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Autore Discussione: Paolo Bricco. Dopo Gardini e Novamont, torna il sogno green.  (Letto 1324 volte)
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« inserito:: Febbraio 03, 2019, 09:00:45 pm »

Dopo Gardini e Novamont, torna il sogno green.

La chimica è uno dei baricentri dell’economia italiana. La chimica verde è la sua pietra filosofale. E, adesso, è l’opzione strategica che collega il nostro passato e il nostro futuro. La Bio-on, fautrice dell’accordo con Unilever, e la Novamont sono due tasselli preziosi che vanno a formare il mosaico più avanzato del nostro sistema industriale. Un mosaico composto nel tempo che arriva ai manager scienziati della Bio-on e agli scienziati manager della Novamont passando per Enrico Cuccia e per Raul Gardini. La chimica è il cuore dell’innovazione industriale italiana del Novecento. Enrico Cuccia, fra il 1938 e il 1940, è al servizio esteri della Banca Commerciale Italiana e segue e cura alcuni affari per la Montecatini: chimica per l’agricoltura. Negli anni Sessanta e Settanta il fondatore di Mediobanca attribuisce alla chimica la funzione di frontiera tecnologica dell’industria italiana. L’Italia ha le competenze. Nel 1963, Giulio Natta ottiene il premio Nobel per la chimica con la realizzazione del polipropilene isotattico, il polimero commercializzato dalla Montecatini con il nome di Moplen. L’Italia ha la collocazione geografica: siamo un Paese cerniera fra il Nord e il Sud del Mondo, una gigantesca banchina a cui fare attraccare il petrolio dall’Africa e dal Medio Oriente con cui ottenere la plastica. Lo shock petrolifero pone un prima e un dopo nella vicenda occidentale. Come ogni trauma, fossilizza chi lo subisce nella coazione a ripetere: l’intero modello industriale internazionale resta fortemente ancorato al petrolio, nello sviluppo dell’energia e nella produzione di derivati fondamentali come la plastica. Ma, anche, come ogni trauma spinge chi lo subisce a cercare alternative. È un uomo sulfureo e spregiudicato, visionario e capace di molto se non di tutto come Raul Gardini- a capo del Gruppo Ferruzzi - a ribaltare il paradigma della plastica. Nella sua pulsione irrefrenabile di rompere ogni equilibrio di potere, non ci sono soltanto le grandi operazioni societarie. Ci sono anche le rotture nel campo dei prodotti. Con lui la Novamont – allora del Gruppo Ferruzzi – produce la plastica biodegradabile grazie al brevetto Mater-bi. L’idea è concettualmente eversiva: produrre plastica dall’amido. Il petrolio non serve più. La plastica diventa perfetta per l’agricoltura. Agricoltura per la chimica e chimica per l’agricoltura. La Novamont di oggi nasce allora. La Bio-on, per quanto diversa, ha la stessa forza radicalmente innovativa: la plastica, nell'impresa di Bologna che ha appena stretto l’accordo strategico con la Unilever, si genera dalla fermentazione dei batteri. Di nuovo, il codice del petrolio è cancellato con un tratto di gomma pane. In entrambi i casi, come mezzo secolo fa con Natta e come 25 anni fa con Gardini la chimica costituisce una delle frontiere più avanzate della nostra industria. Che deve alimentare la sua fame di futuro aggiungendo, alla sua consistente dote storica di innovazione incrementale e di processo, una crescente innovazione di prodotto e di rottura. Esattamente la formula della chimica di ultima generazione.

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Paolo Bricco

Da - https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&issue=20190129&edizione=SOLE&startpage=1&displaypages=2
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