasile; ma è molto più contenuta in Giappone, Francia, Italia, UK e Canada, tutti paesi dove le differenze fra “ricchi” e “poveri” sono meno “crude” ed evidenti.

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Sintesi e prospettive
La concentrazione della ricchezza nei quartili più ricchi della popolazione mondiale resta elemento stabile della struttura della ricchezza, ma è importante riconoscere che i quartili inferiori, quelli con ricchezza individuali più bassa ma con un numero rapidamente crescente di individui, già oggi detengono oltre 1/6 della ricchezza totale, una quota destinata a crescere in futuro sulla scorta dello sviluppo economico nelle aree del mondo più recentemente avvicinatesi al sistema economico mondiale.

Le donne stanno conquistando una fetta sempre più grande della ricchezza mondiale, ed oggi controllano il 40% della ricchezza totale; la loro crescita è legata ad una migliore istruzione ed ad accesso a migliori opportunità di carriera. In linea generale, esse sono spesso più consapevoli ed attente dei loro colleghi maschi.

La crescita economica cinese ha consentito una corrispondente crescita della ricchezza dei suoi cittadini: in meno di 20 anni la ricchezza cinese è passata da 3.700 miliardi USD a 51.874 miliardi USD, ad un tasso di crescita annuo doppio di qualsiasi altro paese, e la ricchezza media individuale è passata da 5.000 USD a 47.810 USD nel 2018. Ed i milionari cinesi saranno in costante crescita.

Secondo il Report, la ricchezza globale dovrebbe crescere del 26% nei prossimi 5 anni, raggiungendo 399.000 miliardi USD entro il 2023. I paesi in via di sviluppo apporteranno il 32% di questa crescita, raggiungendo il 21% della ricchezza globale. La ricchezza sarà largamente prodotta dai quartili inferiori e medi della popolazione ed i milionari diverranno 55 milioni ed i “grandi ricchi”, gli UHNW, potranno superare il numero di 200.000.

La ricchezza è dinamica; chi corre più veloce arriva più lontano; chi non corre abbastanza veloce retrocede nella classifica, e vivere di rendita sarà meno apprezzato del creare nuova ricchezza, per quanto piccola e diffusa essa possa essere. Una lezione semplice, per chi vorrà impararla, scritta anche in italiano corrente.

Twitter @CorradoGriffa

Da - https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/02/05/ricchezza-globale-italia/?uuid=96_kHtfFN1Y
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